L'ASSISTENTE DI VOLO


Il nuovo canale Sky Serie l'anno scorso ha inaugurato la piattaforma con alcune nuove serie tv come L'assistente di volo, adattamento dell'omonimo romanzo del 2018 di Chris Bohjalian, con protagonista Kaley Cuoco (8 semplici regole, The Big Bang Theory), regina proclamata delle sitcom e qui anche produttrice. L'attrice, divenuta nota per la sua parte in Streghe, ha utilizzato tutta la sua esperienza nella nuova dark comedy dai toni thriller. Il serial, firmato per HBO Max, racconta la storia, appunto, di un'assistente di volo, Cassandra Bowman, e la sua vita disastrosa fatta di alcol e festini, per poi ribaltarla completamente in una sola notte, e utilizzarla per andare a ritroso a scavare nel suo passato. La protagonista è un'alcolista che beve durante il lavoro, in volo, e frequenta spesso e volentieri i passeggeri delle sue traversate in aereo.

Dopo una notte di follie con un giovane passeggero conosciuto sul volo per Bangkok, la ragazza con i postumi di una sbronza si sveglia in preda alla disperazione perché la situazione è ampiamente degenerata. 
Una volta atterrati a Bangkok, Cassie, dopo una serie di incerti rifiuti, si lascia andare e lo raggiunge nel suo hotel e, trascorre la notte con l'uomo, un certo Alex Sokolov, rampollo di una famiglia importante. Si risveglia la mattina dopo nell'hotel, nella camera da letto, vicino al corpo senza vita dell'uomo con cui ha passato la serata e la notte, senza ricordarsi nulla di ciò che è successo, probabilmente a causa dell'alcol. Cassie, in panico, pulisce la stanza, cancella le tracce, ma è difficile scappare da ciò che è accaduto; sbarcata a New York, viene interrogata dall'FBI, che sta facendo domande un po' a tutti i potenziali testimoni. Lei, però, non ricorda nulla di quella notte perché aveva bevuto e inizia ad avere delle inquietanti allucinazioni che la tormentano e la spingono a investigare. Chi ha ucciso Alex? Cassie è innocente o colpevole? Questo è il centro della serie in otto episodi. 
La storia che sembrava una dramedy diventa una comedy nerissima, dai risvolti thriller. Una notte da leoni finita nel peggiore dei modi, insomma, in seguito alla quale Cassie ha un totale blackout di memoria e deve sforzarsi di ricordare cos'è successo per iniziare ricostruire i pezzi del puzzle. Oltre ai cliffhanger di fine puntata tipici del genere crime, la storia sembra parallelamente una sorta di seduta psicanalitica e di elaborazione del lutto, in quanto somiglia a quei film come Una donna promettente, in cui la protagonista, dopo un miscuglio di cocktail, deve convincere tutti della sua verità e nessuno le crede. Qualcosa di simile è stato affrontato anche nella miniserie La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra. E proprio come i prodotti citati, Cassie inizia a farsi delle idee su cosa sia successo quella notte, inizia a investigare, smuovendo le acque torbide fin dall'inizio. Cassie dovrà anche scusarsi e scusare, scendere a patti con la sé bambina per andare avanti e crescere probabilmente; emergono delle domande e i flashback ci danno alcune risposte: perché Cassie affoga i dispiaceri nell'alcool? È, dunque, anche una storia di redenzione in un certo senso, perché l'incontro con Alex a Bangkok (Il Trono di Spade) le permette di vedere come potrebbe essere stare insieme ad una persona perbene. 
In tutto questo abbiamo anche l'esilarante migliore amica avvocato Annie che la accompagnerà nella ricerca delle verità, e Davey, il fratello bonario di Cassie, con cui ha un rapporto complesso. Citiamo anche Miranda Croft, la villain della storia interpretata da Michelle Gomez de Le Terrificanti avventure di Sabrina in un ruolo che ricorda proprio quello precedente. 

La prima stagione de
L'assistente di volo possedeva una trama articolata e compiuta. Si concludeva con la risoluzione del complesso giallo, non senza colpi di scena davvero inimmaginabili. Ma la vita della Bowden continua: memore degli effetti disastrosi che l'alcol le ha provocato fin da quando era solo un'adolescente, nella seconda stagione Cassandra, finalmente sobria da quasi un anno, fa parte del programma degli alcolisti anonimi. Ha un compagno e continua a lavorare come hostess ma, al tempo stesso, collabora segretamente con la CIA (si è già avuto modo di avvicinarsi all'argomento con i personaggi di Shane Evans e Megan Briscoe, altri assistenti di volo). Il suo capo, Benjamin Barry, è costantemente infastidito dalla sua mancanza di professionalità e dalla sua totale incapacità di essere discreta. Il suo compito è raccogliere informazioni su passeggeri importanti ma fa sempre di più; dovrebbe rimanere neutrale nei confronti di questi personaggi invece si impiccia un po' troppo. Tutto sembra procedere per il verso giusto fin quando, durante un incarico, un giorno assiste inavvertitamente ad un omicidio, trovandosi coinvolta in un intrigo internazionale; inoltre la donna, affacciandosi alla finestra di un hotel, nota la presenza di una figura femminile identica a lei. Incredibile ma vero, qualcuno si sta spacciando per la Bowden e sta commettendo una lunga serie di crimini e omicidi. 
Nella prima stagione, Cassie si ritrova spesso a vivere ed interagire con personaggi nella propria mente, isolandosi dal mondo reale per lunghi istanti. Queste visioni sono perlopiù associate all'abuso di alcol, ma la verità è che questa trovata esiste a prescindere dalle condizioni psicofisiche della Bowden. D'altra parte L'assistente di volo 2 non sarebbe un degno sequel senza queste bizzarre indagini psicologiche, essenziali per prendere coscienza delle situazioni e per risolvere il caso. 
L'ingresso sorprendente di Sharon Stone che interpreta la madre di Cassie, anche se per pochi minuti, impreziosisce il cast della serie. Il rapporto che Cassie ha con la famiglia, in particolare con suo padre, è un risvolto inaspettato, indice del fatto che ci si trovi di fronte ad uno show capace di oltrepassare la propria apparente leggerezza. Nei nuovi episodi è evidente una maggiore attenzione su personaggi che, finora, hanno ricoperto un ruolo marginale. Sono stati già citati Shane e Megan; quest'ultima, in particolare, è la protagonista di un dramma a sé (già aperto dalla prima stagione), che trova il modo di conciliarsi con il resto della trama. Anche se poco interessante, la sua storyline spezza un po' quella di Cassie che in qualche modo potrebbe rischiare di cadere nella ripetitività. Coloro che ora sembrano essere addirittura coprotagonisti sono Annie e Max, la migliore amica di Cassie e il suo partner: ex avvocatessa e hacker informatico, che aiutano la loro compagna a svelare il mistero della sua "sosia". Questa collaborazione porta con sé qualche screzio; ha luogo una sottotrama interessante, che affronta varie problematiche della vita di coppia: uno spunto di riflessione ma anche un piacevole diversivo rispetto al plot principale. Sia Cassie che Annie hanno allergia per le relazioni per paura di soffrire. 
La seconda stagione porta la protagonista a ripercorrere i propri errori, nella speranza di un vero cambiamento, per lasciarsi tutto alle spalle. Le parti più drammatiche si fanno emozionanti e commoventi, mostrando una Cassie più vulnerabile, come ad esempio nelle sue ricadute nell'alcol e nella consapevolezza di aver mentito e deluso gli altri. I pasticci non mancano, siamo d'accordo, ma Cassie si dimostra una persona molto più consapevole, conscia dei propri sbagli e dei propri limiti, pronta a tutto per venire a capo di questo intricato dilemma. L'evoluzione del suo personaggio è tangibile e credibile, segue un percorso lento e complicato, esattamente come accadrebbe nella vita reale. Questo percorso psicologico non può che portarla ora ad analizzare le bugie che si racconta e il suo pericoloso, un distruttivo autosabotarsi: il suo doppio assume allora anche una funzione non solo narrativa, nel momento in cui Cassie si guarda allo specchio e vede nel riflesso una sua versione con cui confrontarsi e fare i conti con le varie versioni di sé stessa. La sé ubriaca e festaiola – la più resistente al cambiamento -, la sé bambina, la sé triste e nera lavorano per instillarle il dubbio, per riportarla a quelle serate in cui l'unica via d'uscita era racchiusa nei bicchieri pieni. Ora tutte le versioni di Cassie dialogano tra di loro ed è un bene perché solo loro conoscono i dolori del "loro" passato. Similmente a Russian Doll, la sceneggiatura decide di concentrarsi sulla personalità frastagliata del suo personaggio principale.

Una volta arrivati al finale della seconda stagione non è seguito il medesimo entusiasmo delle prime impressioni, esattamente come era stato in precedenza col debutto dello show nel 2020. 
L'assistente di volo - The Flight Attendant con la sua seconda stagione sembra voler volare più alto rispetto alla prima stagione, ma in verità inciampa esattamente nello stesso errore commesso in precedenza. Se, infatti, la serie sembra scoppiettante e potenzialmente intrigante nelle sue prime puntate, col proseguimento della storia l'interesse dello spettatore cala vorticosamente a causa di un racconto che finisce per chiudersi quasi su sé stesso. Sembrava pronta per il decollo, eppure evidentemente è destinata invece all'atterraggio dal momento che non si sa del suo destino.

Regia e fotografia fanno un uso quasi spasmodico di flashback in piccoli bocconi (come accadeva ad esempio in
Big Little Lies - Piccole grandi bugie e in Sharp Objects) per accentuare il climax che porta allo svelamento non solo del colpevole ma anche delle colpe di Cassie. Alcune scene di questa serie vengono divise in maniera molto precisa in riquadri: questa scelta ha il grande pregio di poter raccontare più cose in maniera parallela (come succedeva in Lizzie McGuire). La struttura della seconda è molto simile alla stagione precedente. Ovviamente avviene anche in maniera più artistica, ad esempio quando Cassie ed il ragazzo italiano, Enrico, percorrono delle strade di Roma in Vespa. Per quanto possano essere le solite immagini turistiche da cartolina, rendono decisamente giustizia a quella che è la bellissima Roma. I personaggi finiscono per essere meteore che ruotano intorno all'orbita di Kaley Cuoco - brava anche a dare un tocco di credibilità nevrotica al personaggio - che però regge bene lo show. Un punto a favore per la rappresentazione del "mondo parallelo" in cui la mente di Cassie si rifugia per parlare con Alex, una sorta di copertina di Linus per la salute mentale ed emotiva della protagonista, che gioca moltissimo con gli ambienti e con quanto sta accadendo "in scena", quasi fosse un dietro le quinte teatrale. Quell'uomo per lei diventa ancora di salvezza, grazie a lui riesce ad aprire le porte del recente passato e salvarsi forse dall'accusa, a trovare strade per scovare il colpevole. In questo modo, la commedia da nera diventa gialla. 
Grandi difetti non sono riscontrabili in The flight attendant, anzi forse sarebbe più facile elencare i pregi. In generale tutto il cast, chi più e chi meno, fa la sua parte nel miglior modo possibile. Questo permette allo spettatore di immedesimarsi e provare ansia con l'evolvere della storia, grazie al fatto che, per quanto la trama sia assurda, è quantomeno credibile per tutto lo svolgimento degli otto episodi. Nel complesso L'assistente di volo – The flight attendant è un ottimo prodotto, sicuramente superiore alla media di tante altre serie tv uscite nell'ultimo periodo. È stata una produzione sfortunata perché, come tante altre, ha dovuto interrompere le riprese per lo scoppio della pandemia, riprendendosi con le riprese della seconda stagione. Fortunatamente sono riusciti a riprendere il ritmo nel modo giusto e a livello di narrazione non si nota minimamente questa interruzione.


Gli episodi attraggono lo spettatore grazie ai vari cliffhanger, caratteristica del genere crime, e la protagonista, Cassie, nella prima stagione non accetta la morte di Alex, non la capisce, così indaga per scoprire la verità e accettare la sua morte, fino a dialogare con la sé bambina e con i suoi fantasmi. Quel nome, Cassandra, che riecheggia dalla lezione dei classici greci per indicare chi possiede molte verità ma non viene creduta da nessuno. L'assistente di volo è una narrazione che gioca, però, anche con l'ironia più nera, con il carisma di Kaley Cuoco che, grazie al suo passato, interpreta alla perfezione Cassie, un personaggio amabile e insopportabile, affascinante e divertente al tempo stesso. Capace di portarci nel sangue e a farci sorridere per le sue cadute, per i suoi errori, è in grado di parlarci dei suoi dolori e del suo essere profondamente umana. Uno degli elementi fondamentali è il caos che vive dentro Cassie e che di conseguenza vive anche lo spettatore perché è impossibile pensare razionalmente a ciò che è accaduto.