UN INGANNO DI TROPPO

 
I primi giorni del 2024 hanno visto su Netflix la miniserie in otto puntate, tratta dal romanzo di Harlan Coben, e non è la prima serie presente in piattaforma ispirato ai suoi romanzi: ci sono, infatti, anche Safe, The Stranger, Estate di morte, Suburbia Killer, Svaniti nel nulla, Stay Close e Fidati di me
Scritta da Danny Brocklehurst e diretta da Davide Moore, è stata la serie più vista in lingua inglese all'inizio dell'anno; dopo pochi mesi l'ho vista doppiata. Ha superato per alcune settimane perfino Berlino, spin-off de La casa di carta. La miniserie non brilla certo per chissà quali incredibili novità dal punto di vista estetico o visivo, né per chissà quali performance attoriali di livello. È però innegabile la capacità di inserire passo dopo passo continui colpi di scena in grado di far dialogare l'incedere thriller con i frammenti di un passato affidati a flashback che portano a galla la natura dei rapporti tra la protagonista e il marito, e con la ricca e potente famiglia di lui, che nell'armadio nasconde molti più scheletri di quanto sia possibile immaginare.

La serie, Un inganno di troppo, ruota intorno alla duplice tragedia che colpisce Maya Stern (Michelle Keegan), soldatessa in congedo dopo uno scandalo che l'ha vista protagonista in un'operazione speciale in Iraq. Nell'arco di pochi mesi, la donna torna nel paesino d'origine e subisce le drammatiche perdite della sorella Claire e dell'amato marito Joe, entrambi brutalmente assassinati. Mentre Joe è stato ucciso in un parco con un colpo di pistola, pochi mesi prima la sorella di Maya, che lavorava con Joe nell'azienda farmaceutica di famiglia, è stata ammazzata in casa durante un tentativo di rapina. Costretta a crescere la figlioletta da sola, la donna cerca di affrontare lo stress post traumatico che questa sequela di eventi ha comportato nella sua vita: inoltre c'è sempre nei suoi pensieri una tragica azione militare in Iraq di cui è stata protagonista e che ha portato alla morte di diversi civili. 
Qualche giorno dopo il funerale di Joe, però, Maya rimane scioccata: attraverso una microcamera installata su una cornice digitale, regalatale da un'amica, per tenere d'occhio la figlia mentre è in casa con la babysitter, la donna vede comparire nel monitor la sagoma di un uomo che sembra conoscere: è Joe, il marito appena defunto. Un'allucinazione o l'inizio di un complotto che affonda le proprie radici nel torbido di un passato misterioso? Maya lotta per tenere insieme i pezzi della sua vita. Questo significa destreggiarsi tra l'affidamento esclusivo della figlia e il suo lavoro di addestratrice di piloti di elicottero, senza contare che deve fare i conti con l'irascibile e ricca famiglia di Joe. Tra i suoi membri ci sono la madre di Joe, Judith, la matriarca della famiglia che non ha mai accettato la storia d'amore del figlio, e il fratello e la sorella di Joe, Neil e Caroline. Dall'altro lato ci sono i parenti di Claire, ovvero il marito Eddie che ha cominciato a bere qualche birra di troppo e i due figli adolescenti Abby e Daniel, che indagano segretamente sul passato della madre morta. Nel corso degli episodi si scopre che a uccidere Joe è stata la stessa arma con cui poco prima era stata assassinata la sorella di Maya, Claire. Le due trame parallele si intrecciano sempre di più, coinvolgendo quasi tutti i personaggi nella risoluzione del mistero che circonda la morte di Joe e di Claire e l'assurda registrazione della videocamera. 
Nel frattempo emergono altri particolari tristi della famiglia Burkett, come il suicidio del fratello di Joe, Andrew, avvenuto a bordo di una barca a vela, su cui si trovava insieme al fratello e ai compagni di squadra del college. La storia prosegue incerta, con le varie indagini della polizia, in questo caso rappresentata dal quasi-padre Sami, ex alcolista con qualche problema di salute che interferisce con le indagini, e di Maya stessa. 

La serie inganna dai primi minuti del primo episodio facendo pensare che si tratti di uno stratagemma del marito per fingere la sua morte. E tutti gli episodi successivi ingannano gettando addosso una trama insensata dopo l'altra, sperando che questo riesca a trattenere abbastanza da guardare l'intera serie. In un certo senso ha funzionato. Anche se si finisce a guardare Un inganno di troppo non per la storia o per la protagonista, ma piuttosto per i personaggi secondari.
 
I personaggi principali si avventurano in una caccia che rivela segreti che cambieranno le loro vite in modo irreversibile. Il grosso, però, avviene al passaggio della boa del quarto episodio, quando finalmente ci troviamo a metà strada e Un inganno di troppo si trasforma radicalmente, caricandosi di tensione e cambiando passo. Il racconto in tal senso inizia a mutare ritmo, rallentando e dando più spazio allo sviluppo delle dinamiche, le stesse che nei capitoli iniziali andavano a doppia velocità per confondere le acque, depistare e gettare fumo negli occhi dello spettatore di turno. Dunque è nella seconda parte, grazie a una drastica mutazione, che questa miniserie acquista forza, quella che in altre trasposizioni era venuta meno per svariati motivi. 
I colpevoli sono sorprendenti: nel primo caso, infatti, ad uccidere Claire è stato Joe, mentre a uccidere Joe è stata Maya! Unendo i pezzi, scopriamo, infatti, che mentre Maya era in missione, la sorella si era messa a indagare sull'azienda farmaceutica dei Burkett, ovvero la famiglia di Joe. Si stava facendo aiutare da Corey, che aveva esposto Maya alla gogna pubblica rivelando alla stampa il suo comportamento in missione. Durante le sue ricerche, Claire aveva scoperto che i Burkett, per mantenere in piedi il proprio impero, hanno falsificato dati e risultati dei test sui farmaci, portando alla morte e alla dipendenza da medicinale di moltissime persone. Tra le vittime della famiglia Burkett c'è anche il detective Sami: i suoi continui mal di testa, le amnesie, le paralisi temporanee erano causati proprio dai medicinali prodotti dall'azienda. Quando Joe ha scoperto l'indagine di Claire ha deciso di eliminarla, a sangue freddo. Per l'uomo non era la prima volta: lo aveva già fatto all'università, uccidendo lo studente più brillante del suo corso, Theo Mora. Poi con il fratello minore Andrew, che, presente durante l'uccisione di Theo, si era finalmente deciso a denunciare Joe. E poi anche con Tommy Dark, capitano della barca da cui ha gettato fuori bordo il fratello Andrew, a cui negli anni successivi, i Burkett hanno dato soldi per non parlare. Joe ha ucciso Tommy con la macchina di Maya, lasciando delle tracce di sangue nel bagagliaio, in modo da crearsi un alibi. Scoperte tutte queste verità inquietanti sul marito, Maya dà a Joe un appuntamento al parco. Prima però scarica le pistole custodite nella cassaforte di casa. Rivelato che sa di cosa si è reso colpevole, l'uomo inizialmente nega, poi estrae la pistola per uccidere la moglie. La pistola è scarica: Maya ha ottenuto la prova che Joe è irrecuperabile e quindi lo uccide. Per sviare i sospetti su di lei, Maya ha ripulito le pistole e si è gettata sul marito come per soccorrerlo. Dà quindi un appuntamento alla madre di Joe in casa loro. Lì ha posizionato una telecamera, grazie a cui Corey trasmette il confronto tra le donne in live streaming. Tutti gli altarini cascano ma viene trasmesso in diretta anche l'omicidio di Maya, per mano di Neil, CEO dell'azienda. C'è, quindi, un salto temporale di 18 anni: Lily, la figlia di Maya e Joe, è ormai cresciuta e sta per diventare madre a sua volta. Scopriamo che lo zio Eddie, il marito di Claire, l'ha cresciuta, insieme ai suoi figli Abby e Daniel. Lily ha deciso di chiamare la figlia Maya, come la madre. 
La domanda rimasta è: come è possibile che Joe appaia sul baby monitor? L'uomo nel video è in realtà Luka, il fidanzato di Izabella, la babysitter di casa Burkett, a cui Maya ha sostituito il viso con quello di Joe, usando il filmato del loro matrimonio.

È soprattutto negli ultimi episodi che, dunque, la serie si discosta dai precedenti adattamenti targati Netflix e acquista maggiore tensione narrativa e spessore, grazie anche ad alcune tematiche affrontate come quella dei loschi affari dell'azienda farmaceutica della famiglia di Joe. C'è un focus sulle dipendenze, sulla salute mentale, sul ruolo del senso di colpa nella vita delle persone, sulle conseguenze psicologiche di un forte stress, sulla maternità e paternità e sull'adozione. Nell'insieme non prende così tanto a fronte di chi l'ha divorata, ma grazie ad alcuni colpi di scena la serie si prosegue soprattutto per scoprire la verità, infatti ha tutti gli ingredienti per piacere agli appassionati di thriller, mystery e gialli. Buona la sceneggiatura e trama, peccato per la regia e la recitazione, ad eccezione dei personaggi principali. I dialoghi sono stucchevoli; una colonna sonora da thriller, pompata incessantemente e che minaccia di sovrastare ogni sfumatura; un montaggio soffocante e stentato, in cui ogni inquadratura indugia per mezzo secondo di troppo; e flashback a bizzeffe, mentre la nostra protagonista fissa sempre intensamente in lontananza.
La casa della famiglia Burkett è Arley Hall, villa del Cheshire, aperta al pubblico, che ospita il visconte Ashbrook e la sua famiglia. Se a qualcuno pare di averla giù vista c'è una spiegazione: villa è già stata utilizzata nella serie Peaky Blinders come residenza del gangster Tommy Shelby (Cillian Murphy). 

Un inganno di troppo, nonostante gli intoppi, è consigliata per un paio di serate da trascorrere senza troppo impegno.