La serie
young adult di Netflix tra mistero e teen drama, ambientata nella costa
del Carolina del Nord, ha avuto un grandissimo successo dalla sua prima messa in
onda, ovvero nel 2020 quando è stata trasmessa la prima stagione in pieno Covid - inizialmente priva di doppiaggio italiano - che è arrivata come una ventata
d'aria fresca. Una delle poche serie tv che si è salvata di poco dal blocco
delle riprese ma che ne ha risentito nella stagione successiva. Soltanto pochi
mesi fa, dopo diversi dubbi, ho deciso di iniziare questo show che mi attirava da tempo.
La serie per adesso è
composta da tre stagioni con 10 episodi ciascuna. Creata da Jonas Pate, Josh
Pate e Shannon Burke, che ne sono anche i produttori esecutivi, Outer Banks,
il cui nome deriva dalle isole comprendenti, per l'appunto, la zona costiera del sud della Carolina
del Nord, richiama molto le produzioni
televisive degli anni '80-'90 e inizio duemila, con elementi mystery e thriller,
rievocando teen drama come Beverly Hills 90210, The O.C., Dawson's
Creek e One Tree Hill. Sarà forse stato questo il motivo del suo
grande successo.
La storia
attorno a cui si sviluppano i dieci episodi della prima stagione vede
protagonisti un gruppo affiatato di quattro adolescenti, che si fanno chiamare
Pogues, classe operaia composta da persone che vivono di espedienti, spesso
impiegati come manutentori nelle sfarzose ville della classe ricca. John B, JJ,
Pope sono giovani di modeste origini e con vari problemi alle spalle, mentre
Kiara - Pogue per scelta e non per nascita - rifugge la sua famiglia benestante per una scelta di
vita alternativa assieme ai suoi amici. A questi si contrappongono i Kooks,
ragazzi figli delle famiglie agiate e delle élite locali, tra di loro c'è anche
Sarah, la quale legherà un rapporto con i Pogues, in particolare con
John B.
La casa di John B è spesso il punto di ritrovo per il gruppo, con le giornate
che scorrono tra la spiaggia e le battute di pesca in barca. I ragazzi
conducono una vita semplice e monotona, finché un giorno la loro esistenza
verrà sconvolta quando, in seguito a un blackout causato da un uragano e il
verificarsi di alcuni crimini nel posto, ritroveranno il relitto di una barca
con all'interno una misteriosa bussola. Tutto sembra collegato a un tesoro, ma
la caccia potrebbe rivelarsi più pericolosa e insidiosa del previsto. Alla base
dello sviluppo della vicenda c'è la sparizione di alcuni mesi prima del padre
di John B, ucciso probabilmente in mare aperto dall'uragano ma mai ritrovato. Il
ragazzo, nonostante lo scorrere dei mesi, non si dà per vinto e continua a
sperare che il padre sia in qualche modo sopravvissuto, cercando chiarimenti
sulla sua scomparsa ed innescando una serie di avvenimenti a catena, tra atti
illegali e avventure impreviste. John B, suggestionato dai racconti paterni, è infatti
convinto che la leggenda sul tesoro perduto della Royal Merchant, il mercantile
che trasportava un carico di lingotti inglesi, affondato 150 anni prima, abbia
un fondo di verità e che esso si celi proprio nelle coste delle Outer Banks.
Essere
Pogue significa guardare le spalle del proprio compagno, e, allo stesso tempo,
vivere diversamente dai Kooks. Proprio per questo, il gruppo, nel trovare il
relitto, vede finalmente la possibilità di riscattarsi, con il ritrovamento di
un indizio riguardo il tesoro nascosto, che già il padre di John B aveva cercato
di scovare. La ricerca del padre, la caccia al tesoro legato alla nave
affondata moltissimi anni prima, le storie d'amore proibite e il crescente
conflitto tra i Pogues e i Kooks trasformano l'estate dei protagonisti in
qualcosa che cambierà la loro vita e gli equilibri dell'isola.
Dopo un pilot estremamente
introduttivo, la storia prende ufficialmente il via dal secondo episodio
durante il quale la caccia al tesoro entra nel vivo regalando qualche
batticuore, ma scadendo troppo spesso nella prevedibilità.
La ricerca dell'oro attira anche i
pirati: avidi, opportunisti, senza scrupoli. E qui non potevano mancare.
Tuttavia non sono sudici e rozzi come li vuole l'immaginario collettivo, ma
amanti del lusso, dello sfarzo e delle grandi barche private: I Kooks.
John B risulta essere il più
carismatico del gruppo dei buoni, protagonista anche di alcune delle scene più
intense, a differenza degli altri personaggi più stereotipati. Sorvolando il
bacio dato a Kiara nel primo episodio, come da copione solo perché è la sua
migliore amica, la sua storia con Sarah, figlia di un ricco uomo d'affari, risulta essere noiosa e
poco reale. La ragazza sembra all'apparenza superficiale, ovviamente bionda e carina, ma poco a poco si rivelerà nelle stagioni successive una
ribelle dal grande cuore e meno dipendente dal padre. Si innamorerà di John B e
rinuncerà a tutto per lui. Il suo rapporto spesso incoerente con il padre, che cerca
di mettere i bastoni tra le ruote ai Pogues, è il fulcro della narrazione. L'uomo,
in lotta in passato con il padre di John B, nasconde un segreto. Rafe, il
fratello maggiore della ragazza, è anch’egli dalla parte del padre, per il quale sembra fare di tutto per essere accettato; Topper, l'ex fidanzato di Sarah e
uno dei rivali dei Pogues, mette in guardia la ragazza da John B con lo scopo
di portarla nuovamente dalla sua parte.
Anche JJ viene esplorato maggiormente
rispetto al resto del gruppo, dando spazio ai problemi col padre violento che
lo spingono spesso al limite.
Pope, invece, è il classico strambo del gruppo, con un'intelligenza sopra la media, e, nonostante il poco spazio avuto nei
primi episodi, col proseguo della storia viene approfondito, ed in particolare
riemerge lo scontro tra ricchi e poveri, con il padre che lavora per le
famiglie più ricche per assicurare un futuro al figlio. La figura di Pope si
evolve soprattutto dal punto di vista emotivo, soprattutto grazie alla
vicinanza con Kiara.
Kiara
è forse il personaggio che invece ne esce nel modo peggiore, senza dirci chi è
veramente e senza presentare nulla di interessante che possa renderla meno
banale; nemmeno nelle stagioni successive migliora la sua caratterizzazione.
I quattro ragazzi, insieme a Sarah,
sono costretti a lottare contro il tempo per riuscire ad arrivare primi e
mettere le mani sul bottino di mezzo milione di dollari in lingotti d'oro,
prima che lo trovino i Kooks, disposti a qualunque cosa pur di aggiudicarsi il tesoro, anche a uccidere.
La prima stagione termina con un colpo di scena che ci dà un piccolo
assaggio di quel che succederà nella seconda stagione, che inizia con John B e
Sarah lontani dalle Outer Banks per scappare da Ward, il padre di Sarah.
Intanto sull'isola gli altri componenti del gruppo dei Pogues si confrontano
con le conseguenze degli avvenimenti del finale di stagione che li aveva visti
perdere il loro migliore amico, o almeno, credono che sia così. Sulle note di Dream Of Little
Dream Of Me cantata da Ella Fitzgerald e Louis Armstrong si chiude la prima
stagione.
Quando finalmente i protagonisti si ritrovano
con il resto del gruppo, scopriranno che la Royal Merchant è solo un mezzo che
li porterà a un altro mistero riguardante Pope: personaggio che nella prima
stagione aveva avuto poco spazio, ma che nella seconda sembra diventare un
protagonista al pari degli altri. Anche JJ e Kiara affronteranno i loro
problemi personali, ma forse il personaggio secondario che si rivela
maggiormente nel corso della stagione è Rafe alle prese coi suoi demoni
interiori. Ward, che alla fine della prima stagione aveva finto di voler
aiutare John B, era riuscito a rubare i lingotti e a spedirli in un deposito
sicuro a Nassau, proprio dove sono diretti John B e Sarah.
Mentre John B prova
a fermare Ward - accusato, tra l'altro, dell'omicidio del padre di John B - con
l'aiuto dello sceriffo Peterkin, interviene proprio Rafe e uccide lo sceriffo.
Ward in maniera astuta riesce a far attribuire la colpa a John B, che è costretto
a scappare. Sarah capisce che il padre è un criminale, e così scappa con lui in
un rocambolesco inseguimento navale che li vede finire vittime della tempesta. Un
bel passo avanti rispetto alla stagione precedente, in cui molti dei loro
tratti sembravano appena abbozzati e di contorno rispetto alla presenza
dominante di John B.
Durante i nuovi episodi vediamo l'evoluzione delle vicende
impostate precedentemente e l'ampliamento dell'universo della serie ad una
nuova avventura, che vedrà i Pogues impegnati a smascherare i traffici illegali
del padre di Sarah. Ora, in questa stagione, il focus si sposta interamente
sulla caccia al tesoro. Ai lingotti del Royal Merchant, rubati da Ward Cameron,
si aggiunge la Croce di Santo Domingo, una preziosa reliquia che contiene un
misterioso manufatto: il Velo del Salvatore che, secondo la leggenda, possiede
incredibili poteri curativi. Si scoprirà che la Croce ha un legame speciale con
Pope e la sua famiglia. Infatti, si tratta di un manufatto che un suo antenato,
Tanny, uno schiavo liberato, ha utilizzato per riscattare la libertà di altri
afroamericani in catene. Questa volta, oltre a scontrarsi con Ward Cameron e la
sua famiglia, i Pogues devono, dunque, affrontare anche Carla Limbrey, che in
passato possedeva la famiglia di Tanny. Inizialmente quest'ultima sembra avere il
necessario per aiutarli a risolvere i loro guai, ma si rivelerà essere non così
diversa dai Cameron: lei e la sua famiglia sono sulle tracce della Croce,
decisi a recuperarla a qualunque costo. I nostri Pogues, decisi a fermarli e
consegnare l'eredità di Tanny e Pope a un museo, affronteranno numerosi
pericoli.
In diverse occasioni la storia prende svolte drammatiche, spesso i
ragazzi rischiano la vita e il rapporto tra John B e Sarah è messo a dura
prova. La morte del padre di Sarah ci spiazza e ci piace allo stesso tempo,
perché rimescola le dinamiche della coppia e ci regala un colpo di scena. Tutto
molto bello, se non fosse che in realtà Ward è ancora vivo. Gli sceneggiatori
hanno, dunque, sentito l'esigenza di buttare altra carne al fuoco come la storia
noiosa di Pope e la ricerca della croce, incomprensibile e forzatissima.
Nuovi
personaggi si aggiungono alla troupe: i primi che conosciamo sono i membri
dell'equipaggio che scorta John B e Sarah, in fuga dalla polizia, a Nassau. In
particolare, il capitano T e Cleo, una ragazza dal passato tormentato,
torneranno spesso nel corso degli episodi, fino all'adrenalinico finale.
Inoltre, dopo averlo intravisto nel primo episodio, il padre di John B, vivo e
vegeto, fa la sua comparsa proprio nell'ultimo episodio. Nel finale di stagione
i protagonisti lottano per la sopravvivenza lasciando il povero Topper con il
cuore spezzato in attesa della sua Sarah (la coerenza di questa ragazza!) e
ancora una volta si ritrovano lontani da casa, su un'isola deserta, in attesa
di scoprire quale sarà la loro prossima avventura.
In
questa terza stagione la consueta caccia al tesoro è resa più avvincente
soprattutto nelle ultime puntate che rendono la serie molto più vicina alle
ambientazioni di Indiana Jones, L'isola del tesoro e di Lost.
Pochi colpi di scena avevano alimentato il finale della seconda stagione.
Dopo essere fuggiti dal padre di
Sarah saltando dalla sua nave, i sei protagonisti, John B, Sarah, JJ, Pope,
Kiara e la new entry Cleo, si rifugiano su un'isola deserta da loro denominata
Poguelandia, dove trascorrono per alcune settimane la vita da naufraghi, appena
scampati dalla furia di Ward. Sopravvivono pescando pesci con i bastoni,
mangiando bacche e costruendo rifugi di palme. Ecco che gli amici intravedono
una via di fuga quando appare in loro soccorso un aereo che si rivelerà ben
presto una trappola e che porterà il gruppo ad avere una delle prime
separazioni: mentre sono in volo, infatti, si accorgeranno che il pilota fa
parte dei loro nemici e lo aggrediranno proprio mentre sta pilotando l'aereo
sopra l'oceano (molto intelligente), aggressione che finirà con un
improbabilissimo atterraggio proprio vicino al porto e che sarà seguito da,
ovviamente, una sparatoria alla quale riusciranno miracolosamente a scappare. "Non
ha senso!", come dice Pope.
Nel frattempo Ward e suo figlio Rafe, sempre più
incontrollabile e meno riflessivo e impulsivo del padre e per questo
potenzialmente più crudele e imprevedibile, poiché vuole vendere a tutti i
costi la croce d'oro rubata mentre il padre è in coma, dichiarano guerra aperta ai Pogues, ma soprattutto a Sarah, loro grande traditrice. Kiara, infatti, viene immediatamente
rapita e portata alle Barbados da un cacciatore di tesori, Carlos Singh, una
vecchia conoscenza di Big John, che riveste i panni del nuovo villain e che
cerca dalla ragazza il diario di Tanny, indispensabile risorsa per scoprire El
Dorado. Singh è un uomo molto potente con il quale nessuno vuole avere a che
fare. Possiede un esercito di mercenari a sua disposizione ed è anche lui alla
ricerca di El Dorado e cercherà in tutti i modi
di impedire che i protagonisti raggiungano l'obiettivo. Il viaggio per la città perduta, però, ovviamente non è costellato di buoni propositi perché tutti i personaggi
vogliono raggiungere il tesoro e questo non farà che gettare ancora più
acrimonia tra i Pogues e i Kooks. Lo vediamo con il padre di John B che arriva
ad uccidere a sangue freddo sotto lo sguardo del figlio, inerme.
Pope, aiutato
da Cleo, trova proprio il tassello mancante che cercava Singh per raggiungere El Dorado, ma proprio
sul finale una serie di eventi diluiscono la trama. Da qui prende avvio una
sorta di "Febbre dell'oro", una piaga che affligge tutti personaggi coinvolti
nella terza stagione. Ognuno di loro (i Pogues, Singh, Big John e Ward) sono
offuscati dalla ricchezza e dal desiderio di conquista e, avendo tutti uno
stesso obiettivo, saranno costretti o a unire le proprie forze o a scontrarsi.
In particolare, sorgono problemi tra John B e il resto del gruppo, per colpa
del padre di lui, fino ad arrivare in Venezuela, l'uno contro l'altro.
Ma passiamo alle morti. Ward Cameron ci lascia come un eroe (finalmente!), questo è quello
che potremmo pensare se solo lui non fosse uno psicopatico in fissa per la
figlia, per la quale farebbe di tutto, anche morire! Big John, che
muore nelle mani del figlio dopo aver riportato gravi ferite in seguito
all'esplosione della caverna che nascondeva El Dorado, è riuscito a scappare
giusto in tempo prima del botto, uccidendo definitivamente Carlos Singh, morto
soffocato sotto le macerie di essa.
A questi aspetti si
aggiunge il tanto sottolineato tema della lotta di classe: pur non dandogli uno
spessore completo, si costruisce comunque un discorso sulla contrapposizione
tra classi sociali, cercando di affrontarne la complessità attraverso le interazioni
giovanili. Il confronto generazionale e di status sociale tra Pogues e Kooks
alimenta la trama principale della serie: vige, infatti, la convinzione che un Pogue non può per nascita
essere amico con un Kooks e viceversa. Tuttavia, all'interno delle varie
consuetudini troviamo Sarah e Jonh B che, senza averlo programmato, finiscono
per affezionarsi l'uno all'altro, pur essendo una Kook e un Pogue. Sarah, però, non è la classica Kook:
lei non disprezza i Pogues, né li evita, ma socializza con loro. I due si
innamorano in tempo record senza nemmeno conoscersi; peccato che
la relazione non sarà fin da subito accettata né dalla famiglia di lei né dagli
amici di lui.
Nonostante la prevedibilità di certi momenti, lo show Netflix
riesce così a intrattenere e andare più a fondo nelle dinamiche tra personaggi,
migliorando anche nella rappresentazione di quelli femminili. Se la prima stagione a tratti
appariva lenta, la seconda stagione è più vivace, dinamica e "adulta",
nonostante non coinvolga del tutto.
La trama non è sempre lineare e il
nuovo villain, il personaggio di Singh, non può competere con Ward Cameron che,
anche in questa stagione dimostra di essere il vero villain della serie, anche
se sempre più ingombrante. Dal punto di vista narrativo, la scelta di portare
alla luce certe sottotrame, talvolta di divisione, lascia nello spettatore un
certo senso di incompletezza, anche perché i sentimenti di unione ed amicizia
nei Pogues hanno in un certo senso caratterizzato il successo di Outer Banks
nelle due precedenti stagioni.
La regia della maggior parte degli episodi è di media\bassa
qualità e molto confusionaria. I personaggi svolgono azioni che non
corrispondono alla natura degli stessi. Tanti cliché tipici dei teen drama,
troppi colpi di fortuna ed escamotage nonsense per liberarsi di alcuni
personaggi come Limbrey, ci turbano un po'.
L'ultimo episodio dura un'ora e venti e vede i protagonisti
approdare in Venezuela, ma gli amici di nuovo sono separati. È anche la
disgregazione del gruppo uno degli anelli deboli della terza stagione di una
serie che ci ha insegnato l'importanza dell'unione e il binomio
amicizia-famiglia.
La caccia al tesoro è ancora più sentita, la scoperta dello
stesso giunge troppo tardi, mentre per il resto delle puntate ci si arrovella su
questioni di poco spessore che non convincono troppo anche a causa di diversi
buchi di trama, e nell'ultimo episodio, seppur ricco di suspence, si ha
l'impressione che sembri tutto uguale; un'avventura che porta alla noia e che
difficilmente si fa fatica a seguire. Ma non dovremmo stupirci di quanto accade nella serie che fin dalla prima stagione vive di assurde situazioni alle quali è davvero
difficile credere. In
compenso le ambientazioni di questa terza stagione sono più sbalorditive e il
peso dell'avventura si fa comunque sentire: grazie al fatto che il gruppo protagonista
si è ufficialmente allontanato da Outer Banks, le location si fanno ancora più
afrodisiache e suggestive lungo i Caraibi, tra isole, ville abbandonate nel
verde e soprattutto antichi luoghi nella giungla, pieni di trappole, meccanismi
e prove da risolvere per arrivare al tanto agognato tesoro. Purtroppo il target
a cui punta Netflix per questa serie, ovvero quello giovanile, si fa
sentire molto.
I
Pogues, pur essendo figli di questa epoca, non sono interessati ai social, a
internet, hanno a malapena qualche soldo in tasca. Questa è la più grande
piccola rivoluzione di una serie che – nella sua imperfezione – riesce a far
sognare grandi e piccoli con storie di antichi tesori perduti.
L'insieme della
serie risulta essere un mix di azione e ricerca della realizzazione personale
di John B e degli altri ragazzi al centro del racconto, ma soprattutto nella
seconda parte dello sviluppo narrativo della prima stagione avvengono un'immersione nella vicenda e
un trasporto effettivo, facendo scaturire un interesse per le sorti dei
protagonisti. È d'altro
canto evidente che la serie sia pensata, come conferma anche il finale aperto
della prima ma anche delle altre due stagioni, per un'espansione su più
stagioni. Non sappiamo
come andrà a finire, non sappiamo neanche se riusciremo a guardarla una quarta
stagione. Quello che è sicuro è che la serie Outer Banks non ha
assolutamente idea della direzione che sta prendendo.