Nel 2014 arriva in Italia The Carrie Diaries, la
serie che ci racconta di come tutto abbia avuto inizio per le quattro donne più
famose di Manhattan. In realtà la serie si focalizza su Carrie e la sua vita da
adolescente e di come questa sia passata dall'essere una normale liceale alla
conquista di Manhattan; faremo la conoscenza unicamente di Samantha nella
seconda stagione. Prima di diventare cittadina newyorkese, conoscere le sue
amiche storiche e Big, Carrie era una classica adolescente di provincia degli
anni Ottanta con gli occhi a cuoricino per la moda e i lustrini e la voglia di
scrivere.
Innanzitutto il canale originale di trasmissione cambia: non più HBO
ma The CW. Da noi prima andata in onda su Mya, uno dei canali
tematici di Mediaset Premium, e in seguito su Fox Life, appartenente alla
piattaforma di Sky. Poi, trasmesso nel 2015, fino alla sua ultima
conclusione, che ha portato alla cancellazione della serie (il finale era
comunque conclusivo), su La5 in chiaro.
Il serial, come ci suggerisce
il titolo, ha per protagonista una giovane Carrie Bradshaw, interpretata da
AnnaSophia Robb. La serie è un
adattamento del romanzo Il diario di Carrie (2010), scritto da Candace
Bushnell, che compare tra i produttori esecutivi della nuova serie, stessa
autrice della rubrica Sex and the City, pubblicata dal 1994 sul
periodico settimanale New York Observer, raccolta poi in un libro che ha
ispirato la serie stessa.
Di Carrie ce n'è una
sola e ce lo sottolinea la borsa con il suo nome sopra, nuovo filo conduttore
della storia. Riuscirà ad essere felice, a conquistare Manhattan e a far
sentire la sua voce fuori dal coro.
In questa nuova/vecchia versione, nel 1984 Carrie ha appena perso la mamma per il cancro e si deve prendere cura della ribelle sorella minore quattordicenne, Dorrit. Il padre Tom la ricompensa trovandole uno stage a Manhattan presso lo studio legale di un amico influente. Qui incontra Larissa, giornalista di moda della rivista "Interview", che la introduce negli ambienti più glam della Grande Mela. L'abbagliante e trasgressivo scenario della City si scontra con il conformismo della provincia, a cui la ragazza sente di non appartenere affatto. Qui, però, ha le sue amiche: Mouse, nerd che a sorpresa è la prima a perdere la verginità con un ragazzo più grande, e Maggie, che tradisce il fidanzato Walt con un poliziotto. Intanto Donna, provocante e manipolatrice, s'intromette tra Carrie e Sebastian, il nuovo arrivato a scuola, misterioso e ribelle. Dopo diversi tira e molla, al termine della prima stagione assistiamo alla crisi tra Carrie e Sebastian, che alla fine decidono di riprovarci ma Maggie confessa il bacio che c'è stato tra i due, con le forti conseguenti parole di Carrie nei confronti dell'amica: tralasciando lo stato in cui si trovava e la sua rabbia, abbiamo avuto modo di vedere alti e bassi nell'amicizia tra le due. Non abbiamo visto quell'atteggiamento di Maggie di cui Carrie parla. Da prendere atto che un finale diverso per la coppia Carrie-Sebastian non poteva esserci, i due sono stati insieme per troppo tempo senza litigi, tutto troppo perfetto; e, anche nella stagione successiva, nonostante stiano lontani per quasi l'intero tempo, quando si rimettono insieme, provando il brivido della convivenza, anche in quel caso riescono a risolvere qualsiasi difficoltà come una coppia di cinquant'anni e anche quando si lasciano al termine della seconda stagione riescono ad affrontare tutto con una grande maturità. Tutto molto finto.
Infine la storia di Tom, iniziata in maniera divertente, e con il temuto
happy ending dove le figlie avrebbero potuto incontrare "la palestra" (accade nella stagione
successiva), sembra raccontata con molto rispetto verso la moglie defunta.
Bellissimo
è stato, a mio avviso, il finale di serie: un coronamento di tanti percorsi di
crescita diversi, e un nuovo inizio pieno di speranza. Vedendo dove era stata
portata la trama e dove avrebbe dovuto arrivare, con Sex and the City,
probabilmente non ci sarebbe stato altro modo per concludere degnamente lo
show.
Per alcuni questa serie è una sorta di prequel di Sex and the City e questo ha creato molti giudizi negativi e molte critiche perché molti hanno iniziato a far paragoni. Peccato perché è una bella serie che permette, almeno nel vederla, di sognare un po'. Se fosse un teen drama come gli altri, ci si scoccerebbe subito a guardarlo, limitandosi a lodarne sceneggiatura, regia e colonna sonora. Per non parlare dei vestiti, perfettamente anni '80, che non tolgono niente allo stile della Carrie adulta. Niente tacchi a spillo griffati, stavolta: sarebbero sembrati fuori luogo in una scuola pubblica. Il look eclettico di Carrie prende vita da una commistione di stili e di epoche, proprio attingendo agli abiti della mamma, anni Sessanta e anni Settanta. L'ambientazione anni Ottanta, invece, la trovo sempre molto interessante con le sue musiche e con il suo stile.
In realtà ci si aspetta un ritorno alle origini, dimostrandoci come
ancora facciamo difficoltà a lasciarci alle spalle le quattro di Manhattan. Sarei
stata curiosa anche di scoprire le dinamiche del primo incontro di Carrie con
Charlotte e Miranda. Con i puntelli emotivi al posto giusto, la serie fa leva
sull'effetto nostalgia rassicurando il pubblico senza forzature, deliziandoci
con una nuova protagonista adolescente, che usa carta e penna - anziché il
portatile - per raccontare i propri pensieri ed esprimere i propri dubbi,
sentimentali e non. Bastano, infatti, pochi secondi per innamorarsi - di nuovo
- della versione giovane della Bradshaw.