Dopo sei lunghe stagioni non è per niente semplice salutare
i Big Three e, altrettanto, è difficile scegliere da dove partire per provare a
scrivere una sorta di punto finale di questa meravigliosa serie; è sicuramente
uno degli addii più difficili da dire per chi ha vissuto pienamente questa
storia famigliare colma di sentimenti contrastanti, di personaggi (alcuni anche
discutibili e non propriamente simpatici) e di tematiche spesso spinose da
affrontare. Dalla famiglia di origine all'adozione e al concetto di
genitorialità come condivisione. Dalla questione razziale al principio di
appartenenza e all'importanza delle origini e del passato. Dal dramma dei
reduci di guerra al conflitto di classe e ai disturbi alimentari fino
all'analisi della dipendenza (affettiva o da sostanze) e alle tematiche gender:
tanti sono stati i temi sviscerati da un serial che ha fatto della questione
sociale un po' il sottofondo di ognuna delle sue storyline.
Trasmessa su Sky,
quest'ultima stagione sbarcherà, a momenti, anche su Amazon Prime Video.
Inutile dire che non vedevo l'ora di scoprire il finale di serie e, come al
solito con un'ondata di lacrime (questa volta più del previsto), chiudere le
avventure della famiglia Pearson definitivamente non è stato facile. A volte la
senti ancora lì con te. Solamente nello scrivere e ricordare certi momenti,
generali della serie, ma soprattutto finali, mi viene la pelle d'oca. Non mi
stancherò mai di dirlo: ognuno di noi dovrebbe guardare almeno una volta nella
vita This Is Us, forse l'ultimo grande capolavoro della tv generalista
americana. Mi rivolgo proprio a chiunque, a chi è triste, a chi ha perso
qualcuno, a chi sta per dare alla luce una nuova vita ed è terrorizzato, a chi
ha una famiglia meravigliosa e a chi, invece, si sente distante da essa. This Is
Us non è la soluzione ai problemi, ma è un viaggio introspettivo per
renderci conto di ciò che conta realmente nella vita.
La quinta stagione di This Is Us (qui la recensione) lasciava aperti una
serie di interrogativi sul destino dei nostri beniamini: con chi si sposa zio
Nicky che, al capezzale di Rebecca morente, aveva una fede al dito? Con chi
starà Kevin dopo la fine della relazione con Madison? Perché Kate e Toby
divorziano e lei si risposa? Cosa succederà alla carriera di Randall e Beth, e
cosa faranno le loro tre figlie da grandi? Se pensate che Nicky sposerà Sally,
la ragazza con cui aveva perso la verginità in quel di Woodstock prima di
partire per la maledetta guerra in Vietnam, allora non avete ancora capito che
è impossibile prevedere le svolte di questa magnifica serie. Il resto è ancora
tutto da scoprire. Soltanto nei primi episodi sapremo qualcosa in più su alcune
dinamiche passate, aperte e non ancora concluse: Randall incontra l'uomo che si
era introdotto per rubare nella casa della sua famiglia; Kevin capisce che
l'idea di convivere con Madison, o meglio nel garage della sua casa, non può
funzionare davvero; e Kate inizia a realizzare che con Toby lontano tre giorni
a settimana sarà dura mandare avanti la famiglia da sola.
Ripartiamo, come al solito, dal compleanno dei Big Three e
tutti devono fare il bilancio della propria vita a quarant'anni ed imparare a
fare scelte diverse, proprio come nell'incipit che diede il via al tutto.
La sesta
stagione inizia con dei flashback che riportano al disastro del Challenger,
l'esplosione televisiva nel 1986 di uno space shuttle della NASA. I genitori
dei Pearson, Jack e Rebecca, cercano di gestire le diverse reazioni dei loro
figli Kevin, Kate e Randall (bambini).
Intanto, il già teso matrimonio a
distanza di Kate e Toby sembra non procedere più bene e anche l'Alzheimer di
Rebecca sta peggiorando molto. L'aver iniziato con tali premesse è fortemente
simbolico. Il concetto di perdita (con la morte di Jack ma anche di William)
incombe da sempre sulla serie e ne è uno dei motori portanti. Randall vive un
momento particolarmente difficile con la figlia adottiva Deja che cerca di
ritagliarsi la propria strada e trasferirsi con il suo fidanzato Malik. Allo stesso
tempo Randall è costretto ad accettare di essere impotente dinanzi alla
malattia della madre Rebecca. L'uomo perfetto e controllato mostra ancora una
volta i suoi limiti e le sue fragilità. Accanto a sé ha sempre la dolce moglie
Beth. Uno dei migliori episodi di questa stagione è proprio quello dedicato a
Beth, per chiudere la sua storyline e per ricordarci quanto, come personaggio,
la sua storia familiare e la sua passione per la danza abbiano arricchito non
solo Randall ma l'intero show. Un personaggio altrettanto costretto a
prepararsi per il futuro è l'ex star di Hollywood, Kevin, che finalmente cerca
di fare da solo il padre ed impara ad assumersi le responsabilità, non solo di
crescere due gemelli, ma di prendersi cura di un genitore anziano (finalmente costruisce
a sua madre la casa che Jack ha sempre voluto). Messe ormai da parte le sue
dipendenze fisiche, gli ostacoli di Kevin in questa stagione saranno il dover
riconoscere di aver sempre idealizzato i sentimenti. Per Kevin questo significa
accettare il suo ruolo di co-genitore non solo con Madison, la madre dei suoi
figli, ma anche con il nuovo fidanzato di Madison, Elijah. Tuttavia, di tutti e
tre i fratelli Pearson, la sfida più grande di questa stagione appartiene proprio a
Kate, ora madre di due figli, che cresce entrambi (incluso un figlio
ipovedente) a Los Angeles. Toby li raggiunge una volta a settimana dal suo
lavoro a San Francisco. Nonostante l'amore reciproco, i problemi tra i due si
fanno strada a causa di questa distanza e la coppia non riesce a fermare le
loro reciproche frustrazioni che assumono la forma di colpevolizzazioni
personali. Avevamo già assistito, dagli spoiler della stagione precedente, ad
un secondo matrimonio tra Kate e il suo capo, Philip. Il regista, intelligentemente,
inquadra il divorzio tra Kate e Toby non come una tragedia inevitabile, ma un'inevitabile
evoluzione della loro relazione (anche loro finiscono per essere amici). Il
loro matrimonio, seppur fatiscente, è il collante che tiene insieme questa
stagione.
Eccoci qui, allora, dopo diversi episodi sulla loro infanzia e in cui
i Big Three hanno dovuto ricucire i loro rapporti interpersonali, costruendo
una versione migliore di sé stessi, con il terzultimo episodio della stagione che
si svolge a circa cinque, sette e dieci anni nel futuro (la fine del 2020 e
l'inizio del 2030), correndo forse troppo velocemente nel tempo. È stato
inusuale e coraggioso da parte di Fogelman, infatti, tenersi per il finale
della penultima stagione - e sapendo già che la sesta sarebbe stata l'ultima,
come nei suoi piani iniziali - un colpo di scena così enorme e potente: non è
Kevin a sposarsi ma a essere lasciato all'altare, è Kate qualche anno avanti a
diventare la moglie di Philip, il suo odiato collega alla scuola per sordi.
Dunque Kate è felicemente risposata ed è in buoni rapporti con Toby, Kevin è
più equilibrato e ha ritrovato Sophie, mentre Randall è sulla buona strada per
ottenere un importante traguardo politico, ma nessuno di loro può fermare la
marcia del tempo. È il Tempo il vero motore trascinante del serial. Lo è
sempre stato: This Is Us ha sempre giocato con il tempo, raccontando le
vicende famigliari dei Pearson dagli anni '80 fino ad oggi, soffermandosi su
tutti i personaggi. Gli autori non hanno mai dimenticato nessuno perché nessuno
rimane indietro, né nella vita e né nella finzione. La storia di Jack come
reduce di guerra e il suo rapporto con i genitori, la storia d'amore con
Rebecca e la sua amicizia con Miguel, l'adolescenza di Rebecca e il suo
rapporto difficile con la madre, la prematura scomparsa di Jack, i loro tre figli con le
rispettive crisi adolescenziali precedute da un'apparente infanzia idilliaca
con dei genitori sempre presenti – ciò che manca al giorno d'oggi – il secondo
matrimonio di Rebecca, i primi amori dei Big Three, fino ad arrivare all'età
matura degli stessi (considerando un vuoto temporale che va dai 20 ai 35 anni
dei ragazzi, a parte qualche pillola sulla vita matrimoniale di Randall e Beth)
con i loro compagni e le loro vite da adulti. Il futuro, raccontato ai giorni
nostri, e quello più lontano, che ancora non abbiamo vissuto e che si concentra
sulla morte di una delle figure più importanti di This Is Us, Rebecca,
il collante della famiglia, diventano parte di una comunità di persone e di una
vita vissuta tra i ricordi di un passato, seppur doloroso, ma bellissimo.
La morte di Rebecca, già attesa da tempo, e che chiude per
l'attrice una stagione degna del riconoscimento Emmy, ha rappresentato un
evento emotivo cruciale che poneva, però, dinanzi ad una scelta registica
difficile. Scritto dal creatore della serie Dan Fogelman, il finale ha permesso
a Jack di riassumere essenzialmente le sei stagioni in un'unica riga, dicendo
ai suoi ragazzi – in un bellissimo momento padre figli - che la vita consiste
nel "raccogliere questi piccoli momenti, spesso apparentemente banali,
piatti, noiosi e inutili", quel tipo di cose a cui spesso non diamo
importanza a volte. D'altronde, Jack è sempre stato il centro di This Is Us.
Il personaggio più amato dell'intera serie. Spettava, dunque, a Jack Pearson
chiudere il cerchio, firmare con una delle sue massime indimenticabili la
conclusione di una serie che ha fatto la storia della tv degli ultimi anni.
Quello scambio ha catturato tutto, riassumendo l'abilità del serial di operare
nel passato, nel presente e nel futuro. E la verità di fondo è stata illustrata
da uno di quei sabati tranquilli, di cui Rebecca aveva parlato, che riecheggiava
continuamente non solo attraverso la vita della sua famiglia, ma anche nella
generazione successiva. Per tutta la puntata, oltre ai fazzoletti, avrei avuto
bisogno di un gelato per risollevare l'umore.
Un Kevin adulto, dunque, riunisce
la famiglia per dare l'ultimo addio a Rebecca. Tutti accorrono, compresa Deja
che è incinta e che ci confonderà per gran parte della puntata.
Dopo il
toccante episodio dedicato a Miguel e quello della conseguente riunione di
famiglia per decidere il "futuro" di Rebecca dopo la morte del
secondo marito, arriva il momento in cui la donna si congeda dai figli e
relativi consorti e dagli spettatori. Non poteva farlo con una metafora
migliore: riallacciandosi a quelle domeniche trascorse in treno con il padre
per arrivare alla locomotiva (di cui non ricordava il nome a causa dell'Alzhaimer):
una giovane Rebecca in uno splendido vestito rosso si trova a percorrere i
vagoni per l'ultima corsa della propria vita, mentre la Rebecca anziana giace a
letto pronta ad esalare l'ultimo respiro. Rebecca è ormai incosciente, ma sogna
di attraversare un "treno dei ricordi", guidata da William. Si trova in una
sorta di situazione di mezzo, in cui in ogni vagone trova qualcuno ad
aspettarla. È così che dovremmo immaginarci la morte?
Nel primo vagone incontra
Beth, che in un discorso estremamente commovente le confessa di averla sempre
presa come esempio e che si occuperà lei di Randall fino alla fine. Per tutta
la puntata seguiamo poi le vicende di Marcus, un bambino che insieme alla sua
famiglia si ritrova coinvolto in un incidente d'auto. Fin da subito siamo
convinti che sia il compagno di Deja, il padre del futuro bambino, in quanto il
montaggio ci illude che sia proprio così (scopriamo, poi, che si tratta invece proprio
di Malik). Di Marcus sappiamo che è sopravvissuto all'incidente, pur riportando
gravi danni ad una gamba, e che si dedica giorno e notte alla ricerca e alle
sperimentazioni contro il cancro. Solo lo scorrere della puntata ci rivela chi
sia veramente.
Nel successivo vagone, Rebecca rincontra un volto familiare che,
come ammette lei stessa, è stato il suo medico per una sola volta ma è stato
fondamentale. Ironicamente il medico offre alla donna da bere la "famosa" limonata, riprendendo la frase del primissimo episodio detta a Jack. Rebecca confessa
la sua paura di aver commesso troppi errori, rassicurata dal medico che le dice
di non aver mai conosciuto un genitore perfetto ma che lei ha fatto un buon
lavoro e che ora può riposare. Le ricorda, infatti, che lei ne ha superate
tante: da un complicato parto gemellare e la perdita di un figlio, di un
marito, la crescita di tre adolescenti da sola, ed infine la perdita di un
secondo marito.
Incontra, poi, le versioni dei suoi figli da piccoli (ma nota
che manca Kate, poiché la donna sta prendendo l'aereo per raggiungerla), poi
Sophie e Toby, che con il suo grandissimo e solito umorismo gli dice "puoi
ammetterlo ora che preferisci me a Philip".
Rivede, poi, le figlie di
Randall e per ultimo Miguel, con cui scambia pochissime parole, probabilmente perché
da lì a poco l'avrebbe rivisto. "Sei sempre stata la mia persona preferita" questa è la frase che ci vorremmo sentir dire dalla persona amata, è come dire "sei
perfetta così e non ti cambio".
Sul finale, proprio quando Kate raggiunge
finalmente la madre (prima di allora, Rebecca ripete che non può andare via perché sta
aspettando una persona), scopriamo la verità su Marcus. Torniamo, infatti, nel
passato e, in particolare, alla notte in cui Jack Pearson muore. L'uomo, in
attesa di essere visitato, va a prendersi un caffè e lì incontra il padre di
Marcus disperato, che non sa se il figlio sarebbe sopravvissuto alla notte. Il destino
ha voluto che Marcus sopravvivesse, mentre inaspettatamente Jack perdesse la
vita. Questo passaggio è particolarmente emozionante e non solo perché
riviviamo il momento più terribile di This Is Us, ma perché è la
conferma della dicotomia di cui parla Randall per tutta la puntata: "una
vita finisce e una inizia, è strano". Rebecca sta per morire e Deja è
incinta. È solo nell'ultimo episodio che ripercorriamo, tramite i ricordi,
l'ultimo saluto di William alle nipoti prima di partire per Memphis (una
riflessione sull'essere nonni che calza a pennello), e non possiamo non
commuoverci quando Deja confessa al padre, in un momento tristissimo dopo il
funerale di Rebecca, che il futuro nascituro è un maschietto e che lo
chiameranno William. Randall è al settimo cielo e, per un momento, la felicità
si mischia alla tristezza.
Rebecca decide di entrare nell'ultimo vagone e
domanda a William perché la fine sia così triste. William, però, le risponde che "se una fine è triste vuol dire che il percorso è stato meraviglioso". Fiume
di lacrime. Dopo aver salutato William, la donna si stende nel letto e di fianco
a lei vede il suo grande amore: Jack. La migliore puntata di sempre.
La penultima
puntata, di fatto, si potrebbe considerare la chiusura ufficiale della serie,
ma a Fogelman non andava giù e, ripresi dalla straziante sofferenza per la
morte di Rebecca e per tutte le lacrime che c'ha fatto versare a "The Train",
la serie va in scena con un ultimo atto che non raggiunge i livelli dei
precedenti perché non ne ha bisogno. L'unica cosa da fare era mettere la parola
fine ad una storia iniziata sei anni fa e che ha saputo sfruttare al meglio
ogni opportunità per raccontare il viaggio che si era già prefissato. I Big
Three ci devono salutare e devono salutare la loro meravigliosa mamma. Con
grande sorpresa scopriamo che non ascolteremo nessuno dei discorsi che i tre
fratelli fanno ai funerali, scelta che è motivata dal fatto che dopo sei anni sappiamo
benissimo quali parole siano state scelte per dare l'ultimo saluto alla madre. Alternati
ai funerali, gli autori della serie scelgono di mostrarci un momento
particolare della vita dei Pearson nel passato: un giorno qualunque. Un giorno
in cui di fatto non succede nulla ma che vale tantissimo. Una giornata di
pioggia in cui nessuno ha voglia di fare nulla, Rebecca e Jack vogliono passare
del tempo con i Big Three, ma solo Kate sembra riuscire ad apprezzare la
giornata, al contrario dei fratelli che hanno smania di crescere e sono
proiettati costantemente al futuro, senza riuscire inizialmente a godersi la
bellezza di una semplice giornata in famiglia. Il padre li asseconda,
insegnandogli a radersi. Il momento è molto bello, soprattutto perché vediamo i
tre uomini di casa riuniti. L'insegnamento
di Jack ai figli di cui ho parlato sopra.
Allo stesso tempo, abbiamo la
conferma di quanto meravigliosa sia anche Rebecca che, come le confessa un
Kevin bambino triste, "sa sempre cosa dire".
La puntata termina come è
iniziata, con Jack e Rebecca. Jack ricorda alla donna la madre meravigliosa che
è stata, in grado di cogliere e apprezzare le piccole cose, e le chiede se è
pronta a "lasciarli" andare. Rebecca non vuole, confessando di voler fare
ancora tante cose con i figli e di volerci essere nei momenti più importanti.
Jack ovviamente le ricorda che lei sarà sempre con loro, anche se loro non
potranno vederla, ma che questa volta non sarà sola perché a fianco a lei ci
sarà anche lui.
L'ultima puntata di This Is Us è stata pensata per
essere un commiato agrodolce alla famiglia Pearson, che continua la sua vita
dopo averci accompagnato per un tratto ricordandoci l'importanza del presente e
dei piccoli momenti. Il finale è, dunque, una carezza che i protagonisti si
scambiano in uno dei momenti più difficili della loro vita. Una buona metà dell'ultima
puntata è stata girata più di tre anni fa, con il primo gruppo di attori che
hanno interpretato i piccoli Pearson, oltre al flashback di William. Quando Fogelman
ha iniziato a pensare al finale di serie, ha inserito queste scene extra, non
utili alle puntate dell'epoca. Potremmo dire che sono tre i momenti essenziali
di questa ultima puntata: il pigro sabato mattina dei Pearson, il funerale di
Rebecca e il momento in cui i tre si ritrovano sul patio a parlare del proprio
futuro. A parte c'è l'ultima scena, un gioiellino.
Nella penultima puntata
Rebecca si stende in un letto, appoggia la testa sul cuscino e trova Jack: l'eternità
è così rappresentata come un pigro sabato mattina, di quelli in cui non c'è
niente da fare. Un giorno normale. Ed è ecco qui il passato "congelato" di tre
anni fa.
Dopo aver consolato i figli e aver dato lezioni di vita, tutti si
ritrovano a giocare insieme ad "Attacca la coda all'asino", un must di casa
Pearson di cui recuperiamo anche l'origine: si torna ad un passato ancora più lontano,
con un piccolo Kevin neonato tra le braccia di Jack, il quale in un negozio di
giocattoli vede questo gioco. A colpirlo è il fatto che sulla scatola sono
rappresentati proprio due bambini bianchi, un maschio e una femmina, e un
bambino di colore; appena lo mette apposto, viene redarguito da Rebecca: "Quando
la vita ti mette davanti qualcosa di così evidente, tu non puoi far finta di
niente". Una di quelle frasi pronte a diventare uno dei tanti insegnamenti
alla vita della famiglia Pearson. Forse un giorno raccoglierò le loro perle di
saggezza.
Così, nell'ultima scena girata tra Jack e Rebecca, coloro i quali
hanno inaugurato il set sei anni fa, ci danno la risposta alla domanda di
Randall che si chiede il motivo per cui la mamma, prima di morire, gli ha
stretto la mano. Non era pronta per andare via. Jack e Rebecca, ancora insieme
distesi sul letto, occhi negli occhi, nel vagone di un treno che è destinato a
non fermarsi più, si stringono le mani (quella mano che Rebecca stringe a
Randall prima di morire) in un ultimo "Ti Amo" rassicurante; e si convincono che,
infondo è vero, hanno fatto bene, dopo aver ricordato che quando la vita ti
mette davanti a qualcosa di così evidente, non puoi far finta di niente. Lo
dice bene la giovane Kate mentre sta giocando al gioco della coda dell'asino: "Prima
di mettermi la benda sugli occhi, guardo dove siete tutti voi, che non state
mai zitti, e finché so dove siete, so sempre dove sto andando". Piango.
Con la morte di Rebecca, This Is Us ha mostrato tutto
il suo spessore spirituale portando avanti l'idea che le persone che amiamo e
perdiamo vivono attraverso di noi. Essendo state le loro vite così segnate
dalla perdita del padre da adolescenti, la serie forse non poteva che
concludersi proprio con i figli di Jack e Rebecca, i Big Three, che riaffermano
il loro impegno reciproco, guardando in avanti, senza paura, dinanzi alle nuove
sfide da affrontare. I Big Three si prendono cura della madre malata come lei
ha fatto per tanti anni per loro, tra sforzi, fatica e rinunce: è quel che i
figli possono/devono restituire ai loro genitori. Non sarebbe, infatti,
difficile vedere come lo show, per lungo tempo legato all'ingombrante figura di
un padre la cui morte segna per sempre i destini di moglie e figli, sia anche
la storia di una madre che si prende la responsabilità di diventare unico
centro di gravità di una famiglia che, nella sesta stagione, sarà composta da
un altissimo numero di personaggi che, senza quell'unica donna, avrebbero
vissuto vite completamente diverse e probabilmente peggiori.
Nell'ultima
puntata i tre fratelli si confessano, con un po' di senso di colpa, che se
chiudono gli occhi pensando alla parola "famiglia", viene loro in mente per
prima quella d'origine; e la serie non fa che ricordare come la famiglia
d'origine orienti e riviva nella famiglia che ci si crea da adulti.
Ci sono
state, certo, alcune decisioni discutibili (e forse un po' affrettate) in una
sceneggiatura che in alcuni passaggi sembra quasi aver modificato in parte la natura
dei personaggi (vedere la storyline di Kevin). Fogelman si è soffermato molto
anche sulle relazioni e sulla loro crisi. La separazione tra Kate e Toby, una
delle scelte forse meno approvate dai fan, ha segnato una lezione molto
importante sulle relazioni: nulla si crea per poi essere distrutto. Il
matrimonio tra Toby e Kate era, forse, servito ad entrambi ad accostarsi con più
serenità a sé stessi e ad un'altra persona, a scoprire le gioie dell'amore, ma
anche a comprendere che si può crescere in modo diverso, anche da soli, e che,
alla fine del percorso, si possono volere cose diverse. Così come il
tradizionale episodio del Ringraziamento, momento di ritrovamenti e
condivisione, ma anche sede di liti e colpi di scena familiari.
Questa stagione,
dopo averci raccontato ogni possibile sfaccettatura di una delle coppie
televisive d'oro di sempre, Jack e Rebecca, dà spazio finalmente all'altra
coppia veterana, ricordandoci che, pur essendo nata dopo un lutto, non è meno
meritevole di attenzione e affetto l'amore fra lei e Miguel. Ed è proprio Mandy
Moore a sbaragliare tutti in quest'ultimo giro di boa, non solo perché si
ritrova a interpretare una Rebecca vista poco o niente, ovvero quella a 70 anni, la cui malattia oramai corre inesorabile, grazie anche ad un trucco realistico
e mai posticcio. La malattia della memoria è proprio una delle tematiche di questa
stagione, vista nei suoi stadi principali, repentini e finali: quanto sono
importanti i ricordi in una famiglia, soprattutto per chi è più avanti con
l'età? Per come ci permettono di catturare e tenere con noi per sempre un
sentimento, un'emozione, una sensazione, quanto sono preziosi e da preservare
come un prezioso tesoro nascosto. L'altro tema portante della stagione sono
sicuramente le seconde occasioni e opportunità, tanto amorose quanto
lavorative: non solo quelle di Kevin e Madison, Kate e Toby, ma anche quelle di
Rebecca e Miguel, appunto.
Se le prime due stagioni ricostruiscono lentamente la
straziante perdita del padre (e la scena che svela la sua morte è una sorta di
cesura nella serie), le ultime due ci conducono, per indizi e salti temporali,
alla perdita definitiva della madre. La terza stagione è, non a caso, la più
debole ed irrisolta (riscattata dall'episodio finale con il primo,
fondamentale, flashforward riguardante il figlio di Kate e Toby), con il
Vietnam ad irrompere dal passato in un modo che può apparire pretestuoso e con
l'introduzione di un nuovo membro della famiglia con una spiegazione
improbabile (Jack Damon). Qui nasce uno dei problemi più evidenti: l'obiettiva
difficoltà di garantire un ruolo a Jack Pearson, il cui spazio nelle puntate,
senza presente né futuro, una volta ricostruita la sua morte, è da riscrivere.
I flashback con Jack con l'avanzare delle stagioni risultano talvolta, quindi,
ripetitivi e non essenziali, sebbene la sua presenza sia invece irrinunciabile,
sia perché tutto sembra derivare dal suo bellissimo personaggio, sia per come
Milo Ventimiglia ha saputo dargli forma. Nick Pearson, fratello di Jack, introdotto nella terza stagione, ha soltanto aiutato a ricostruire il passato dell'amato protagonista ormai defunto. Non è l'unica forzatura, ci sono
personaggi decisamente di troppo, pensati per macinare puntate ma non interesse
o sviluppi – si avverte nella quarta stagione con l'innesto di Cassidy, ed
anche con l'inverosimile "resurrezione" della madre di Randall (quinta
stagione). Molto interessante è la stata la narrazione della morte della madre
di Jack, in questa stagione, e le commoventi parole di Jack al funerale, in cui deduce
che, nonostante l'abbia salvata dalle violenze del padre, non conosceva affatto
la sua nuova vita.
Gli autori non si dimenticano nemmeno del futuro ed eccoci,
quindi, a ripescare gli adulti come Jack Damon (di nuovo) e Deja. Il casting di questa
serie si dimostra ancora una volta qualcosa di impeccabile e mai visto prima in
una produzione tv: la conferma arriva quando vediamo per pochissimo un Jack
Damon bambino e ci convince sia fisicamente che nelle espressioni, così come il
piccolo Jack dalla parlantina spigliata che avremo modo di conoscere. I
ricordi, poi, di una persona adulta che, sicuramente dopo il 2030, scopre la
bellezza dell'amore e di una nuova famiglia da costruire. Stessa cosa per Deja
che, dopo le vicissitudini con Malik e la loro separazione, tutti si sarebbero
aspettati una nuova esperienza per la ragazza, invece This Is Us ci
sorprende, o forse poco, dando un lieto fine anche a loro due. Un po' troppo
scontato? La sensazione non è stata, alla fine, questa; è proprio questa la
bellezza dello show: prendere il limone più aspro e farci una limonata, già.
Ricominciare. Proprio da lì o da un altro luogo. Allargando lo sguardo, ci
rendiamo conto di quanto This Is Us, nel suo complesso, sia una serie
che parla dell'amore e della famiglia come scelta, più che come caso o come
parentela di sangue: Jack e Rebecca scelgono di adottare Randall; Rebecca, dal
canto suo, ha scelto di aprirsi all'amore di un altro uomo dopo la morte del
primo marito; Randall sceglie di andare a cercare il suo padre biologico e,
successivamente, va alla ricerca della madre biologica, ed insieme a Beth hanno
scelto Deja come figlia adottiva; Kate sceglie di lasciare Toby e costruirsi un
futuro con un altro uomo; Kevin sceglie come compagna di vita il suo primo
amore, Sophie, e sceglie di andare fisicamente a prendere suo zio, scoperta la
sua esistenza, e di costruire un rapporto con lui, quasi contro la sua volontà.
Chiudiamo il cerchio proprio con Nicky che rimprovera Kevin di averlo fatto
affezionare alla famiglia e, quindi, di provare tristezza per la morte di
Rebecca.
Una serie che si ama o si odia, che sa mettere in scena i legami
familiari con innegabile stile, forte dei suoi personaggi, una famiglia
meravigliosa quanto bersagliata dalla sorte. Il capofamiglia Jack rappresenta
il dedicarsi totalmente, il prendersi cura. Rebecca, la madre, è l'esserci ed
amare. Sono meno simbolici e più complessi i tre figli, ma sempre nel solco del
modello genitoriale. Ciascuno dei protagonisti viene raccontato con le sue
grandi debolezze in evidenza, sciorinate a coprire un esaustivo spettro di
problemi psico-fisici, personali, relazionali. Il sottile e delicato equilibrio
fra dramma e commedia continua a tenere testa, insieme ad una regia e ad una
fotografia che giocano coi dettagli e i volti dei protagonisti, con le luci e
le musiche dolci.
Proprio come dirà Kate a Toby: "Non è così che la
nostra storia finisce". Non solo perché i Pearson resteranno sempre
nel cuore degli spettatori anche molti anni dopo la visione, ma perché sarà
solamente l'inizio di molte altre storie (non ci interessa nessuno spin-off).
Ogni scena, ogni puntata, ogni stagione ha un carico di
significato assolutamente necessario, ed è lo stesso Dan Fogelman ad aver detto
fin dall'inizio che la storia che aveva in mente si sarebbe conclusa a questo
punto: non una stagione di più, ma neanche una di meno.
Alla fine, l'idea
generale della serie è che, anche se siamo incatenati dal presente e anche se
potremmo non essere mai in grado di vedere la bellezza del ritratto della vita
fino a quando non lo guardiamo indietro di un giorno, ci sono momenti in cui
questa idea del quadro generale, della famiglia e della vita come tessuto
vissuto con altre persone, può essere la cosa più importante. È il conforto di
raggiungere la semplice consapevolezza che ciò che stiamo dipingendo, alla fine,
diventerà un ritratto completo e bello. Dopo l'incontro finale tra Rebecca e
Jack, quando il montaggio finale inizia a svolgersi, e vediamo tutte le
generazioni della famiglia Pearson giocare con i loro figli e tramandare
ricordi e tradizioni, il quadro generale viene finalmente visualizzato nella
nostra mente. Sì, avete fatto bene. Abbiamo fatto bene.