Dopo il grande successo iniziale ottenuto su Canale 5, Viola come
il mare, la serie targata Mediaset, è stata inserita sulla
piattaforma Netflix ed entrata subito nelle top 10. Snobbo questo genere di serie sulla tv generalista, quindi a questo punto dò la colpa proprio a Netflix per avermela messa di fronte ed avermi incuriosita, ma tirando le somme se non l'avessi vista mi sarei comunque sentita bene.
Diretta da Francesco
Vicario e prodotta da Lux Vide, la fiction ha come attori l'attrice e modella,
ex Miss Italia, Francesca Chillemi, e l'attore e modello Can Yaman. Un cast che
sicuramente può essere apprezzabile a livello visivo ma che lascia largamente a
desiderare sulla recitazione.
In questa fiction che mescola il giallo con la commedia
d'amore, seguiamo le vicende di Viola Vitale, una giornalista (ed Ex Miss
Italia) che, dopo essersi occupata di comunicazione di moda, decide di
trasferirsi da Parigi a Palermo per mettersi sulle tracce di suo padre. L'uomo
ha abbandonato la donna fin da piccola ma è l'unico modo di trovare una cura
per la sua malattia. Viola, infatti, è affetta dalla sinestesia, che ha come unico pregio quella di mostrarle i colori delle
emozioni altrui. Quella della protagonista è una rara condizione neurologica,
un sintomo di una malattia neurodegenerativa. Inoltre, non percepisce caldo né
freddo e ogni tanto si blocca. La fantasia in casa Mediaset non manca di
certo, ma questa volta è andata a pescare qualcosa di davvero particolare.
Viola
si presenta come giornalista per il Sicilia Web News e le viene detto – spiazzandola
- che si occuperà di cronaca nera. Cosa del tutto prevedibile, il suo capo è
una donna che inizia a metterle fin dall'inizio i bastoni tra le ruote e non la
sopporta. Lei dovrà riuscire a superare i pregiudizi e dimostrare che non è
soltanto una bella ragazza che ha vinto Miss Italia. Da qui dovrebbe poi
diramarsi tutta la trama ma, il problema, è che non c'è una vera e propria
trama se non il flirt tra Viola e Francesco Demir, capo della polizia. Durante
il suo percorso a Palermo, la protagonista incontrerà l'ispettore della polizia
molto affascinante che affiancherà nella risoluzione dei casi. Come si può
immaginare, tra i due inizierà, fin da subito, ad esserci un certo feeling che
però non si risolverà subito. Francesco e Viola inizieranno a collaborare e la
protagonista prenderà in affitto addirittura l'appartamento vicino a quello del
bel poliziotto, con cui condivide la stessa terrazza! Tra flirt, omicidi e
paesaggi siciliani, si svilupperà la storia della ricerca di Viola nella
speranza di trovare una risposta alle sue domande. Tutto si basa, dunque, sul continuo
flirt e lo sviluppo del rapporto tra Viola e Francesco: entrambi si piacciono
fin dall'inizio ma si ostinano a flirtare senza arrivare mai ad una
risoluzione. Benché l'attrazione sia forte, Viola si è scocciata di stare
dietro ai farfalloni. Francesco ha già chiarito la sua posizione, continua le
avances solo perché Viola glielo permette. A parole dice no, ma il suo
linguaggio del corpo urla sì. Lei vuole una storia seria, lui no. Solo questo
li trattiene. Questo è forse il presupposto più realistico e sensato che si sia
mai visto in una fiction patinata in stile soap opera. Purtroppo però neanche
in questo i produttori si sono impegnati molto: eccessivamente scontate le
motivazioni che portano i due ad incontrarsi costantemente e a trovarsi in
situazioni ambigue ed imbarazzanti. Tutto ovviamente volto ad un pubblico che
ama le "ship" e viene tenuto sulle spine, fino all'ultimo, per sapere se i due
si baceranno prima o poi. Impossibile elencare tutti i momenti trash della
serie poiché innumerevoli e spudorati. Si parte da Viola che fa un tutorial su
come mettere il suo rossetto, varie scene di Yaman in palestra che si allena –
rigorosamente a petto nudo – fino agli incontri dei due sul balcone con lui a
petto nudo e lei vestita da palestra e le innumerevoli frecciatine reciproche.
I
personaggi di supporto sono l'ensemble perfetto. Troviamo il collega "spalla" goffo, Turi D'Agata, che non capisce il sarcasmo (ma tanto c'è
il divo delle soap turche pronto a insegnarglielo); la direttrice del giornale,
Claudia Foresi, prima dura, poi alleata; Tamara Graziosi, la collega sui generis nonché spalla della protagonista e linea
comica. E altri personaggi che si alternano puntata dopo puntata perché sì, ci
sono comunque dei casi da risolvere e degli articoli da scrivere. Ma
soprattutto c'è un padre da trovare.
L'undicesimo episodio di questa prima stagione, "Rosa come il tradimento", si apre dove eravamo rimasti. Viola deve fare i conti con il traumatico colloquio avuto con Don Andrea, il suo presunto padre. La giovane donna comincia a perdere l'ottimismo che l'ha sempre contraddistinta e, per distrarsi, si concentra sul lavoro, in particolare su un caso che le sta molto a cuore: un uomo che sta cercando disperatamente la figlia scomparsa. Un giallo che tocca corde molte personali della protagonista, in quanto parla di un amore che lei non ha mai conosciuto, quello di un padre per la sua bambina. Il medesimo caso sembra, inoltre, poter essere collegato alla misteriosa morte di Farah, che ancora tormenta Francesco. Mentre le indagini sul caso della ragazza scomparsa non portano ai risultati sperati, la svolta arriva nella vita privata di Viola: Don Andrea decide di contattarla e spiegarle il motivo del suo comportamento. La donna scopre, così, che il parroco è, in realtà, il fratello del suo vero padre, fuggito diversi anni prima da Palermo – poiché indagato di omicidio – e presumibilmente morto. Questa verità sconvolge la protagonista, che in pochi istanti ha visto sfumare sia la possibilità di curare la sua malattia, che quella di conoscere il padre.
Veniamo, infine, all'ultimo episodio, "Bianco come l'inizio e la fine". Francesco, grazie alle informazioni ottenute da Domenico Parisi, è sempre più
convinto che ci sia una talpa nella polizia che depista le indagini sul
traffico di esseri umani. Nel frattempo Viola, dopo la delusione relativa alla
morte del padre, decide di lasciare Palermo e tornare a Parigi, ma non prima di
aver salutato Santo. Quest'ultimo approfitta della visita della donna per
sequestrarla e rinchiuderla in un magazzino: è lui la talpa che l'ispettore sta
cercando. Fortunatamente, Francesco, preoccupato per la scomparsa di Viola,
irrompe in casa di Santo, che confessa di aver aiutato Farah a scappare,
inscenando la sua morte: il corpo sulla spiaggia si scopre, così, essere in
realtà dell'adolescente scomparsa, a cui Santo aveva messo il braccialetto di
Farah per depistare le indagini. Dopo la
rivelazione, tre uomini armati – presumibilmente implicati nel traffico di esseri umani –
sparano a Santo, che in punto di morte rivela a Francesco il nascondiglio dove
ha portato Viola. L'ispettore si precipita a salvare la donna amata. Tuttavia,
una volta usciti entrambi dal magazzino, vengono raggiunti da tre uomini in
moto armati di pistola ma, fortunatamente, proprio in quel momento arriva la
polizia, che arresta i criminali.
Terminata la disavventura, Viola sceglie di
rimanere nella redazione di Sicilia WebNews, per la gioia dei colleghi. Il
lieto fine arriva anche per Tamara: la ragazza trova finalmente il coraggio di
confessare i suoi sentimenti ad Alex, che, al settimo cielo, la bacia. Viola,
per dimostrare a Francesco quanto ci tenga al loro rapporto, organizza una cena
per dimostrare le sue inaspettate capacità culinarie; d'altra parte il
tenebroso protagonista rifiuta la proposta, con una scusa decisamente poco
credibile. Nell'ultima scena, Sonia, la madre di Francesco, chiama Viola per
dirle che sta tornando a Palermo per confessare al figlio l'identità del suo
vero padre (così de' botto sappiamo che anche lui ha un altro passato, però nascosto). Sorprendentemente, la foto che Sonia tiene tra le mani è la stessa
che Don Andrea aveva mostrato alla protagonista, lasciando nello spettatore un
terribile dubbio: Viola e Francesco sono fratelli? Tutto questo per comprendere il trash allucinante che si prolunga sul finale. Ma tanto sono queste le cose che ci piacciono.
Inoltre la serie riprende le formule messe in campo dai
fantasmi delle fiction passate – L'allieva, Il Paradiso delle signore,
Mina Settembre, Non dirlo al mio capo – trovando originalità
nella narrazione intorno alla malattia neurologica di cui soffre Viola e,
soprattutto, in uno degli effetti che tale condizione provoca.
Secondo i
calcoli, il 40% degli spettatori hanno valutato negativamente la serie
affermando addirittura di essersi fermati ad un certo punto non
volendo più continuare. Ad essere soprattutto criticate sono state la recitazione
dei protagonisti e la trama. Tra le doti dell'attore e modello turco non
spiccano per prime certo quelle attoriali, ma ammettiamolo: attira orde di fan
accalorati. Salvabile, invece, la performance di Francesca Chillemi in rapporto
a quella dell'attore, ma anche qui ci sono molti alti e bassi. Tanti coloro che
hanno definito la recitazione molto "debole" ed inespressiva, e la trama lenta
e priva di colpi di scena o elementi interessanti. Francesca Chillemi e Can
Yaman, indubbiamente belli e capaci l'una di esaltare il fascino dell'altro, si
fermano però qui, senza riuscire ad agganciare in altro modo il pubblico. Gli
atti di bullismo dei colleghi maschilisti di Viola sono, non solo permessi, ma
anche replicati dalla direttrice del giornale, Claudia,
invidiosa e astiosa nei confronti della nuova assunta, poiché la ritiene
avvantaggiata nella vita per via della sua bellezza. Nonostante la scelta
lodevole di denunciare il sessismo dilagante in molti, troppi, luoghi di
lavoro, forse non sono state trovate le chiavi giuste per portare avanti questa
battaglia. Gravi atti di bullismo passati ingiustificati e personaggi femminili
in situazioni di potere forte che cadono nel cliché della donna gelosa,
stancano. Così come stanca anche un machismo eccessivo relativo
all'uomo/interesse amoroso della protagonista. Lo stesso ironizzare più volte
sul passato da Miss Italia di Chillemi, inserendolo nella backstory del
personaggio da lei interpretato (con tanto di immagini di repertorio
provenienti dalla vera proclamazione: a questo proposito, il personaggio di
Viola dice di essere stata eletta Miss Italia dieci anni fa, ma la fascia che
si intravede nelle foto riporta il 2003, il vero anno della vittoria di
Chillemi), è un'idea divertente e metatelevisiva, che da sola non riesce però a
reggere tutto e, soprattutto, ripetuta più volte in una puntata viene subito a
noi. Un ultimo punto, anche questo negativo, è la fotografia: inquadrature
monotone e spesso prive di motivazione; per non parlare poi della grafica
utilizzata che compare intorno alle persone, associata al loro stato d'animo, per
mostrare i loro colori, e che viene rigorosamente accompagnata dal rallenty, risulta
veramente basic e priva di inventiva; infine, una buona colonna sonora che
della sicilianità restituisce tutto il sapore.
La formula è sempre la stessa,
ma vince ogni volta. Quella della cara e vecchia soap opera. Ma rinnovata,
ridimensionata, rinfrescata e decisamente più moderna. Puoi essere viola come
il mare, verde come l'invidia, rosso come la mancanza: puoi avere tutti i
colori a disposizione sulla tua tavolozza, ma alla fine non è detto che il
risultato sia un capolavoro.
Tralasciando questi aspetti, Viola come il mare raggiunge l'obiettivo prefissato, catturare gli spettatori con una formula già vista, introducendo qualche soddisfacente sprazzo di originalità. Un altro elemento della serie che contribuisce a infondere una piacevole sensazione di benessere sono le meravigliose location palermitane, un piacere per gli occhi e per l'anima.
La serie è stata ufficialmente rinnovata per una seconda stagione,
pertanto non ci resta che aspettare e vedere se i creatori seguiranno la strada
più semplice della tradizione, oppure se ci stupiranno con interessanti novità.
Viola come il mare ha tutti gli ingredienti del perfetto comfort show:
una frizzante protagonista dall'insolito potere (vedere i colori delle
persone); un tormentato, quanto affascinante, vicino di casa; un ambiente di
lavoro stimolante; meravigliose location; simpatiche sotto trame e misteri da
risolvere. C'era, però, bisogno dell'ennesima fiction sentimentale senza una
trama che potesse essere minimamente interessante? Sicuramente no. Una storia
d'amore del tutto scontata e piena di cliché, una trama praticamente inesistente
e dei personaggi privi di caratterizzazione.