PRETTY LITTLE LIARS


Questa serie teen drama, con risvolti thriller alla Desperate Housewives, è composta da sette stagioni con una ventina di episodi a stagione (quindi parecchio lungaaa), ha alla base ben due spin-off (Ravenswood e Pretty Little Liars: The Perfectionist) e una web-serie di otto episodi, non facendosi mancare nulla. Pretty Little Liars si basa, in parte, sui romanzi di Sara Shepard che hanno riscontrato da subito un enorme successo. Cominciai a guardarla per curiosità qualche anno fa poiché, semplicemente sentendone parlare spesso, la gente mi metteva la pulce nell'orecchio. Inizialmente pensavo si trattasse di una serie da teenagers senza arte né parte, non immaginando che potesse avere questi risvolti thriller; ho provato a vedermi qualche episodio senza prendermi immediatamente, per cui ho dovuto aspettare qualche giorno prima di riprenderla e immergermi in questa storia meravigliosa. 
C'è però da fare una premessa: la serie si basa per le prime due stagioni molto sul primo libro Giovani, carine e bugiarde, poi la sceneggiatrice ha voluto semplicemente prendere ispirazione dai successivi libri per raccontare le nuove stagioni, dando sfogo alla fantasia. Con lo sfondo sempre thriller e seguendo quella scia di mistero che caratterizza ogni episodio, non si è allontanata molto, ma di fatto non si arriva mai ad una fine. Ad un certo punto hai la sensazione che si stia allungando il brodo un po' troppo, nel senso che il mistero è sempre teso, scritto come se queste bellissime protagoniste siano sempre perseguitate, ma ti chiedi se ogni nuovo intrigo sia stato scritto con il semplice scopo di proseguire senza uno scopo. Insomma anche se ti continua a tenere incollato allo schermo, dalla stagione tre molta carne al fuoco. Sarebbero bastate quattro stagioni fatte bene, invece di sette alquanto confuse. Infatti le prime stagioni sono molto belle, costruite bene, gli intrighi ci sono e appassionano alla storia che ritengo essere abbastanza lineare. Dopo un po' la serie si perde, lasciando completamente la penna alla sceneggiatrice Marlene King, che se la cava bene fino alla quarta stagione, mantenendo comunque alta la tensione; dalla quinta, a tratti, ci si annoia. Sarà per la ripetitività e per la sensazione di non arrivare mai ad una fine, ogni episodio, seppur con i soliti misteri, non riesci più a godertelo come prima, anzi ti fa arrabbiare. La sceneggiatrice continua a mantenere sempre lo stesso schema narrativo, ma, per quanto mi riguarda, gli episodi sono troppi, sempre più assurdi e confusi. L'ultima stagione, con un salto temporale di cinque anni, sembrava riprendersi, ma, raccontando nuovamente un altro mistero, questi è a dir poco simile al precedente.

Ambientata a Rosewood, una cittadina fittizia della Pennsylvania, la storia racconta l'amicizia di quattro ragazze, Aria (Lucy Hale), Spencer (Troian Bellisario), Hanna (Ashley Benson) ed Emily (Shay Mitchell), alle prese con la scomparsa della leader del loro gruppo, Alison, e con un pericoloso stalker con il nome di A.
Ad un anno dalla misteriosa sparizione della loro amica, si riuniscono ed iniziano a ricevere messaggi da uno sconosciuto che sembra sapere tutto di loro, perfino i loro più intimi segreti. Pensando inizialmente che si tratti proprio della loro "cattiva" amica scomparsa, verranno piano piano costrette a fare cose che non vogliono, pur di mantenere i loro segreti all'oscuro. Il ritrovamento del corpo di Alison porta Spencer, Emily, Aria e Hanna ad associare A all'assassino di Alison.
Le ragazze presto si renderanno conto che sono poche le persone di cui si possono fidare, nemmeno dei loro stessi genitori (nei panni di una delle mamme ritroviamo Holly Marie Combs di Streghe) e della polizia che le tiene sotto tiro. Tutti sembrano implicati nella morte di Alison e le amiche cercheranno di ricostruire i suoi movimenti prima della sua morte. Chi le voleva male? E perché adesso vengono perseguitate?

La storia, che ruota intorno a questi misteri e gialli da risolvere, riesce anche a far ridere grazie ad alcuni momenti comici ed alla simpatia delle protagoniste. Dopo moltissime puntate gli spettatori, insieme a loro, si diletteranno ad elaborare ognuno la propria teoria su chi è A e chi è l'assassino di Alison, che non per forza debbano coincidere. Dopo le prime due stagioni e la scoperta di A, le altre sono un'accozzaglia di roba confusa, che quasi fai fatica a ricordare qualche passaggio precedente. La trama delle stagioni successive è piena di buchi e si arriva alla fine di ogni stagione con un cliffhanger quanto una casa. Ti chiedi se ti sei persa qualcosa, nonostante la terza e la quarta stagione vengano apprezzate per alcuni espedienti narrativi che portano le protagoniste ad impazzire, ad inseguire tracce su tracce che non portano a niente, per poi cadere in scelte di regia troppo trash. In pratica dalla terza stagione le ragazze vengono perseguitate da una nuova A, ma sembra che anche questa A sia collegata ai misteri di Alison DiLaurentis, nonostante sia morta. Praticamente due stagioni sprecate per il solo scopo di allungare il brodo, senza mai arrivare a un dunque. Infine prosegui per inerzia perché ormai ci sei dentro fino al collo a quel dannato mistero, per cui non dormi la notte. La quarta, ma soprattutto la quinta stagione, superano il livello di assurdità: il corpo di Alison era stato scambiato con quello di un'altra vittima, morta nello stesso momento e scambiata per lei sia da viva che da morta. Cinque stagioni per arrivare a questo? Ripeto, cinque stagioni per dirci che dalla prima non c'avevamo capito un tubo? Non solo: Alison è viva!! SBEM!! E ovviamente le sue amiche prendono le distanze da lei perché è stata una bulla per tanti anni e ha inventato un sacco di bugie solo per primeggiare. Chi si può fidare ancora di una che si è finta addirittura morta?

La potenzialità c'era per costruire una bella storyline lineare dall'inizio alla fine, ma qui sembra che le stagioni non siano più collegate tra loro da un unico filo conduttore, ma da mille sotto trame e da un "vediamo ancora quanto regge".
Scopriamo, finalmente, dopo vicissitudini assurde dentro a un'inquietante casa delle bambole, chi è A, nella sesta stagione. Ce l'abbiamo fatta. Dopo tre stagioni si risolve il mistero di questo benedetto stalker. Che direbbe Sherlock Holmes.
Quindi dopo omicidi a non finire, gemelli e case delle bambole, dalla metà della sesta le nostre protagoniste, questa volta insieme ad Alison, hanno a che fare con un nuovo mistero che si chiama AD. Questo nuovo stalker è ancora più pazzo dei precedenti e dietro quella figura incappucciata, ancora una volta con guanti neri e voce distorta, si verrà a celare un altro gemello/a.


Non sto qui a raccontarvi tutti i gradi di parentela che si sono inventati per appesantire il mistero, eppure questa serie mi piaceva da impazzire, intratteneva, ma alcune cose per me incomprensibili si sono dovute meritare una seconda e una terza visione per cercare di capirle. Non ne sono venuta a capo. Pretty Little Liars aveva del bel potenziale da vendere, ma sfruttato decisamente male verso le ultime stagioni. La trama era super intrigante e per i tempi anche innovativa. Ovviamente ci sono cose che non tornano perché è qualcosa di surreale quello che capita a queste ragazze. Come prima mossa le avrei suggerito di rivolgersi alla polizia. Ma tutto sommato non impareranno mai dai propri errori e si porteranno dietro tutti i loro segreti fino all'ultima puntata. 
Dopo la rivelazione della prima A nella seconda stagione, PLL è caduta nell'abisso del non sense di trame e sotto trame, di fili che si aprono e non si chiudono, di possibili sospettati che poi non sono più sospettabili. Ancora devo capire che problemi avessero gli sceneggiatori con tutti quegli omicidi e con i gemelli. Tra omicidi e torture si può dire che si arriva a un certo punto ai limiti del grottesco, perdendo di credibilità. Ricordiamo Aria dentro una bara con un uomo morto o la scena di Alison dissotterrata da viva.
Ripeto la serie intrattiene, diverte e intriga con il mistero che si porta avanti, per quanto talvolta le cose non tornino, ma diventa tremendamente trash. Ad un certo punto i genitori non ci sono più, alcuni personaggi spariscono per poi riapparire dopo molte puntate e, diciamolo, i personaggi sono troppi. Paradossalmente è questo il trash che ci piace, quello che arriva all'inverosimile, quindi non sto qui a dirvi se vale la pena vederla. Sono la prima ad aver vissuto l'ansia di scoprire l'identità di tutti gli A nella storia dello show. È una cosa leggera, la scrittura un po' banale, le protagoniste belle ma senza spessore, con look favolosi ma stereotipate all'eccesso.

Ah, dimenticavo. Ci sono i due spin off perché tante stagioni non bastavano. Ed io ovviamente non mi sono voluta perdere niente, nemmeno la web-serie, di cui non parlerò.













Il primo, Ravenswood, è stato scritto nel 2013, a cavallo tra la quarta e la quinta stagione, praticamente un crossover che si colloca dopo l'episodio di Halloween. Protagonista è Tyler Blackburn che ha lasciato la serie madre per dedicarsi completamente a questo nuovo progetto. Dal momento che il personaggio aveva ricevuto più applausi per il suo fascino che per il suo talento, la King l'ha scelto e ha tentato ancora una volta. Dopo tutti quei misteri fittizi che caratterizzavano la serie madre e una web-serie alquanto misteriosa seguita dai pochi fidati, era il momento di lanciarne un'altra: calare nel protagonista il ragazzo di Hanna Marin, Caleb. Quale pretesto hanno inventato per far terminare la loro storia d'amore, dunque? Inutile dire che io ero la prima shipper in assoluto di loro due. All'inizio Caleb sarebbe dovuto partire in questa misteriosa cittadina vicino Rosewood, tanto a cuore alle Liars, Ravenswood, per scoprire strani misteri riguardo il suo passato. Perché ci sta una lapide con scritto il suo nome e rappresentata una foto che lo ritrae nelle vesti di un uomo di un'altra epoca?
La sceneggiatrice ha svelato che proprio Caleb avesse quel velo di misteriosità dal momento che si è sempre saputo poco della sua famiglia e da dove provenisse. Abbiamo il piacere di vedere Hanna in un solo episodio per poi dare la notizia nella serie madre che lei e Caleb si sono lasciati. Un altro personaggio che ritroviamo è la signora Grunwald, la sensitiva che ci piace perché ha salvato Alison dalla morte, abitante di questa città misteriosa abitata da corvi e da vari scherzi della natura. 
Il tono della serie è molto cupo, a differenza di PLL, con scenari un po' dark, celati tra il mistero e il soprannaturale. Non mi ha entusiasmato, nonostante seguisse una trama diversa rispetto alla serie originale.
Caleb non è solo, c'è Miranda con lui, la ragazza conosciuta su un autobus nella puntata di aggancio in Pretty Little Liars.

Insieme si trasferiscono in una nuova scuola, conoscono nuovi amici, le cui vite sono tutte connesse tra loro a causa di una maledizione mortale che si abbatte sulla città da anni. Non perdo altro tempo nel raccontare fatti privi di contenuto, espressività caratteriale e una base solida da cui partire. Sono solo tredici episodi e si divorano molto lentamente rispetto a PLL. Non so nemmeno perché l'ho continuata a vedere. Sono arrivata alla fine senza capirci niente e, senza alcuna sorpresa, la serie viene cancellata, senza dare una reale spiegazione né ai fatti accaduti né tantomeno al motivo del ritorno di Caleb a Rosewood.




Un altro spin-off più recente, del 2019, è Pretty Little Liars: The Perfectionists. C'erano alte aspettative per questo spin-off con protagoniste Alison (Sasha Pieterse) e la doppiogiochista Mona (Janel Parrish). Sempre scritto e prodotto da Marlene King e tratto dai romanzi della Shepard, similmente al precedente show originale, ha atmosfere dai toni misteriosi, un omicidio da risolvere e un gruppo di ragazzi nuovi con caratteri simili alle Liars, i quali si riuniscono e diventano amici. Non è più ambientato a Rosewood, ma a Beacon Heights, in Oregon, nella quale capiremo subito che Alison si è trasferita perché in crisi con Emily; lì incontrerà Mona e scoprirà diversi misteri presenti nella città. Gli alunni della Beacon Heights University devono adeguarsi alle regole dettate dall'impostata fondatrice dell'Hotchkiss Industry, Claire Hotchkiss, che controlla tutto il paese. Tutto sembra tranquillo fino a quando non avviene l'omicidio al ragazzo bullo dell'università. Mentre i protagonisti cercano di risolvere il mistero, diventa chiaro che dietro ognuno di loro si celano bugie e segreti. La serie promette bene, ci sono nuovi personaggi, nuove storie, nuovi misteri e segreti e i casi non ruotano più intorno alla solita figura di A, ma la cosa che sorprende è che chi non convince sono proprio Alison e Mona, rubate dalla serie madre ma messe lì solo per attirare ascolti.

Con l'avanzare degli episodi si cade nella noia e ho fatto fatica a proseguire. Oltre al mistero principale riguardo l'omicidio, il finale ne ha introdotto un altro: qualcuno, chiamato "il Professore" conosce i segreti dei protagonisti e cerca di minacciarli sfruttando le loro più grandi paure. Mi sembra una cosa già vista. Per fortuna, è stata cancellata la serie. C'era davvero bisogno di rovinare la serie originale in questo modo?


Dunque Pretty Little Liars non è una serie proprio da bocciare. Se vi piace il trash vince ad armi basse, se invece volete un thriller fatto bene chiudete subito e vedete altro. Si tratta pur sempre di un teen drama, ma che ha, non uno, ma mille misteri da risolvere, mille segreti, mille bugie, a cui tengono tantissimo le protagoniste. Segreti e bugie fanno parte del mistero lungo sette stagioni e sono alla base della serie, consentendone così il successo.
Quindi da un lato ci sono il liceo, gli amori (anche quelli impossibili e omosessuali), i drammi adolescenziali e i problemi familiari; dall'altro la lotta contro A. Una forza della serie si trova proprio in questo: saper equilibrare questi due mondi, non cadendo mai nel tralasciarne uno. Le storyline dei personaggi sono interessanti, ti ci appassioni e hai le tue ship preferite. Di certo le attrici non spiccano per grosse capacità. Il mistero c'è, continua ad esserci in tutte le stagioni, anche solo come contorno, dal momento che ormai qualsiasi cosa accada basta che ci siano le nostre eroine. Ognuna di loro la ami, anche se sbagliano, commettono sempre i soliti errori e continuano a mentire. Sono personaggi sbagliati, assassini capitati, ma personaggi feriti. La A potrebbe essere chiunque, perfino una di loro. Da un solo A nelle prime stagioni, dopo diventano molti perché chiunque può fingere dietro una maschera.