Stranger Things 4: finalmente lo spiegone di intrighi e poteri

L'aspettavamo da tempo e dopo tre anni di pausa siamo riusciti ad avere la stagione 4 di Stranger Things. Per la precisione a maggio e, dopo averla divorata tutta insieme in un fine settimana, ad un'apparente finale di stagione, che i fratelli Duffer non si sono fatti bastare, abbiamo dovuto attendere i primi di luglio di ultimi due episodi, con le puntate 8 e 9 che si avvicineranno alle due ore di durata ciascuno, praticamente un film a sé stante. Inizialmente potrebbe essere sembrata frustante la scelta di Netflix di posticipare la seconda parte di Stranger Things 4, composta da soli due episodi, al contrario dei sette della parte uno, ma il gran finale ha smentito anche i più scettici. Questo è forse il capitolo più emozionante ed ambizioso di tutta Stranger Things e ho voluto prendermi il tempo necessario per recensirlo al meglio. Ricca di azione e piena di tensione, regala tutti i colpi di scena che un fan può desiderare, ma anche alcuni momenti emotivi tra i personaggi che abbiamo amato in questi anni. 
Il progetto, partito dallo scantinato immaginario di Hawkins, è destinato ad espandersi ulteriormente nei prossimi anni, con i Duffer che hanno già annunciato di essere in fase progettazione per uno spin-off di Stranger Things, il quale seguirà una quinta stagione che punta a chiudere tutte le linee narrative del filone principale.

Dopo queste premesse, entriamo nel vivo della quarta stagione, ma prima dobbiamo capire dove eravamo rimasti. La famiglia Byers ha deciso di lasciare Hawkins in seguito agli orrori che hanno sconvolto la cittadina texana, portando in California l'orfana Undici e dicendo addio ad un luogo sul quale aleggiava la dipartita dello sceriffo Hopper. In effetti non è un segreto che lo sceriffo sia sopravvissuto all'esplosione della base russa, e nemmeno che sia stato catturato dai sovietici e rinchiuso in un carcere di massima segretezza. Il suo arco narrativo coinvolge irrimediabilmente Joyce, che si lancia insieme a Murray alla ricerca del suo amato, lasciando i suoi figli in balia di un destino ancora sconosciuto. Undici ha promesso di rimanere in contatto con il suo fidanzatino Mike, ma la relazione a distanza si scontra con la freddezza emotiva di lettere mai abbastanza sentite, mentre deve allo stesso tempo abituarsi ad una nuova vita in assenza di poteri psichici, con l'incapacità di inserirsi nel contesto scintillante dell'high school losangelina. 
Stranger Things 4 si apre con una lettera di Undi al suo amato Mike, che quasi funge da necessario riassunto sugli eventi della precedente stagione, per poi però mostrarci la realtà nettamente diversa rispetto a quello che racconta al suo ragazzo: Jane fa fatica ad integrarsi nel nuovo ambiente scolastico senza i suoi poteri e i suoi amici, si sente sola e presa in giro dai suoi coetanei. Non se la cava troppo meglio Will, il quale nasconde un disagio che non riesce ad esprimere, mentre suo fratello maggiore ha deciso di affrontare con apparente nonchalance la distanza che lo separa dalla sua Nancy. 
A Hawkins, invece, la vita prosegue come sempre: Dustin e Mike sopravvivono alle fatiche del liceo e frequentano un accanito club di D&D, chiamato Hellfire, guidato dallo studente veterano e metallaro Eddie Munson, mentre Lucas si ritrova a dover scegliere tra i suoi amici e la popolarità garantita dall'ingresso nella squadra di pallacanestro. Poi c'è Max, sprofondata in un malessere profondo dopo aver assistito all'inglorioso sacrificio del suo fratellastro Billy, ed è proprio a partire da lei che si manifestano le nuove minacce. 
La stagione, dunque, segue contemporaneamente tre filoni distinti: da una parte Hawkins, da un'altra Hopper, torturato dai russi che lo avevano imprigionato, ed infine Undici e la sua nuova e tutt'altro che semplice vita in California. Ma non solo il presente tormenta Undi, perché il passato sta aspettando solo il momento giusto per tornare a prenderla per immergerla letteralmente in una vasca di ricordi rimossi che cambieranno per sempre la sua vita. L'assenza dell'unica superstite del progetto del dottor Brenner non ha garantito la salvezza di Hawkins, perché una serie di efferati omicidi spalanca le porte per l'arrivo di un nuovo potentissimo avversario, il quale costringerà il gruppo di amici a lavorare insieme a dispetto della lontananza per salvare il mondo da una calamità mai vista prima. Nelle prime due puntate assisteremo, infatti, a due brutali omicidi e la prima parte di stagione vedrà i protagonisti indagare per scoprire chi si nasconde dietro queste orribili uccisioni, inizialmente senza neanche collegarle direttamente con le loro precedenti esperienze paranormali. Una nuova entità proveniente dal Sottosopra e con sembianze umanoidi aggredisce bersagli specifici prosciugandogli la vita, in questo caso preceduta da quattro rintocchi di orologio a pendolo; questa nuova creatura è chiaramente dotata di intelletto, visto che agisce alla stregua di un serial killer. I ragazzi di Hawkins, come ormai da tradizione, gli danno un nome preso da D&D: Vecna. Chi entra nel mirino di questo essere inizia ad avere inquietanti allucinazioni, perdendo sempre più il senso della realtà, fino a morire in modo atroce.
Da questo punto di vista, la stagione 4 presenta una vena più marcatamente horror rispetto alle altre.

Dall'altra parte Undici, incapace di trovare un senso alla sua esistenza, una volta persi i poteri che la rendevano unica, appare sempre più debole e, complice la crisi con Mike, non ha suscitato lo stesso interesse dell'Undici delle prime stagioni. Gli atti di bullismo subiti, le bugie raccontate a Mike e la distanza fisica e percepita dai suoi migliori amici (solo Will gli è accanto fisicamente) non rendano la protagonista forte come la conosciamo. Gli scontri con i suoi coetanei si rivelano inconcludenti visto che alla prima occasione utile la sceneggiatura trova un modo di reinserirla nel mondo del paranormale, senza darle mai l'occasione di diventare una persona reale. Ecco che qui riemerge il passato di Undi, svelando nuovi retroscena sulla mitologia legata alle origini del Sottosopra, grazie ad alcuni flashback. 
Quando Mike la raggiunge in California durante le vacanze di primavera, verrà a sapere la verità su come la sua ragazza se la passa da Will, che è palesemente innamorato del suo migliore amico, e la loro unione verrà, appunto, interrotta dalla figura di Vecna che ha intenzione di assorbire l'energia di alcune persone, come Max. Ma chi è Vecna? Dalla visione della seconda parte, scopriamo che altro non è che Uno, assistente supereroe del dottor Brenner divenuto spietato a causa del suo passato. 
Nettamente migliore è la linea narrativa che unisce Max, Dustin e Lucas all'Hellfire Club di Eddie, il quale si rivela una delle migliori aggiunte al cast che la serie ricordi, riprendendo i temi di unione e fratellanza che avevano reso indimenticabile le prime stagioni, mentre perdono mordente in maniera definitiva i "colleghi adulti": Nancy, Jonathan e Steve. La ragazza, lontana da Jonathan, il quale non riesce a dirle la verità riguardo al college, motivo per il quale non l'ha ancora raggiunta a Hawkins, allo stesso tempo si sente occupata dal lavoro e si avvicinerà sempre di più a Steve. Beh, hanno dato troppa importanza a questo personaggio femminile che, seppur sempre più grintosa, secondo me, dalla prima stagione, non ha subito alcunché di evoluzione, a differenza di Steve che è cresciuto molto e ci sorprende sempre. 
A mio avviso, però, il più grande difetto della prima parte è la sottotrama di Mike, Will, Jonathan e Argyle in California. Questa trama non regge il passo con le altre della stagione, tipo quella ad Hawkins o dei tentativi di Hopper di evadere dalla prigione russa. Anche quando Undici si divide dal suo gruppo, rapita dal dottor Brenner, viene narrata una trama decisamente interessante sul passato della ragazza all'interno del laboratorio, seppur ripetitiva ma esplicativa allo sviluppo della storia. La buona notizia è che questo difetto di trama non accade nella seconda parte: qui i creatori riescono persino a giustificare il coinvolgimento di Argyle, e Will, che è stato messo da parte nei primi episodi, ci regala alcune scene super emotive. Ma Stranger Things 4 punta tutto sull'emotività, a differenza delle precedenti stagioni. In particolare Eddie, un ragazzo che ha soltanto voluto far luce sulle morti misteriose di Hawkins, diventa il sospettato numero uno a causa delle accuse di satanismo rivolte al noto gioco di ruolo, costandogli la vita. Eddie si è conquistato rapidamente un posto speciale nel cuore dei fan grazie all'ottima interpretazione, una caratterizzazione che ne evidenzia le fragilità a fronte del suo aspetto aggressivo, e alcune scene memorabili che lo vedono protagonista, come quella in cui suona Master of Puppets dei Metallica nel Sottosopra. Il capo degli Hellfire Club incarna perfettamente la metafora dell'outsiders, il nerd, il diverso braccato come una bestia dell'ordinarietà. Eddie non si è mai conformato alla norma sociale, a ciò che tutti reputano giusto e normale. Lui che è sempre fuggito dai bulli, dalle dita puntate dell'etichetta e dal pregiudizio, dice fin dall'inizio di essere un codardo e non un eroe. Eppure, ai nostri occhi, un eroe lo è stato. Ma non è l'unica new entry degna di nota, perché Vecna e l'attore che lo interpreta riescono a trasmettere un'incredibile intensità, regalando a Stranger Things il villain che meritava ma che non aveva mai avuto, anche in termini di look, trucco e carisma.


La prima parte di Stranger Things 4 si conclude con la scoperta dell'identità di Vecna, ossia numero Uno, il primo ragazzo superdotato. Scopriamo anche come sia finito nel Sottosopra, o almeno alla sua versione primitiva. Henry/Uno/Vecna è stato condotto lì da Undici in seguito al loro scontro al laboratorio di Hawkins. Tuttavia, non sapevamo come l'uomo fosse diventato il mostro che è adesso o quale fosse l'origine di questo altro mondo. È proprio lui a darci questa riposta, conducendoci ad una serie di flashback sul suo viaggio nella nuova terra incontaminata dal passo dell'uomo. Nello sfondo vediamo i Demogorgoni, creature che abitavano questo piano dimensionale prima dell'arrivo di Uno, e un paesaggio sterile, quasi desertico. Henry assorbe a sé tale potere, trasformandosi in ciò che avremmo conosciuto come Vecna. Il flashback sulla nascita del Sottosopra pianta una bandiera nel tempo, delineando l'origine della storia di Stranger Things. Scopriamo, infatti, che il Mind Flayer non era altri che Vecna, intento a trovare un modo di ritornare sulla Terra. Negli anni il dottor Brenner non ha fatto altro che cercare di ritrovare Henry attraverso i poteri di Undici, che infine apre il primo passaggio per l'altra dimensione. Il Sottosopra non è altro che la proiezione corrotta di Vecna su quel mondo. Arriviamo, dunque, al finale tanto atteso. "Papà" soffre la sindrome del penultimo episodio: serve, cioè, a preparare la scena per il gran finale, concedendo molto più spazio all'introspezione. E proprio per questo motivo ci consegna alcuni tra i momenti migliori non tanto della quarta stagione, ma del prodotto in toto. Lo struggente monologo di Will, e Hopper che ritrova Joyce, poi Steve e Robin, Eddie e Justin, ma soprattutto Undici che finalmente gliele canta al dottor Brenner, uscendo da un torpore che troppo a lungo ha contraddistinto il suo personaggio. La sottotrama del laboratorio segreto occupa gran parte del penultimo episodio, essendo praticamente uno step fondamentale nello sviluppo di Undici. Gli ultimi minuti dell'episodio sono esplosivi e offrono una chiusura sensata sul passato di Uno, ma soprattutto di Undici. La debolezza della sottotrama californiana trova ancora conferma, in questi ultimi due episodi, in personaggi che, a parte Will, non ci dicono niente: Argyle, sempre più irritante; Jonathan che praticamente non fa nulla di concreto, tranne sostenere il fratellino in un momento particolarmente complicato della sua vita; e Mike che serve essenzialmente a fare un discorso motivazionale di dubbia utilità. L'unica scena che sembra essere costruita al posto giusto e al momento giusto è proprio ciò che serve a fare da ponte tra Undici e Hawkins con una vasca per la deprivazione sensoriale improvvisata in una delle trovate più inverosimili della serie. In tutto questo il viaggetto di Joyce e Murray ci ha riportato Hopper ma ha esplorato poco e niente uno dei risvolti più intriganti della storia: gli esperimenti russi sulle creature del Sottosopra. 
L'episodio finale, "Il Piano", si divide tra le varie sottotrame, ma si concentra soprattutto sull'attacco a Vecna. Ad Hawkins si combatte la vera battaglia, mentre Undici attraverso la proiezione mentale cerca di aiutare Max. In Russia Hopper, Joyce e Murray tentano invece di creare un diversivo che possa deviare l'attenzione di Vecna. È una guerra su più fronti, un'escalation di adrenalina e sussulti. Purtroppo, ogni scontro produce le sue vittime e il finale della quarta stagione di Stranger Things ci porta ad una valle di lacrime. I fratelli Duffer non hanno paura di assestare brutti colpi al proprio pubblico, come nella scena della presunta morte di Max. 
Vecna non è morto, ma temporaneamente ferito. È proprio Will a dircelo, visto lo stretto legame che intesse con il mostro e il Sottosopra. Ora sappiamo chi manovrava il Mind Flayer e i Demogorgoni, e a quale scopo, ma cosa sia questa dimensione, e perché ha assunto la forma che conosciamo nel momento in cui è scomparso Will all'inizio della serie, resta tutto da schiarire. 
A causa della distanza, che solo negli ultimi minuti della stagione è riuscita a minimizzarsi, i protagonisti vivono diverse realtà, collocati in gruppi differenti del mondo, per poi ricongiungersi solo nel finale; personalmente speravo che i personaggi potessero ritrovarsi qualche episodio prima. In questo senso, la quarta stagione di Stranger Things ha dovuto limitare al minimo le scene in cui Undici e Hopper condividono lo schermo, ed è un peccato perché Millie Bobby Brown e David Harbour hanno un'alchimia straordinaria. Una cosa è certa: per come si è concluso il volume 2 di Stranger Things 4, la prossima stagione sarà molto diversa, e già si parla di un salto temporale che possa giustificare meglio la crescita degli attori, per i quali sono passati anni dalla terza stagione, mentre nel mondo televisivo sono stati solo otto mesi.

Spezzare la trama in tante storyline differenti, con relativi punti di vista, ha indubbiamente donato più varietà al racconto, innescando peraltro qualche interazione inedita tra i personaggi. Mettere in scena la crescita dei protagonisti, dividendoli o addirittura mettendoli in contrasto, ha reso giustizia alla loro evoluzione, portando allo stesso tempo una narrazione, però, meno corale del solito. Per fortuna i nostri giovani eroi, seppur separati, sono sempre lì, con il carisma che li contraddistingue e l'indimenticabile atmosfera vintage. Nei fatti il cuore delle vicende rimane sempre ad Hawkins e i disastri non escono mai fuori di lì. Gli autori indubbiamente si trovano molto più a loro agio all'interno della cara vecchia Hawkins, sia nella versione normale che in quella capovolta. Infatti per quanto possa essere ripetitivo vedere ancora una volta la cittadina sull'orlo della distruzione, è qui che accadono le cose più strane e avvincenti. Sono particolarmente simpatiche le dinamiche tra Steve e Dustin, ormai un duo comico consolidato, e tra Nancy e Robin, sebbene la caratterizzazione di quest'ultima sia stata appiattita facendone un po' una macchietta. Ancora una volta un po' inutile la presenza di Lucas e di Will, accanto ai quali anche Jonathan a questo giro non ha spiccato di curiosità. Una valanga di cuoricini per Joyce e Hopper. Ma è fuori discussione che la vera protagonista di questa stagione sia Max, non a caso al centro di una delle scene più coinvolgenti, tensive ed emozionanti della stagione. Se però vogliamo tornare indietro nel tempo, Max non è stata la prima ad essere diventata la vittima preferita di Vecna. Will è sempre stato il centro di tutto questo. Will è il "diverso", lo è sempre stato fin dalla prima stagione, per questo Vecna lo ha scelto. E forse per un attimo, nonostante la sua poca presenza, ci ricordiamo che tutto ha avuto inizio da lui; è rimasto quel ragazzo che non si è mai ripreso da quell'esperienza, quello outsider e che non è riuscito ad integrarsi nel gruppo. Questo racconto ci dice che è giusto essere diversi – essere timidi e arrabbiati, o nerd di Dungeons & Dragons, o segretamente gay, o fanatici dell'heavy metal – perché la tua piccola città potrebbe essere il posto più importante del mondo, e forse non sei diverso, ma speciale. Alla fine i fratelli Duffer si rendono conto di aver voluto mandare lezioni di vita su come uccidere i propri mostri personali e crescere: prima o poi dobbiamo smettere di essere i burloni della classe e ammettere che ci sono cose in cui crediamo e persone che amiamo. 
Se la sceneggiatura boccheggia in alcuni frangenti, lo stesso non si può dire della messa in scena che non ha badato a spese per gli effetti speciali mostruosi. Le interpretazioni sono ottime, tanto quanto è elevato il livello dell'impianto scenico citato, spalleggiato da una colonna sonora come al solito azzeccatissima, tra le canzoni originali dell'epoca raccontata, tra le quali spiccano Running up that Hill di Kate Bush (ecco la scena di Max), che sostituisce Never Ending Story della stagione precedente, e un brano dei Metallica riproposto in maniera così potente da bucare lo schermo. 
Grande assente risulta l'anima anni Ottanta che aveva fatto innamorare gli spettatori ad una serie decisamente citazionista, perché - al di là dei blandi riferimenti filmici, con il solito ammiccare verso Stephen King e le saghe horror più popolari del tempo - manca quel vibrante essere nostalgico che aveva reso inimitabile la prima stagione.

La quarta stagione di Stranger Things si è fatta attendere a lungo, e non solo per gli ovvi problemi portati dalla pandemia da Covid-19. Se la seconda e la terza stagione erano riuscite a sorprendermi con un'evoluzione delle vicende piuttosto naturale rispetto ad una prima introduttiva, la quarta stagione – sarà stato per la lunga attesa – ma mi ha sorpreso sempre di più. Certo, l'aspetto horror prende il sopravvento su quello puramente fantascientifico, e si lega indissolubilmente alla trasformazione dei corpi ormai adolescenti dei protagonisti, mettendo in scena, al di là dei misteri, delle scene sempre più orrorifiche e delle investigazioni degne di liceali. 
Questa nuova stagione si propone di esplorare i segreti dell'origine del Sottosopra e, sebbene il racconto non spicchi per originalità espositiva - portato avanti da una sorta di flashback indotto a Undici - i tasselli disseminati nel corso di queste tre stagioni (fa eccezione la prima, la quale fu pensata per essere autoconclusiva) cominciano a formare un quadro interessante, allargatosi in maniera decisa rispetto al piccolo mondo che avevamo conosciuto nel 2016. Soltanto la stagione finale ci dirà se questo mosaico narrativo si paleserà in un disegno convincente.