Nobody
Wants This, la serie
Netflix originale pensata appositamente per i millennial in cerca
dell'anima gemella (e non solo), racconta una storia d'amore in cui tutto è
davvero al posto giusto. Partendo
dalle basi, la serie Netflix, schizzata in Top 10 un anno fa dalla sua uscita,
è una romcom abbastanza classica negli archetipi e negli stilemi, ma
attualizzata ai giorni nostri, oltre le dating app e il successo dei podcast.
Kristen Bell, l'ex Veronica Mars, è Joanne, appunto una podcaster insieme alla sorella minore Morgan (Justine Lupe): utilizzando i propri battibecchi e confronti quotidiani, parlano della difficoltà delle relazioni 4.0, mettendosi a nudo con le proprie disavventure per parlare di amore e sesso ma soprattutto di empowerment e indipendenza delle due parti all'interno di un rapporto. Adam Brody, l'ex Seth Cohen di The O.C. - quindi gli autori, Erin Foster in primis, hanno utilizzato due amori adolescenziali dei millennial non a caso - è Noah, un rabbino in erba, che proviene da una famiglia ebrea, molto credente e molto praticante, tanto che qualsiasi relazione con qualcuno al di fuori della cerchia non viene vista di buon occhio. Entrambe le famiglie sono un po' ingombranti ed entrambi hanno una spalla su cui piangere: Noah, infatti, è pappa e ciccia col fratello più grande, Sasha (Timothy Simons), sposato con un'ebrea maniaca del controllo, Esther. Noah ha appena rotto con la sua fidanzata di lunga data, Rebecca, che ha orchestrato il loro fidanzamento senza di lui. Rebecca non ha bisogno di romanticismo; vuole solo arrivare al traguardo, ovvero il futuro che lei e la madre di Noah, la signora Bina (Tovah Feldshuh), hanno pianificato. Noah, invece, è un uomo a cui piace vivere la vera natura delle cose e navigare nell'ignoto. Pianificare tutto non fa per lui. Quando descrive Joanne come una "donna senza filtri, complicata, vulnerabile e bellissima" che vuole essere vista come speciale o diversa, è un complimento. E lei lo sa. Come capiamo presto dal podcast che registra con sua sorella Morgan, Joanne ha un passato di flirt con uomini emotivamente non disponibili. A primo impatto, un rabbino che ha bisogno di sposare una donna ebrea e che spera di progredire nella sua carriera rientra perfettamente in questa categoria di uomini non disponibili. Ma Noah è anche divertente, non giudicante e capace di prendere Joanne sul serio. Crede in lei, la sostiene. Non è chiuso nelle sue idee, né bigotto, come si potrebbe credere, anzi. Joanne parla apertamente di argomenti scomodi, come sesso e tabù relazionali, per stimolare le persone ad aprirsi, dire quello che pensano e lasciare andare la vergogna e i problemi che nascono dalle incomprensioni. I due si conoscono per caso a una festa e scoppia immediatamente la scintilla. Joanne e Noah costruiscono una relazione sana, fondata sul dialogo, sulla fiducia e sul rispetto. Tutte parole in via di estinzione che hanno reso Nobody Wants This una ventata d'ottimismo per chi è cresciuto con il doposcuola di Italia1 fatto di drammi e tira e molla.
Kristen Bell
e Adam Brody sono meravigliosi, da soli e insieme, e fin dal primo minuto
reggono benissimo la scena e la storia d'amore nascente tra i due protagonisti,
che non potrebbero essere più diversi. Lei schietta, forse fin troppo, e
fisiologicamente predisposta all'incasinare le cose; lui timido e metodico, eppure curioso di cosa c'è fuori dal proprio
orticello. Lei agnostica, lui credente. Non dovrebbero stare insieme, eppure
non riusciamo a non tifare per loro, al volersi scoprire pezzo dopo pezzo
quando nessuno intorno a loro crede in quella relazione. Si troveranno, così, ad
affrontare argomenti seri come la religione, sempre attraverso l'umorismo.
Tra cliché e stereotipi tipici
del genere, a colpire non è solo quanto i due funzionino insieme (non era
scontato) ma soprattutto le battute al vetriolo che si lanciano continuamente,
facendoci sognare e credere che si abbia quasi sempre la risposta pronta a
tutto, e facendoci ridere per davvero (altro elemento per nulla scontato).
Non so se sia stato
intenzionale, ma ho adorato che l'età adulta non sia stata un tema della serie.
Ci ha raccontato una storia d'amore tra adulti molto "normale", contribuendo
così a scacciare lo stereotipo che a 40 anni o hai una famiglia e tutto sotto
controllo o stai ricominciando da capo. No, a 40 anni puoi semplicemente non aver
ancora trovato la persona giusta, stai ancora esplorando il mondo là fuori e
non c'è bisogno di parlarne. Forse per la prima volta, si tratta di una romcom
che descrive un amore sano, invece del solito amore tossico e travagliato. Non
solo. Raramente abbiamo visto e vediamo sullo schermo (o grande schermo) storie
d'amore in cui la coppia comunica in modo aperto e sincero, senza filtri e
nonostante le paure individuali. In poche parole: una relazione sana. La
comunicazione efficace e sana di una coppia, dopotutto, è quella basata
sull'ascolto reciproco e che affonda le sue radici nell'intelligenza emotiva.
Noah e Joenne non si tormentano costantemente a causa delle cose non dette,
bensì costruiscono una relazione in cui sin da subito sanno dirsi anche le
verità più difficili. In fin dei conti sono due adulti che hanno amato,
sofferto, sognato, fallito e si sono rialzati. Inoltre Justine Lupe e Timothy
Simons sono due ottime spalle che danno il prezioso contributo sia insieme ai
propri fratelli sullo schermo sia tra di loro, creando situazioni tragicomiche.
Morgan e Sasha incarnano il
simbolo degli amici che, anche con i loro difetti, ti accompagnano passo dopo
passo nel tuo cammino di crescita personale e professionale. In poche parole,
la serie funziona. Complice anche la durata perfetta delle puntate: dieci
episodi da 20-25 minuti, ricordando a Netflix che non c'è bisogno di
fare le comedy oltre la mezz'ora, anche se non vi sono inserzioni pubblicitarie
di mezzo. La riuscita è la stessa, anzi è migliore. Dieci episodi da mezz'ora consentono
ai protagonisti di ballare in modo credibile e spensierato. Il primo bacio tra
Noah e Joanne alla fine dell'episodio 2 è un classico istantaneo, il tipo di
bacio intimo e passionale in pubblico, di quelli "chissenefrega del resto del
mondo". Ci è subito chiaro che non possono dirsi addio. Nell'episodio 3 Joanne
teme di non essere una persona abbastanza buona per stare con un bravo ragazzo
come Noah, e lui cerca di far accettare alla sua famiglia che non tornerà mai
più insieme a Rebecca. Il primo appuntamento ufficiale dell'episodio 4, una
visita improvvisata a un sexy shop per prepararsi adeguatamente a un colloquio
importante, si conclude con loro che si mettono (emotivamente) a nudo: Noah
ammette di volere più di un ripiego e Joanne confessa di aver paura di
diventare emotivamente dipendente da un uomo che alla fine si renderà conto che
lei è troppo impegnativa e le spezzerà il cuore. Nell'episodio 5 Noah non è
pronto a rendere pubblica la loro relazione e, durante un viaggio di lavoro,
cerca di nasconderla al suo capo. Poi incontra i genitori di lei e cerca,
goffamente, di piacere loro il più possibile, facendo così gesti che imbarazzano
e infastidiscono Joanne. Lei mette in dubbio i suoi sentimenti per
Noah, perché in fondo è sempre stata la ragazza che mollava gli uomini dopo
poco tempo. Dopo, però, cerca in tutti modi di piacere a sua volta alle amiche
donne di lui, e persino a Rebecca, la sua ex. Le cose si complicano negli
ultimi 90 minuti, quando Noah deve finalmente chiedere a Joanne se è disposta a
convertirsi per stare con lui. Lei dice di sì, ma poi riflette e gli confessa
che ha accettato di convertirsi solo per non perderlo, rendendosi conto che
abbracciare una fede solo per ragioni logistiche non era esattamente la scelta
più onesta, così lo lascia. "Non puoi avere entrambe le cose. E non ti farei
mai scegliere", gli dice, salutandolo con il cuore spezzato (e anche noi).
Alla fine dell'ultima puntata Noah la insegue e le dice che sa di non poter
avere entrambe le cose. La bacia, gesto che vale più di mille parole. Il
messaggio è chiaro: vuole stare con lei, qualunque sia la sua religione, e ci
lascia intendere che ha scelto la cosa che per lui conta di più.
Tuttavia, a salvarci dai due
protagonisti che girano in tondo dall'inizio alla fine, subentrano amici e
parenti. Sono loro a tenere alta l'attenzione e portare un paio di grossi plot
twist sul finale, che riaccendono la curiosità verso una prevedibile terza
stagione. Spicca il triangolo Morgan-Sasha-Esther: l'amicizia extra-coniugale
tra la sorella di Joanne e il fratello di Noah esplora direzioni sempre più
brillanti e attuali. Cosa succede quando i figli crescono e una coppia si
ritrova da sola con sé stessa? Quanto è giusto confinarsi nel matrimonio,
accettare ogni regola imposta negli anni, per paura o per pigrizia, e
accomodarsi nella simbiosi? Per molti la risposta sarà scontata, per altri
meno. Con tre personaggi che mantengono integra la loro identità – pur
maturando nuove prospettive – Nobody Wants This 2 ci ricorda che la
coppia ha bisogno di nutrirsi anche fuori dalla coppia. E infatti dal triangolo
emerge una nuova, sorprendente Esther. La dispotica moglie di Sasha affronta
un'inconsapevole evoluzione femminista, e la gelosia, che ormai anche lei recita
quasi per abitudine, scatena una scintilla che la porterà a chiedersi che tipo
di donna vuole essere davvero, fuori dal ruolo di madre e di moglie. Allo stesso
tempo Morgan è alle prese con un nuovo amore, lo psicoterapeuta Andy. E alla
fine arriva la moglie di Adam Brody, Leighton Meester (Gossip Girl)
che interpreta Abby, una mamma
influencer di Instagram e rivale di Joanne dai tempi delle medie, che poi in
realtà arriva nel mezzo, fa un paio di pose come guest di puntata, e sparisce
per sempre. Ci aspettavamo qualcosa di meglio? Di nuovo, la risposta è sì.
Sull'ingresso di Meester nel cast si è giocato metà del marketing della nuova
stagione, con l'ennesima strizzata d'occhio al Multiverso dei Millennial.
Ma il volto nuovo più famoso
della stagione è, senza dubbio, quello di Seth Rogen, che fa la sua apparizione
nel ruolo di Rabbi Neil, un rabbino progressista che accoglie Noah nel suo
tempio.
Tirando le
somme, quello che rendeva interessanti i due protagonisti nella prima stagione,
oggi li rende a tratti
insopportabili. Le loro
crisi appaiono meno credibili, più funzionali a prolungare la trama che a far
crescere i personaggi. La narrazione preferisce girare intorno al problema della
religione piuttosto che attraversarlo, lasciando lo spettatore con la
sensazione di pausa forzata. Come bloccati in un eterno primo appuntamento, tra
buone maniere e molta retorica, il fatto che Noah sia un rabbino e che Joanne
non voglia convertirsi all'ebraismo è forse l'ultimo dei loro problemi.
Iniziano ad apparire non solo i difetti ma anche i fastidi reciproci e
soprattutto le difficoltà apparentemente insormontabili, imparando che l'amore
non basta se non accompagnato da tolleranza, compromessi e decisioni condivise.
In questo nuovo capitolo, la vera sfida non è innamorarsi nonostante tutto, bensì restare insieme malgrado ciò che li distingue. Attraverso la lente tagliente della commedia, la storia di Nobody Wants This 2 racconta quanto possa essere rivoluzionario, oggi, scegliere di continuare a credere nell'altro - anche quando la vita, le convinzioni e le differenze sembrano voler dire il contrario. Tra umorismo, introspezione e sguardo ironico, la serie resta una commedia romantica leggera che sta maturando, capace di parlare ai millennial e oltre, superando gli stereotipi e rinnovando il racconto dei sentimenti con sguardo autentico, pur con qualche semplificazione e ripetizione.


