Serie ormai
diventata così controversa, You è arrivata alla sua quarta stagione, questa
volta divisa in due parti, di cui l'ultima uscita pochi mesi fa. Ho visto la
stagione tutta insieme dopo poche settimane la conclusione della seconda parte.
La tanto amata quanto odiata serie sembrava concludesse proprio con la quarta
stagione, quando invece alla conclusione di questa sembrerebbe che avremo a che
fare con ancora un'ultima stagione.
Nata nel 2018, siamo andati avanti a vederla con
un ritmo incalzante, un certo gusto per l'esagerazione che non finiva mai nel
pacchiano, un'attenzione ai cliffhanger di fine episodio che, con maestria
generalista applicata al binge watching, obbligavano a premere play sul
prossimo episodio appena finito il precedente. Ma quindi Joe (col nuovo nome di Jonathan) è riuscito
a superare i suoi robusti problemi psichiatrici? In realtà no, perché le
vecchie pulsioni esistono ancora e minacciano semplicemente di cambiare oggetto
di ossessione (come è sempre stato). Solo che Joe, inaspettatamente, si trova a
essere preso di mira da un altro stalker assassino, che lo trasforma
nell'oggetto di un'ossessione terza che lascia una scia di sangue sulla quale
il protagonista deve indagare, anche e soprattutto per non venire accusato di
omicidio e per vedere distrutta la sua copertura. La quarta stagione di You si
era presentata al pubblico, già dai trailer, molto diversa dalle precedenti.
Una nuova location, una formula
che mescola giallo e thriller (almeno nella prima metà), scene di sesso ridotte
all'osso (per volere dello stesso Penn Badgley).
Guardando l'episodio
finale di You 4, a un certo punto, sembra quasi che l'intera serie stia
per giungere ad un epilogo definitivo. Come se gli autori avessero voluto
preparare un finale di serie, in caso di cancellazione dell'ultimo minuto. Poi
il cambio di programma repentino: come spesso accaduto in passato, prendono una
strada paradossale e ovviamente impercorribile nella vita reale (e questo ci
piace anche, non sta qui il problema) per portare avanti la storia. Ma quante
volte può farla franca un pluriomicida come Joe Goldberg? Si arriva a fine
visione francamente sfiniti e si vorrebbe soltanto scrivere una bella letterina
a Netflix, dove chiedere che la prossima stagione sia l'ultima.
La terza
stagione di You (qui la recensione) si era conclusa con diverse perplessità legate sia al
futuro della serie che del personaggio, il quale ancora una volta era deciso
nel non mostrare segni di crescita (o decrescita). Il timore era quindi che You
4 potesse essere solo l'ennesima stagione in cui il loop malsano di Joe
avrebbe preso vita, designando un'altra povera ragazza, ma restando negli
schemi visti nelle passate stagioni. Questa stagione non ha rispettato questa aspettativa,
soprattutto nella prima parte. Difatti, dopo aver terminato You 4
abbiamo compreso il perché di dividere la stagione in due: più che un motivo
prettamente commerciale, ce n'è uno narrativo tutto da discutere: durante la
prima parte sembra di star guardando una serie completamente diversa, mentre
durante la seconda si torna ai canoni delle passate stagioni. Il problema della rivelazione del killer è, oltre ad essere una soluzione estremamente banale nella sua concezione, non preparata a dovere, dando vita ad un risultato per lo spettatore non di sorpresa, ma di perplessità. Una montagna
russa che ci ha confuso e che ci ha destabilizzato, perché se da un lato siamo
stati felici di vedere un cambiamento, dall'altro abbiamo compreso quanto
questo fosse solamente fittizio. Anche perché, questo cambiamento avvertito
nella prima parte ha reso la serie così noiosa da non riconoscere il nostro
protagonista. Per questo motivo era meglio concluderla là la storia.
Durante la prima parte Joe sembra
esser diventato un uomo nuovo, un paladino della giustizia, talmente tanto
nuovo non solo da non avere più alcun problema con l'ossessione, se così
vogliamo chiamarla, ma addirittura da sacrificare ciò che gli interessa in nome
della giustizia. È chiaro che, messa in questo modo, uno non può far altro che
pensare una di queste due cose: o io sto guardando una serie diversa, oppure la
stava guardando chi ha scritto questa stagione. Inspiegabile un cambiamento
così radicale del personaggio dopo tre stagioni di evoluzione inesistente.
Il personaggio di Joe, in
questa stagione, è in realtà in bilico tra chi è e chi vuole essere, come ci
ricordano i suoi pensieri. Il plot twist è infatti dietro l'angolo, esattamente dopo un mese, con
l'uscita della seconda parte. Qui capiamo che, in realtà, niente è cambiato e che
stiamo effettivamente guardando You. I personaggi che circondano Joe sono degli stereotipi
fatti e rifatti dell'alta società, tutti un po' cringe. Ma il caos, alla fine, prende il sopravvento: tra personaggi più di tutti inutili sono Lady Phoebe e
Adam, con annesse improbabili alleanze, tanto che gli ultimi episodi risultano
addirittura difficili da seguire. Gli unici a salvarsi sono, appunto, Joe, sia
per la performance di Badgley che in mezzo a questa caciara è il meno peggio,
ma anche il personaggio di Kate, che forse è anche meglio del protagonista.
La mancanza di chimica tra i
due, però, è palese.
Nella
seconda parte il personaggio di Joe mostra tutta la sua malattia e diventa a
tratti spaventoso, mostrando la vera natura di quello che non è un eroe, bensì
un assassino che non va compreso o ammirato. Questo ha permesso, anche se per
una piccola porzione di racconto, di non romanticizzare il personaggio di Joe,
il che è decisamente un passo in avanti per lo show e per le sue controversie.
You
4 cambia, dunque, nuovamente identità proprio come la cambia il suo
protagonista, passando dal thriller psicologico con elementi splatter ad un
giallo da risolvere prima che sia troppo tardi. Come d'altronde ha fatto lo
show, Joe non ha avuto la maturità di fermarsi quando doveva. Il succo è che non ho mai capito come
mai nessuno abbia cercato di far chiudere You. Insomma, inspiegabilmente la seconda
parte di You funziona, l'episodio finale è un groviglio di niente ma
perfetto nel suo insieme in quanto vedere Joe riuscire, di nuovo, a uscire
fuori dalla rete di caos che ha seminato è quasi una gioia ed ormai vogliamo
solo sapere fino a che punto potrà spingersi.