ECHOES


Ho iniziato questa serie con nessuna aspettativa, mi ispirava il titolo e mi piaceva l'attrice. Visto che il mondo seriale è ormai completamente ingestibile in termini quantitativi, quasi ormai un anno fa si è fatta strada questa miniserie thriller di Netflix di sette episodi e l'ho messa in lista; un mesetto fa mi sono convinta di iniziare a vederla. Non mi ispirava immediatamente, dopo il primo episodio la stavo abbandonando ma un paio di settimane dopo l'ho ripresa e conclusa in una giornata. L'avrei potuta lasciare nel cassetto. A conti fatti non ho molta voglia di recensirla, come mi è capitato tante altre volte. Ma siccome sono una nerd metodica con qualche piccolo disturbo ossessivo compulsivo non diagnosticato, eccomi qui a parlare dell'ennesima serie tv che non convince.

Creata dall'ideatore di Tredici Brian Yorkey e da Vanessa Gazy, alla sua seconda esperienza di creatrice di serie tv, Echoes ha per protagonista Michelle Monaghan, che ben conosciamo per True Detective, The Path e un tot di film che dopo un po' di gavetta l'hanno portata ad avere una serie tutta per sé, dove interpreta addirittura due personaggi. Echoes parla, infatti, di Leni e Gina, due sorelle gemelle omozigoti con un legame speciale che, fin dall'adolescenza, hanno questa simpatica abitudine di scambiarsi le vite, al punto che arrivano a farlo con cognizione di causa una volta all'anno, nell'esatto giorno del loro compleanno, sostituendosi nel letto del marito dell'altra, condividendo la crescita di una figlia, cambiando lavoro e abitazione fino al prossimo switch. Quello che era nato come un semplice gioco da piccole, è proseguito poi negli anni, finché da adulte si ritrovano ad avere una doppia vita a tutti gli effetti. Questo sarebbe già materiale sufficiente per una storia a sé stante, magari pure per una commedia, ma la faccenda si complica quando una delle due scompare e l'altra deve tornare al paese natio per capire cosa sta succedendo, aprendo un vaso di pandora di segreti, gelosie e casini vari. Apparentemente le due - che hanno perso la madre da piccole - hanno vite molto diverse: Gina fa la scrittrice e vive a Los Angeles con suo marito, mentre Leni lavora nella nativa fattoria in campagna insieme alla sua famiglia. In realtà, l'affetto e l'estrema confidenza delle due sono spesso travolti dal senso di possesso e dal rancore represso. Infatti, anche se in apparenza Leni e Gina sono uguali, hanno un temperamento radicalmente diverso come mostrano fin da piccole. Proprio dei retroscena sulla loro infanzia rendono la trama più avvincente. Anche la parte sulla gelosia tra sorelle è un aspetto affascinante di questa storia che dà alla trama quella parte psicologica che, forse, è l'unico elemento che permette allo spettatore di andare avanti nella visione, nonostante la scarsa qualità del racconto. 
Come detto, la storia parte da una sparizione, che però non resta tale per l'intera durata della serie, ma che anzi viene risolta prima della metà. Una scelta che lì per lì appare strana, perfino un po' goffa, ma che si spiega con il fatto che quella sparizione era in realtà solo uno strumento con cui accendere la miccia della faida fra gemelle, perché ovviamente Echoes si basa sul fatto che quello strano accrocchio scambista era lo standard della vita di Leni e Gina, ma viene poi ribaltato e messo in crisi da una serie di altri eventi e decisioni. Quando Leni scompare senza lasciare tracce, Gina riceve una telefonata da parte del cognato che la informa della sparizione di sua sorella e decide, così, di tornare a Mount Echo per indagare sull'accaduto, ma siamo noi pubblico a scoprire una verità ben più contorta alla base dello stesso mistero: Gina è Leni e ad essere sparita è in realtà Gina. Così veniamo catapultate nel favoloso mondo adolescenziale degli anni '90 delle gemelle Olsen. Quando "Leni" scompare, "Gina" ha la sensazione che la sorella abbia iniziato a deviare selvaggiamente dal percorso che avevano concordato e che – forse – la sua misteriosa sparizione sia stata una fuga pianificata. Fingendo un infortunio, decide quindi di tornare a essere Leni (la sua identità originaria) per cercare di capire perché il loro patto senza soluzione di continuità sia improvvisamente andato in frantumi. Mentre tutti sono sollevati dal ritorno di Leni, lo sceriffo locale inizia, tuttavia, ad avere dei sospetti sulle sorelle, che ritiene possano essere state coinvolte in un grosso incendio con vittime in una chiesa diversi anni prima. Dopo la rilevazione del loro passato, attraverso vari flashback, e gli interrogatori della polizia, intuiamo che Gina voleva fuggire con il suo amante, l'unico a conoscere la verità, e finalmente (dopo anni!) si ribella alla sorella matta – sembra non accetti più di voler fare lo scambio - così scappa in un bosco fino a giungere in un fiumiciattolo, unica via di fuga (pardon??). Leni vuole uccidere la sorella con l'ascia e poi cerca di farla affogare nel fiume, ma quando questa precipita dalla cascata, si dispera in modo sincero! Una reazione, dunque, senza senso. La vuoi uccidere e poi non sopporti che muoia? Finale banale, scontato e deludente; ho fatto fatica a seguirla e finirla. La serie la reputo noiosa e contorta.

Uno degli aspetti che Echoes fa fatica a gestire è proprio la presenza contemporanea delle due gemelle, e la necessità di distinguerle l'una dall'altra. Se la loro intercambiabilità dovrebbe essere un problema per i personaggi, non dovrebbe esserlo per gli spettatori, i quali invece sono spesso messi in crisi non tanto dall'aspetto delle protagoniste (in cui giocano un ruolo importante piccole differenze nel trucco e nella pettinatura di Michelle Monaghan), quanto dall'associazione fra personaggio e nome. Gli scambi di ruolo tra le due gemelle sono tanto frequenti che gli spettatori non sempre riescono a capire chi si trova in scena. Se da una parte ciò contribuisce a creare un clima misterioso, dall'altra non rende chiari alcuni passaggi fondamentali della storia e di conseguenza difficilmente ci si appassiona alla trama. Per dirla semplice, Echoes è una serie in cui, specie nella prima metà, si continuano a sentire a rullo i nomi di Leni e Gina, faticando a ricordare quali dovrebbero essere le caratteristiche principali di ognuna, chi sta interpretando quella che stiamo vedendo in quel momento, e chi invece è davvero. Una volta che pensiamo di riconoscere distintamente Leni e Gina dai loro atteggiamenti, ci rendiamo conto che sbagliamo. L'interpretazione sottile e caratterizzante di Michelle Monaghan contribuisce in gran parte alla riuscita dei due personaggi. 
La loro vita privata viene quotidianamente raccontata in un diario virtuale condiviso fino al giorno in cui Leni scompare dopo un furto sospetto. La caratteristica migliore della serie, probabilmente, è proprio l'idea di base, questo grumo morboso di gemellanza in cui, partendo dalla peccaminosa condivisione di un fidanzato durante l'adolescenza (adesso attuale marito di Leni), si arriva a una vita assurda in cui ci si scambiano mariti e prole. Il tema del doppio è indubbiamente il perno della miniserie, già anticipato dal titolo Echoes ("Echi"), tema in auge fin dalla mitologia. 

Verso fine stagione, con il racconto del passato delle due, un po' di pezzi vanno al loro posto e si riesce a districarsi meglio nella matassa, ma la confusione provata all'inizio, palesemente, non è un espediente narrativo, ma semplice incapacità di dare abbastanza informazioni nel modo corretto. Scoprire il passato delle due ci permette di avere un quadro più chiaro dell'intensità del loro rapporto, e rende quindi meno inverosimile l'insorgenza di qualcosa di davvero strano per tutti noi. Per esempio, il fatto che Leni (per quello che sappiamo di lei) ogni anno rinunci per dodici mesi a guardare la figlia crescere, mah, lascia francamente un po' interdetti. Sarò dura, ma lo reputo molto difficile non sentire così a lungo la mancanza della propria figlia. Alla madre mancava l'istinto materno e non vedeva l'ora di fuggire dal ruolo di madre, moglie e brava figlia, ok. Capita molto più spesso di quanto non si creda. Quando, però, hai un figlio, nonostante non ti senta adeguata come madre, solo il pensiero di sentirselo strappare ti dilania – almeno credo. La donna è palesemente mentalmente instabile. Ma a pesare molto più di questo è la totale ingenuità degli altri personaggi. Io capisco che alla base di questa storia ci sia l'incapacità di padri, mariti e figli di accorgersi che la persona che hanno accanto è cambiata dalla sera alla mattina, però questa è un'idea così tosta, che va costruita e venduta nel miglior modo possibile. Questo non succede come dovrebbe, e in troppe occasioni ci si trova a chiedersi come sia plausibile che un marito, un padre, una figlia, non riconosca uno scambio in cui sì, i geni sono gli stessi, ma la persona che è arrivata non può aver assorbito l'esperienza dell'anno precedente con un aggiornamento di un'oretta in una camera d'albergo o poco più. Non può essere credibile uno scambio in un diario di un intero anno, per quanto due persone possano essere identiche per tutto e in tutto. L'unico ad accorgersi di tale scambio è il marito psicologo di Gina, come anche l'amante della stessa con cui aveva avuto una storia nel suo passato da adolescente. Tutto appare tortuoso e ripetitivo, tentando una commistione di generi mal riuscita e donando la sensazione di una miniserie nata inizialmente come film per la tv e trasformata poi in serial. Facile prevedere, dunque, che i molti twist che punteggiano la trama suonino forzati, casuali, e soprattutto non adeguatamente emozionanti, perché non riusciamo a essere "dentro" la storia come dovremmo. Stiamo sempre dietro ad un thrillerino e non a livelli alti della serialità. 
Allo stesso tempo, però, proprio la natura particolare della trama di Echoes, con due personaggi identici, interpretati da una sola attrice, poteva fornire lo spunto per qualche soluzione creativa, qualche transizione che riuscisse a sorprendere. Da questo punto di vista, invece, c'è poco o nulla, con Michelle Monaghan che ogni tot cambia pettinatura, cercando di fregare tutti. 
Un punto a favore, forse, va per lo meno ai personaggi secondari. In generale, questi ultimi appaiono ben costruiti e aiutano a delineare meglio le figure delle due gemelle. Innanzitutto, i mariti di Leni e Gina evidenziano le personalità apparentemente diverse delle protagoniste, oltre a mettere in evidenza la loro incapacità di non condividere anche l'aspetto sentimentale delle loro vite. Jack – il marito di Leni – si presenta come un uomo di campagna dal carattere tenace e deciso, mentre Charlie è uno psicologo letterato ed è l'unico con il sospetto che quella con cui convive sia la cognata ma poi, quando ne ha la certezza, lo accetta comunque per aiutare la vera moglie nella sua guarigione psicologica. Inoltre, la sorella maggiore delle due gemelle, Claudia, si mostra come un personaggio inizialmente defilato; in realtà la sua storia nasconde un segreto cupo essenziale nella trama: da piccole, in un momento di litigio tra le due, le gemelle hanno contribuito ad un incidente che l'ha resa paralizzata. Infine, Dylan James, l'amante di Gina, risulta un personaggio fortemente misterioso, sviluppato in modo convincente e adatto a creare suspence. Questi verrà ucciso da Leni quando scoprirà la voglia della sorella di voler fuggire da quello scambio malsano. 

Fin dalle scene iniziali, l'atmosfera di Echoes si mostra abbastanza cupa e ricca di suspence.
Prime tra tutti sono senza dubbio le ambientazioni rurali: la fattoria di Leni e Jack, in questo senso, risulta uno scenario davvero azzeccato, così come la chiesa del paese, ambientazioni però poco sfruttate. Sembra, infatti, non esserci particolare cura per l'editing e la fotografia, che vive di superficialità priva di virtuosismi di sorta. La suspence ed il mistero si affermano come gli elementi protagonisti della serie, anche se talvolta per raggiungerli vengono presentate scene poco credibili. Infatti – oltre ai casi della polizia irrisolti e ai dettagli cupi sul passato delle protagoniste – a volte l'effetto di mistero si ottiene con snodi narrativi non verosimili. Alcuni passaggi risultano ovviamente più riusciti di altri, come la puntata "rivelatrice" - la quinta - o il doppio interrogatorio che vede le gemelle a confronto.

Echoes è insomma una serie che parte da un materiale narrativo stuzzicante ma che, come spesso accade con le serie di questo livello medio-basso, semplicemente non lo sa gestire. I presupposti c'erano ma non sono bastati facendo l'errore di non curare la sceneggiatura (sottolineo quel primo episodio talmente mal strutturato che si rischia di voler abbandonare fin da subito il tutto). Il risultato è che tutta la struttura vacilla visibilmente, e la sospensione di incredulità che dovrebbe servire agli spettatori per farsi coinvolgere dalla narrazione, è continuamente spezzata da momenti che fanno scuotere la testa. Echoes appartiene a quel genere di prodotti mediocri che Netflix ormai produce a ciclo continuo e che ti fanno riflettere che si tratta di una miniserie di cui potevamo fare a meno e che quelle dieci ore potevano davvero essere spese per qualcosa di meglio.