LA PORTA ROSSA


Una serie televisiva andata per la prima volta in onda nel 2017 che mi è piaciuta molto è La porta rossa. Nell'ultimo anno è stata trasmessa l'ultima stagione, la terza, che ha concluso la trilogia. 
La serie è un poliziesco molto particolare diverso dai soliti. Prodotta da VelaFiction in collaborazione con Rai Fiction. È stata ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigoni e tramessa su Rai 2
La prima stagione ci ha fatto vedere 12 episodi suddivisi in sei serate, molto avvincenti dal primo all'ultimo. La seconda stagione della serie tv prepara delle sorprese importanti per gli appassionati, che nel 2017 regalarono degli entusiasmanti ascolti tv. L'ultima, dopo tre anni di attesa, è stata mandata in onda diversi mesi fa, come già detto.

La serie è ambientata in Italia, specificamente a Trieste, e inizia con l'uccisione di un commissario di nome Leonardo Cagliostro. Il poliziotto, assassinato dopo uno scontro a fuoco che avrebbe dovuto portare a termine in prima persona, arrestando il Messicano, uno spacciatore, diventa un fantasma. Mentre lo spirito del Messicano apre la porta dell'aldilà, lo spirito di Cagliostro resta sulla terra poiché deve portare a termine un compito: prima di attraversare la "porta rossa" che lo porterà nell'aldilà, vuole scoprire chi l'ha ucciso. Cagliostro, infatti, si vede prima per terra senza vita e poi assiste anche al suo funerale. Bravissimo Lino Guanciale, l'attore che lo interpreta. Oltre a scoprire il nome del suo assassino, gli preme anche salvare la vita di sua moglie Anna, interpretata da Gabriella Pession, perché ha avuto una visione che verrà uccisa dallo stesso uomo. L'amore di Anna verso Cagliostro esplode solo dopo la scomparsa del compagno dal quale si stava per separare e, con continui flashback, scopriamo la nascita della storia d'amore tra i due per poi capire che la donna è rimasta incinta proprio di Cagliostro. L'uomo si rende conto che c'è qualcuno che può vederlo e questo gli dà una speranza di poter salvare la vita alla moglie che nel frattempo è disperata per la perdita del marito. Contatta la ragazza che è in grado di vederlo per cercare, attraverso lei, di avvisare sua moglie del pericolo che corre. Vanessa, l'unica che riesce a vederlo e sentirlo, aiuterà Cagliostro che, insieme a lei, continuerà per il suo cammino. Vanessa, inizialmente sconvolta dal fatto che riesce a vedere una persona morta, scoprirà poi che sarà la sua salvezza, in quanto Cagliostro l'aiuterà a scoprire il suo passato, e a conoscere sé stessa. Vanessa ha una storia con Raffaele, ma comincerà ad avvicinarsi a Filip (Pierpaolo Spollon), un suo compagno di classe molto introverso, che saprà comprenderla, aiutandola anche a scoprire la verità su sua madre Eleonora. La donna, infatti, non è deceduta in un incendio, come sapeva la ragazza, ma ha abbandonato la figlia per proteggerla in quanto anche lei è una medium ed è perseguitata per questo, affidandola a sua sorella Stefania che lavora come conducente di autobus e non ha nessun potere medianico. Eleonora, appreso che anche Vanessa ha i suoi poteri, tornerà a Trieste nel tentativo di riavvicinarsi alla figlia. 
Le indagini proseguono fino a quando Cagliostro scopre che il suo assassino è proprio Rambelli (Antonio Gerardi), che Cagliostro venerava quasi come un padre e per cui sarebbe stato disposto a fare di tutto. Quando il cerchio inizia a stringersi attorno a lui, esattamente come accadeva nella visione di Cagliostro, Rambelli va a casa di Anna e le spara dopo averle rivelato la verità. Fortunatamente Piras arriva subito dopo e ingaggia una lotta con Rambelli, ferendolo gravemente. Anna viene ricoverata in ospedale, dove, mentre è momentaneamente in coma sospesa tra la vita e la morte, vede il marito; i due hanno la possibilità di dirsi addio e lui le chiede di vivere e di chiamare la loro bambina Vanessa.

Se al termine della prima stagione avevamo lasciato i personaggi con delle certezze - l'assassino di Cagliostro assicurato alla giustizia e sua moglie Anna pronta ad accogliere la piccola Vanessa di cui era incinta - la seconda ribalta completamente le carte in tavola. Il commissario Cagliostro non ha varcato la porta rossa perché Jonas, il mentore incontrato nella dimensione spirituale, si risveglia dal coma dopo 30 anni. Ora il commissario continua a porsi domande sul suo passato ed è agitato da inquietanti visioni sul futuro della sua bambina.
Già la prima portava con sé un carico di angoscia notevole, perché cominciare un'indagine con un protagonista morto, sapendo che non ci potrà mai essere un lieto fine, è una scelta narrativa molto forte. Appesantire il tutto con il possibile rapimento dell'orfana appena nata e la persecuzione della vedova, ha creato un clima che più struggente non si può. La capacità di Vanessa, inoltre, di parlare con i morti, così sfuggente e quasi eterea nella prima stagione, è stata adesso esposta al pubblico, perché la ragazza lo ha dichiarato apertamente; questo rende ancora più difficile per il telespettatore creare empatia con i personaggi. E non aiuta l'inserimento nella trama di altri medium come lei: un misterioso ragazzo di nome Federico, medium come lei, spiega a Vanessa che Cagliostro è il suo "spirito ombra" e che tra loro ci deve essere un legame antecedente alla morte del commissario, che però resta ignoto. Vanessa capisce, inoltre, di poter esercitare potere sul suo spirito ombra. Eleonora, allo stesso tempo, è perseguitata dallo spirito di Alessandro, il suo defunto ex fidanzato, che causò l'incendio dove morì il padre di Vanessa, ma alla fine Eleonora, grazie all'aiuto di Cagliostro, permette ad Alessandro di attraversare la porta. 
Le indagini sul rapimento della piccola Vanessa, intanto, proseguono e portano alla "Confraternita della Fenice", i cui membri, tutti appartenenti all'alta società di Trieste, in passato si erano arricchiti con il contrabbando ma, durante un traffico illegale di orfani da ricollocare presso famiglie italiane, i bambini morirono a causa di una fuga di gas e tutti i membri della "Fenice" dovettero insabbiare il fatto. Lucia Bugatti, giornalista e amante di Paoletto, indaga sulla Fenice, di cui anche il defunto fratellastro era membro, ma viene ritrovata morta. Rambelli viene processato per l'omicidio di Cagliostro e del Messicano, ma riesce a manipolare gli eventi a suo favore cercando di far ricadere la colpa su Piras, il quale muore, mentre Rambelli viene prosciolto dai capi d'accusa. Una volta libero, abbandonato dal figlio e tormentato dal rimorso di aver ucciso Cagliostro, viene infine ucciso a casa sua. Silvia, la donna di Jonas, dopo il rapimento della bambina con lo scopo di costruirsi un futuro con Jonas, si uccide. Il suo spirito ha modo di vedere Cagliostro prima di attraversare la porta. Anna riesce a recuperare il libro mastro che Silvia aveva con sé, trovando le prove per arrestare pure don Giulio. Stella e Paoletto iniziano una relazione, mentre Anna, certa che suo marito stia ancora vegliando su di lei e sulla loro figlia, gli chiede un ultimo abbraccio e poi di lasciarle. Cagliostro capisce che, rimanendo nel mondo dei vivi, ha causato gli eventi delle sue visioni, mettendo in pericolo Anna e la loro bambina, quindi decide di attraversare la porta, ma Vanessa, determinata a comprendere il legame che la unisce a Cagliostro, non glielo permette.

Un'ultima stagione più che necessaria per la serie tv di Rai 2, costretta ad una pausa di quasi tre anni, è tornata proprio l'anno scorso, dimostrando coraggio anche maggiore rispetto a tante altre serie tv. L'ultimo episodio della seconda stagione, andato in onda nel 2019, ci aveva lasciato con diversi dubbi sul destino della serie e la pandemia ha rallentato i tempi per il ritorno sul set di Lino Guanciale nei panni di Cagliostro, cosa poi avvenuta solo a fine estate 2021. È servito un altro anno, infine, per poter rivedere La Porta Rossa in televisione.
Proprio come il tema del lutto, affrontato nel corso degli episodi, anche il racconto del fantasma Cagliostro, che vorrebbe varcare la porta, che dà il titolo alla serie, e trovare la pace eterna, ma resta bloccato tra i vivi, è stato pensato per avere un inizio, uno sviluppo e una fine. A questo proposito la terza stagione, quindi, si snoderà sia sul binario dell'investigazione, che ha caratterizzato anche le due stagioni precedenti, ma dovrà anche dirigersi verso una chiusura per il protagonista, gli altri personaggi e soprattutto il pubblico. Capire se Cagliostro varcherà o meno la fantomatica porta rossa del titolo, lasciando la Terra sulla quale è stato costretto a girovagare dopo la sua morte, è, infatti, il principale groviglio da risolvere in una stagione che ha deciso di tornare al nucleo dal quale La Porta Rossa è partito, ovvero dal triangolo formato, appunto, da Cagliostro, da sua moglie Anna e da Vanessa, la medium che riesce a percepire la sua presenza. 
Sono passati tre anni da quando Vanessa ha lasciato Trieste. Paoletto è diventato vicequestore e Stella è sparita nel nulla. Vanessa si è iscritta al Centro studi gestito dal rettore Gabriele Braida, dove Federico lavora come docente. Anna, invece, cresce la piccola Vanessa aiutata da sua madre, dalla sorella Beatrice e dal cognato Piero. Eleonora cerca di convincere Cagliostro a parlare con Vanessa perché pensa che nel Centro studi frequentato dalla ragazza succedano cose poco chiare, ma Cagliostro (ancora ferito dal comportamento di Vanessa che gli ha impedito di passare la porta rossa tre anni prima) si rifiuta. Eleonora, allora, si introduce di nascosto nel Centro studi il giorno della laurea della figlia per cercare delle prove a sostegno della sua tesi che possano convincere Cagliostro ad intervenire. Tornando a casa, Eleonora muore in un incidente stradale mentre Cagliostro assiste alla scena dopo aver avuto una delle sue solite visioni. Eleonora attraversa la porta rossa senza dare spiegazioni a Cagliostro. A seguito della sua visione e della morte di Eleonora, Cagliostro decide di tornare a manifestarsi a Vanessa; i due, vinte le diffidenze risalenti a tre anni prima, iniziano a indagare. Cagliostro scopre di essere lui stesso il protagonista della visione in cui Vanessa Rosic apparentemente precipita da un ponte, ma non se ne spiega il motivo. Inoltre, benché capace di padroneggiare gli impulsi elettrici, spingere Vanessa implicherebbe un'azione "fisica" di Cagliostro sulla realtà. Tramite Andrea (fratellastro di Stella), in un primo momento arrestato per aver preso parte dietro pagamento agli atti vandalici della notte del blackout, Paoletto scopre che Muric, un brillante imprenditore della green economy, è sceso a patti con la 'ndrangheta per vincere l'appalto di fornitura energetica della città di Trieste ai danni di Amalteo, attuale direttore della centrale elettrica triestina, ma non può procedere in quanto la registrazione fornitagli da Andrea non è stata autorizzata dal PM. Si scopre che a Trieste sta girando una nuova variante della "Red Ghost", una sorta di evoluzione della stessa droga del Messicano su cui Cagliostro stava indagando prima di essere ucciso da Rambelli: si pensa, inoltre, che questa nuova droga venga usata nel Centro studi sugli studenti e che, anzi, venga prodotta proprio lì. Anna ed Andrea sono gli unici ad essere rimasti in contatto con Stella. Anna, benché dispiaciuta per Paoletto, rispetta la parola data a Stella e non gli svela le ragioni del suo allontanamento; Andrea finirà per rivelare a Paoletto che Stella è incinta ma che intende abortire perché ancora segnata psicologicamente da una violenza sessuale subita a 18 anni per mano del padre di Andrea (in seguito alla quale aveva dovuto abortire in segreto). Vanessa, aiutata da Filip, scopre che chi smercia la Red Ghost nel Centro studi e anche a Trieste è la sua amica Ksenja, che è la figlia minore di Muric. Il padre giudica Ksenja pazza, mentre la ragazza è all'oscuro della collusione di suo padre con la 'ndrangheta. 
Durante un concerto rock offerto alla cittadinanza dalla società che gestisce la centrale elettrica, la polizia teme che si verifichino incidenti e sorveglia attentamente Muric, sperando di fare una retata. Anna scopre qualcosa e si allontana dal concerto per riferire i suoi sospetti telefonicamente a Paoletto, ma viene coinvolta in un'esplosione e muore senza fare in tempo a rivelare la sua scoperta. Anna attraversa la porta rossa senza dire niente a Cagliostro; prima di morire si toglie dal collo il portafortuna regalatole da Leonardo, ovvero il proiettile che quasi lo aveva ucciso nella sua prima indagine, quando ancora non era entrato in Polizia. In quell'occasione, Leonardo aveva scoperto uno spaccio di droga nella casa famiglia dove viveva ed era intervenuto per fermare lo spacciatore, rimanendo gravemente ferito. L'unico particolare che si ricordava e che aveva confidato ad Anna, durante l'ennesimo litigio di fronte al giudice in occasione della separazione, era un giubbotto di pelle con un geco rosso sulla schiena. Piero (marito di Beatrice e cognato di Cagliostro e Anna) minaccia di morte Muric dando per scontato che abbia ucciso lui Anna. Da un video realizzato durante il concerto, dove si vede Piero parlare con Muric, la polizia scopre il legame fra i due. Piero è stato aiutato da Muric a diventare commissario dello sviluppo energetico, ma in cambio Piero avrebbe dovuto far vincere a Muric l'appalto. Ksenja, sempre in cerca di un gesto di approvazione dal padre, aveva deciso di sfruttare Vanessa e Cagliostro per causare il black-out. Paoletto arresta Muric, ma non può addossargli anche la responsabilità della morte di Anna. Stella ritorna in servizio per aiutare Paoletto a scoprire l'assassino di Anna. Interrogando Ksenja sulla Red Ghost, la polizia scopre che il fornitore della droga è Luka Levani, amante di Anna. Vanessa, in una videocassetta, vede un concerto rock di anni addietro. Cagliostro riconosce nel video sia lo spacciatore che lo aveva quasi ucciso, sia il ragazzo che lo spacciatore voleva uccidere e a cui lui salvò la vita. Il ragazzo salvato da Cagliostro era il padre di Vanessa, lo spacciatore era Luka Levani. In occasione del concerto, Anna aveva riconosciuto il geco rosso sul giubbotto di pelle di Luka, mentre suonava, e si era ricordata del racconto del marito, intuendo così che Luka era sia il misterioso fornitore di Red Ghost del Messicano, sia l'assassino di Eleonora. Infatti Eleonora aveva confidato del tutto in buona fede al suo amico di gioventù di aver scoperto il laboratorio e la droga nel sotterraneo del Centro studi; vistosi scoperto, Luka aveva drogato Eleonora con alcool e Red prima di lasciarla tornare a Trieste. Lungo la strada, appena prima di morire nell'incidente, Eleonora aveva anche visto Cagliostro causare il black-out alla centrale sotto il controllo di Ksenja. Scoperto il suo legame con Cagliostro e l'assassino di sua madre, Vanessa raggiunge il Centro studi, decisa ad avere vendetta. Intercettato Luka Levani, in fuga dal Centro studi, lo investe e lo ferisce e poi (appena prima che Vanessa gli spari) Cagliostro interviene, facendo volare Vanessa oltre il ponte (come nella visione) nel ponteggio sottostante. Vanessa sopravvive alla caduta, Paoletto e Stella arrivano sul posto e arrestano Luka. L'esplosione (che doveva solo spaventare Anna al punto tale di farle abbandonare una volta per tutte Trieste e l'indagine sulla morte di Eleonora), infatti, doveva avvenire mentre Luka stava suonando, quando quindi Anna sarebbe stata ai piedi del palco ad ascoltarlo. Stella decide di tenere il bambino e di tornare insieme a Paoletto. Beatrice si assume la responsabilità di crescere la figlia di Anna e Cagliostro. Vanessa va a vivere nella casa di Anna e Leonardo, rimasta vuota, probabilmente insieme a Filip. Dopo aver regalato a Cagliostro la possibilità di essere visto e parlare alla sua piccola figlia per dirle addio, Vanessa dà a Cagliostro il permesso di attraversare la porta rossa.


A mio parere, questa fiction è una delle più belle, andate in onde negli ultimi anni, non solo perché è diversa dalle altre, in quanto ha dei temi fantasy, ma anche per la trama intrecciata e interessante, che la rende fantastica. È un poliziesco sì, ma è un poliziesco diverso da altri. Questa è una serie dove puntata dopo puntata si arriva sempre di più alla verità, trasmettendo al telespettatore una curiosità quasi morbosa verso quello che sta guardando. Non è scontata, non annoia, l'ambientazione è perfetta per la storia, e Lino Guanciale riesce a dar vita al personaggio di Cagliostro, rendendolo a dir poco perfetto; per non parlare della straordinaria Valentina Romani, che presta il volto al personaggio di Vanessa.
L'impianto visivo de La Porta Rossa è moderno e impegnativo, il racconto gioca sull'alternanza di thriller, noir, sentimento e fantasy, trovando spesso una risorsa nel montaggio alternato che sottolinea il momento clou di ciascun episodio. In un clima cupo e pesante, il procedere degli eventi è lento, volutamente e spasmodicamente rallentato per evidenziare particolari noir inseriti in un contesto paranormale. I personaggi, a cominciare dai due protagonisti Lino Guanciale e Gabriella Pession, sono caratterizzati da un'angoscia che si inserisce nelle atmosfere thriller e le amplifica fino a renderle insostenibili. Attori e attrici si muovono spesso di notte in una Trieste sferzata da vento e pioggia, mentre i luoghi bui delle anime dei personaggi si contorcono nella penombra dove niente è quel che sembra. Il successo della prima stagione aveva aperto al mercato internazionale, grazie ad una produzione dal linguaggio innovativo per la fiction italiana. È dai tempi de La Piovra – esclusa la saga di Montalbano – che in Italia sulla Rai non si realizzano serie tv di una certa presa e dal linguaggio internazionale. E il caso vuole che la crescente fame di serialità televisiva trovi proprio in un certo regionalismo la chiave del successo. La tecnica di ripresa è "sporca", fatta di camere a mano, piani sequenza, chiaroscuri molto netti e improvvisi squarci di luce. La scuola americana della fiction di qualità ha insegnato qualcosa, e sembrano lontani anni luce le telecamere fisse, i teatri di posa, la pulizia del doppiaggio, il tappeto musicale banalotto. Il crescendo di fine episodio, ad esempio, per arrivare al cliffhanger sulla settima sinfonia di Beethoven è un'ottima trovata. A scapito di una certa incomprensione delle battute, l'audio in presa diretta accoglie i rumori di fondo e registra le espressioni più autentiche dell'attore protagonista. In relazione all'intreccio poliziesco, ben strutturato e con efficaci colpi di scena, quello riguardante la storia d'amore fra i due protagonisti e il rapporto della ragazza medium con la madre e la zia hanno avuto momenti altalenanti. 
La serie è anche una strizzata d'occhio a prodotti già noti ad arricchire il piatto, quasi un citazionismo così caro a cinefili e serial addicted. Viene citato esplicitamente Il Sesto Senso, l'incipit è molto simile a Ghost, e la sigla pare quella di True Detective. 
La star della serie, Gabriella Pession (nella parte di Anna Mayer), porta sul piccolo schermo una donna magistrato che, se nella prima stagione era alle prese con l'elaborazione del lutto, nella seconda traspone una maternità non edulcorata e lontana dalla rassicurante prosa della narrazione del legame madre-figlia. La sua Anna ha difficoltà, infatti, a rapportarsi con la piccola Vanessa e spesso è sola nel suo silenzio, accerchiata dal pianto della bimba e dalle sue insicurezze. Tutto il cast partecipa alla missione di impersonare personaggi borderline, come anche la sensitiva Vanessa di Valentina Romani, la poliziotta Stella, interpretata da Elena Radonicich, e Gaetano Bruno, con il suo Diego Paoletto, i quali entrambi rappresentano la linea investigativa della serie, oltre ovviamente a Lino Guanciale che galleggia tra due mondi, obbligato ad apparire e scomparire accanto ai suoi cari o sui luoghi dove si consumano i delitti ancora legati alla sua morte. Nel cast già ricco, nella seconda stagione si aggiungono due novità: Antonia Liskova che interpreta Silvia, l'ex fidanzata di Jonas pronta ad occuparsi di lui, sopravvissuto dopo gli anni di coma, e soprattutto, Fortunato Cerlino, il Don Pietro Savastano di Gomorra, che interpreta il nuovo vicequestore, Marco Jamonte. Anche nell'ultima stagione si aggiungono nuovi personaggi.

Apprezzando la diversità della serie, più simile ad uno stile internazionale, non si può dire che in alcuni passaggi la trama risulta un po' confusa, a causa dei mille intrecci e di personaggi che vanno e vengono, rendendo le tre stagioni troppo ripetitive. Si poteva, forse, fare de La Porta Rossa una serie antologica, con capitoli concatenati nei quali, però, il protagonista defunto era sempre diverso. Questo avrebbe permesso di non accartocciarsi in una trama complicatissima e non tirarla troppo per le lunghe, conservando il clima onirico e puntando ancora sul noir senza stancare.