ONCE UPON A TIME - C'ERA UNA VOLTA


Serie leggera ed emozionante per gli amanti del fantasy, densa di avventure, romanticismo non troppo smielato e amore. Composta da sette stagioni, trasmesse su Netflix con qualche anno di distanza, e uno spin-off che avevo inconsapevolmente visto prima e, non sapendo di cosa si trattasse, mi ha incuriosito e mi sono decisa di vedere questa serie molto chiacchierata.
Mi è sempre piaciuto il genere fantasy, soprattutto se si tratta di favole Disney, quindi non sapevo bene cosa aspettarmi. L'idea in sé, come il plot, è molto buona.
Le prime tre stagioni sono fatte abbastanza bene (la prima soprattutto): la trama è ben strutturata, non presenta grossi buchi, i personaggi sono caratterizzati al meglio e risultano tutti forti e invincibili, come gli eroi delle favole vogliono; la serie presenta molti colpi di scena che ti tengono incollata allo schermo, anche se non mancano i momenti trash; gli effetti speciali sono inguardabili e alcuni attori non mi hanno particolarmente entusiasmato.
Dalla quarta alla sesta stagione, poi, cadiamo nel banale, nel ripetitivo e ho fatto davvero fatica a seguirla come prima. Molte scene non entusiasmano più come le prime stagioni e i racconti ruotano sempre intorno agli stessi personaggi. Conoscendo anche già minimamente le storie dei personaggi grazie alle fiabe, ogni nuovo arrivato sembra perdere quella curiosità; il tema, sempre uguale, è infatti trito e ritrito; molti episodi, seppur con alcune differenze, si ripetono, ad esempio l'escamotage del sortilegio, che cancella la memoria, è usato troppe volte che risulta noioso.
Infine, la settima stagione, anche se con una storia diversa (finalmente dopo quattro stagioni), è inguardabile. Diversi attori hanno abbandonato il progetto e quelli rimasti sono stati rivoluzionati dal punto di vista del carattere e del ruolo. Ci troviamo anche in una nuova cittadina: Hyperion Heights. Le storyline dei nuovi personaggi mi piacciono un sacco e devo dire che rendono la serie anche interessante, ma non tanto da farti rimanere attaccata allo schermo. Sarà lo stile ormai diventato troppo ripetitivo, che pur di proseguire hanno cambiato ogni cosa ai protagonisti. Nonostante i diversi intoppi, la sesta stagione chiudeva un ciclo, invece i produttori hanno voluto allungare il brodo, sbagliando.

Il punto forte della serie è riuscire a collegare diversi filoni narrativi insieme (Il mondo di Oz, quello di Frozen, l'Isola che non c'è, Sherwood, Camelot ecc.) e contestualizzarli coerentemente all'interno di una sola città reale: Storybrooke. Nonostante questa grande varietà di filoni narrativi e i continui flashback tra passato e presente, non c'è il rischio di perdersi. All'inizio veniva data molta più importanza alle storie dei personaggi ed erano proprio i numerosi flashback che permettevano di capire la storia di ognuno. Con il passare delle stagioni si è persa questa scelta. Storybrooke, nel Maine, è una città nella quale gli abitanti, in realtà personaggi di fiabe, vivono come persone normali e sembrano non ricordare la loro vera identità; quei personaggi delle fiabe che abbiamo tanto amato ma che, in realtà, risultano nuovi e diversi, sia nel mondo reale che in quello fiabesco.
Solo Henry, un ragazzino di dieci anni e figlio adottivo del sindaco, conosce la verità e cerca disperatamente di risvegliare i ricordi degli abitanti. Per riuscirci deve trovare Emma Swan, sua madre naturale e figlia di Biancaneve (Ginnifer Goodwin) e del Principe Azzurro (Josh Dallas), l'unica in grado di spezzare l'incantesimo lanciato dalla Regina Cattiva.
Per quanto mi riguarda, purtroppo Henry è il personaggio più inutile della serie, spesso irritante, messo lì solo per dare quel senso di fanciullezza che la serie vuole. Infine, perfino la sua adorata "operazione" - per dare il nome ad ogni sua rocambolesca missione che si ripete per tutta la serie - risulta scontata. Fatto sta che gli sceneggiatori lo collocano come personaggio chiave della serie, come se senza di lui tutto non avrebbe motivo di esserci. Di sicuro non è lui su cui dobbiamo fare affidamento, ma su ben altri. Al personaggio è stata data molta più importanza da adulto nella settima stagione, in cui troverà il suo lieto fine con Cenerentola. Immaginate, non può far altro che peggiorare.


Emma è la protagonista della serie: una ragazza che nel corso della sua vita ha incontrato diverse difficoltà e non crede affatto nella magia, tanto meno nell'esistenza di personaggi fiabeschi. È descritta come un personaggio forte, che farebbe di tutto per la sua famiglia, ma anche molto acuto. Emma è la Salvatrice, ma nel corso della serie sarà anche la Signora Oscura. A me il personaggio piace, tuttavia l'attrice recita in modo inespressivo, da farla risultare odiosa. Mi piaceva anche la sua storia con Baelfire ma, per accontentare il pubblico che la voleva con Hook, è diventata ancora più odiosa.
Senza ombra di dubbio gli attori migliori sono quelli che interpretano la Regina Cattiva e Tremotino, i quali nascono come personaggi negativi, ma poi evolvono e scopriamo altre parti di sé che ci fanno innamorare di loro. Le loro storie e caratterizzazioni mi piacciono molto e ogni tanto i ruoli dei buoni e dei cattivi sono invertiti per sorprendere e affascinare il pubblico.
La Regina Cattiva, la quale, stanca di soccombere sempre al trionfo del bene sul male, decide di ribaltare la situazione nel modo più drastico possibile, scaraventando, così, tutti i personaggi delle favole in questo mondo, dove non esiste il lieto fine. La cosa intrigante della serie è proprio questa: vedere i personaggi delle favole ricontestualizzati in un mondo reale. Infatti dopo la prima stagione, inevitabilmente si perde quella "magia". Ecco qui che Cappuccetto Rosso è un licantropo e Peter Pan uno dei tanti villain. In ogni episodio ci si chiede che personaggio nuovo delle fiabe possa arrivare e che mestiere possa fare. Che mestiere farà il grillo parlante? E Cenerentola? 
Si può concludere che una regina come quella interpretata dalla bellissima Lana Parrilla fa pensare che non solo così cattiva non è, ma manco la più brutta del reame. Anche la Regina Cattiva, dunque, dopo varie lagne, avrà il suo lieto fine. Ironia della sorte con Robin Hood (comprendetemi siamo nel pieno della quarta stagione e quindi della follia più totale). Ma siccome agli sceneggiatori non andava giù dare un lieto fine alla cattiva regina - perché sì è Regina, ma è pur sempre cattiva - hanno dovuto togliere di mezzo Robin Hood. Che seppur un Robin Hood, il personaggio non mi convinceva più di tanto. Quindi era davvero necessario far morire di nuovo un vero amore di Regina? Tra l'altro davanti ai suoi occhi. Mah.

Anche Tremotino svolge un ruolo importante: è il Signore Oscuro, ovvero un maestro della magia nera: una sorta di "gollum" che vorrebbe spaventare, ma risulta simpatico e alla fine avrà anche lui il suo lieto fine con Belle (interpretata da Emilie De Ravin). È un doppiogiochista, infatti ha un passato difficile per il quale le sue azioni hanno portato grosse sofferenze per gli altri. Nonostante ciò, Belle vede ciò che c'è di buono in lui. Ma io non vedo niente in lei sinceramente. Cos'è un soprammobile? Ogni tanto si ricordano di lei e qualcuno le vuole male, ma non ha una storia tutta sua. 
Interpretato da un bravissimo Robert Carlyle, Tremotino dà alla serie quel senso di grottesco e di celtico e rappresenta un villain a tutti gli effetti. Superbo come sempre, nel mondo reale interpreta il Signor Gold e nella settima stagione un ispettore di polizia, che rendono il personaggio ancora più credibile nel suo ruolo da malvagio. Sarà la bravura dell'attore che sa vestire diverse vesti in maniera così sorprendente, rimanendo pur sempre un cattivo. Però più andiamo avanti e più sembra prevedibile ogni sua azione. Fa il doppiogioco così tante volte che ormai non ci sorprende più. Alla fine quando non si sa che cattivo scegliere in un episodio, troviamo Tremotino.

Una delle grandi critiche che viene fatta alla serie, che condivido appieno, è che si dà troppo spazio ai personaggi. Un conto è raccontare il loro passato attraverso i vari flashback che aiutano a caratterizzarli meglio, ma un altro conto è dedicare una mezza stagione solo a Peter Pan e meno spazio ad altri personaggi della vera storia, rendendoli come meri individui di contorno. Viene raggiunto l'apice nella quinta stagione che, stanchi delle avventure di Emma, ci dobbiamo sorbire anche la sua storia con Hook, lasciando personaggi come Regina in disparte. E poi tra loro è troppo troppo troppo "irrealisticamente" tutto perfetto, mai un intoppo. Anche la scomparsa totale e senza spiegazione di personaggi interessanti ha lasciato perplesso il pubblico. Ad esempio Will Scarlet, il Fante di Cuori, apparso inizialmente nello spin-off Once Upon a Time in Wonderland, torna per una manciata di episodi (quarta stagione) e, dopo aver avuto una tresca con Belle (perché??), sparisce nel nulla e nessuno dice niente. Inoltre trovare il pretesto per far tornare Hook dal mondo dei morti, solo perché "bello e impossibile", fa arrabbiare dal momento che personaggi come Baelfire e Robin Hood siano saltati in aria. Invece di limitarsi nei soliti personaggi, magari dandogli più spessore ricreando nuove avventure, la serie butta in mezzo nuovi personaggi a caso inventati o presi dalla Disney, facendoli sparire poco dopo. Praticamente dalla terza stagione in poi troviamo un'accozzaglia di personaggi poveri di contenuti, mentre se hanno del buon potenziale escono di scena senza alcun apparente motivo. Un'altra critica sono gli effetti speciali, a volte troppo eccessivi. Per la serie è molto importante riprodurre ogni dettaglio di un personaggio ricordato dalla Disney, come ad esempio i costumi, ma questo non nasconde il fatto che si voglia esagerare con degli effetti speciali irrealistici e troppo trash.






Una menzione a parte va a allo spin-off Once Upon a Time in Wonderland, andato in onda durante la stagione televisiva 2013-2014 (terza) e di soli 13 episodi. La serie è ispirata a Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol ed è ambientata nel presente e prima del sortilegio rispetto alla serie madre. Serie pur sempre banale come l'originale, ma senza alcun personaggio di spicco: la stessa protagonista interpreta una ragazza carina, dolce e perfetta, a cui le manca quella maggiore energia che, invece, per lo meno notiamo in Emma. Il personaggio non mi dispiaceva perché è giovane e fresco, ma non emerge più di tanto, mentre con Emma inevitabilmente è più facile identificarsi. Dopo una sola stagione la serie viene cancellata, anche se gli stessi produttori avevano già detto che avrebbe avuto un finale autoconclusivo. 

La protagonista è Alice (Sophie Lowe), un'Alice diversa rispetto a quella della settima stagione che verrà raccontata successivamente. Donna forte e decisa, Alice torna a Wonderland in cerca del suo amore perduto, il genio della lampada, il quale è stato imprigionato e viene tenuto in gabbia in attesa che la ragazza trovi il modo di salvarlo. Una cosa interessante che non tutti sappiamo è che da piccola è interpretata dalla più nota Millie Bobby Brown (Stranger Things), che appare in soli due episodi. Infatti, in pieno stile Once Upon a Time, anche lo spin-off presenta diversi flashback, che riguardano anche la vita di Alice bambina. Sarà che, come ho detto, ho visto questa serie prima ancora di conoscere la serie madre (non serve averla vista), sarà che è un po' più dark e onirica rispetto all'originale, devo ammettere che non mi è dispiaciuta. Certo a conti fatti la serie in sé non racconta nulla di nuovo. Poi, dopo un'attenta visione e analisi della serie madre, ritorno a questo spin-off con una nuova riflessione: al contrario della prima, che univa diverse fiabe e le collegava alla realtà dello spettatore, in questo caso la cittadina di Storybrooke, Once Upon a Time in Wonderland è solo fiabesco e perde così una componente importante del successo di Once Upon a Time, anche se personalmente per me lo stava già perdendo da tempo.

Critiche a parte, un punto a favore per OUAT, come già detto, sono le caratterizzazioni dei personaggi. Oltre ai, ahimè, noiosi personaggi principali come Emma, Biancaneve e Henry, abbiamo personaggi di spicco che il pubblico fatica a dimenticare proprio perché sono entrati nel cuore delle persone grazie alla loro storia. In OUAT c'è Tremotino, che è diventato un mostro perché suo padre lo era stato nei suoi confronti, c'è Regina, che è divenuta vendicativa perché Cora ha ucciso il suo amato e Biancaneve ha tradito la sua fiducia, c'è Zelena che si è trasformata in ciò che il padre vedeva in lei, c'è Hook/Killian che soffre il dolore della perdita della sua amata per mano del Coccodrillo. Con sette lunghe stagioni, Once Upon a Time si è trascinata con una certa stanchezza di fondo, facendosi scudo dei valori che ha sempre risaltato: l'amore, la famiglia, i conflitti e le alleanze. Ricorderemo, quindi, OUAT come una serie fresca in grado di emozionare seppur con qualche difetto.