TRU CALLING


La serie tv di cui vi sto per parlare è andata in onda nel lontano 2003 in seconda serata. Ve la ricordate Tru Davies che era in grado di udire le voci dei morti, i quali le chiedevano aiuto per tornare in vita? Nonostante una simile stranezza, Tru cerca di condurre una vita apparentemente normale, circondandosi di amici, parenti e colleghi. Dunque una doppia vita con un segreto da custodire. Niente di nuovo se non che stiamo parlando di quasi vent'anni fa. Insieme a tante altre serie, Tru Calling in quei anni mi ha fatto fantasticare, ridere e strippare di paura. Oggi sicuramente non potrà mai essere un prodotto innovativo, come lo era all'epoca, ma di sicuro avrebbe potuto avere molta più fortuna rispetto a tanti anni fa.

Tru Davies (Eliza Dushku) è una giovane neolaureata in medicina che, dopo aver perso la borsa di studio e aver visto naufragare la possibilità di fare la tirocinante in ospedale, trova lavoro come assistente notturna all'obitorio di New York, là dove "la maggior parte di queste persone dovrebbe essere ancora viva". Tru fa di necessità virtù almeno fino a quando, durante la prima notte di lavoro, crede di sentire la vittima di un omicidio appena trasportata all'obitorio dirle: "solo tu puoi aiutarmi" o una cosa del genere. L'indomani mattina la protagonista si sveglia realizzando di essere all'inizio della giornata precedente, dodici ore prima che l'omicidio della "morta parlante" venga compiuto. Quello di Tru è in soldoni un viaggio in un tempo alternativo, attraverso una miracolosa seconda possibilità messagli a disposizione dall'onnipotente o, per essere più precisi, dal creatore della serie Jon Harmon Feldman. Ed è così che Tru corre proprio come esattamente fa la protagonista del film Lola Corre. Con i minuti contati Tru è costretta a perlustrare la città per fermare il delitto prima che sia consumato. Ma per riuscire nell'intento deve prima di tutto entrare in contatto con la futura vittima: "non so come dirtelo, ma te lo dico lo stesso: oggi morirai, devi fidarti di me. Forse possiamo evitarlo, abbiamo nove ore. Tu mi hai chiesto aiuto, ora io ho bisogno del tuo". Certo detta così la vittima la crederà pazza, infatti scappa e Tru deve fare in modo di salvarla ad ogni costo. 
In ogni episodio, che ha sempre una vittima diversa, Tru trova diversi escamotage per avvicinare la vittima e diventare sua amica. In questo modo indaga sul passato della vittima, sui moventi degli omicidi, scoprendo l'assassino. In qualche modo assistiamo ad un giallo. In genere si tratta sempre di vittime uccise o morte ingiustamente. "Perché si rivolgono proprio a me?" si chiede Tru nella puntata pilota; "forse perché sanno che tu li ascolti", le viene risposto da chi sa di sapere qualcosa sul suo passato. A volte si trova a dover salvare più persone in uno stesso giorno o una persona differente rispetto a chi le ha chiesto aiuto. Come dimenticare la commovente storia di Michael Mancuso che si trova costretto a commettere atti illeciti per procurarsi le cure per la figlia malata, non essendo più in possesso dell'assicurazione sanitaria; l'uomo chiede aiuto a Tru non per salvare sé stesso ma per salvare la figlia morta. Tru, molto colpita da questa storia, deve rivivere l'ultimo giorno di Michael quattro volte prima di potergli essere davvero d'aiuto. 
Parallelamente al suo nuovo lavoro, la protagonista cerca di aiutare i suoi familiari a migliorare le loro vite infelici e autodistruttive: quella della sorella maggiore Meredith, ricca avvocatessa di promettente carriera ma dedita alle droghe, nonché quella del più giovane Harrison, affascinante scansafatiche con il vizio del gioco d'azzardo e l'inclinazione a ficcarsi nei guai. I tre fratelli hanno perso la madre – uccisa quando la protagonista aveva dodici anni da un uomo che non è mai stato catturato. Meredith rimprovera una Tru ancora in cerca di risposte: "non puoi cambiare le persone, non puoi salvarle, non ci sei riuscita con nostra madre dieci anni fa e non ci riuscirai nemmeno con me". 

Nonostante inizialmente la trama sia sembrata apparentemente un po' ripetitiva per lo script identico che si susseguiva nei vari episodi, Tru Calling è senza ombra di dubbio migliorata poco a poco. A metà del secondo ciclo entra in scena Jack Harper (interpretato da un redivivo Jason Priestley), il nuovo assistente dell'obitorio che denota la stessa capacità di Tru, sebbene con intenti opposti a quelli della redenzione. Il tutto è diventato molto più avvincente quando abbiamo scoperto che molti anni prima fu proprio il padre di Tru, Richard, a ordinare l'omicidio di sua moglie. Con l'avanzare degli episodi, inoltre, siamo venuti a conoscenza del fatto che entrambi i genitori della ragazza avessero lo stesso potere: i due, tuttavia, lo utilizzavano in maniera completamente differente. Mentre la madre di Tru cercava – esattamente come sua figlia – di salvare coloro che le chiedevano aiuto, Richard tentava in tutti i modi di metterle i bastoni tra le ruote per non ostacolare il fato. Esatto, proprio come Jack. Ogni volta che Tru salva qualcuno che le chiede aiuto, modifica leggermente il destino e il suo piano originario, allontanandosi, leggermente, da quello che il fato aveva prestabilito. Arriviamo al finale, dove, alla fine, al pubblico era chiaro che Tru aveva un nemico, qualcuno che lavorava contro di lei per mantenere la linea del tempo originale, senza alcun cambiamento. L'idea, in realtà, non è mai stata quella di Jack come un vero e proprio "cattivo": era solo qualcuno che aveva una visione differente di ciò che rappresenta il "bene" e ciò che rappresenta il "male". Tru capirà ben presto che si dovrà difendere dal suo nemico: mentre lei cerca di salvare le vittime, Jack tornando indietro nel tempo cerca di impedire che lei lo faccia; in un duello finale in cui è Harrison a perdere la vita, Jack nonostante sia suo amico ritiene che la cosa giusta sia che Harrison muoia. Non perché abbia fatto qualcosa di sbagliato, ma perché non si possono cambiare le regole del destino. Tru ovviamente fa di tutto per impedire la morte di suo fratello e, dopo averlo salvato, comprenderà cosa voleva dire realmente Jack con "se tu cambi il destino, bisogna restituire al destino ciò che hai tolto". E quindi una vita per una vita. L'uomo fa in modo che Luc, il ragazzo di Tru, si trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Sono trascorsi alcuni mesi dagli ultimi, tragici avvenimenti. Molte cose sono cambiate nella vita di Tru, eccetto una, la più importante: Jack è ancora intenzionato a metterle il bastone tra le ruote, a ogni costo. La ragazza si ritroverà, dunque, a pensare che sia Jack il suo nemico, senza sapere che in realtà è proprio suo padre a tramare alle sue spalle in maniera incredibilmente subdola. Jack ha osservato in silenzio la ragazza, per tutto questo tempo, a salvare delle vite, ma ora è arrivato il tempo per agire ed impedire a Tru di cambiare ancora il corso delle cose. Abbiamo assistito, al termine della prima stagione, a Jack salire nella macchina del padre di Tru, molto probabilmente in combutta con lui. Solo nell'ultimo episodio della seconda stagione, il sesto, verremo a scoprire la verità, ovvero che Jack lavora per l'uomo, come la stessa Carrie, psicologa dell'ospedale che finge di innamorarsi del capo di Tru. Sarà Harrison a capire il legame tra i due uomini (dopo diverso tempo il padre ha deciso di trasferirsi in città e offre al figlio un posto di lavoro) ma non farà mai in tempo a comunicarlo a Tru poiché la giornata si riavvolge. La seconda stagione di Tru Calling si compone di soli sei episodi a causa della prematura cancellazione decisa dalla Fox il 20 aprile 2005. L'ultimo episodio, "La vigilia di Natale", andò in onda negli Stati Uniti solo tre anni dopo la programmazione del precedente, trasmesso il giorno dopo che la rete cancellò lo show. È proprio in quell'episodio che Tru si troverà a trascorrere la festa con i suoi nemici, ignara di tutte le bugie che la circondano. La cancellazione di Tru Calling, a causa dei bassi ascolti ottenuti negli Stati Uniti, è stata un colpo al cuore per tutti coloro che seguivano appassionatamente la serie. Nonostante i primi episodi fossero un po' ripetitivi, infatti, a poco a poco la trama ha iniziato a diventare sempre più avvincente e soprattutto originale. 

Possiamo assegnare un grosso punto a favore di Tru Calling proprio grazie alle tematiche affrontate nella serie: salvare o non salvare vite umane? È stato facile schierarsi per due stagioni dalla parte di Tru, ossia l'eroina che voleva soltanto salvare i buoni da morte certa. Ma vogliamo ricordare quando ha salvato il suo ragazzo Jensen, nonostante quest'ultimo non le avesse chiesto aiuto? 
Negli episodi successivi, che purtroppo non sono stati mai girati, avremmo infatti scoperto qualcosa in più proprio sul grande errore di Tru. Nelle puntate mai prodotte avremmo visto, dunque, un Jensen psicopatico, che a poco a poco si sarebbe rivelato un serial killer. Sembra che la ragazza, pur di rimediare al proprio errore, avrebbe finito per allearsi con Jack per tentare di tornare indietro ed eliminare Jensen. L'idea sarebbe stata che la sua anima è già stata "impegnata", cioè ha già raggiunto il posto che le anime devono raggiungere, e non può tornare, ma il suo corpo, i suoi ricordi, e le abitudini della sua personalità continuano dopo la sua morte. Avremo visto scene in cui Jensen sarebbe stato implicato in atti violenti, seppur in modo ambiguo, tanto che nemmeno Tru sarebbe riuscita ad accorgersene fino al momento in cui, durante una normalissima giornata, riceve la richiesta di aiuto dal padre di Jensen, e il giorno si ripete. Ma prima che la giornata si ripete Tru si rende conto che questo non è l'unico omicidio commesso da un Jensen non più vulnerabile di fronte al padre, ma che è l'uomo dietro ad un'altra serie di terribili omicidi. E, quando il giorno ricomincia, Tru si sveglia al fianco di Jensen: ora sa che è diventato un mostro. 
Mentre nelle prime stagioni abbiamo inevitabilmente tifato per Tru, dunque, forse se la serie avesse avuto una continuazione non sarebbe stato così semplice scegliere una parte per schierarsi. Un momento che chiarisce la posizione dei due destini che vogliono scrivere Tru e Jack, come volevano in passato i genitori di Tru, è un episodio mai trasmesso che si svolge probabilmente poco prima di questo e secondo gli autori avrebbe preso luogo durante una rapina in banca mentre Richard stava consultando il diario segreto della moglie lasciato in deposito sicuro. Quando il giorno si ripete Jack non dice al padre di Tru della rapina perché Richard deve trovarsi lì per decidere quale degli ostaggi deve essere sparato, poiché era stato, nel Giorno Uno, costretto a farlo da uno dei rapinatori. E, naturalmente, non dice a Tru del diario, evitando così che possa scoprire più del dovuto. (E Jack deve intervenire nella situazione degli ostaggi per assicurarsi che a morire sia la stessa esatta persona anche nel Secondo Giorno).  Inoltre, gli stessi autori avrebbero pensato di far incontrare a Tru in sogno la madre, così da farle parlare direttamente, oppure che Tru, esausta, una volta sedutasi ad una solitaria stazione degli autobus, iniziasse una conversazione con uno sconosciuto che finisce con l'individuare la sua preoccupazione. Solo dopo ci si rende conto che lo sconosciuto è morto, e che possa essere qualcuno con un interesse speciale verso di lei – forse un amico della madre, qualcuno che abbia avuto il "potere" prima di lei. Chissà forse un Jack sopravvissuto alla morte e più conscio dei fatti più di quanto lo è il suo inconscio? Mentre Tru ha scoperto, per caso, il suo dono e ha deciso di seguire la sua "chiamata", Jack è stato clinicamente morto, e la sua esperienza vicina alla morte l'ha messo faccia a faccia con qualcosa che può ricordare interamente e gli è stato detto che, se avesse scelto di tornare in vita, avrebbe dovuto lavorare per "Loro". Una volta che Jack è tornato in vita, non era sicuro di cosa fare. E poi, un giorno, ha iniziato a rivivere le giornate – nello stesso momento in cui Tru l'ha fatto, sebbene lui non avesse una coscienza dell'accaduto. Per questo motivo è finito in un ospedale psichiatrico dove è stato trovato dal suo mentore, il padre di Tru. Richard non aspettava altro che uno come Jack apparisse e le sue ricerche si estendessero soprattutto all'interno degli ospedali psichiatrici e non appena sentì qualcuno che affermava di rivivere le giornate, l'aveva trovato. Tutto ciò che la madre aveva lasciato a Tru, scrivendolo su un diario, è stato confiscato da suo marito. Ma quello tra la madre e il padre di Tru è un caso: i due campioni del destino non sono destinati a sposarsi. 
Ritorno al futuro, infatti, c'ha insegnato che cambiare il passato può portare a delle conseguenze terribili. Chissà, forse con l'avanzare delle puntate avremmo dato ragione a Jack. Forse Tru, pur di salvare tutti, avrebbe continuato a commettere altri errori. O forse, insieme, avrebbero trovato un equilibrio. Non abbiamo dubbi, dunque, sul fatto che i comportamenti di Tru fossero mossi dalle più nobili intenzioni; tuttavia, sicuramente una continuazione della serie sarebbe stata più che gradita e ci avrebbe fatto aprire gli occhi sulle conseguenze che comporterebbe giocare col destino delle persone. Come anche a Tru. D'altra parte, non sempre le azioni che ci sembrano più "buone" sono in realtà le più giuste.


A completare il cast ci sono: Lindsay Walker (A.J. Cook), la leale amica del cuore dell'eroina che parla coi morti, all'oscuro del suo "dono", la quale si metterà con Harrison per poi lasciarlo al termine della prima stagione a causa dei loro alti e bassi, e successivamente lascerà il cast per un matrimonio fugace al termine della stessa; Davis (Zach Galafianakis), l'eccentrico collega del turno di notte, il quale è l'unico a sapere del segreto di Tru, oltre a Harrison. Nel corso della serie si scoprirà che Davies è un sopravvissuto perché è stato salvato dalla madre di Tru parecchi anni prima; la donna aveva lo stesso potere della figlia che purtroppo fino ad ora ignorava il segreto della madre. 
L'interesse degli americani per il paranormale nasce fin dai tempi di Buffy, a cui la Dushku ha partecipato nel ruolo di Faith che poi ha lasciato nella speranza di uno spin-off. Le serie, a volte, riescono purtroppo a banalizzare tutta la storia, ma allo stesso tempo a renderla spettacolare. Però ecco qui l'inverosimile: dire ad una ragazza "guarda oggi morirai". Risposta? "Guarda io ti denuncio". Come minimo ordinano il ricovero coatto. 
Il tema musicale dei crediti di Tru Calling è Can Somebody Help Me, eseguita dai Full Blown Rose, una ciliegina sulla torta per quanto riguarda la colonna sonora e l'incipit di una nuova giornata da vivere per Tru.

La serie, per me, è stata intrigante, anche se le avventure che deve affrontare Tru non sono da poco. Il fantasy non è stato eccentrico per la serie stessa, non rovinandola, ma anzi dandole quel tocco indispensabile, quasi mai banale, per renderla quella che è. È bastato un solo grande segreto per costruire tutto il resto intorno a Tru. E ciò che lo fa capire è che la protagonista non ha affatto una vita privata, al di fuori del suo lavoro, e sembra sempre sull'orlo di una crisi di nervi per le responsabilità toccatale. Insomma mai una volta che la trama si stacchi da quel maledetto obitorio creando diversivi per la storia o scenari paralleli. Nonostante sia molto tutto uguale - soprattutto nella prima parte della prima stagione - dopo si fa molto interessante e mi sarebbe davvero piaciuto finire di vedere la serie. In mezzo a tanta spazzatura Tru Calling era una piccola perla ancora in divenire che hanno deciso di interrompere senza restituirci mai quelle puntate fantastiche che avevano pensato.