
La serie, infatti, anche se
basata per lo più su episodi autoconclusivi, presenta una trama di contorno,
che tiene legati gli episodi. Il fatto che la serie sia stata stroncata in
parte dalla critica la dice lunga, considerando il calibro dell'autore.
Probabilmente quelli che ne hanno parlato positivamente, lo hanno fatto solo ed
esclusivamente per via del nome Groening, o almeno, io non ci trovo altra
spiegazione. La serie, infatti, è pessima, davvero pessima.
Una scintilla che brilla intensamente è quando il trio dei protagonisti entra in azione. Le battute sulle stranezze della società medievale, sui più bizzarri usi e costumi del popolino e dei nobili si sprecano e compongono una cornice comica valida. Ma Disincanto non è solo l'ingenuità di Elfo, la vena macabra di Luci e la smania di imprese e novità della principessa Bean; è anche l'irascibilità di Zøg, la stravaganza del mago Sorcerio o del primo ministro con tre occhi Odval, è l'invasività dell'onnipresente araldo di corte e dell'umorismo volutamente becero del tuttofare Chazz.
Per concludere, serie bocciata senza ombra di dubbio per il semplice fatto che non intrattiene, non fa ridere, tutt'altro, è sostanzialmente noiosa, tanto da far sembrare gli episodi lunghi ore. I personaggi, che, come detto, sono senza infamia e senza lode, non risollevano di certo la serie (fossero stati personaggi fatti molto, molto bene, avrei potuto dire che magari la serie valeva la pena per loro, ma non è così).
La serie ha diverse cose che non vanno. Quello che si
propone la serie è di mettere in ridicolo tutti i comportamenti e le usanze
tipiche del medioevo, comprese quelle che ricadono nel fantasy medievale. Il
problema è che anche se li mette in ridicolo, non riesce proprio a strapparti
via una risata, proprio no. Anche se c'è una trama di contorno, che dà un po'
di valore aggiunto, non basta ciò a far risalire una serie comedy che non fa
ridere. Anzi, il fatto che praticamente le uniche parti interessanti sono
quelle che riguardano le scene d'azione legate alla storia, fa risaltare ancora
di più il fatto che non faccia ridere. Passando alla grafica, lo stile è quello
tipico Groening. Sicuramente iconico, ciononostante, basilare. Quindi, niente
di che. Passando alle animazioni, sono buone, ma non eccellenti. Capita spesso
di trovarsi di fronte ad alcuni errori grafici, generalmente di movimenti
macchinosi, ma anche cose più strane (come la cintura di Dio, che cambia di
forma e dimensione). Le scene action sono ovviamente basilari e solo accennate,
visto che si parla di una serie comedy, quindi nessun problema, ma il fatto che
rubino la scena alle parti divertenti la dice lunga.
I personaggi principali sono tre: Bean, ovvero la
protagonista, una principessa alcolizzata e scorretta; Elfo, che è un elfo
ingenuo e innocente, preso un po' di mira dai suoi compagni; Luci, un demone
scorretto e sopra le righe, ma in fondo anche leale verso i suoi due compagni.
Elfo e Luci si pongono un po' come l'angioletto e il diavoletto sulle spalle
rispetto a Bean. Insomma, personaggi senza infamia e senza lode. Bean è lo
stereotipo del giovane moderno. Non sa bene cosa voglia fare della sua vita, ma
non vuole fare ciò che le si suggerisce. Potremmo dire che Elfo e Luci siano
due parti complementari di questa giovane donna. Da una parte il non troppo
temerario Elfo che ragiona, anche se male, sul da farsi, e dall'altra parte
Luci che senza giri di parole ti sprona a fare l'azione peggiore a forza di "Fallo! Fallo! Fallo!". Se in un primo momento il pensiero di Bean era quello
di scappare, continuando a vivere avventure con i suoi due strambi amici, crescendo si renderà conto che il regno ha estremo bisogno di lei.
La storia
si svolge a Dreamland, un piccolo regno medievale abbarbicato su una rupe,
sopra una cascata, in cui vive il re insieme alla sua seconda moglie, il
giovane erede maschio e la principessa Bean nata dal primo matrimonio. Nell'immaginario
regno di Dreamland, il re Zøg è costretto ad affrontare una situazione spinosa:
l'insofferenza di sua figlia Bean, disubbidiente e alcolista, nonché desiderosa
di scoprire sé stessa e di esplorare un mondo che però non dà l'impressione di
conservare un posto per una donna decisa e indipendente. La prima parte di
Disincanto gira intorno al fatto che la madre di Bean, la Regina Dagmar, sia stata tramutata in statua da qualche nemico del Re. Da quando è successo la
principessa è fuori controllo. Il giorno del suo matrimonio con un principe di un
regno vicino, con un sonoro "no" lancia via l'anello ed il povero malcapitato
rimane impalato in una delle spade del trono (una delle prime citazioni a GOT), cercando di recuperare l'anello, mentre lei scappa dalla finestra. Qui inizia il
suo viaggio per capire chi sia Bean e cosa ne farà della sua vita.
Lei non
si arrende: non solo rifiuta il matrimonio di convenienza classico per l'epoca, cui questa serie si ispira, ma, accompagnata da un elfo con desideri simili e
dal suo demone personale, è pronta a vivere la propria vita costellata di
avventure. Su questa base si innesca man mano una trama orizzontale incentrata
sul mistero della sparizione della madre di Bean e di numerosi complotti che
vanno ben oltre i confini del regno. Le avventure delle singole puntate sono
piuttosto spente, sterili e ripetitive all'inverosimile e l'intreccio che le
lega è trattato con superficialità, amalgamandosi male con il resto. Lo
stregone di corte scopre che nel sangue degli elfi si trova il segreto per
creare l'elisir di lunga vita. Così Re Zøg invia un piccolo esercito verso il
villaggio di Elfo. Bean corre subito in soccorso del villaggio dell'amico e, quando il padre le impone di farsi da parte, combatte contro di lui. Elfo muore
durante battaglia, e Bean accusa il padre di essere un egoista e crudele. Re
Zøg, dispiaciuto per il dolore della figlia, le dice che ha fatto tutto ciò per
riportare indietro la madre, ma ora, essendo morto pure l'amico della figlia si
sente in colpa poiché, sfortunatamente, con quel poco elisir che hanno prodotto
può riportare indietro solo una persona, o la madre o Elfo. Bean risveglia la
madre dal sonno di pietra e piange per l'amico. Dopo grandi festeggiamenti per
il ritorno della prima regina di Dreamland (la seconda moglie di Zøg, Oona,
chiede il divorzio e lascia il regno felicissima), Luci pensa che ci sia
qualcosa sotto e indagando scopre che proprio la Regina Dagmar aveva cercato di
avvelenare il marito anni prima, ma prendendo il bicchiere sbagliato si era
auto-avvelenata. Ma non riesce ad avvertire Bean: Dagmar si rivela essere una
strega, il cui unico scopo è quello di portare Bean verso il suo destino, maledicendo tutta la città di Dreamland.
La seconda parte della prima
stagione di Disincanto inizia con Bean e la madre che sbarcano in una
lontana terra, dove vengono accolte dagli zii di Bean. Nel castello di famiglia
della madre, Bean trova una pozione pietrificante e mettendo insieme gli indizi
capisce che è stata la madre a maledire il suo popolo. Mentre si trova nel
castello scopre anche che Luci è stato inviato dai suoi zii per farle compiere
azioni malvagie e che ora è rinchiuso nelle segrete. Dopo aver fatto saltare il
tempio con la madre dentro, Bean corre a liberare Luci e i due si mettono
subito in contatto con Elfo che si trova in paradiso e gli dicono di andare
all'inferno. Letteralmente. Elfo fa infuriare Dio e viene mandato all'Inferno
dove l'attendono Bean e Luci. Tornati sulla Terra e riposizionata l'anima di
Elfo nel suo corpo, corrono a Dreamland dove tutto è pietrificato. In soccorso
dei nostri "eroi", arriva Oona, l'ex moglie di Re Zøg, la quale si è unita ad
una ciurma di pirati comandata da un elfo. Il sangue di Oona è efficace per
liberare il popolo dalla maledizione. Mentre si trova nel bosco, Bean vede una
strana ed enorme figura andarle contro. Con una freccia l'abbatte e appena
arriva nel luogo dello schianto vede qualcosa che non aveva mai visto prima:
una macchina dalla quale esce un uomo che Bean porta a corte come prigioniero.
Quando l'uomo dice "è la scienza che fa girare il mondo", tutti lo
guardano come se fosse pazzo. Bean, incuriosita dalla scienza, libera il
prigioniero e gli chiede di portarla da dove viene e di insegnarle più cose che
può, così lui la porta a Steamland, dove Bean scopre che c'è un traditore a
castello che usa delle armi tecnologiche per uccidere il padre. Bean torna dal
padre cercando di avvisarlo, mostrandogli l'arma del futuro delitto, una
pistola. Mentre la tiene in mano parte inavvertitamente un colpo che colpisce
al petto il Re. Bean viene arrestata, mentre Odval, primo ministro del regno, e
l'Arciduchessa cospirarono per far uscire di scena il Re, per mettere sul trono
il fratellastro di Bean, Derek, e gestirlo come vogliono poiché ancora bambino.
Il primo atto che gli fanno compiere è quello di giustiziare la sorella per
stregoneria. Il giorno dell'esecuzione Bean, Luci e Elfo si trovano legati alla
legna per il loro rogo. Quando il fuoco divampa si vedono i tre cadere in un
buco nel pavimento, dove trovano un personaggio inaspettato. Qui (siamo nell'incipit
della terza parte) la principessa si scontra per la seconda volta con la
madre, ormai definitivamente il villain principale di questa serie tv. Dopo lo
spiacevole incontro, Bean e i suoi amici tornano a palazzo ma, nel frattempo,
molto è accaduto e molto ancora aspetta i nostri eroi. Il regno, sotto il
controllo del nuovo re Derek (ma gestito dalla setta segreta), si trova in una
nuova fase in cui i vizi vengono messi al bando per una prospettiva
maggiormente religiosa. Nel frattempo Re Zøg si trova tra la morte e la vita e, per accelerare i tempi, l'Arcidruidessa e Odval lo fanno condurre entro una bara
in un lontano cimitero andandolo a sotterrare da vivo. Re Zøg si riconferma uno
dei personaggi più interessanti, questa volta alle prese prima con un tentato
omicidio e poi con una follia crescente. Dopo essere stato seppellito vivo, il
re vive un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress che lo porta a
scivolare lentamente nel baratro della pazzia, fino al suo ricovero in un
manicomio. Un tema molto interessante e serio che viene trattato con la giusta
dose di battute. Peccato, perché il tutto rimane una sottotrama curata
malamente, mentre poteva davvero dare il via a un percorso stimolante per la
serie. Mentre il padre è fuori gioco, Bean cerca di salvare il regno, andando a
Steamland alla ricerca del covo dell'Arciduchessa, e si imbatte in un circo di
freak, dove hanno rinchiuso Elfo, e dove farà la conoscenza della sirena Mora,
di cui si innamorerà. La protagonista si dimostra più umana e comprensiva con
il proprio padre, ormai folle, e con i suoi amici, specialmente con Elfo che
maltratta sempre di meno. La principessa mostra per la prima volta tutta la sua
paura per ciò che potrebbe essere e cerca in tutti i modi di non pensare
realmente a cosa gli stia succedendo, questo dettaglio è rintracciabile nella
loro fuga da Steamland dove la nostra eroina sembra possedere degli strani
poteri magici a lei stessa sconosciuti, ma allo stesso tempo sembra non dare
realmente importanza a tale evento. Al suo ritorno a Dreamland, collabora con
Oana per sabotare il piano della setta. Proprio mentre Bean viene incoronata
succeditrice al trono, uno strano fumo verde invade la città e Dagmar fa il suo
ritorno tramite un ascensore che collega direttamente con l'Inferno. Elfo e
Luci cercano di salvare Bean – il primo in lotta con gli orchi e il secondo
spedito al paradiso - , ma la neo regina viene trascinata negli Inferi da sua
madre che la costringe ad andare in sposa ad un uomo misterioso, Satana. Bean
riesce a sfuggire al matrimonio combinato con il Diavolo, che viene invece
vincolato a sua madre, e dopo aver preso "in prestito" un dirigibile da
Steamland, fa rotta verso casa. Siamo ormai nella quarta parte, dove il
re Zøg, dopo una breve trasferta dalle conseguenze spirituali, sembra essere
tornato come prima, ma ora è più che felice di affidare le vere responsabilità
alla figlia. Tutto a posto? La scoperta delle origini di Elfo, le curiosità sui
poteri di Luci e la crescita visibile di Bean sono protagonisti concreti in
questa quarta parte. Mentre Zøg si rende conto che la cosa più importante nella
sua vita sono le persone a cui tiene davvero, portandolo ad un incontro
inaspettato con una "donna selkie" con cui aveva avuto un'avventura in passato
(nella seconda parte), Bean combatte con un sogno ricorrente, in cui è
protagonista sua madre: la parte 4 si conclude con l'ennesimo cliffhunger, in
cui una versione onirica di Bean "cattiva" porta la neo regina nuovamente al
cospetto della madre. Ma Dagmar, che adesso fa combutta con il Diavolo, non è
l'unica a voler distruggere Dreamland, anche gli Elfi sono intenzionati a
riprendersi il regno che apparteneva a loro molto tempo prima.
Una scintilla che brilla intensamente è quando il trio dei protagonisti entra in azione. Le battute sulle stranezze della società medievale, sui più bizzarri usi e costumi del popolino e dei nobili si sprecano e compongono una cornice comica valida. Ma Disincanto non è solo l'ingenuità di Elfo, la vena macabra di Luci e la smania di imprese e novità della principessa Bean; è anche l'irascibilità di Zøg, la stravaganza del mago Sorcerio o del primo ministro con tre occhi Odval, è l'invasività dell'onnipresente araldo di corte e dell'umorismo volutamente becero del tuttofare Chazz.
Ciò che possiamo notare è che ci sono riferimenti visivi alle
serie animate de I Simpson e di Futurama. Ma anche de Il Trono
di Spade. La stessa Bean può sembrare una fusione del personaggio di Barney
(amico di bevute di Homer Simpson), caratterialmente, e di Daenerys, fisicamente.
Manca quasi del tutto la satira al presente, le citazioni politiche e tutto ciò
che ha reso grandi ed intramontabili i precedenti lavori di Groening, ma Disincanto
ha provato a divertire anche se non ce l'ha fatta del tutto. Qualche accenno a Dante e al
passaggio infernale, magia e regni incantati fanno la differenza. Il tratto
distintivo è, infatti, raccontare la solita fiaba con castelli e principesse,
avventure meravigliose e cuori infranti in un modo totalmente nuovo e
scanzonato. Un fantasy a modo suo, con tanti ribaltamenti e tanti stranissimi
personaggi. Il folle mondo medievale a sfondo fantasy, in cui è ambientata la
serie, dà nuovamente l'opportunità al suo autore di esplorare gli aspetti più retrogradi
di questa antica e antiquata società, alcuni dei quali possono essere
riscontrabili anche nella nostra società contemporanea, uno su tutti la forte
discriminazione delle donne. Il personaggio di Bean è il veicolo più adatto a
descrivere tale situazione, poiché è una donna assolutamente fuori dagli schemi
classici della damigella medievale: volgare, alcolizzata, bruttina e con dei
dentoni che la rendono ancor meno attraente, vestita con un paio di calzoni
come gli uomini e dedita ad attività considerate prettamente maschili come il
combattimento. Bean percepisce, a differenza della stragrande maggioranza delle
donne che la circondano, quanto profondamente ingiusto sia il mondo maschilista
in cui vive, ma non è certo la sola donna dal carattere forte e deciso presente
in Disincanto: ad esempio, la regina Dagmar, madre di Bean, è una donna forte e
risoluta, ma il fatto che sia anche crudele e spietata la rende simile alle "matrigne" delle fiabe, mentre al contrario la matrigna Oona "era quella a
posto", per usare le parole di Bean. A parte questo filone riguardante la madre
di Bean, presente nella seconda parte in cui c'è una vera e propria svolta
nella narrazione, tutto il resto rimane sempre molto piatto. Non vengono
introdotti nuovi personaggi, o per la precisione non tantissimi, ma vengono
sapientemente approfonditi quelli già presentati. È il caso, ad esempio, del
piccolo Derek, figlio della seconda moglie di Re Zøg, la regina Oona – che diventa
il capo di una nave pirata – le cui origini erano fin troppo avvolte in una
coltre di informazioni abbozzate e poco incisive. Chi ci sorprende è Luci che, pur
rimanendo una simpatica canaglia demoniaca, compie una maturazione importante e
quasi inattesa, che si manifesta nella scelta di rinunciare ai propri poteri
per salvare Elfo, riportato alla vita da Bean, distrutta dall'infausta scelta
compiuta nel corso del finale della prima stagione. Purtroppo, però, la seconda stagione
diventa sempre più confusa. Il problema di Disincanto è che ogni
sottotrama finisce ben presto nel dimenticatoio, precisamente quando lo
spettatore si sta lasciando coinvolgere. Esempi di ciò sono il rapporto con la
madre, il viaggio a Steamland e la follia di re Zøg, tra le altre cose. Ognuna
di queste trame dura il tempo di due episodi, abbastanza per farci interessare
ma troppo poco per una evoluzione adeguata. Alcuni personaggi vanno e vengono,
altri vengono approfonditi maggiormente col passare degli episodi, ma sempre lasciati un po' in sospeso. Un aspetto
positivo è che la sessualità della protagonista viene affrontata per la prima
volta con estrema delicatezza e naturalezza. Finalmente lo
spettatore ha modo di conoscere davvero l'eroina della serie che si presenta
sotto una veste molto più fragile e umana.
Per concludere, serie bocciata senza ombra di dubbio per il semplice fatto che non intrattiene, non fa ridere, tutt'altro, è sostanzialmente noiosa, tanto da far sembrare gli episodi lunghi ore. I personaggi, che, come detto, sono senza infamia e senza lode, non risollevano di certo la serie (fossero stati personaggi fatti molto, molto bene, avrei potuto dire che magari la serie valeva la pena per loro, ma non è così).