Anime False (in lingua originale, Biz Kimden Kaçiyorduk Anne?, ovvero Who were we running
from? che si traduce Da chi stavamo scappando, mamma?) è la nuova
serie televisiva turca in sette episodi diretta da Umut Aral e Gökçen Usta ed è
tra gli show più apprezzati della piattaforma, così tanto acclamato da essere
entrato nella top 10 dei contenuti seriali più visti ultimamente su Netflix.
La realizzazione, in realtà, propone qualcosa di nuovo, ribaltando
il classico punto di vista dei titoli di genere crime-thriller, calandoci, fin
da subito, nei panni del male, incarnato da una madre (Melisa Sözen) e una
figlia (Eylül Tumbar), in lotta perenne contro la giustizia e alla ricerca
continua di anime false da punire, albergo dopo albergo, con continui
spostamenti senza mai una meta. Una produzione fuori dagli schemi ma che perde
di efficacia già a partire dalla seconda puntata, rivelando uno schema
narrativo episodico fin troppo ripetitivo, con qualche cortocircuito nella
costruzione dei colpi di scena della storia. Nonostante questo, la
caratterizzazione delle due protagoniste brilla per solidità e la messiscena è
particolarmente suggestiva, specialmente quando lavora, esteticamente, sulla
psicologia delle due donne.
L'aspetto
più affascinante di Anime False è proprio la forte contrapposizione tra
le due protagoniste della storia e tutto il resto del mondo che viene identificato
come un agglomerato di anime false, gentaccia, persone che vivono solo di
apparenze. Anne (la madre) e Bambi (la figlia, il cui nome "Bambi"
non è affatto casuale ma funzionale al racconto) sono due persone rotte dentro
ma che hanno imparato a sopravvivere grazie all'amore e al senso di protezione
che hanno nei loro confronti. Il bello di questa storia spiazzante e
coinvolgente è il racconto a tratti dolce e a tratti inquietante
dell'ossessione che una madre può avere per la figlia, un'ossessione tale da
spingerla a fare di tutto per evitare che possa conoscere il dolore della vita ma, si sa, la vita è fatta anche di questo. Se inizialmente lo spettatore è
portato a credere che la madre – che non viene mai chiamata con il suo vero
nome – tenga in pugno la figlia, lasciandola incapace di scegliere a lungo
andare, con gli episodi scopriamo che in realtà non è così: Bambi scoprirà
presto cosa vuol dire crescere e anche quali conseguenze si porta dietro questo
naturale decorso della vita. La madre ha preferito tenere nascosto il suo
passato e Bambi ha saputo di dover tenere sempre sotto controllo la sua
curiosità. La
curiosità di Bambi è cresciuta nel tempo e spesso pone alla madre domande
difficili. Cresciuta
con una madre dispotica, la madre di Bambi ha visto crescere negli anni della
sua gioventù un odio profondo e viscerale verso i suoi genitori che non l'hanno
mai protetta.
Nonostante, ormai, Bambi conosca la fiaba di Bambi a memoria, la
madre continua a leggergliela e si indispone quando scopre che la figlia in
realtà non ha più bisogno di lei perché conosce le parole perfettamente. Così
come la madre della fiaba di Bambi, la madre del nostro racconto cerca di
proteggere la figlia dalle "anime false" perché rimanere fissi nello stesso
posto era un rischio che sua madre non era disposta a correre.
Il loro viaggio
in Anime False è una continua fuga dalla realtà. Nei vari
flashback lo spettatore ha la possibilità di scoprire anche l'identità del
padre naturale di Bambi: il meccanico che lavorava per conto del padre del
quale la madre di Bambi si è perdutamente innamorata ma poi per circostanza che
non vengono spiegate l'uomo non farà parte del futuro della vita delle due. Tra
le possibilità di questa sparizione potrebbe esserci la famiglia dispotica: una
volta scoperta l'identità del padre della bambina hanno fatto di tutto per
separarli. Oppure, ipotesi plausibile, l'uomo stesso si è allontanato per
paura.
Se per tutti questi anni la madre di Bambi ha sempre pensato di aver causato la
morte dei suoi genitori, manomettendo i freni dell'auto, scopriamo che, in realtà, a
perdere la vita sono stati la madre della donna e l'autista. Il padre è ancora
vivo e ha aspettato tutti questi anni proprio che la figlia commettesse un passo
falso. Rimaste senza soldi durante i loro infiniti viaggi, madre e figlia si
rivolgeranno ad un agente immobiliare per la vendita della casa sulla
scogliera, la casa dove è cresciuta la donna. E mentre i molteplici omicidi
attirano l'attenzione della polizia, il padre di Anne si accorda con quest'ultimi per
riuscire a catturare la donna. Purtroppo, però il suo piano avrà un risvolto drammatico e
l'uomo morirà proprio per mano della stessa nipote che stava cercando di "salvare". Per la prima volta Bambi si sporca le mani e questo sarà l'inizio
del declino di Anime False e della loro storia. Cresciuta lontano da
tutto e da tutti, Bambi ha maturato lo stesso disprezzo per gli esseri umani
della madre e una volta che questi era in pericolo di morte, ha fatto di tutto
per proteggere la sua metà. La verità che la madre scopre alla fine è che Bambi sta crescendo e come il cerbiatto nella
fiaba dovrà iniziare a vedersela da sola. Il raggiungimento di questa
consapevolezza rende il sacrifico della madre ancora più catartico e in linea
con l'arco narrativo del personaggio. Bambi può badare a sé stessa e lo sa
anche lei, ragion per cui non si volta indietro una volta che sente gli spari.
Va detto che la forza maggiore di Anime False
è proprio la scrittura, nonostante ci sia una sensazione che non ci lascia.
Quale? Lo show corre veloce senza una meta ben precisa. A proposito di
scrittura, come spesso accade, la serie arriva da un romanzo, in questo caso
scritto da Perihan Mağden. Effettivamente, si ha la percezione che l'intera
messa in scena, e il profilo delle protagoniste, derivi proprio da un'opera
letteraria. Sta di fatto che, immediatamente, entriamo nel vivo della vicenda: "Stanno
arrivando", ci dice Anne. Ma da chi o da cosa stanno scappando
realmente le due donne? Man mano che la loro fuga procede, si fa sempre più
strada il dubbio che il vero pericolo sia rappresentato proprio dalla madre
stessa: infatti, più la figlia cresce e diventa oggetto di attenzioni da parte
del mondo esterno, più aumenta la scia di cadaveri che la donna si lascia
dietro.
La regia coglie determinate sfumature caratteriali, così come alcuni
particolari dei due personaggi principali, riuscendo perfettamente a delineare,
con il supporto della scrittura, delle figure psicologicamente instabili, ma
molto affascinanti. Un altro problema che si riscontra in Anime False è la
ripetitività dello schema narrativo presente all'interno delle varie puntate.
In ogni episodio, infatti, vediamo madre e figlia che cambiano albergo,
uccidono la vittima designata o evidenziano il loro bersaglio e, negli ultimi
minuti, puntualmente vengono braccate dalla polizia che però non riesce a
prenderle.
Non sembrava un successo annunciato, dopotutto Anime False è
di uno di quei titoli Netflix arrivati sul catalogo senza fare troppo
rumore. A differenza di altre serie uscite nello stesso periodo che sono state
più pubblicizzate, Anime False è arrivata sulla piattaforma di streaming a
testa bassa, senza troppe pretese, pronta a raccontare una storia con cui molte
donne, e soprattutto molte madri, in qualche modo, potessero identificarsi.
Allo stesso modo Anime False è stata in grado di stupirci e raccontarci una storia
spiazzante, accattivante, dura ma anche molto tenera.