CURON



Curon è una serie tv originale Netflix di genere horror/soprannaturale/mystery ambientata e prodotta in Italia. La sceneggiatura dello show televisivo è stata curata da Ezio Abbate, Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano, mentre nel cast spiccano i nomi di Valeria Bilello, Luca Lionello e Anna Ferzetti, accanto a diversi volti emergenti tra cui Federico Russo, Margherita Morchio e Luca Castellano. 
Curon si aggiunge alle altre serie tv italiane prodotte da Netflix, la quinta con l'esattezza.  Il trailer mi aveva ispirato da subito e, lasciando da parte i soliti pregiudizi sui prodotti italiani, l'ho voluta iniziare senza troppe pretese. Sicuramente non mi aspettavo un prodotto sia per lo stile sia per la qualità simile a Suburra, ma andando avanti con gli episodi mi sono resa conto che questa volta Netflix non c'ha minimamente fatto tenere gli occhi incollati allo schermo. Senza dubbio all'inizio c'è qualcosa di coinvolgente con qualche colpo di scena messo alla rinfusa, in cui non si capisce dove voglia andare a parare, però il mystery, almeno nei primi episodi, è sviluppato abbastanza bene, ti fa venir voglia di continuare per capire, ma purtroppo il mistero viene rivelato molto presto; la fotografia ricalca appieno le atmosfere cupe e angoscianti del luogo, un po' somiglianti alla serie Dark (se poi ci aggiungiamo un pizzico di tedesco è fatta); la prova del cast è buona (menzione di merito al giovane attore molto espressivo e carismatico, Federico Russo), ad eccezione di alcuni attori che si mangiano le parole; poi si arriva ad una specie di horror/soprannaturale piuttosto strano, in cui la trama si sviluppa in maniera forzata e senza alcun senso logico.

Curon segue le vicende di alcune famiglie di origini italiane e austriache in Val Venosta (comune tra le alpi in provincia di Bolzano, Trentino Alto Adige) nella misteriosa cittadina di Curon. C'è da fare una premessa storica: negli anni Cinquanta, a causa della realizzazione di un bacino artificiale per l'approvvigionamento dell'energia elettrica, la città austriaca di Curon venne rasa al suolo per far spazio alla riserva d'acqua, così da unire i laghi di Resia e Curon; dalla divisione delle due comunità si sviluppa il tema della doppia anima presente nella serie. Durante questa operazione tutti gli edifici vennero distrutti, ma l'unico a rimanere in piedi fu l'antico campanile medievale della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, che fu lasciato emergere dalle acque del lago, creando così un panorama tanto suggestivo quanto misterioso che ancora oggi è possibile ammirare. La distruzione di un'intera cittadina ha causato la perdita del lavoro di molte famiglie e un vero e proprio esodo. Le campane sono state rimosse nel 1957, eppure si narra che in alcune notti d'inverno si possa sentire un rintocco inquietante provenire dal lago, a seguito del quale chiunque sarà perseguitato da una maledizione.
Durante la Prima Guerra Mondiale Curon era stata annessa all'Italia e durante la Seconda Guerra Mondiale la zona della Val Venosta fu nuovamente oggetto di scontri militari, compreso un bombardamento del 1945, a cui si deve la presenza di alcuni bunker, che avranno un ruolo di rilievo nelle vicende della serie. Nel corso delle puntate vediamo, infatti, un acceso conflitto tra la popolazione di origine austriaca e quella italiana. Al centro del plot c'è la famiglia italiana dei Raina che si dice abbia contribuito alla distruzione dell'antico paese di Curon e che si sia occupata, poi, della costruzione del nuovo centro abitato.


La storia parte da un viaggio in auto, durante il quale una donna e i suoi due figli adolescenti si recano nella cittadina di Val Venosta, luogo d'origine della madre dei due ragazzi, dopo aver abbandonato la loro vita a Milano. La madre Anna non viene accettata dal nonno dei ragazzi, proprietario di un hotel in disuso, il quale consiglia loro di andare via dalla cittadina al più presto ma, contrariamente da quanto detto, i tre rimangono in città. I figli di Anna, Daria e Mauro, andranno a scuola e qui incontreranno altri due fratelli con i quali piano piano faranno amicizia, Miki e Giulio Asper, figli di un vecchio amore di Anna, Albert. Conosceremo anche un altro ragazzo, Lucas, il migliore amico di Miki, innamorato segretamente di lei. In questo contesto di ambiente liceale, in cui i ragazzi inizialmente hanno difficoltà ad ambientarsi, si inserisce il racconto soprannaturale: Anna scompare misteriosamente nel nulla, dopo che Mauro, molto ubriaco di ritorno da una festa, scopre una persona identica alla madre chiusa in soffitta. Ad aiutare Mauro e Daria a capire cosa sta succedendo saranno proprio Miki e Giulio. Rispetto agli adulti si cerca di dare maggiore spazio ai giovani che hanno un ruolo principale nella storia; soprattutto la breve comparsa dell'ex compagno di Anna risulta poco funzionale e incisiva ai fini dello sviluppo della storia.

Dunque i sospetti della scomparsa di Anna ricadono su Albert, ma la realtà è molto più complicata da quello che immaginiamo. Purtroppo il mistero della città ci viene svelato troppo presto e per questo non riesce a tenere alta la tensione. Seguendo le indagini dei quattro ragazzi, scopriremo le antiche superstizioni legate al noto posto popolato dai lupi, da cui ha origine il mistero legato ad una antica leggenda, la quale dice che "in ognuno di noi esistono due lupi, uno buono e uno cattivo". La simbologia del lupo sembra molto interessante: si inizia, quindi, a parlare di dualità, di doppio e, accanto ai misteri del luogo, si affiancano piccole svolte soprannaturali, in cui la serie non reggerà bene la narrazione perdendosi in una storia che effettivamente ci racconta poco. Ciò che appare chiaro è che non si può uccidere il proprio doppio: quando Klara sembra aver ucciso la sua gemella cattiva, appare un'altra copia di sé che, inevitabilmente, la ucciderà. Forse è questo il motivo per cui Thomas ha tenuto prigioniero senza uccidere il doppio di sua figlia per tanti anni?

Il tema del doppio è esplorato anche tramite le figure dei gemelli protagonisti Mauro e Daria: Daria completa Mauro e viceversa. Una lancia a favore va al teen drama che fa da sfondo e in questo caso mai scontato: da un iniziale conflitto che vede protagonisti i Raina contro gli Asper, vediamo crescere piano piano un'amicizia tra le due coppie di fratelli che impareranno a conoscersi, confidandosi a vicenda le proprie paure e le strane dinamiche delle loro famiglie. Accanto ai quattro ragazzi c'è il già citato Lucas, che sarà sostituito dal lupo cattivo, dando sfogo alla violenza che aveva sempre represso. Grazie a lui e ad alcuni flashback riusciamo a capire la storia del segreto che governa la città di Curon. 
Nonostante una sceneggiatura poco ricercata e a volte confusionaria, i dialoghi risultano spontanei e ben scritti. Anche se superficialmente, il teen drama di sottofondo tenta di introdurre tematiche legate all'identità di genere, l'orientamento sessuale, l'alcolismo e la tossicodipendenza. 
A differenza del disagio giovanile, il mistero che circonda Curon e la maledizione del lupo, durante tutta la narrazione, non sono mai spiegate. Conosciamo che esiste un'ombra cattiva dentro di noi che prende il sopravvento, conosciamo la maledizione che aleggia sul campanile del lago di Resia, vediamo alcune persone del paese celebrare riti propiziatori, utilizzando centinaia di crocifissi in casa e cerini ovunque, ma non sappiamo assolutamente quale sia l'origine di queste credenze e di questa maledizione.


Curon rimane una serie intrigante con un'ottima idea di partenza che avrebbe potuto mescolare bene horror e mistero, ma sviluppata veramente male. D'altro canto Curon è un esperimento che porta un minimo di valore aggiunto alla produzione internazionale e seriale italiana, anche per la scelta delle location suggestive. Non è qualcosa di convincente, ma è sicuramente originale, se non consideriamo alcuni grossi problemini; ma infondo Netflix e le altre piattaforme sono piene di serie americane stereotipate.