Luna Nera è la serie fantasy frutto della collaborazione tra Netflix e Fandango, terza in ordine di arrivo tra i prodotti interamente italiani proposti dalla piattaforma streaming. Una produzione del tutto italiana, originale Netflix, che tratta un tema inedito, quello delle streghe. La serie è tratta dal libro di Tiziana Triane Le città perdute. Luna Nera ed è diretta e sceneggiata da un cast tutto femminile tra cui la regista Francesca Comencini. Dopo Suburra e Baby, dunque, si tenta in pieno stile la strada del fantasy, un genere mai tentato prima in tutta la sua interezza nel nostro paese a livello seriale: si parla di streghe e siamo nel Lazio del Seicento. Non sono un'amante del fantasy ma, nonostante il poco successo, ho provato a vedere questa serie dopo ben due anni dalla sua uscita.
Un gruppo di
streghe cerca di leggere di notte in un bosco i primi segni del futuro:
un'eletta ben presto arriverà a salvarle, e quando in un giorno inaspettato la
luna oscurerà il sole la profezia si avvererà. Intanto nel villaggio di Serra,
una giovane e sua nonna lavorano presso una famiglia benestante e attendono che
la padrona di casa partorisca, ma quando la giovane si accorge che la creatura
non vedrà luce, lei e sua nonna vengono apostrofate come streghe, e
responsabili della morte avvenuta.
La storia si incentra su Ade (Antonia
Fotaras), la giovane levatrice accusata insieme alla nonna della morte del
neonato e da quel momento ricercata in quanto strega. Messa a rogo sua nonna,
Ade si trova sola e spaesata con il fratellino Valente da accudire, aiutata
inizialmente da Pietro. Il giovane, infatti, torna al villaggio da Roma, dove
studia medicina, per via di un peggioramento delle condizioni di salute di sua
madre, già molto malata: il ragazzo incontra Ade lungo il fiume e se ne
innamora perdutamente.
Ade, che assiste impotente alla morte della nonna,
scopre di avere lei stessa dei poteri. Dovrà mettersi al riparo col fratellino
Valente e cercherà rifugio nelle Città Perdute, il covo di alcune streghe
nascosto nella profondità di una foresta per sottrarsi al mondo. Mentre con le
sue nuove mentori imparerà a controllare i suoi poteri, Ade instaurerà una
relazione segreta con Pietro, figlio del comandante dei Benandanti, Sante, i
quali perseguitano tutte le sospettate accusate di eresia. Una persecuzione, un
terrore verso le donne e la loro immagine di fattucchiere, che le porta a
nascondersi, difendersi e cercare il loro modo di ridefinirsi nel mondo. Scettico
verso la stregoneria, attraverso la logica Pietro tenterà di far cambiare idea
al padre e restituire la credibilità alla ragazza.
Da qui seguiamo Ade nella
sua nuova vita nella comunità di donne, in un luogo segreto, lontano dal mondo
civile. Sarà grazie a loro che scoprirà e comprenderà verità nascoste su sua
madre Antalia e sull'uomo che più di tutte vuole sterminare la sua stirpe, il
Cardinale Marzio Oreggi, che ha dalla sua parte i Benandanti.
Il punto di vista
femminile è, dunque, centrale. Nei sei episodi che si susseguono vediamo varie
vicende: la storia d'amore contrastata tra Ade e Pietro, il figlio del capo dei
Benandanti che vivono proprio di caccia alle streghe, la lotta tra i Benandanti
e le streghe che con la loro forza e indipendenza praticano incantesimi e riti.
Le scene si rimbalzano di continuo fra soli due scenari sostanzialmente, la
città controllata dai Benestanti e il covo diroccato delle streghe, senza che
nulla accada di rivelante fino al finale che stupisce e turba. Praticamente tutto
pulito fino all'ennesimo colpo: dunque il motore principale della vicenda
sembra essere la contrastata storia d'amore fra Ade e Pietro. In una serie che cerca di
concentrarsi in tutti i modi sul femminile, il ruolo di Pietro e dei suoi
dissidi interiori è fin troppo marcato. Il cambiamento interiore di Ade, che passa dal rifiutare la
sua natura di strega fino ad accettarla completamente, viene trascurato al
punto da risultare irrealistico. Ci si chiede, quindi, perché dare tutta questa
enfasi ad una storia d'amore contrastata, quando gli elementi da sviluppare
sarebbero stati tanti altri. La storia d'amore ricorda
vagamente le tragedie di shakespeariana memoria: i due sono costretti ad
incontrarsi clandestinamente per scambiarsi qualche fugace effusione,
all'insaputa del padre di lui e delle streghe.
La scelta di
non sviluppare molte delle storyline, che vengono solo superficialmente abbozzate,
ci dà la sensazione di un prodotto fatto con troppa fretta. L'ambientazione ancora retrograda e
patriarcale conferisce a Luna Nera una grande responsabilità nel dover
trattare tematiche fondamentali, e tristemente attuali, come la posizione della
donna nella società e la difficoltà di affermarsi in quanto soggetto alla pari
con l'uomo. L'ambientazione è del tutto italiana in un tempo quasi indefinito
(tutto è italiano, in effetti, tranne - assurdamente - la colonna sonora in
inglese). La scelta del tema musicale, in effetti, Son of Dust delle
Black Casino and the Ghost, che apre ogni episodio, crea un tratto
riconoscibile della serie.
Durante i primi episodi ci viene fatto capire che ci
troviamo vicino a Roma, ma a parte una fugace veduta del Tevere e della città,
non ci vengono forniti altri elementi per collocare la storia. Visto il tema centrale
di Luna Nera, ossia la caccia alle streghe e l'oscurantismo, non capiamo
perché ambientare la serie vicino Roma, dove si trovano il papato e le
istituzioni religiose più importanti del mondo, se poi non si ha intenzione di
allargare la storia a questi contesti, parlando magari del ruolo
dell'inquisizione e dei tribunali speciali. Ad esempio, in un clima di fervore
religioso e terrore del diverso, non si spiega come reagiscono i Benandanti alle
capacità magiche di Oreggi: sì, si tratta di un esponente della Chiesa, ma come
è possibile che i cacciatori di streghe accettino in lui, senza battere ciglio,
quegli stessi poteri che li portano a perseguitare donne e bambini?
Nonostante le
premesse, Luna Nera non raggiunge gli intenti: l'estetica medievaleggiante di
ambientazioni e costumi è convincente e mai grottesca, i set allestiti in
diverse località romane sempre suggestivi, gli effetti speciali appaiono
sorprendentemente poco artigianali, c'è un radicamento alla natura e alla
plausibilità della magia che è quasi rassicurante. Come spesso accade alle prime
produzioni, la serie mette troppa carne al fuoco facendo perdere la sua
identità alla storia, la quale finisce col barcamenarsi alla ricerca di un
equilibrio tra ricostruzione storica, amore, denuncia e fantasy. La
sceneggiatura poteva essere l'ancora di salvezza ma ci sono stati grossi
problemi. Anzitutto vige una banalità e faciloneria estrema nella storia
popolata di cliché, inclusi il già menzionato amore impossibile quanto
immotivato, colpi di scena e svolte narrative prevedibili e forzate. I dialoghi
sembrano campati per aria. Purtroppo anche la recitazione ha lasciato molto a
desiderare, rischiando di non creare la giusta empatia che ci dovrebbe essere
con i protagonisti, così svalutando tutto il resto. La recitazione di tutti
risulta sempre estremamente eccessiva, quasi teatrale, con sguardi intensi fissi
nel vuoto. Per alcuni personaggi è stato fatto un buon lavoro (Tebe, Janara, Leptis)
ma nessuno sfugge a una
resa eccessivamente enfatica di qualsiasi battuta: è tutto uno scandire
teatrale, uno sbarrare gli occhi, un declamare quasi incessante. Tutti elementi
che rendono la visione lenta, pesante
e dolorosa. Un risultato
che riporta alla mente un altro fantasy italiano come Fantaghirò.
Note positive sono sicuramente
la fotografia e le ambientazioni che forse avrebbero potuto essere sfruttate un
po' di più.
Superate le
goffaggini e le inesperienze, Luna Nera è una grandissima allegoria
della condizione femminile di ieri ma purtroppo soprattutto di oggi: in molti
casi l'essere strega equivale semplicemente all'essere donna, a essere cioè un
elemento della società marginalizzato, colpevolizzato e perseguitato. Le donne,
da sempre elemento della società marginalizzato e perseguitato, devono prendere
il loro destino in mano e salvarsi da sole. Una frase che sicuramente mi ha
colpito è stata: "se continuerai a guardarti con gli occhi di chi ti odia
rimarrai per sempre una strega". Ade, Tebe e le altre hanno il colpito
di salvare tutte le donne perseguitate da un mondo maschile e oscurantista. Il finale
aperto avrebbe presagito una seconda stagione che non è mai stata annunciata poiché
Netflix ha cancellato la serie.