CARNIVAL ROW


Carnival Row
è la serie fantasy con Orlando Bloom e Cara Delevingne in onda su Amazon Prime Video. In un contesto spiccatamente british che, dopo l'evidente successo de Il trono di spade e di Penny Dreadful, si è capito che attira sempre più il pubblico, la serie cerca di inserire tutti gli elementi tipici possibili che circondano la trama. 
Prima di addentrarci in essa, però, bisogna conoscere le tre ambientazioni raccontate nella serie: Burgue, il luogo in cui si svolge gran parte dell'azione, che ricorda molto la Londra vittoriana nelle sue rappresentazioni più cupe e inquietanti; l'isola di Tirnanoc, una terra magica e misteriosa abitata da Fae, creature alate e soavi; e infine il Pact, una forza oscura - un'alleanza tra Stati - che ha assoggettato l'isola di Tirnanoc dopo una guerra sanguinosa contro Burgue che glielo contendeva, dando il via ad ondate di immigrazione verso le città umane. A Burgue convivono - non senza problemi - umani e creature fatate arrivate dalle loro terre d'origine. Ma non vivono solo fate a Burgue. Le creature mitologiche (fate, fauni, trow, centauri ecc.) occupano il quartiere di Carnival Row, il ghetto di Burgue. 

Quando iniziano ad accadere degli strani omicidi nella città, un segreto misterioso, che riguarda l'investigatore protagonista della storia, Philo (Orlando Bloom), e che lega la città di Burgue, verrà a galla nel corso degli episodi. 
Molto più di un semplice fantasy, la serie tocca da vicino vari ed interessanti temi: dall'immigrazione ai pregiudizi, dall'imperialismo all'accettazione del diverso, mettendo insieme leggende, tradizioni popolari celtiche ed echi shakespeariani per costruire una propria mitologia. La mitologia classica e quella nordica sono fondamentali per trarne ispirazione, così da inserire nelle terre umane fauni, centauri, fate, folletti, streghe e altre creature viste di cattivo occhio da chi sofferma la propria critica sociale semplicemente sull'aspetto fisico e sull'apparente divario culturale.

Carnival Row parte da una premessa: gli umani hanno perseguitato negli anni gli esseri fantastici che hanno sterminato e poi messo in schiavitù. Le fate sono tutt'ora vittime di un genocidio che ne ha ridotto quasi la specie; le poche sopravvissute sono impiegate come governanti, prostitute o vivono ai margini della società. Vignette Stonemoss (Cara Delevingne) è una fata indomita che ha aiutato innumerevoli suoi simili a sfuggire alle persecuzioni e al massacro che sta devastando il suo popolo; quando da Tirnanoc sbarca a Burgue, località caotica, sporca e spietata, è costretta a servire come cameriera presso una coppia di fratelli medio borghesi altezzosi e pieni di pregiudizi, gli Spurnrose, che tentano disperatamente di emergere dal ceto medio in cui sono loro malgrado relegati. 
Questo show in otto puntate segue le indagini di Rycroft "Philo" Philostrate, ex militare e ora ispettore di polizia cupo e solitario, impegnato ad indagare su alcuni delitti perpetrati ai danni di creature soprannaturali. Di quelle creature e di quelle morti Philo sembra l'unico a preoccuparsi, poiché è anche l'unico umano a non risentire alcun odio verso la gente fatata. Tra Philo e Vignette c'è un passato, un amore dimenticato, che viene raccontato solo nel terzo episodio nel quale riusciamo a capire di più anche le dinamiche degli altri personaggi. L'uomo l'ha abbandonata sette anni prima facendole credere che era morto. 
Forse a tratti la narrazione scorre lenta, ma sono tanti i piccoli dettagli che ci spingono a proseguire, ad esempio un'ottima fotografia e alcune storyline interessanti dei personaggi, in particolare il passato misterioso di Philo e alcune trame secondarie.


A partire, dunque, dalle cupe ambientazioni vittoriane e dalle atmosfere dark che si rifanno alla miriade di film e serie della letteratura britannica collocate in quel periodo della Londra del 1895, il cast di Carnival Row sembra azzeccato. Orlando Bloom, meno espressivo del solito, riesce a calarsi bene nella parte, dopo aver recitato in lavori fantasy di ottimo successo e con ambientazioni simili (Il signore degli anelli, Pirati dei Caraibi); anche Cara Delevingne sembra nata, ma più esteticamente, per interpretare la fata. Senza nulla togliere alle interpretazioni dei due protagonisti, sembra quasi che, però, gli interpreti secondari se la cavano meglio (ad esempio la fata prostituta Tourmaline, amica di Vignette, e la consorte manipolatrice del Cancelliere Absalom, Piety Breakspear, che cerca di convincere il marito a chiedere aiuto all'aruspice Tsigani). La storia d'amore, a tratti banale, tra i due protagonisti non può mancare, ma il problema principale non è tanto l'interpretazione quanto l'assente alchimia tra i due attori. 

Molto più intrigante è la coppia formata da Imogen Spurnrose, un'umana spocchiosa e viziata, e Agreus Astrayon, un fauno milionario di colore, che dimostra quanto la passione e l'attrazione vincano sempre sui pregiudizi della gente. 
Non è difficile notare anche il legame tra i contrasti politici e le manovre dei governi mondiali sulle questioni migratorie e l'attitudine ancora tristemente attuale di giudicare il prossimo sulla base della sua diversità. In Philo e Vignette si nota lo strenuo tentativo di combattere questo inconcepibile sistema di odio, così come nel facoltoso Agreus che, contrariamente a ciò che tutti potrebbero sospettare, è diventato un vero e proprio signore, sfruttando le proprie capacità imprenditoriali ai fini di una sorta di rivalsa sociale. 

Nel finale viene scoperta la verità che Philo è per metà Fae. Poiché Philo è un Critch, che è ciò che gli umani chiamano in modo derisorio gli esseri magici, viene arrestato dalla polizia perché è illegale per un Critch fingere di essere umano. Philo si trova, quindi, faccia a faccia con suo padre, il cancelliere Absalom Breakspear che lo accusa di trovarsi dietro gli omicidi commessi dal Darksher, creatura simile a un golem, che ha ucciso sua madre Aisling Querelle. Il Cancelliere lo lascia libero per trovare chi realmente si trova dietro gli omicidi. Il Cancelliere sopravvive al tentativo di omicidio in Parlamento, solo per poi essere ucciso da sua moglie, Piety, che costringe il figlio Jonah a prendere il posto del padre. Il vero colpevole dietro gli omicidi risulta essere proprio Piety, impazzita a seguito di una nota di ricatto presumibilmente scritta da Aisling che chiedeva soldi, altrimenti avrebbe rivelato la verità su Philo, il figlio bastardo del Cancelliere. Con l'aiuto dell'aruspice, Piety ha evocato il Darksher per poter uccidere Aisling. Tuttavia, si scopre che Sophie Longerbane, la figlia di Ritter, il rivale politico di Absalom, è in realtà figlia di Piety, nata dalla relazione con Ritter, la quale, approfittando del caos a Borgue, ha approfondito la rivalità di suo padre con la famiglia Breakspear, scoprendo l'esistenza del figlio bastardo di Absalom; così si rivela lei l'autrice della lettera, scatenando l'ira di Piety.

Carnival Row oscilla tra fantasy e period, tra noir e thriller e tra dramma e romance. Lo show sfrutta bene le scenografie, la fotografia e i costumi, che ricordano perfettamente lo stile dark e pittoresco dell'epoca. L'unico difetto è che rischia di impelagarsi sull'ennesima parabola del razzismo (dopo i vampiri, ci sono i licantropi e poi le fate) oltre alla psicologia dei personaggi non particolarmente approfondita. Inoltre l'impianto narrativo non è sempre abbastanza solido e coeso da gestire e armonizzare i numerosi elementi, e questo fa sì che si possa faticare a seguire la prima parte della stagione. Non manca, quindi, qualche istante di noia nella narrazione, che mantiene sempre la serie tv entro i limiti del godibile, ma che non le concede di brillare per originalità ed eccessiva suspense. Nel complesso Carnival Row è una serie piacevole da vedere con una trama abbastanza lineare e che ha ancora tanto da dire. Siamo in attesa della seconda stagione (qui la recensione).