Un crime al contrario, in cui più che i poliziotti ad
interessare sono i criminali: Canale 5 quest'anno ha provato a far svoltare la
propria fiction con Il Patriarca, affidandosi a chi, in passato, ha
invece raccontato storie di poliziotti disposti a tutto per amore di giustizia.
La Taodue di Pietro Valsecchi - insieme a CamFilm – ha prodotto una storia ben
lontana dai polizieschi a cui ci aveva abituato in passato; ne Il Patriarca
protagonista non è il classico personaggio buono, ma un vero e proprio villain.
La forza motrice della sceneggiatura (si tratta di un soggetto spagnolo
riadattato) sta, infatti, nel generare la curiosità di un pubblico che non vuole
sapere se i buoni vinceranno anche questa volta, ma vuole scoprire se il
cattivo la farà nuovamente franca. Le aspettative si capovolgono, ed il
risultato è un curioso prodotto per Canale 5 e Mediaset Infinity, rete
che ultimamente sta cercando di percorrere più strade possibili per quanto
riguarda il racconto seriale (è proprio lì che l'ho vista in quest'ultima
settimana). Sempre, però, affidandosi a volti che sono una garanzia del genere,
come - in questo caso - Claudio Amendola. Va ammesso che fa un po' strano
vedere un attore, a cui la tv ha affidato ruoli comici e paterni, che
garantivano sicurezza e stabilità, vestire ora i panni di un imprenditore che
maschera i suoi affari con l'azienda ereditata dal suocero, che non si fa
scrupoli ad uccidere un uomo e che è convinto di poter mettere tutti ai suoi
piedi aprendo il portafoglio.
Cercherò di riassumere la prima stagione con le
sue parti salienti.
La serie - remake della spagnola "Vivir sin permiso" - ambientata per l'occasione in Puglia, è
divisa in sei puntate e racconta di Nemo Bandera (interpretato dallo stesso
Amendola), imprenditore di successo che ha fatto crescere la Deep Sea, ereditata
a suo tempo dal suocero e trasformandola in una delle aziende ittiche leader in
Puglia, grazie alla sua abilità negli affari e, anche, grazie ai traffici
illeciti che passano per il porto della città fittizia Levante. La sua vita
viene stravolta, alla soglia dei 60 anni, quando scopre di essere malato di
Alzheimer: non può più portare avanti le sue attività, e prova a tenere
nascosta la malattia alla moglie Serena (Antonia Liskova) e ai suoi due figli,
Nina (Giulia Schiavo) e Carlo (Carmine Buschini). Solo il suo fidato, lo
spietato Ferro (Michele De Virgilio) è a conoscenza della malattia. Come
reagiranno i parenti quando annuncia, senza una spiegazione, di volersi
ritirare dagli affari? Dovrà scegliere un successore, e questo farà scoppiare
una vera e propria faida segreta, in cui è implicato il suo più stretto
collaboratore e figlioccio, nonché affascinante ma spregiudicato avvocato
dell'azienda, Mario (Raniero Monaco di Lapo), escluso dalla successione. Deluso
perché convinto da sempre di essere l'erede designato, farà di tutto per
ottenere il potere della Deep Sea.
In tutto questo ai suoi due figli, ma
soprattutto alla terza, maggiore e più idonea al ruolo, la ribelle Lara (Neva
Leoni), sempre tenuta lontana dalla famiglia poiché nata dal primo amore di
Nemo, ora in coma irreversibile, poco interessa il comando dell'azienda. Lara, sapendo
dei loschi affari del padre, con cui ha un pessimo rapporto, non vuole avere a
che fare con lui e agirà alle sue spalle per staccare la spina alla madre, dal
momento che sono anni che lui si oppone, interagendo con giudici.
Come se non bastasse, l'ispettore
Monterosso (Primo Reggiani) e un boss locale, il Tigre (Antonio De Matteo),
sono sulle tracce di Nemo, che lo attaccano proprio quando Nemo ha intenzione
di fermare i traffici illegali che lo hanno arricchito fino a quel momento. Il
Tigre lo deruba di un importante carico e Nemo si ritrova impoverito da un
momento all'altro, trovandosi costretto ad allacciare rapporti con altre società.
Nel frattempo, Carlo – sotto pressione della madre - farà di tutto per
dimostrare al padre di poter essere il suo erede, mentre Mario riceverà una
sorpresa inaspettata da parte di Elisa, la sua fidanzata (Giulia Bevilacqua). I
due, infatti, stanno cercando di arrivare al potere, usando la fiducia che Nemo
ha nei confronti di Mario, con lo scopo di sposare quest'ultimo con Nina ed
ereditare la Deep Sea. Elisa, però, rimane incinta e i loro piani riguardo al
lasciarsi e consentire anche ad Elisa di diventare sindaco di Levante, vengono
frantumati. Mario non demorde e, corrompendo il ginecologo, fa credere ad Elisa
di avere una malattia che può portare alla morte con la nascita del bambino,
così la donna decide di abortire.
Nemo viene a sapere da Ferro che Buscemi, ex
poliziotto che lavora ora nell'azienda (che è anche il padre di Alex, il
fidanzato di Carlo) si è giocato i soldi che gli aveva affidato e che non ha
corrotto il giudice per evitare che venisse staccata la spina ad Ada e così lo
affronta su una spiaggia e lo uccide con una coltellata (come aveva predetto la
dottoressa Longhi col progredire dell'Alzheimer per Nemo sarebbe diventato più
difficile contenere i propri scatti di rabbia). Il bambino che ha ripreso
l'omicidio di Buscemi fa vedere la registrazione ai propri genitori e poco dopo
l'ispettore Monterosso si presenta alla villa di Nemo per arrestarlo, ma in
assenza di prove, che sono scomparse, viene rilasciato.
Elisa presenta la sua
candidatura a sindaco, attaccando Bandera, aggiungendo di aver lasciato Mario e
di aver terminato il rapporto lavorativo con la Deep Sea.
Dopo aver confessato
la verità sulla sua malattia, Serena decide di stare vicino a Nemo; Mario vuole
sapere se Nemo è veramente malato e fa pressione sulla dottoressa Longhi, la
quale cerca di allontanarsi da lui, sentendosi importunata, venendo investita
da un'auto sotto casa. La polizia interroga Nemo sulla morte della neurologa,
ma Nemo, pur di evitare che si venga a sapere che era un paziente della
dottoressa Longhi (evitando che scoprano del suo Alzheimer), mente, dichiarando
che era la sua amante.
Carlo, venuto a conoscenza del traffico di droga del
padre, chiede chiarimenti e litiga più volte con Alex che, dopo la morte del
padre, vorrebbe fuggire con lui lontano da Levante, da Deep Sea e dai Bandera;
Carlo ruba l'agenda del padre che, a sua volta, la prende Alex che non si convince che Nemo non c'entri nulla con la morte del padre e la consegna
a Lara, quindi Ferro si mette alla ricerca dell'agenda e parla con Lara
intestandosi l'omicidio di Buscemi al posto di Nemo.
Intanto Malcom, il
contabile di Nemo, sorveglia Lara, sotto richiesta di Nemo, e se ne innamora,
ma il ragazzo nasconde dei segreti. Nemo e Lara si avvicinano e, avendo bisogno
di soldi, senza rendersene conto, lei lavora per lui.
Poco dopo, con una
pistola sottratta da Freddy, un uomo di Tigre che minaccia Lara, a Monterosso
al poligono, Tigre uccide l'agente Riccardi corrotto, ricattando poi
l'ispettore.
Nemo se la prende con Mario, che ha agito ancora una volta a sua
insaputa, per le sue dichiarazioni alla stampa (cioè che il deposito di droga appartiene
a Carlo), ma l'avvocato gli spiega che non c'era altro modo che sacrificare
Carlo, tossicodipendente ma incensurato, per salvare lui dal carcere. Carlo
viene, quindi, portato in commissariato e interrogato da Monterosso, fino a quando
arriva Mario che abilmente riesce a riportarlo a casa. Monterosso, nel
frattempo, è riuscito a convincere il commissario a mettere sotto controllo i
telefoni dei Bandera. Nemo e Ferro al telefono parlano di un carico in arrivo a
Portorosso e l'ispettore Monterosso si precipita sul posto, trovando però solo
uno scatolone con una dedica e dei granchi, capendo di essere stato ingannato.
Alex
viene picchiato dagli uomini di Tigre e il suo comitato per le elezioni a
sindaco viene messo sottosopra; Lara e Carlo accorrono in suo aiuto e la
ragazza registra un duro video di accuse, che porterà ad uno scontro tra Freddy
e Malcom, accorso per salvare la ragazza. Il ragazzo viene ferito e portato a
villa Bandera dove viene curato, ma si scoprirà ben presto la sua implicazione
nei servizi segreti e allontanato.
Monterosso, radiato dal corpo di polizia per
i suoi inconcludenti risultati nell'indagine contro Nemo, incontra Alex sulla
spiaggia, dove è stato ucciso suo padre, dicendogli che lui non può fare niente,
ma gli consegna una pistola e l'audio della telefonata tra Nemo e Ferro, nella
quale il boss si autoaccusa dell'omicidio. Il matrimonio che dovrà avvenire tra
Mario e Nina, Nemo chiede che sia celebrato in divisione dei beni, spiazzando
Mario che cercherà di manipolare, ancora una volta, Nina, ottenendo quello che
vuole. Al matrimonio Carlo fa capire a Mario di aver capito di essere stato
ingannato da lui e lo mette in guardia. Poco dopo Nemo si blocca mentre sta per
iniziare un discorso davanti a tutti gli invitati; in quel momento, mentre
Carlo sta per prendere la parola, irrompe nella villa Alex che punta la pistola
contro Nemo; la guardia del corpo di Monica, la sorella di Serena arrivata per
riappropriarsi dell'azienda, spara ad Alex, il quale preme il grilletto e la
pallottola colpisce Carlo il quale, istintivamente per proteggere il padre, si
era contrapposto tra Nemo e Alex. Quest'ultimo muore in ospedale e Nemo fa
sparire il cellulare del ragazzo dove c'era la registrazione dove Nemo
ammetteva di aver ucciso il padre di Alex: a quel punto Nemo e Ferro capiscono
che a consegnare ad Alex la registrazione e a procurargli la pistola è stato
Monterosso. Carlo, invece, si salva per miracolo e dopo non molto si risveglia.
La madre del Tigre sgrida il figlio perché si sta facendo manipolare da Freddy
e lo spinge a "venderlo" a Nemo; poco dopo la donna incontra Nemo
fuori dall'ospedale e gli offre la testa del rumeno in cambio della pace.
Freddy, però, capisce tutto e uccide Tigre; la donna è straziata, chiede a Nemo
di vendicare la morte del figlio e gli consegna la pistola di Monterosso,
quella che è stata usata per uccidere l'agente Riccardi. Freddy e il suo
braccio destro rapiscono Carlo dalla clinica mentre è sedato; Nemo viene
allertato da Lara e insieme a Ferro fa subito cancellare le riprese delle
telecamere, intimando al direttore di non rivolgersi alla polizia perché
vogliono risolvere loro stessi la situazione. Nemo e Mario vanno in banca, ma
il direttore gli comunica che non può prelevare oltre i 5 000 euro perché i
conti bancari della famiglia e della Deep Sea sono controllati dalla Guardia di
finanza; Mario decide di usare i soldi del proprio conto ma non è possibile
perché, ora che lui e Nina sono sposati, il suo conto è unificato con quello
della famiglia Bandera. Freddy chiama Nemo e gli chiede 2 milioni come
riscatto. Monica è pronta a pagare il riscatto, infatti il marito le aveva
affidato dei soldi per alcune transazioni commerciali, è disposta a cederli a
Nemo ma in cambio vuole il 50% della società che era di suo padre. Mario,
designato per consegnare il riscatto, dà a Freddy la borsa con i soldi, mentre
quest'ultimo si allontana, e in una grotta trova Carlo: dopo aver slegato il
ragazzo, questo inveisce contro di lui, Mario perde il controllo quando Carlo
lo chiama "orfano" e lo uccide spezzandogli l'osso del collo, non
sapendo che Monterosso, nascosto tra gli alberi, lo sta filmando con il
cellullare. Mario porta alla villa il cadavere del ragazzo, raccontando che lo
aveva trovato morto dopo lo scambio. Di sera il furgone di Freddy viene
intercettato dagli uomini di Monica tramite un GPS che era stato messo tra le
banconote, la donna risparmia il rumeno chiedendogli di eliminare Nemo per
conto suo. Per evitare problemi con la polizia, la famiglia Bandera mente,
dichiarando che Carlo si è suicidato a causa della morte di Alex.
Nel frattempo
Elisa inizia a sentirsi male, si fa visitare da un medico che le assicura che
sta bene, ha avuto un leggero malessere solo per colpa dello stress, ma le
rivela che il ginecologo ha sbagliato diagnosi: non ha mai avuto l'ipertensione
polmonare come lei crede di avere; quando Elisa giura di farlo radiare dall'albo, il ginecologo si vede
costretto ad ammettere che Mario lo aveva obbligato a mentirle solo per spingerla
ad abortire.
Dopo il funerale Nemo trova il coraggio di raccontare a Lara di
aver ucciso Buscemi e di essere malato, ammettendo di aver rimpianto la sua
decisione di lasciare lei e Ada; poco dopo la ragazza gli salva la vita sparando
in testa a Freddy che stava per ucciderlo. La puntata finisce con Nina che è
incinta, Elisa in lacrime per aver creduto a Mario e pronta a vendicarsi, tutti
ignari che il vero assassino di Carlo è proprio quest'ultimo che c'entra anche con la morte della dottoressa Longhi, e Nemo che
designa come capo dell'azienda Serena ad affiancarlo, così pronti a fare i conti con
Monica e il marito. Sul telefono di Mario arriva un messaggio con il video che
lo ritrae mentre uccide Carlo: è Monterosso che glielo ha mandato.
Insomma il
materiale per una seconda stagione c'è, incrociamo le dita che verrà confermata, dati i bassi ascolti.
La trama è piena di colpi di scena. Tutto ruota attorno alla guerra di successione. Chi sarà il vero erede dell'azienda, tra figli poco affidabili e figliocci troppo interessati alle leve del comando? Ogni puntata segue l'ordine imperturbabile del crime. Non c'è discrepanza tra le scene di azione e quelle di dialogo, tra le situazioni di spietatezza criminale e quelle coperte dal segreto o dall'assenza (la malattia del boss, il primo amore che giace in ospedale in coma irreversibile, l'omosessualità del figlio…). A sorreggere l'impalcatura del racconto ci sono i dialoghi, non tutti scritti né doppiati in pugliese.
Ci sono la vendetta, la rabbia, ma anche l'amore e la generosità, la
viltà e il coraggio, l'amicizia e il tradimento nella trama de Il Petrarca.
Nemo è un uomo forte, carismatico, abituato ad essere rispettato e temuto: solo
sua figlia Lara mostra di non aver paura di lui, lo affronta quando ne ha
bisogno e decide di testa sua quando staccare la spina alla madre in coma.
Mentre gli altri due figli si mostrano per la maggior parte del tempo piuttosto
infantili e non in grado di presenziare l'azienda, a Lara non interessa la Deep Sea per
motivazioni diverse. A differenza di
Carlo che sembra essere al di fuori dei loschi giri del padre e diventa solo
una vittima quando Nemo ammazza il padre del fidanzato, Nina si mostra come una
persona odiosa e viziata che si sposa con Mario convincendosi di aver trovato l'amore; odia a prescindere, senza alcun logico motivo la sorella, solo perché la madre le ha insegnato di comportarsi così, facendole credere che la ragazza aspira ai soldi della famiglia; d'altro canto Lara ha degli ottimi rapporti solo
con Carlo ed Alex all'interno della famiglia.
La maggior parte degli attori sono bravi, meno convincente l'attore che impersona Carlo e, come già detto, Amendola, che ha sempre interpretati uomini buoni, fa molto strano vederlo interpretare la parte del cattivo, ma se la cava molto bene. Sorprendente l'attrice Neva Leoni, già vista in altre serie tv, ad interpretare un personaggio tosto, ribelle e diretto, a causa dei suoi traumi. Commovente la scena in cui la famiglia piange di fronte al cadavere di Carlo. Imperturbabile come sempre Nemo in contrapposizione alla moglie Serena straziata per l'immenso dolore. Quella scena è così empatica che viene da piangere anche a chi la vede. Anche perché ti viene da odiare ancora di più Mario che, all'inizio sembra disegnato come un semplice burattino di Elisa, poi avendo imparato a fare il doppio gioco frega tutti e diventa il burattinaio.
La serie ha uno stile molto
simile ad una soap spagnola, prende molto e non annoia mai; in ogni puntata
succede sempre qualcosa di importante, anche se molte scene sono spesso prevedibili. La fiction è stata pensata per tre stagioni ma, al termine
di questa, era stata annunciata la cancellazione, che Amendola ha smentito.
Sarebbe un peccato che non proseguisse più, dal momento che seguo poco serie
italiane nella tv generalista e questa, nonostante lo stile già accennato, ha un andamento interessante. Non la paragoniamo a serie simili, come Suburra, lontana anni luce, ma rispetto a tante altre serie italiane non annoia.
Una saga famigliare, la ricerca del potere e un incrocio di temi universali: perdono e vendetta, ma anche fragilità e coraggio. Claudio Amendola torna a Mediaset dopo diversi anni, dirigendo e interpretando una nuova fiction. Il Patriarca ti aggancia, anche se non immediatamente: gli snodi della trama, quelli che tengono lo spettatore lontano dal telecomando, non arrivano subito. Si genera, così, quel gioco a scoprire se sarà scoperto, oppure no, il colpevole: un gioco, a cui la fiction generalista non è abituata, avendo sempre dato per scontata la prospettiva del personaggio buono come quella principale. Ma nell'epoca delle piattaforme, della moltiplicazione dei racconti e dei linguaggi, Il Patriarca vuole che anche la tv "vecchio stampo" stia al passo con i tempi. Sicuramente ne vedremo delle belle nella prossima stagione.