Basato sui libri The Constant Princess (Caterina,
la prima moglie) e The King's Curse (La maledizione del
re) di Philippa Gregory, una rilettura smaccatamente femminista del trono
inglese, il
drama storico, scritto da Emma Frost e Matthew Graham per Starz, racconta la vita della principessa spagnola e prima moglie del re
della dinastia Tudor, Enrico VIII. Erede in linea temporale di The White Queen e di The White Princess, The Spanish Princess è
liberamente ispirato alla gioventù della regina che sarebbe passata alla storia
come Caterina d'Aragona. Una donna forte, che ha lottato per ottenere ciò che
desiderava, soltanto per essere poi scartata dal suo sovrano per una donna più
giovane, la cui salita al potere avrebbe coinciso con uno scisma che ha
risuonato nei libri di storia e cambiato le sorti dell'Inghilterra per sempre.
Quella di Caterina d'Aragona è una vicenda che tutti conosciamo, o meglio, ne
conosciamo la fine ma non l'inizio. Nonostante il destino tragico della donna,
la giovane Caterina si dimostra una persona impavida, forte nelle sue
debolezze, e intelligente.
Nella versione dell'Inghilterra pre-Enrico VIII
manca qualcosa, dopo le buone premesse di The White Queen e
qualche tono basso con The White Princess, e ciò che manca è
proprio quell'alchimia che c'era tra i personaggi nelle precedenti miniserie. Qui i personaggi sono poco empatici, i dialoghi quasi irreali, la recitazione
pessima, a parte quella di Maggie Pole e della sorella del re, Margherita,
l'ambientazione che passa così velocemente dalla Spagna all'Inghilterra del
'500 sembra non essere stata studiata alla perfezione, mentre la trama vista e
rivista risulta lenta, soprattutto nella seconda parte che dovrebbe
raccontare l'ascesa al trono di Enrico, qui descritto come un giovanotto ancora
adolescenziale, e quindi poco convincente.
La prima stagione di The Spanish Princess inizia proprio in Spagna, con una giovane Caterina d'Aragona, appena adolescente, pronta a lasciare la Castiglia per recarsi in Inghilterra e divenire la sposa del futuro re: Arthur, primogenito di Enrico VII ed Elisabetta di York. Tra le tre versioni di Elisabetta, penso che questa sia stata la meno incisiva e anche quella del sovrano inglese sia nell'aspetto che nel carattere è meno coinvolgente. Soggiogato ancora dalla madre Margaret Beaufort, interpretata in maniera emozionante anche questa volta, appare come un uomo distrutto che aspetta soltanto di lasciare il trono al figlio Arthur. Arthur, buono e generoso, subisce però la competizione di Henry, il secondogenito particolarmente in collera con il fato per non averlo reso erede al trono. Nella corte inglese, Caterina si trova circondata da sospetti e intrighi più grandi di lei, si scontrerà sia con la regina Elisabetta che con Margaret Beaufort. Osservando la minaccia del trono Plantageneta, Enrico VII decide di affrettare il matrimonio di Caterina e Arthur, provocando le ire di sua moglie e le gelosie di Henry, invaghito dell'Infanta. Caterina, però, vede il suo sogno frantumarsi quando, durante il viaggio di nozze, Arthur si ammala morendo prematuramente. Quando Arthur muore e il breve matrimonio tra lui e Caterina finisce, la donna non si arrende nel diventare la regina d'Inghilterra, così seduce Henry, decidendo, di comune accordo, di riparare l'alleanza con la Spagna con un altro matrimonio. La donna è astuta al fine di ottenere quello che vuole e attua un piano fingendo di non aver mai consumato il matrimonio con il fratello Arthur. Allo stesso tempo Henry vede vicino il suo trono e, dopo diversi tentativi, convincerà il padre per acconsentire al matrimonio. Prima della salita al trono del noto Enrico VIII, però, perderemo tre dei personaggi tra i più presenti dell'intera saga: Elisabetta, Enrico e poi Margaret. La prima morte, avvenuta proprio all'inizio della serie, è stata a dir poco straziante, considerando l'amore tra Elisabetta e re Enrico, descritto in The White Princess.
Nella seconda parte di episodi (parlerei più di parti che di stagioni), Caterina ha ottenuto quello che voleva e la vediamo come una donna moderna che andrebbe ricordata non per il divorzio imposto, ma per l'enorme fierezza che l'ha contraddistinta. Avrei preferito che la miniserie terminasse con la sola prima parte, anche perché la seconda la conosciamo quasi a memoria per via de I Tudors.
Qui viene descritta una
donna diversa rispetto a quella che abbiamo conosciuto: Caterina ebbe una vita
difficile, segnata prima dalla morte del suo sposo, futuro re d'Inghilterra, e
poi da gravidanze complicate o mal concluse, motivo di grande turbamento per
l'epoca, soprattutto quando il centro di tutto il potere monarchico era
l'eredità ed i figli maschi con cui veniva trasmessa. Caterina non diede figli
maschi a suo marito Enrico, nessuno che sia vissuto quantomeno, ma questa
storia la conosciamo già. Ciò che non conoscevamo molto è forse il fatto che,
nonostante i tradimenti del marito, Caterina ha comunque trovato modo di
avviare opere di carità per i poveri ed essere una mecenate per alcuni
importanti studiosi, tra cui Tommaso Moro ed Erasmo da Rotterdam. Ma la giovane
regina ha dovuto anche affrontare la politica del padre, Re di Spagna, completamente
ostile all'Inghilterra e alla sua stessa figlia. Quando il marito si trova
costretto a lasciare l'Inghilterra per guidare l'esercito del paese contro la
Francia, Caterina si trova da sola a combattere per la patria con tanto di
armatura e scende incinta in campo di battaglia contro gli scozzesi.
Un grande peccato è stato sicuramente non aver avuto
modo di approfondire altre figure storiche. Al di là dell'ottimo ritratto di
un'odiosa ma autoritaria Regina Madre, vediamo pochissimo dell'Inghilterra e
della Spagna di quel tempo, ad eccezione di personaggi che vengono poco
approfonditi: Giovanna la Pazza (immaginata in modo stra-esagerato) con suo
marito Filippo I e Maggie Pole (una sprecatissima Laura Carmichael). Va bene
anche la noiosa caratterizzazione della regina, bardata addirittura di armatura
in guerra, ma proprio no alla presenza inutile delle dame di compagnia di
Caterina o della storia d'amore di una delle due, coronata da un doppio
matrimonio cattolico-musulmano.
In tutto questo, per far capire che sono passati
degli anni dal matrimonio al divorzio, a Enrico hanno appiccicato una barba
finta, mentre Caterina che dovrebbe essere anche più vecchia rispetto al re non
è cambiata di una virgola. Insomma nel complesso la serie è stata piuttosto
noiosa e decisamente diversa rispetto alle due miniserie precedenti.
Il pregio di The Spanish Princess è la scelta
di raccontare una storia già nota ma da un punto di vista nuovo. Già
conoscevamo la figura di Caterina attraverso I Tudors e non ci piaceva e
attraverso la cui serie abbiamo avuto modo di scoprire la storia dal punto di vista
della sola famiglia inglese. La serie televisiva I Tudors, in cui Enrico
veniva interpretato da un Jonathan Rhys Meyers ben più carismatico del Ruairi
O'Connor di The Spanish Princess, si apriva con l'arrivo di Anna Bolena,
archiviando il fallimento dell'unione con Caterina al passato recente.
In
genere si tende ad associare spesso il regno di Enrico VIII con Anna Bolena e
invece in The Spanish Princess conosciamo la versione della principessa
spagnola tradita dal re più leggendario di Inghilterra.