YOU


You è un thriller psicologico tratto dai romanzi di Caroline Kepnes, distribuito da Netflix nel 2018. Quando l'ho iniziato avevo bisogno di un genere diverso, che mi prendesse così tanto da non farmi dormire la notte e già il trailer mi aveva incuriosita. Il protagonista, interpretato da Penn Badgley, sembra molto convincente e, nonostante il cedere negli eccessi di una storia d'amore malata, riesce comunque a tenere alta la tensione, fino a un epilogo che, seppur prevedibile, rimane lo stesso inquietante. La voce narrante del protagonista, a volte, risulta inutile, ma non è mai invadente, anzi ci fa entrare nell'inquietante psiche del personaggio.

Al centro della trama c'è Joe Goldberg, un ragazzo che lavora in un negozio di libri (la presenza di una libreria fa sempre il suo bell'effetto sullo schermo) e reduce da una relazione finita male. Un giorno incontra Beck (Elizabeth Lail) e, dopo diversi sguardi tra gli scaffali, si convince che potrebbe essere la persona giusta. All'inizio dà l'idea della classica bella storia d'amore e, se non si arriva almeno a metà stagione, difficilmente si riesce a capire dove voglia arrivare. Mentre Beck crede di aver incontrato un ragazzo che vorrebbe semplicemente conoscerla, Joe è, in realtà, uno stalker. Lui inizia ad indagare sulla ragazza, scoprendo dettagli personali sulla sua vita, le sue amicizie e le sue abitudini, grazie ai post condivisi sui social media: la segue, la osserva nel suo appartamento, le mente per non farsi scoprire e costruisce quel personaggio perfetto di cui Beck si innamorerà poco a poco. Joe all'apparenza sembrerebbe veramente il ragazzo perfetto, nonostante non segua un corteggiamento che rientra nei canoni classici. Fin qui la serie vuole mettere in luce i pericoli in cui oggi gli utenti possono incappare sui social media, sottolineando la mancanza di privacy, fino a poi il rischio di imbattersi in un pericolo vero e proprio. Il fatto che Beck viva proprio al piano terra in un appartamento con finestre senza tende non aiuta a tenere alla larga l'uomo che ha deciso di spiarla ogni giorno. Joe sarà pure inquietante ma, alla fine, nella quotidianità è un essere umano molto rispettoso e gentile.

Beck appare inizialmente come una ragazza ingenua che sogna di diventare una scrittrice, ha dei problemi con il padre e frequenta le sue amicizie ricche e popolari: Peach, Lynn e Annika. In realtà Beck usa il suo fascino per ottenere ciò che vuole, non le piace perdere, e in questo sembra a tratti una persona infantile, che non ti fa capire cosa voglia veramente. A me inizialmente non dispiaceva il suo personaggio così complesso, allo stesso tempo normale e in cui ci si può riconoscere. Mi dava più fastidio la sua migliore amica, Peach, interpretata da Shay Mitchell (Pretty Little Liars). Anche Peach, come Joe, ha un lato oscuro ed è l'unica in grado di vedere oltre l'apparenza da bravo ragazzo di Joe. Come il fidanzato di Beck, lei rappresenta un ostacolo per Joe che va fatta fuori.
Ma torniamo al nostro psicopatico. Nella sua mente è convinto di agire per amore e il suo comportamento nei confronti del bambino dei vicini fa emergere un personaggio umano con un passato all'insegna degli abusi. Farà di tutto per evitare quel tipo di destino al bambino.
Dalla seconda parte della stagione assistiamo finalmente ad una svolta. Tralasciando le crisi tra Joe e Beck, vediamo un Joe sempre più preoccupato che la sua verità venga scoperta. Ma quale verità? Forse quella con la sua ex Candace? D'altro canto, Beck si trasforma in una persona per cui è difficile, questa volta, provare empatia. Come fa a non aver capito ancora di aver a che fare con un pazzo squilibrato? Se prima riuscivi a comprenderla, nella seconda parte ti chiedi perché riesca ancora a perdonare Joe. A volte sembra proprio una stupida. Quando tutto verrà a galla, ecco un Joe che esplode nei confronti di Beck come non mai. La tensione aumenta sempre di più e gli ultimi minuti, anche se quasi scontati, ti tengono incollata allo schermo. Il finale è tutto scritto dai primi minuti del fermo immagine del pilot.


La prima stagione si conclude dopo un crescendo di climax, che ha fatto temere per la vita della ragazza che Joe ha deciso di uccidere perché, smascherato, non riusciva più a controllare. 
Ma adesso Joe è cambiato. La seconda stagione ci fa conoscere diversi elementi del passato di Joe, che ci permettono, se non di giustificare, ma di comprendere le sue azioni e capirne il disturbo che lo caratterizza. Dopo aver ucciso Beck e aver fatto incolpare il dottor Nicky, da New York si trasferisce a Los Angeles dove, sotto la falsa identità di Will Bettelheim, cerca di costruirsi una nuova vita. È un caso che abbia preso il cognome del famoso psicoanalista Bruno Bettelheim? Derubata l'identità ad un innocente, complici alcune visioni allucinatorie di Beck, Will tenta la strada della redenzione. Eppure le cattive abitudini sono dure a morire.
L'elemento di innovazione della seconda stagione di You consiste nell'aver approfondito l'infanzia di Joe: cresciuto con un padre violento nei confronti della madre e questa incapace di denunciarlo, Joe assiste alle continue scene di violenze che lo porteranno ad uccidere il padre. Nella prima stagione avevamo visto che veniva affidato ai servizi sociali e poi preso in affidamento da Mr Mooney che lo educherà con metodi duri. Joe non uccide per il gusto di uccidere, ma segue una sua etica: l'omicidio diventa la conseguenza di diverse azioni commesse.

Joe, inseguendo l'amore in maniera ossessiva, arriverà a conoscere Love (Victoria Pedretti), che riuscirà a manipolare come ha fatto con Beck.
A lungo andare la stagione può sembrare ripetitiva sotto molti punti di vista, ma è ricca di colpi di scena, e il rapporto con il fratello di Love porterà Joe ad esplorare il suo passato e a capire che è Love l'unica persona che vuole. La morte di Forty farà soffrire Love che si legherà ancora di più a Joe dopo aver scoperto la sua vera identità. 
A differenza di Beck, che viene descritta come personaggio fragile e da salvare, Love è un bel personaggio che, nonostante il suo oscuro passato, riesce sempre a cavarsela da sola. Anzi si rivelerà una psicopatica quasi peggiore di Joe poichè, gelosa, ucciderà la vicina di Joe, Delilah. In più la presenza di Candace, che questa volta farà davvero una brutta fine per mano di Love, ha dato alla stagione quel tocco di novità. 

Riuscendo a mantenere sempre alta la tensione, sia la regia, la fotografia e la recitazione fanno il loro dovere, creando un bel prodotto su un serial killer. Ogni tanto qualche scivolone nella scrittura è presente, insieme a personaggi di contorno non sempre caratterizzati. Anzi ci sono cose piuttosto insensate, che fanno i personaggi, per cui rimani perplesso, riscontrando non pochi problemini nel giustificare alcune cose. È facile il paragone con altre serie tv sui serial killer, ma non risulta affatto una copia, anzi, ci mette del suo ed è proprio quel ritmo narrativo sostenuto che passa dalla mancanza di privacy e visione stereotipata dell'amore, fino a far vedere Joe come un eroe che difende gli innocenti. La sua infanzia è stata una ricerca di affetto, di amore, che non ha mai avuto dai suoi genitori. Ciò che ci insegna You è che, alla fine, le persone sono molto peggio di ciò che sembrano.
Insomma il binge watching è assicurato, la trama trash anche. Aspettiamo solo la terza stagione (qui la recensione).