Fin dal trailer This Is Us era riuscita ad incuriosire gli spettatori che non vedevano l'ora di seguire le avventure della famiglia Pearson. Non è facile esprimere a parole quello che questa serie regala e non è facile neanche recensire una serie così semplice nei sentimenti dei personaggi ma complessa tra intrecci e salti temporali. Sebbene non sia del genere che guardo io, mi ha colpito la sua semplicità con cui racconta le storie dei protagonisti: è in grado di colpire lo spettatore dritto al cuore e di emozionare per le cose belle, le cose semplici e per i piccoli gesti. Mi sono davvero commossa molte volte nel corso dei 18 episodi durante le quattro stagioni, infatti è consigliabile armarsi di fazzoletti prima di vederla.
La serie, mandata in onda su Sky e disponibile anche su Amazon Prime, racconta la storia di Jack (Milo Ventimiglia), Rebecca (Mandy Moore) e i loro tre figli, i "Big Three", che vediamo crescere dalla loro nascita, a quando sono bambini, adolescenti e adulti. Creata e scritta da Dan Fogelman, This Is Us è la dimostrazione di quanto sia più importante come si racconta una storia piuttosto che cosa si racconta in quella storia. Quello che colpisce, oltre alla bravura degli attori, all'empatia nei confronti di tutti i personaggi e alla perfetta scrittura, è il montaggio di ogni puntata con continui ma sempre funzionali salti temporali tra passato e presente che ci permettono di capire i motivi dei comportamenti dei protagonisti. Dunque l'intreccio tra flashback e flashforward è così ben congeniale che cattura subito dalla prima puntata: all'inizio può sembrare che è fatto solo per farci capire il collegamento tra tutti i protagonisti, ma poi con l'andare avanti degli episodi capisci che è fatto di proposito ed ha un senso. La trama segue diverse linee temporali: le vicende dei tre fratelli adulti nel presente ma anche quelle del loro passato e in quello dei loro genitori, così come alcuni avvenimenti nel futuro che si dipanano verso la terza e la quarta stagione.
La serie narra le vicende personali di un gruppo di persone localizzate in diverse città degli Stati Uniti, tutte nate nello stesso giorno e le cui vite si intrecciano le une con le altre. Tra queste, Rebecca e Jack, una giovane coppia di sposi che nel 1980 sta per vivere un complicato parto plurigemellare. Il giorno del parto, che è anche il compleanno del futuro papà Jack, qualcosa non va come sperato ed uno dei tre bambini muore prematuramente. La coppia dei neogenitori, spinta da un profondo senso di generosità, decide comunque di tornare a casa con tre bambini, adottando, su proposta del loro dottore, un bimbo afroamericano, abbandonato quello stesso giorno in una vicina caserma dei pompieri.
Conosceremo, così, Jack, padre impeccabile e perfetto, proprio perché non può essere come chi l'ha cresciuto, un padre alcolista e violento. Sua moglie Rebecca si mette sempre in discussione, affronta tutte le paure di diventare mamma, che sa bene essere stata una seconda scelta, cercando di fare di tutto per la sua famiglia. Il discorso che fa il dottore a Jack nel primo episodio, dopo aver perso il figlio, racconta tutto lo stile di This Is Us:
This Is Us è onesta perché sin dall'inizio non nasconde la sua inclinazione drammatica né la passione per i cliché, non cerca di proporre qualcosa di nuovo oppure di scappare dai canoni del genere, ma sa essere decisamente classica. I contenuti della serie passano in maniera naturale, senza eccessi o stucchevolezza. È proprio questo che This Is Us ci dice: questo siamo noi, siamo una storia vera e a volte parte di una fiction. L'abbiamo capito soprattutto in questi mesi di reclusione forzata in cui ognuno di noi è un po' tornato indietro, vivendo appieno le cose più importanti con le persone che amiamo.
La serie narra le vicende personali di un gruppo di persone localizzate in diverse città degli Stati Uniti, tutte nate nello stesso giorno e le cui vite si intrecciano le une con le altre. Tra queste, Rebecca e Jack, una giovane coppia di sposi che nel 1980 sta per vivere un complicato parto plurigemellare. Il giorno del parto, che è anche il compleanno del futuro papà Jack, qualcosa non va come sperato ed uno dei tre bambini muore prematuramente. La coppia dei neogenitori, spinta da un profondo senso di generosità, decide comunque di tornare a casa con tre bambini, adottando, su proposta del loro dottore, un bimbo afroamericano, abbandonato quello stesso giorno in una vicina caserma dei pompieri.
Conosceremo, così, Jack, padre impeccabile e perfetto, proprio perché non può essere come chi l'ha cresciuto, un padre alcolista e violento. Sua moglie Rebecca si mette sempre in discussione, affronta tutte le paure di diventare mamma, che sa bene essere stata una seconda scelta, cercando di fare di tutto per la sua famiglia. Il discorso che fa il dottore a Jack nel primo episodio, dopo aver perso il figlio, racconta tutto lo stile di This Is Us:
"Adoro pensare che per via del figlio che non ho mai abbracciato, per via della strada su cui lui mi ha condotto, io ho salvato un numero infinito di bambini. Adoro pensare che un giorno tu sarai un vecchio come me e aiuterai un uomo più giovane tentando di spiegargli come tu abbia colto il limone più aspro che la vita possa offrirti e ne abbia fatto qualcosa di simile a una limonata. Se riesci a fare questo porterai comunque a casa tre bambini da questo ospedale, solo non come avevi pianificato".
La scelta dei Pearson di adottare Randall ritorna a far riflettere sul razzismo esistente negli Stati Uniti, mostrando in una puntata le difficoltà vissute da Rebecca e Jack per ottenere dal giudice l'approvazione necessaria a far diventare il bambino ufficialmente un membro della propria famiglia. Non mancherà la sofferenza di Rebecca per la perdita del bambino, i suoi sensi di colpa e le difficoltà nel costruire un rapporto con il piccolo Randall, ma poi sarà la prima a combattere per tenerlo con sé. Pur essendo un uomo con tutti i suoi limiti (ad esempio l'alcolismo), Jack riesce a non diventare il male che ha subito, semplicemente trasformandolo in amore, anzi in qualcosa di molto simile ad una limonata. Jack non si può non amare: vorresti avere un marito o un padre come lui che, nonostante litigi e tante incomprensioni, riesce a rimanere fedele a sua moglie e alla sua famiglia. Sicuramente se penso a come dovrebbe essere un Uomo, penso a lui. Le sue debolezze finiscono solo per fartelo amare di più, perché Jack è uno che combatte con i suoi demoni, nonostante nel susseguirsi della serie diventa quasi come un eroe.
Nel presente, 36 anni dopo, abbiamo una Kate adulta e insicura che lotta da una vita con l'obesità poiché ha sempre voluto essere, da unica figlia femmina, agli occhi del suo adorato papà impeccabile come sua madre, senza mai riuscirci; ma una cosa Kate l'ha ereditata da sua madre ed è la passione per il canto, cosa che farà unire le due e fare finalmente pace con sé stesse. Kevin, affascinante attore frustrato, intrappolato nel ruolo del Tato in una sitcom di bassa qualità e, insoddisfatto per la propria vita mondana, soffre anche lui per la mancanza del padre morto senza darlo a vedere, diventando alcolizzato proprio come lui, come suo zio e come suo nonno. Randall, figlio adottato e nato lo stesso giorno dei gemelli, si mette in continuazione alla prova per dimostrare di essere degno di quella famiglia; marito e genitore di due figlie, va alla ricerca del proprio padre naturale da cui era stato abbandonato. William, il padre biologico, è un uomo malato, consapevole che non gli resta molto da vivere, è un musicista che ha scelto di abbandonare il figlio per concedergli una vita migliore e che, pur nel poco tempo che ha, saprà farsi amare da tutta la sua nuova famiglia. Commovente quando Randall si immagina Jack e William seduti sul divano, intenti a chiacchierare come vecchi amici.
Mentre Randall va alla ricerca del suo padre biologico, scopriamo che Kate e Kevin hanno un legame fortissimo che ha impedito, finora, a Kate di farsi una vita, sempre troppo presa ad occuparsi del fratello. Mentre Jack e Rebecca erano sempre preoccupati o per il peso di Kate o che Randall non si sentisse accettato, Kevin doveva lottare per ottenere la loro attenzione, diventando così l'uomo che è. Kevin decide, però, di cambiare e troverà soddisfazione nel lavorare in una commedia teatrale, mentre Kate, decisa a mettersi a dieta, conoscerà anche l'amore della sua vita, Toby.
Ho amato moltissimo il personaggio di Jack e sono rimasta malissimo quando si capisce che è morto: un uomo che ha sempre messo la felicità della moglie davanti alla sua ed è sempre stato premuroso con i figli. Commoventi alcuni momenti come quando ha accettato un lavoro che odiava pur di mandare Randall a una scuola migliore o quando ha affittato per una notte la vecchia casa dove viveva con Rebecca per farle una sorpresa. Bellissima la loro storia d'amore, mai banale, ma reale e, grazie a molti momenti che passano con la loro famiglia, possiamo piangere e sognare insieme a loro. Il finale della prima stagione è davvero tristissimo, non ho potuto credere che Jack e Rebecca avessero avuto dei problemi: Jack era geloso del fatto che Rebecca cantasse nella band del suo ex e ha finito per attaccarsi alla bottiglia, cadendo nel vortice dell'alcol proprio come suo padre. Non mi è piaciuto, però, quando Rebecca l'ha accusato di non aver fatto abbastanza per loro.
La seconda stagione di This Is Us ha retto il confronto con la prima. La prima stagione partiva da un pilot sorprendente con i diversi piani temporali che spiegavano la vita dei Pearson nell'arco di 36 anni. Nella seconda stagione uno dei più grandi misteri non ancora risolto, ovvero le modalità della morte di Jack, è stato svelato durante la serata del Super Bowl. Ciò significa che le possibili nostre paure iniziali sul potersi aspettare un calo sono state ingannate e abbiamo capito che il fascino di This Is Us va oltre. Abbiamo visto tanti elementi che raccontassero la storia dei Pearson prima e dopo, fin dalla prima stagione, ma qui vediamo aumentare i problemi della famiglia, a cominciare da Jack e Rebecca, elettrizzati per il futuro dei loro figli. Abbiamo, dunque, la figlia con problemi di autostima e un difficile rapporto con sua madre anche da adulta che, prima dell'atteso matrimonio, subisce il dolore dell'aborto; il figlio adottato che, dopo aver cercato il genitore biologico, deve affrontare la perdita di un secondo padre e decide di adottare a sua volta una ragazzina con il passato difficile; il figlio apparentemente senza problemi che, prima tornato e poi nuovamente lasciato dalla donna che credeva quella giusta, Sophie, la sua ex moglie, inizia le riprese del film diretto da Ron Howard in cui recita anche la star Sylvester Stallone, ma un infortunio al ginocchio rischia di mandare in crisi anche la sua carriera, così decide di affrontare i suoi problemi con l'alcol.
Pur appartenendo a un genere molto specifico, This Is Us l'ha in qualche modo reinventato, riscoperto, rinnovato, trovando uno stile unico e nella terza stagione abbiamo sentito un po' la mancanza di Jack, meno presente rispetto alle altre stagioni, dopo che la storia della sua morte è stata completamente svelata. Rebecca, d'altro canto, c'ha fatto venire voglia di prenderla a schiaffi più di una volta, perché è un personaggio che in qualche modo siamo costretti ad amare ma che ci fa anche irritare per i suoi modi sempre da innocentina. Già dalla prima stagione abbiamo capito che si è rifatta una vita con il migliore amico di Jack, Miguel. Interessante è stato vedere il passato tra Rebecca e Jack più approfonditamente, dove ci viene mostrato quando si sono conosciuti, ma soprattutto i tragici momenti della vita di un giovane Jack durante la guerra in Vietnam e le conseguenze del suo ritorno. Il finale è meno sorprendente di altri: le versioni anziane dei protagonisti si ritrovano sul letto di morte di Rebecca e possiamo comprendere come le vite dei personaggi siano evolute. Kevin, che nel presente si stava di fatto lasciando con Zoe per via della scelta di lei di non voler avere figli, sarà effettivamente padre di un ragazzino; anche Toby e Kate finalmente avranno un figlio, mentre Randall e la moglie Beth avranno un futuro incerto dopo la campagna politica di lui che ha messo in crisi il loro rapporto nel presente. Il fratello di Jack, che di fatto è un "desaparecido", lo vediamo, alla fine, accorrere anche lui al letto di morte della cognata.
Nella quarta stagione vediamo nuovi personaggi come Cassidy e Malik, e ci proiettiamo, con un salto temporale di circa vent'anni, nella vita adulta del figlio di Kate e Toby, Jack. Cassidy, personaggio decisamente complesso ma poco empatico, è un'ufficiale dell'esercito americano in Afghanistan, interpretata da Jennifer Morrison (Once Upon a Time) che, al rientro in patria, deve affrontare il disturbo da stress post-traumatico, mettendo a rischio il suo matrimonio e il rapporto con suo figlio. Il suo destino si intreccia con quello di Nicky (il fratello di Jack che abbiamo scoperto dalla stagione precedente non essere morto) e Kevin. Malik, già padre di una bimba piccola, è il nuovo interesse di Deja, figlia adottiva di Randall. I problemi matrimoniali di Kate, invece, mi hanno a tratti annoiata. Già sappiamo dai flashforward che il piccolo Jack diventerà un cantante di successo. Allevare un figlio con disabilità è, senza dubbio, un impegno pratico ed emotivo notevole e non avrei creduto che Kate e Toby avessero una relazione abbastanza forte da sopravvivere al percorso.
Nel passato una Rebecca, ormai vedova, cerca di andare avanti per costruire un futuro ai loro figli.
Randall è il protagonista principale di questa stagione: crede di non aver fatto abbastanza per salvare suo padre, immagina come sarebbe stata la sua vita se non fosse morto, scoprendo, infine, di non aver mai perdonato sua madre per avergli tenuta segreta l'esistenza del padre naturale, e ora fa di tutto per salvarla dalla malattia che sta sviluppando. Crede di essere stato l'unico responsabile nell'aver portato avanti la famiglia dopo la morte del padre. Interessanti i ripetuti scontri con il fratello riguardo al futuro della mamma, che metteranno fine a quello decisivo dell'ultimo episodio. Quindi arriviamo al finale: una puntata che fa piangere e che approfondisce i personaggi presentandoli singolarmente e facendo scoprire solo alla fine i legami tra di loro. Nel futuro si vede la sorella di Jack Damon, i gemelli di Kevin avuti con l'amica della sorella, e la nuova arrivata Hope, figlia di Jack, ma non si vede più Miguel. Che fine avrà fatto? Direi che anche a questo giro è stato più o meno inutile.
Quindi sicuramente c'è ancora molto materiale da sviluppare e ancora tutto da svelare. Dobbiamo solamente avere pazienza che escano le ultime due stagioni conclusive già in programma, la quinta e la sesta.
La grande forza di This Is Us sta nei personaggi protagonisti. Sono persone qualunque e, proprio per qualunque essere umano, ogni gesto, ogni pensiero e ogni paura del presente è diretta conseguenza di quello che ha vissuto. Ogni personaggio è la versione di un altro, un riflesso, una replica di ricordi assopiti che tornano a cercare la luce: in realtà siamo tutti intrecciati con qualcuno in un modo o nell'altro. I Pearson, come tutti, sono il risultato del loro passato nel bene e nel male. La complessità psicologica di ognuno di loro è curatissima e incredibilmente realistica. Il personaggio di Rebecca, che ne ha passate troppe nella sua vita, riesce a fare letteralmente quello che This Is Us cerca di insegnare dal primissimo episodio: prendere il limone più aspro e farci la limonata migliore. Una vera eroina intorno alla quale tutto ruota: una famiglia poco empatica, la perdita di un marito troppo presto, la preoccupazione dei problemi dei figli da piccoli ma soprattutto da adulti, e poi la sua malattia che non le fa più riconoscere i suoi familiari. Cosa ci può essere di più triste?
This Is Us mette al centro la fallibilità dell'uomo con tutte le sue fragilità e imperfezioni. Di primo impatto può sembrare una serie familiare che ci mostra una famiglia unita e perfetta, ma non è così. This Is Us mostra tutt'altro: una famiglia apparentemente perfetta e fragile, con mille problemi e sofferente per la morte di un padre troppo prematura. L'importanza di poter cambiare e andare avanti, nonostante le cicatrici, i dolori e la voglia di tornare indietro quando era tutto più semplice, è il messaggio che questo meraviglioso show mostra. Dobbiamo provarci e magari chissà tutta questa sofferenza può renderci migliori.
