DISINCANTO


Disincanto
è una serie comedy-fantasy, creata da Matt Groening, già creatore de I Simpson e di Futurama. A differenza delle due precedenti serie, qui Groening gioca un po' fuori dagli schemi, facendo qualche cambiamento allo schema classico seguito per le altre due, ma cambiando ancora un volta epoca (prima il presente, poi il futuro e ora il passato). La serie è prodotta e distribuita da Netflix. La prima parte della prima stagione, formata da 10 episodi, è disponibile dal 2018, mentre la seconda a partire dal 2019. La terza parte, ovvero la prima della seconda stagione, è disponibile dal 2021, mentre la quarta parte è disponibile dal 2022. La terza stagione arriverà sulla piattaforma a settembre. 
La serie, infatti, anche se basata per lo più su episodi autoconclusivi, presenta una trama di contorno, che tiene legati gli episodi. Il fatto che la serie sia stata stroncata in parte dalla critica la dice lunga, considerando il calibro dell'autore. Probabilmente quelli che ne hanno parlato positivamente, lo hanno fatto solo ed esclusivamente per via del nome Groening, o almeno, io non ci trovo altra spiegazione. La serie, infatti, è pessima, davvero pessima.

La serie ha diverse cose che non vanno. Quello che si propone la serie è di mettere in ridicolo tutti i comportamenti e le usanze tipiche del medioevo, comprese quelle che ricadono nel fantasy medievale. Il problema è che anche se li mette in ridicolo, non riesce proprio a strapparti via una risata, proprio no. Anche se c'è una trama di contorno, che dà un po' di valore aggiunto, non basta ciò a far risalire una serie comedy che non fa ridere. Anzi, il fatto che praticamente le uniche parti interessanti sono quelle che riguardano le scene d'azione legate alla storia, fa risaltare ancora di più il fatto che non faccia ridere. Passando alla grafica, lo stile è quello tipico Groening. Sicuramente iconico, ciononostante, basilare. Quindi, niente di che. Passando alle animazioni, sono buone, ma non eccellenti. Capita spesso di trovarsi di fronte ad alcuni errori grafici, generalmente di movimenti macchinosi, ma anche cose più strane (come la cintura di Dio, che cambia di forma e dimensione). Le scene action sono ovviamente basilari e solo accennate, visto che si parla di una serie comedy, quindi nessun problema, ma il fatto che rubino la scena alle parti divertenti la dice lunga.


I personaggi principali sono tre: Bean, ovvero la protagonista, una principessa alcolizzata e scorretta; Elfo, che è un elfo ingenuo e innocente, preso un po' di mira dai suoi compagni; Luci, un demone scorretto e sopra le righe, ma in fondo anche leale verso i suoi due compagni. Elfo e Luci si pongono un po' come l'angioletto e il diavoletto sulle spalle rispetto a Bean. Insomma, personaggi senza infamia e senza lode. Bean è lo stereotipo del giovane moderno. Non sa bene cosa voglia fare della sua vita, ma non vuole fare ciò che le si suggerisce. Potremmo dire che Elfo e Luci siano due parti complementari di questa giovane donna. Da una parte il non troppo temerario Elfo che ragiona, anche se male, sul da farsi, e dall'altra parte Luci che senza giri di parole ti sprona a fare l'azione peggiore a forza di "Fallo! Fallo! Fallo!". Se in un primo momento il pensiero di Bean era quello di scappare, continuando a vivere avventure con i suoi due strambi amici, crescendo si renderà conto che il regno ha estremo bisogno di lei. 
La storia si svolge a Dreamland, un piccolo regno medievale abbarbicato su una rupe, sopra una cascata, in cui vive il re insieme alla sua seconda moglie, il giovane erede maschio e la principessa Bean nata dal primo matrimonio. Nell'immaginario regno di Dreamland, il re Zøg è costretto ad affrontare una situazione spinosa: l'insofferenza di sua figlia Bean, disubbidiente e alcolista, nonché desiderosa di scoprire sé stessa e di esplorare un mondo che però non dà l'impressione di conservare un posto per una donna decisa e indipendente. La prima parte di Disincanto gira intorno al fatto che la madre di Bean, la Regina Dagmar, sia stata tramutata in statua da qualche nemico del Re. Da quando è successo la principessa è fuori controllo. Il giorno del suo matrimonio con un principe di un regno vicino, con un sonoro "no" lancia via l'anello ed il povero malcapitato rimane impalato in una delle spade del trono (una delle prime citazioni a GOT), cercando di recuperare l'anello, mentre lei scappa dalla finestra. Qui inizia il suo viaggio per capire chi sia Bean e cosa ne farà della sua vita. 
Lei non si arrende: non solo rifiuta il matrimonio di convenienza classico per l'epoca, cui questa serie si ispira, ma, accompagnata da un elfo con desideri simili e dal suo demone personale, è pronta a vivere la propria vita costellata di avventure. Su questa base si innesca man mano una trama orizzontale incentrata sul mistero della sparizione della madre di Bean e di numerosi complotti che vanno ben oltre i confini del regno. Le avventure delle singole puntate sono piuttosto spente, sterili e ripetitive all'inverosimile e l'intreccio che le lega è trattato con superficialità, amalgamandosi male con il resto. Lo stregone di corte scopre che nel sangue degli elfi si trova il segreto per creare l'elisir di lunga vita. Così Re Zøg invia un piccolo esercito verso il villaggio di Elfo. Bean corre subito in soccorso del villaggio dell'amico e, quando il padre le impone di farsi da parte, combatte contro di lui. Elfo muore durante battaglia, e Bean accusa il padre di essere un egoista e crudele. Re Zøg, dispiaciuto per il dolore della figlia, le dice che ha fatto tutto ciò per riportare indietro la madre, ma ora, essendo morto pure l'amico della figlia si sente in colpa poiché, sfortunatamente, con quel poco elisir che hanno prodotto può riportare indietro solo una persona, o la madre o Elfo. Bean risveglia la madre dal sonno di pietra e piange per l'amico. Dopo grandi festeggiamenti per il ritorno della prima regina di Dreamland (la seconda moglie di Zøg, Oona, chiede il divorzio e lascia il regno felicissima), Luci pensa che ci sia qualcosa sotto e indagando scopre che proprio la Regina Dagmar aveva cercato di avvelenare il marito anni prima, ma prendendo il bicchiere sbagliato si era auto-avvelenata. Ma non riesce ad avvertire Bean: Dagmar si rivela essere una strega, il cui unico scopo è quello di portare Bean verso il suo destino, maledicendo tutta la città di Dreamland. 
La seconda parte della prima stagione di Disincanto inizia con Bean e la madre che sbarcano in una lontana terra, dove vengono accolte dagli zii di Bean. Nel castello di famiglia della madre, Bean trova una pozione pietrificante e mettendo insieme gli indizi capisce che è stata la madre a maledire il suo popolo. Mentre si trova nel castello scopre anche che Luci è stato inviato dai suoi zii per farle compiere azioni malvagie e che ora è rinchiuso nelle segrete. Dopo aver fatto saltare il tempio con la madre dentro, Bean corre a liberare Luci e i due si mettono subito in contatto con Elfo che si trova in paradiso e gli dicono di andare all'inferno. Letteralmente. Elfo fa infuriare Dio e viene mandato all'Inferno dove l'attendono Bean e Luci. Tornati sulla Terra e riposizionata l'anima di Elfo nel suo corpo, corrono a Dreamland dove tutto è pietrificato. In soccorso dei nostri "eroi", arriva Oona, l'ex moglie di Re Zøg, la quale si è unita ad una ciurma di pirati comandata da un elfo. Il sangue di Oona è efficace per liberare il popolo dalla maledizione. Mentre si trova nel bosco, Bean vede una strana ed enorme figura andarle contro. Con una freccia l'abbatte e appena arriva nel luogo dello schianto vede qualcosa che non aveva mai visto prima: una macchina dalla quale esce un uomo che Bean porta a corte come prigioniero. Quando l'uomo dice "è la scienza che fa girare il mondo", tutti lo guardano come se fosse pazzo. Bean, incuriosita dalla scienza, libera il prigioniero e gli chiede di portarla da dove viene e di insegnarle più cose che può, così lui la porta a Steamland, dove Bean scopre che c'è un traditore a castello che usa delle armi tecnologiche per uccidere il padre. Bean torna dal padre cercando di avvisarlo, mostrandogli l'arma del futuro delitto, una pistola. Mentre la tiene in mano parte inavvertitamente un colpo che colpisce al petto il Re. Bean viene arrestata, mentre Odval, primo ministro del regno, e l'Arciduchessa cospirarono per far uscire di scena il Re, per mettere sul trono il fratellastro di Bean, Derek, e gestirlo come vogliono poiché ancora bambino. Il primo atto che gli fanno compiere è quello di giustiziare la sorella per stregoneria. Il giorno dell'esecuzione Bean, Luci e Elfo si trovano legati alla legna per il loro rogo. Quando il fuoco divampa si vedono i tre cadere in un buco nel pavimento, dove trovano un personaggio inaspettato. Qui (siamo nell'incipit della terza parte) la principessa si scontra per la seconda volta con la madre, ormai definitivamente il villain principale di questa serie tv. Dopo lo spiacevole incontro, Bean e i suoi amici tornano a palazzo ma, nel frattempo, molto è accaduto e molto ancora aspetta i nostri eroi. Il regno, sotto il controllo del nuovo re Derek (ma gestito dalla setta segreta), si trova in una nuova fase in cui i vizi vengono messi al bando per una prospettiva maggiormente religiosa. Nel frattempo Re Zøg si trova tra la morte e la vita e, per accelerare i tempi, l'Arcidruidessa e Odval lo fanno condurre entro una bara in un lontano cimitero andandolo a sotterrare da vivo. Re Zøg si riconferma uno dei personaggi più interessanti, questa volta alle prese prima con un tentato omicidio e poi con una follia crescente. Dopo essere stato seppellito vivo, il re vive un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress che lo porta a scivolare lentamente nel baratro della pazzia, fino al suo ricovero in un manicomio. Un tema molto interessante e serio che viene trattato con la giusta dose di battute. Peccato, perché il tutto rimane una sottotrama curata malamente, mentre poteva davvero dare il via a un percorso stimolante per la serie. Mentre il padre è fuori gioco, Bean cerca di salvare il regno, andando a Steamland alla ricerca del covo dell'Arciduchessa, e si imbatte in un circo di freak, dove hanno rinchiuso Elfo, e dove farà la conoscenza della sirena Mora, di cui si innamorerà. La protagonista si dimostra più umana e comprensiva con il proprio padre, ormai folle, e con i suoi amici, specialmente con Elfo che maltratta sempre di meno. La principessa mostra per la prima volta tutta la sua paura per ciò che potrebbe essere e cerca in tutti i modi di non pensare realmente a cosa gli stia succedendo, questo dettaglio è rintracciabile nella loro fuga da Steamland dove la nostra eroina sembra possedere degli strani poteri magici a lei stessa sconosciuti, ma allo stesso tempo sembra non dare realmente importanza a tale evento. Al suo ritorno a Dreamland, collabora con Oana per sabotare il piano della setta. Proprio mentre Bean viene incoronata succeditrice al trono, uno strano fumo verde invade la città e Dagmar fa il suo ritorno tramite un ascensore che collega direttamente con l'Inferno. Elfo e Luci cercano di salvare Bean – il primo in lotta con gli orchi e il secondo spedito al paradiso - , ma la neo regina viene trascinata negli Inferi da sua madre che la costringe ad andare in sposa ad un uomo misterioso, Satana. Bean riesce a sfuggire al matrimonio combinato con il Diavolo, che viene invece vincolato a sua madre, e dopo aver preso "in prestito" un dirigibile da Steamland, fa rotta verso casa. Siamo ormai nella quarta parte, dove il re Zøg, dopo una breve trasferta dalle conseguenze spirituali, sembra essere tornato come prima, ma ora è più che felice di affidare le vere responsabilità alla figlia. Tutto a posto? La scoperta delle origini di Elfo, le curiosità sui poteri di Luci e la crescita visibile di Bean sono protagonisti concreti in questa quarta parte. Mentre Zøg si rende conto che la cosa più importante nella sua vita sono le persone a cui tiene davvero, portandolo ad un incontro inaspettato con una "donna selkie" con cui aveva avuto un'avventura in passato (nella seconda parte), Bean combatte con un sogno ricorrente, in cui è protagonista sua madre: la parte 4 si conclude con l'ennesimo cliffhunger, in cui una versione onirica di Bean "cattiva" porta la neo regina nuovamente al cospetto della madre. Ma Dagmar, che adesso fa combutta con il Diavolo, non è l'unica a voler distruggere Dreamland, anche gli Elfi sono intenzionati a riprendersi il regno che apparteneva a loro molto tempo prima.

Una scintilla che brilla intensamente è quando il trio dei protagonisti entra in azione. Le battute sulle stranezze della società medievale, sui più bizzarri usi e costumi del popolino e dei nobili si sprecano e compongono una cornice comica valida. Ma Disincanto non è solo l'ingenuità di Elfo, la vena macabra di Luci e la smania di imprese e novità della principessa Bean; è anche l'irascibilità di 
Zøg, la stravaganza del mago Sorcerio o del primo ministro con tre occhi Odval, è l'invasività dell'onnipresente araldo di corte e dell'umorismo volutamente becero del tuttofare Chazz. 
Ciò che possiamo notare è che ci sono riferimenti visivi alle serie animate de I Simpson e di Futurama. Ma anche de Il Trono di Spade. La stessa Bean può sembrare una fusione del personaggio di Barney (amico di bevute di Homer Simpson), caratterialmente, e di Daenerys, fisicamente. Manca quasi del tutto la satira al presente, le citazioni politiche e tutto ciò che ha reso grandi ed intramontabili i precedenti lavori di Groening, ma Disincanto ha provato a divertire anche se non ce l'ha fatta del tutto. Qualche accenno a Dante e al passaggio infernale, magia e regni incantati fanno la differenza. Il tratto distintivo è, infatti, raccontare la solita fiaba con castelli e principesse, avventure meravigliose e cuori infranti in un modo totalmente nuovo e scanzonato. Un fantasy a modo suo, con tanti ribaltamenti e tanti stranissimi personaggi. Il folle mondo medievale a sfondo fantasy, in cui è ambientata la serie, dà nuovamente l'opportunità al suo autore di esplorare gli aspetti più retrogradi di questa antica e antiquata società, alcuni dei quali possono essere riscontrabili anche nella nostra società contemporanea, uno su tutti la forte discriminazione delle donne. Il personaggio di Bean è il veicolo più adatto a descrivere tale situazione, poiché è una donna assolutamente fuori dagli schemi classici della damigella medievale: volgare, alcolizzata, bruttina e con dei dentoni che la rendono ancor meno attraente, vestita con un paio di calzoni come gli uomini e dedita ad attività considerate prettamente maschili come il combattimento. Bean percepisce, a differenza della stragrande maggioranza delle donne che la circondano, quanto profondamente ingiusto sia il mondo maschilista in cui vive, ma non è certo la sola donna dal carattere forte e deciso presente in Disincanto: ad esempio, la regina Dagmar, madre di Bean, è una donna forte e risoluta, ma il fatto che sia anche crudele e spietata la rende simile alle "matrigne" delle fiabe, mentre al contrario la matrigna Oona "era quella a posto", per usare le parole di Bean. A parte questo filone riguardante la madre di Bean, presente nella seconda parte in cui c'è una vera e propria svolta nella narrazione, tutto il resto rimane sempre molto piatto. Non vengono introdotti nuovi personaggi, o per la precisione non tantissimi, ma vengono sapientemente approfonditi quelli già presentati. È il caso, ad esempio, del piccolo Derek, figlio della seconda moglie di Re Zøg, la regina Oona – che diventa il capo di una nave pirata – le cui origini erano fin troppo avvolte in una coltre di informazioni abbozzate e poco incisive. Chi ci sorprende è Luci che, pur rimanendo una simpatica canaglia demoniaca, compie una maturazione importante e quasi inattesa, che si manifesta nella scelta di rinunciare ai propri poteri per salvare Elfo, riportato alla vita da Bean, distrutta dall'infausta scelta compiuta nel corso del finale della prima stagione. Purtroppo, però, la seconda stagione diventa sempre più confusa. Il problema di Disincanto è che ogni sottotrama finisce ben presto nel dimenticatoio, precisamente quando lo spettatore si sta lasciando coinvolgere. Esempi di ciò sono il rapporto con la madre, il viaggio a Steamland e la follia di re Zøg, tra le altre cose. Ognuna di queste trame dura il tempo di due episodi, abbastanza per farci interessare ma troppo poco per una evoluzione adeguata. Alcuni personaggi vanno e vengono, altri vengono approfonditi maggiormente col passare degli episodi, ma sempre lasciati un po' in sospeso. Un aspetto positivo è che la sessualità della protagonista viene affrontata per la prima volta con estrema delicatezza e naturalezza. Finalmente lo spettatore ha modo di conoscere davvero l'eroina della serie che si presenta sotto una veste molto più fragile e umana.

Per concludere, serie bocciata senza ombra di dubbio per il semplice fatto che non intrattiene, non fa ridere, tutt'altro, è sostanzialmente noiosa, tanto da far sembrare gli episodi lunghi ore. I personaggi, che, come detto, sono senza infamia e senza lode, non risollevano di certo la serie (fossero stati personaggi fatti molto, molto bene, avrei potuto dire che magari la serie valeva la pena per loro, ma non è così).