
Alto mare (Alta mar) è una serie
televisiva spagnola creata da Ramón Campos e Gema R. Neira e diretta da Carlos
Sedes insieme a Lino Escalera. La serie è composta da tre stagioni, uscite
rispettivamente su Netflix nel 2019 le prime due, e nel 2020 l'ultima,
dopo la quale la serie è stata cancellata. Le prime due stagioni sono composte da otto episodi ciascuna, mentre l'ultima da soli sei episodi. Una sorta di crime in costume ambientato negli anni '40 su un
transatlantico di lusso che mescola il genere della soap opera, ricordando un
giallo classico alla Agatha Christie.
L'ho vista poco più di un anno fa e mi stavo
quasi dimenticando di recensirla.
Nella seconda stagione, che si riaggancia alla prima, nuovi
segreti emergono sul transatlantico diretto in Brasile; passeggeri sconosciuti,
nuovi misteri e teorie improbabili si imbarcano sulla Bárbara de Braganza
mentre quest'ultima cambia rotta per continuare il suo viaggio: non è detto che
i passeggeri giungeranno a destinazione sani e salvi. Infatti viene commesso un
nuovo omicidio il cui colpevole sarebbe un assassino morto da tempo. Casandra,
la sensitiva dai grandi poteri, sembra poter aiutare a risolvere il mistero.
Carolina svilupperà una forte
intesa mentale ed affettiva con lei, al punto da iniziare a crederle
ciecamente; Eva invece, razionale come sempre, sarà la prima a dubitare di lei
e, spalleggiata da Nicolàs, farà di tutto per smascherarla. Tuttavia, sembra che Casandra
nasconda dei segreti e qualcosa suggerisce ad Eva che la sua presenza sulla
nave non sia affatto casuale. Ciò che non mi ha particolarmente convinta è stato il fantasma di Rosa
Marin: la sua presenza aleggia sulla nave sin dal primo episodio di questa
stagione, terrorizzando tutti coloro che si imbattono in lei. Secondo la
sensitiva Casandra, si tratta di uno spirito tormentato che non può abbandonare
la nave perché qualcosa di terribile gli è successo in passato ed ora medita
vendetta. Eva si riconferma come la ragazza forte e razionale che abbiamo
conosciuto. In questa stagione il suo legame con Nicolàs si rafforza, ma
purtroppo il capitano ha degli scheletri nell'armadio piuttosto ingombranti su
cui lei non può proprio soprassedere, pur provando qualcosa per lui. Carolina,
in questa stagione, si mostra con tutte le sue fragilità. A causa di alcune
rivelazioni scomode in cui c'entra il padre, il suo matrimonio appena celebrato sembra già andare in
crisi, mentre la sensitiva Casandra gioca con le sue emozioni e lei ci casca
con tutte le scarpe. Nicolàs, in questa stagione, è attanagliato dai rimorsi e
dai sensi di colpa. Vive nel ricordo della moglie considerata dispersa durante
la guerra, ma è chiaro come il sole che si sia innamorato di Eva.
La stagione tre riprende a un anno e
mezzo dopo gli eventi della seconda; tutti i personaggi sono andati oltre con
le loro vite, ma Eva viene rapidamente riportata nel vivo dell'azione quando un
misterioso agente sotto copertura noto come Fabio chiede il suo aiuto. Quando
la Bárbara de Braganza salpa dall'Argentina al Messico, Eva si unisce così alla
missione per fermare un pericoloso scienziato, il quale sta trasportando un
virus letale a bordo. In
questa stagione la Bárbara de Berganza è in procinto di compiere un nuovo
viaggio dall'Argentina alla volta delle coste del Messico. Qualche giorno prima
di imbarcarsi Eva viene avvicinata da uno dei suoi futuri compagni di viaggio:
Fabio, una spia alle dipendenze dei servizi segreti britannici, la quale la
informa della presenza a bordo di un individuo pericoloso che trasporta con sé
un virus letale. L'obiettivo di Fabio, e anche di Eva che subito si fa
coinvolgere dalla spia, sarà quello di trovare il virus prima che, finendo nelle
mani sbagliate, possa infettare qualcuno, rischiando di mettere a repentaglio
la vita di migliaia di persone. Proprio quando sembra siano riusciti a sventare
il pericolo, ecco che a rispondere alla chiamata di soccorso della Bárbara è
una nave da guerra. Quest'ultima, nel tentativo di assicurarsi che il virus non
raggiungi mai la terraferma, invece di salvare i passeggeri, inizia un attacco
nei confronti della Bárbara. Nicolàs e Eva fanno del loro meglio per avvisare
la nave che è stata trovata una cura al virus. La stagione si conclude con Nicolàs che muore tra le braccia di Eva mentre il resto dei passeggeri viene
evacuato. Nelle ultime scene vediamo la Bárbara, insieme a Nicolas e alle altre
vittime, affondare negli abissi del mare.
Anche la seconda stagione mi è
piaciuta molto perché è stata strutturata in modo da accrescere la suspence
andando avanti nella narrazione. Inizio subito col dire che la scelta degli autori di creare
un po' di suspense legata al mondo dell'occulto e l'idea di una nave minacciata
dalla presenza di un fantasma mi sono piaciute molto, anche se a lungo andare possono sfociare in qualcosa di troppo eccessivo. Questa stagione, di
fatto, viaggia su un livello del tutto differente da quello della precedente.
La carne messa sul fuoco è tanta e se da un lato ho trovato la caccia al
fantasma e le sedute spiritiche molto intriganti, dall'altro ho individuato
ancora una volta delle falle che io, come per la stagione precedente,
attribuisco al numero esiguo di episodi. Nella storia vengono approfondite alcune vicende di alcuni
personaggi che nella prima stagione non si sapevano. Mi sono piaciuti anche gli
attori, molto bravi ad interpretare il proprio ruolo. Adoro la love story tra
Eva e Nicolàs, anche se viene messa un po' in discussione per degli avvenimenti.
Mi piace molto anche il
rapporto che c'è tra le due sorelle: anche se di carattere sono molto diverse, si vede il loro splendido legame affettivo. Quello che mi ha un po' lasciata delusa è il fatto che la serie si trasforma ben presto in una sorta di
soap opera. Non fraintendetemi, non ci sono particolari intrecci amorosi o robe
simili, ma proprio lo stile con cui è girata e la repentina variazione degli
eventi mi hanno dato ben presto questa impressione. Beh, se poi pensiamo che,
dopo due buone stagioni, si arriva a pensare che le due sorelle, a un certo
punto, si renderanno conto di portare sfiga e di calamitare qualsiasi delitto,
rapimento, sparatoria, omicidio, rapina, furto. Una nave con oltre 1600 passeggeri,
ne vedrete in tutto 20. E nessuno che si trovi mai a passare nei corridoi dove,
esattamente in quel momento, si sta commettendo un reato.
Nel complesso le
prime due stagioni della serie sono molto ben riuscite, la trama è intrigante e
non smette mai di stupire, anche grazie alle molteplici sfaccettature che ogni
evento riesce a conferire ai personaggi, il cui giudizio da parte dello
spettatore resta sempre in sospeso fino alla risoluzione del mistero a bordo
della nave. L'idea del
virus, nella terza stagione, invece, potrebbe essere semplicemente una
coincidenza con la recente pandemia, ma arrivati verso l'ultimo episodio della
stagione ci si rende conto che questo virus manifesta qualche analogia di
troppo con quello che, fino a poco tempo fa, mieteva vittime nel mondo. Si è, quindi, indotti a
pensare che questo espediente abbia il fine di attirare l'attenzione degli
spettatori, cavalcando l'onda del "fenomeno virus", scelta che, personalmente,
trovo piuttosto infelice e inappropriata. Soprattutto negli episodi finali, talvolta, alcuni eventi
sembrano susseguirsi in modo affannoso, quasi soffocandosi l'un l'altro. Sono
eventi più che plausibili all'interno della vicenda, ma di fatto sono in
completo contrasto rispetto al momento in cui accadono. In questo senso sarebbe
stato utile aggiungere qualche episodio alla stagione, così da concedere alla
storia più respiro e permetterle di proseguire senza questi bruschi cambi di
scena.
La serie tv Alto
mare è una produzione spagnola per Netflix di Bambú Producciones,
che ha prodotto anche Le ragazze del centralino e ha una particolare
propensione per fiction di ambientazione storica. La cosa interessante è che per
ricreare la nave sono stati costruiti vari set per una superficie complessiva
di più di 2700 metri quadrati. Lo staff artistico si è documentato a lungo per
arredare il più realisticamente possibile tutti gli ambienti. Carlos Bodelón,
il direttore artistico della serie, ha dichiarato: "Abbiamo disegnato tutto
l'arredamento e aggiunto elementi propri degli anni '40, come i meccanismi del
ponte di comando che sono autentici". Alejandra Onieva ha confessato che il
set è stato costruito con tale realismo che in alcune scene, se prima di
cominciare a girare si voltava per guardare fuori dalla finestra, le veniva il
mal di mare. Per poter cambiare le condizioni del mare, infatti, sono stati
utilizzati degli schermi led programmabili, in modo da poter mostrare, a
seconda della necessità, un mare calmo, mosso, notturno o diurno.
Da qualche anno è la Spagna il vero game-changer della serialità europea, l'artefice di un modello creativo che ha portato alla ribalta titoli di successo mondiale, da La casa di carta a Élite, giusto per citarne alcuni. Per chi ama mescolare giallo e sentimento, in un vortice di misteri e di intrecci fra i personaggi, questa è la serie che fa per voi.