All'apparenza un teen drama, Normal People cattura l'anima.
È un concentrato di emozioni intense, talvolta romantiche, altre volte
incredibilmente tragiche. Di sicuro una delle serie più belle che ho visto nel
corso dell'anno scorso (uscita, però, nel 2020), insieme a La regina degli scacchi. Nasce su Hulu e prodotta da BBC Three, poi sbarca in
Italia sul canale StarzPlay.
Il prodotto, tratto dal romanzo della
scrittrice irlandese Sally Rooney, racconta a storia di Marianne e Connell. Due ragazzi frequentano lo stesso liceo in
Irlanda: Marianne, che viene da una famiglia facoltosa ove però manca
totalmente l'affetto, e Connell, che è stato cresciuto da una madre amorevole
la quale lavora come domestica proprio a casa di Marianne. Le differenze però
non si fermano al piano economico, ma riguardano anche la loro popolarità
all'interno della scuola. Marianne è solitaria e asociale, derisa dai suoi
compagni di classe, ma anche sprezzante, non si vergogna della sua intelligenza
e, al contrario che nei cliché americani, è conscia di valere molto di più
rispetto all'etichetta che le è toccata; invece Connell è amato da famiglia e
amici, benvoluto e popolare, dimostrandosi una persona che sopravvive
adeguandosi ai suoi simili ma che è in realtà diverso all'interno: sfonda il
cliché essendo molto più problematico del tipico protagonista maschile seguito
al liceo. A scuola Marianne è solitaria, asociale, sprezzante con i compagni, e
viene presa in giro da tutti come una sfigata boriosa. Connell, invece, è una
stella dello sport amata da tutti. I ragazzi, infatti, legati da passioni
comuni come la letteratura e l'attualità, si ritrovano a manifestare un
interesse reciproco, fin a quel momento mai dichiarato, forse per timore dei
giudizi altrui. Di fatti intraprendono una relazione segreta ai più,
ignorandosi nei corridoi della scuola ma consumando entusiasticamente i loro
desideri sotto le lenzuola. Crescendo, le prospettive cambiano, ma restando
opposte: all'università Marianne riesce finalmente a farsi degli amici e ad essere riconosciuta per la sua intelligenza; Connell, che pure si iscrive alla
facoltà di lettere con ottimi risultati, fa più fatica a integrarsi nel mondo
adulto e cittadino, così lontano delle sue abitudini di provincia.
Le "persone normali" non sono tanto i due protagonisti dalle
personalità problematiche e sfaccettate, alienati e complessati, ma anzi
potrebbero essere il loro ideale, chi aspirano di essere; un sogno, desiderio
costante nato dalla loro convinzione che essere normali sarebbe la soluzione al
loro disagio esistenziale. Al tempo stesso però Marianne e Connell sono persone
normali, ma ancora non lo sanno: sono individui che sentono il bisogno di
sentirsi amati o che hanno bisogno di un posto sicuro dove poter essere sé
stessi, che a causa delle loro menti brillanti trovano ancora più difficile
trovare.
La differenza la fa tutta la scrittura di Rooney: semplice e
precisissima, scevra da congetture lessicali o sintattiche fuorvianti,
totalmente abbandonata alla scelta della parola giusta, della virgola più
chiara. La regia e la fotografia giocano con gli sguardi, i movimenti del
corpo, cercando di far trapelare l'interno all'esterno in un disegno continuo
di parole e movimenti. Ed ecco perché la serie, prodotto fieramente europeo e
che contrasta attivamente i cliché americani, rispetto ad altri drammi che
l'hanno preceduta e che sono quasi riuscite a non banalizzare i teenager,
riesce a empatizzare con i protagonisti, facendoci innamorare dei loro errori e
debolezze, del coraggio di mettersi a nudo davanti un'altra persona, della
totale assenza di cinismo delle loro azioni. Il modo in cui Marianne freme ogni
volta che Connell la sfiora, la fragilità costante che Connell nasconde sotto
una patina di blanda sicurezza, la paura che Marianne ha della sua famiglia e
di sé stessa, e quella di Connell di rimanere fuori da un giro che nemmeno lui
sa qual è. Soprattutto, il modo in cui i due si guardano, si ascoltano, si
toccano, si respirano. Normal People è anche una serie piuttosto spinta,
dove si vede parecchio sesso, che però non è mai gratuito o ammiccante. Sarebbe
un peccato definire questa serie semplicemente un teen drama.
Normal People è un viaggio appassionante, doloroso e
malinconico, e non è per niente leggero; parla prima di tutto di due persone
normali, di persone come noi che guardano con curiosità alla vita. Di persone
che cercando di trovare letteralmente il loro posto del mondo, di costruire
prima di tutto sé stesse prima di costruirsi un futuro, una posizione, una
famiglia. Connell ha solo la madre che c'è sempre per lui, soprattutto per
ricordargli quando fa delle scelte sbagliate a causa della sua insicurezza,
mentre la famiglia di lei è meno di supporto. La madre sembra crederla
responsabile di qualsiasi cosa vada storta, retaggio di un padre abusivo ora
defunto ma di cui non si parla. Ciò che mi è piaciuto di più è che non si
tratta di una storia d'amore, ma è un percorso estremamente accidentato di due
persone che trovano l'una nell'altra affetto, passione e sentimento, qualcosa
di simile a un rifugio, come se Connell fosse l'unica persona in grado di far
respirare Marianne, e Marianne l'unica donna capace di comprendere davvero
Connell. Entrambi sabotano continuamente la loro stessa felicità, alla ricerca
costante di qualcosa che nemmeno loro sanno cos'è, e che li porta ad
avvicinarsi e allontanarsi continuamente. Spesso durante i 12 episodi che
compongono la serie i due si dicono vicendevolmente: "Non riesco a
stare bene con nessuno tranne che con te".