Tratta dal
best seller di Kristin Hannah, la seconda stagione della serie si è conclusa ma con quasi
il doppio degli episodi ed è stata rilasciata in due parti: la prima parte
della seconda, e ultima, stagione riprende le vicende delle due inseparabili
amiche dal punto in cui si erano interrotte, per poi proseguire con la seconda
parte in cui veniamo a conoscenza della loro rottura. La prima parte è stata
trasmessa a dicembre dello scorso anno, mentre la seconda parte composta da
sette episodi è stata trasmessa a fine aprile di quest'anno. Ho divorato
entrambe le parti, ma ho preferito recensire insieme i sedici episodi
complessivi della seconda stagione dal momento che la serie è definitivamente
conclusa.
La prima
stagione (qui la recensione) si è conclusa con un acceso litigio tra Kate e Tully davanti alla
chiesa in cui si sta svolgendo un funerale. Che funerale? Lo scopriremo solo più avanti come di consueto accade per la struttura narrativa della serie. Per la prima volta in trent'anni,
Mularkey allontana Hart, lasciandosi il passato alle spalle. L’estate in cui
imparammo a volare 2 riparte, infatti, dalla distanza – apparentemente inspiegabile –
tra le protagoniste. Cosa potrebbe aver causato la fine del forte legame
trentennale tra Tully e Kate, le amiche del cuore per sempre?
Perché Kate non vuole più
vedere Tully? La spiegazione arriva nel corso della stagione. L'interruzione della
loro amicizia, annunciata appunto dall'ultimo episodio della prima stagione, ci
aveva lasciato con tante domande, sia nel passato che nel presente; le risposte
a quelle più importanti arrivano con il primo episodio che svela il destino di
Johnny. E mentre negli anni 2000 le due protagoniste volano in Germania per
lui, negli anni Settanta affrontano un altro viaggio, il cui fine è sempre la
ricerca di un uomo: il padre di Tully.
La storia è, perciò, un inno
all'amicizia. Un
rapporto forte, più unico che raro, caratterizzato da un affetto vero e
sincero, che supera qualsiasi ostacolo. Adesso sono due donne di 45 anni, alle
prese con i rispettivi cambiamenti interiori. Entrambe devono incassare alcune
batoste, ma per la prima volta in oltre trent'anni, sono costrette a farlo da
sole e portare avanti una propria storyline senza l'altra. Ma questo a
discapito dei momenti di grande chimica tra le due, che in fondo erano il vero
punto forte dello show. Per contrappasso ci sono molte più sequenze nel passato
con Tully e Kate adolescenti. Non è facile per nessuna delle due, ma il litigio
fa solo da sfondo al racconto. Non è un caso che in una storia di amicizia tra donne il programma di cui
Tully è conduttrice e star (l'anchorwoman) si intitoli "L’ora delle
amiche". E non è nemmeno un caso che a questo punto della storia raccontata,
ovvero quello di una rottura profonda, il programma abbia chiuso costringendo
le due protagoniste a reinventarsi, insieme e da sole. Dovranno anche trovare
un nuovo equilibrio con le donne della propria vita: da un lato la madre hippy di
Tully, Nuvola, e dall'altro Marah, la figlia adolescente di Kate e Johnny.
Dal primo all'ultimo episodio,
lo spettatore è accompagnato per mano in un viaggio nelle rispettive vite. Non
si rasenta mai l'effetto noia e, anzi, accresce sempre più la voglia di
scoprire la verità. Allo stesso tempo, quando scorrono i titoli di coda, si
rimane assetati di nuovi sviluppi e ulteriori risposte.
Lo schema narrativo oramai rodato è
sempre lo stesso: salti temporali avanti e indietro, per raccontare
l'evoluzione (ora anche involuzione) del rapporto tra Kate e Tully e fra loro e
chi gli sta intorno.
In questa
seconda stagione le attrici hanno dovuto confrontarsi con una storia
dall'evoluzione molto più angosciosa e intricata rispetto alla prima stagione
in cui Tully e Kate devono affrontare una crisi profonda che rischia di
distruggere irreparabilmente il loro legame. Questo a causa di un incidente che
ha coinvolto Tully e Marah, nel pieno della seconda parte, e per cui Kate non
era riuscita a perdonare l'amica. Le due non si parlano, non si confidano e
devono trovare un modo per andare avanti, rispettivamente, da sole.
Tornando di poco indietro nel tempo, Kate e Tully, interpretate da Sarah Chalke e Katherine
Heigl, sono sconvolte quando sanno dell'incidente di Johnny. Kate deve
affrontare le dolorose conseguenze della sfortunata missione di Johnny in Iraq.
Impariamo, quindi, a conoscere meglio Johnny, al suo burrascoso ritorno a casa
dopo l'Iraq, in cui i traumi di guerra lo perseguitano, rendendolo violento e
dipendente dall'alcol, rifiutando una Kate ancora innamorata che ci prova in
tutti i modi. È poi il momento di Marah alle prese con la sua sessualità,
piccola parentesi non affrontata benissimo. Tully, invece, resta coinvolta in una
causa legale dopo aver abbandonato il suo talk show e deve ricominciare la
carriera da zero. Tutto
ciò la fa riflettere sulla propria natura e provenienza, spingendola anche a
cercare di nuovo il padre che non ha mai conosciuto, nonostante le obiezioni di
Nuvola.
Negli anni Settanta
le adolescenti Kate e Tully faticano a mantenere intatta la loro amicizia quando
Nuvola finisce in carcere per traffico di droga e Tully va a vivere con la
nonna, lontana da Firefly Lane. Mentre le ragazze affrontano separatamente le
difficoltà della scuola superiore, sanno bene di aver bisogno l'una dell'altra.
Tully, perciò, è costretta a scambiarsi delle lettere con Kate per
poterle parlare. Il ritrovo di una foto, però, fa nascere in Tully il dubbio che
l'uomo sull'immagine insieme a sua madre Nuvola possa essere il padre, e così
decide di partire insieme a Kate per poterlo conoscere.
Vediamo Kate e Johnny, negli anni Ottanta, che all'inizio della loro storia d'amore causano tensioni nella redazione in cui lavorano entrambi, mentre Tully fa carriera e si scontra (e flirta!) con lo spavaldo commentatore sportivo Danny Diaz. Lui potrebbe essere la sua anima gemella, se solo riuscissero a smettere di litigare per cinque minuti.
Negli anni '90, le due
giovani amiche sono alle prese con amori che sbocciano, contrasti e carriera,
specialmente quella di Tully, che con l'aiuto dell'amica vuole arrivare ad
avere il posto come conduttrice nel programma della redazione per cui lavorano,
decisa a sfondare nei talk show.
Sono i primi anni duemila: Johnny e Kate hanno divorziato e
per entrambi inizia una nuova vita; alla fine della scorsa stagione, Johnny ha
avuto un incidente in Iraq.
Nel presente, dunque, datato 2004, Kate soffre per la separazione dal marito
Johnny, mentre Tully deve affrontare la dura verità riguardo alla famiglia del
padre e il suo passato, decidendo perfino di realizzare un documentario sulla
ricerca. Un incidente improvviso mette, però, in crisi il rapporto fra le due donne,
che dopo trent'anni di amicizia si trovano di fronte ad un vero e proprio
bivio. Kate deve pensare
a sé stessa e approfittare di un po' di sano egoismo. Tully è all'apice della
sua carriera, ma proprio quando sembra andare tutto a gonfie vele, rischia di
perdere tutto. Per lei si apre l'ipotesi di una lunga e costosa battaglia
legale con il network per cui lavora. Il periodo di stop la costringe a fare
chiarezza dentro di sé e, soprattutto, a riallacciare i fili del passato. A
scuoterla, il rapporto burrascoso con la madre Nuvola e l'assenza della figura
paterna.
A un anno di distanza dall'incidente, Kate si divide tra le sedute di chemio e gli equilibri familiari che inevitabilmente cambiano. Nella disperazione sente il bisogno di ritrovare Tully, comprendendo che solo lei potrà aiutarla ad affrontare la paura più grande. Tornata dal suo viaggio in Alaska, Tully viene accolta dalla spiacevole notizia della malattia di Kate, attraverso la quale però le due amiche riescono a riallacciare i rapporti.
Nel frattempo torniamo agli anni
Settanta, in cui le due sono alle prese con nuovi amori, professori
irresistibili, teatro e una morte scioccante.
Un salto temporale ci porta agli
anni Ottanta, inizio anni Novanta, alle porte sbattute in faccia a lavoro da
uomini sessisti e alla nascita della piccola Marah avuta con Johnny. Oltre agli
anni della scuola, ai primi fidanzati, agli esordi professionali di entrambe, L'estate
in cui imparammo a volare 2 si concentra sugli anni in cui Kate ha già
rotto con Johnny ed è in procinto di sposare Theo. E in cui Tully vive un tira
e molla senza fine con Danny. Si tratta del periodo precedente alla nascita di Marah.
Siamo, quindi, di nuovo negli anni duemila: Kate
decide di risposare il marito, mentre nel frattempo inizia la chemio per potersi
sottoporre a un intervento che, in teoria, dovrebbe salvarle la vita. Fra alti
e bassi, le due migliori amiche affronteranno la sfida più grande di sempre:
riuscire a superare il cancro di Kate e fare i conti con una morte che potrebbe
arrivare.
Inizierà un nuovo viaggio per entrambe e, tra passato, presente e
futuro, verranno a galla altri nuovi importanti tasselli della loro amicizia. In
questa ultima parte, Kate, grazie anche la stesura del suo libro, tira un po' le fila della sua vita e, inevitabilmente, anche delle vite di chi la circonda
da sempre; Tully, John, Marah e i rispettivi genitori vengono, quindi, raccontati
al pubblico e anche a loro stessi attraverso gli occhi affezionati e al tempo
stesso addolorati di una Kate sempre più in difficoltà.
Dopo la scoperta della malattia di
Kate, a questo era seguito un flashforward in cui si vedeva Tully prepararsi
per un imminente matrimonio. Giocando con l'ambiguità e i dialoghi della scena,
la serie aveva fatto intendere che fosse lei ad essere attesa all'altare e
Johnny lo sposo in ansia del suo ritardo. I continui dubbi seminati nel
racconto sono stati, d'altronde, una delle carte vincenti dello show, il quale
non ha fra l'altro mai smesso di arricchire l'intreccio con colpi di scena e
cambi di rotta. Una strategia furba ma efficace, soprattutto perché sfruttata
in tutti e tre gli archi temporali, con l'obiettivo di alimentare ancor di più
la curiosità dello spettatore.
La storia,
dunque, si riaggancia agli eventi lasciati in sospeso nella prima stagione,
riprendendo la struttura dei tre archi temporali: 1970, 1980-90 e dagli anni
2000 fino ad oggi. Le date, mostrate in sovrimpressione solo in determinate
sequenze, scandiscono il periodo adolescenziale e adulto delle protagoniste,
mentre si destreggiano nei problemi prima scolastici e poi lavorativi che le
forgiano in quanto donne. La struttura narrativa della prima parte di L'estate
in cui imparammo a volare 2 ha come punto di rottura principale un
incidente, del quale alla fine di ogni episodio viene raccontato uno specifico
momento, fino a quando non si arriva allo svelamento nel finale. Questo meccanismo di navigazione, in
cui sono i flashback a prevalere, è servito per dare ancor più
tridimensionalità alle protagoniste, spiegando le ragioni delle loro scelte e
permettendo a chi le guarda di entrare a trecentosessanta gradi nel loro
rapporto intimo, identificandosi con loro e rendendo così il climax finale più
emotivamente sconvolgente. Seppur la trama si basa su una sceneggiatura fluida
ed efficace nella sua semplicità, non è esente da alcune pecche: l'esplorare
continuamente il passato di Tully e Kate, specie quello adolescenziale, si perde
in alcune dinamiche già analizzate nella prima stagione. La serie Netflix,
di fatto, non aveva più nulla da raccontare sulle vicende delle due amiche, di
conseguenza dopo aver ripercorso ancora una volta racconti di cui speravamo di
non dover più sentire parlare, il focus si è spostato sui personaggi secondari,
per allungare il brodo. Nonostante l'intreccio delle tre fasi del loro percorso
sia la caratteristica più peculiare della serie, è anche vero che alcune
sequenze l'abbiano appesantita e rallentata, restituendo un prodotto
decisamente troppo lungo, che si sarebbe potuto evitare tagliando i segmenti
non essenziali della storia. I salti temporali, infatti, sono eccessivi e a volte confusi, finendo per
appesantire invece che alleggerire la narrazione e rischiando di perdere per
strada anche gli spettatori più attenti. Lo si può notare dall'idea di mettere
in sovrimpressione l'anno del racconto all'inizio della stagione per poi non
farlo più: forse sarebbe risultato un po' didascalico, ma sicuramente utile,
dati i tanti (troppi) piani narrativi coinvolti. Anche la diversa fotografia,
le diverse acconciature e il trucco spesso posticcio per raccontare i diversi
momenti della vita delle due non sempre aiutano.
Un altro aspetto critico sta
sicuramente nella traduzione errata del titolo originale Firefly Lane,
ovvero la strada in cui sono cresciute le due protagoniste e che acquisterà un
ulteriore significato in questi ultimi sette episodi. Netflix mette il
punto finale a L'estate in cui imparammo a volare puntando tutto sul
coinvolgimento emotivo, probabilmente cosciente del fatto di avere mezzi
limitati per uscire da degli schemi artistici e narrativi imposti dalle
produzioni della piattaforma streaming: Sarah Chalke ci mostra il ritratto
doloroso e coraggioso di una donna con una malattia terminale e ciò che porta
sullo schermo è qualcosa di estremamente toccante, riesce grazie alla sua
bravura a evitarci le distrazioni e dare credibilità assoluta al suo
personaggio; Katherine Heigl, invece, riesce a toccare i nostri cuori (e spesso
anche a farci arrabbiare) grazie ai suoi momenti estremamente emotivi,
soprattutto nell'ultimo episodio, riesce a far commuovere anche il cuore più
duro.
Questi episodi
sono un viaggio, attraverso il dolore, la speranza, la perdita della speranza e
l'accettazione di Kate e di tutti coloro che le stanno intorno. Ma non solo
Kate, anche Tully mostra un lato che non avevamo visto. Quello più debole,
divisa tra l'amore spropositato per la sua migliore amica e la paura di avere
un momento felice ora e cercare l'amore anche per sé stessa. Debolezza dalla
quale cerca di sfuggire in tutti i modi nascondendosi dietro i suoi lati più
duri e talvolta egoisti, eppure così chiari da farci scappare qualche lacrima.
Il finale è un saluto mentre
tutti si preparano ad affrontare le loro più grandi paure ed una grande
separazione. Le due amiche si sono sempre allontanate e sono poi tornate
insieme, questi ultimi episodi dovranno invece affrontare con coraggio e con
non poche risate anche una condizione alla quale non erano assolutamente
preparate.
La serie punta a essere un manifesto del femminismo: ad
esempio, nel suo
percorso a ostacoli, Tully riesce ad arrivare al traguardo nonostante le
ferite, il sudore e le lacrime, trasformando le cicatrici nel suo punto di
forza. La protagonista dimostra così che il pregiudizio e le critiche spronano
a combattere ancor più ferocemente per quello in cui si crede, se lo si crede,
e non ad arrendersi alle provocazioni.
Sicuramente ciò che ha influito anche al
successo della serie è stata la fama e l'affetto che lega gli spettatori alle
due attrici protagoniste, Katherine Heigl e Sarah Chalke.
Al di là
delle specifiche esperienze di vita, Kate e Tully rappresentano due donne in
cui ci si può ritrovare. La prima è quella che rinuncia alla carriera per la
famiglia, sempre pronta a farsi in quattro per gli altri, anche a caro prezzo.
Trascurarsi, cioè, fino a dimenticarsi chi è. I nuovi accadimenti la
costringono a concentrarsi su di sé e a scoprire veramente chi è, forse per la
prima volta. La seconda è l'esatto opposto. Rinuncia alla vita personale in
favore di quella pubblica. La telecamera e il suo pubblico fungono da rifugio
sicuro per non intraprendere quel viaggio introspettivo che rimanda da sempre.
Tuttavia, anche per lei arriva il momento in cui, dall'alto del suo attico
lussuoso, deve fermarsi e decidere quale direzione prendere. Due donne diverse, opposte, ma
accomunate da una crisi esistenziale e, soprattutto, da un legame profondo, sono
il manifesto della vera solidarietà femminile. Inoltre, la serie tratta
molteplici argomenti importanti, inseriti con oculatezza all'interno della
sceneggiatura. Tra tutti, l'omosessualità, i rapporti familiari, le dipendenze,
i compromessi, la misoginia e la perdita. È un affresco dell'animo umano in
tutte le sue sfaccettature che ne fa una serie interessante e realistica.