Dopo The White Queen del 2013 (recensione qui), i romanzi scritti
da Philippa Gregory ritornano in tv a raccontare le storie dei personaggi
storici tanto amati che abbiamo già visto. Pur non contando sugli stessi attori
(gli anni inevitabilmente sono passati e si è scelto di ridefinire il cast), The
White Princess inizia dove si era conclusa la precedente miniserie. Enrico Tudor
ha sconfitto Riccardo III, autoproclamandosi il nuovo re d'Inghilterra, così
dando inizio alla celebre dinastia Tudor. Ebbene sì, la guerra delle due rose è
finita e l'unione tra la Rosa Bianca e la Rosa Rossa, sancita dal matrimonio
tra Elisabetta di York e Enrico VII, ha dato inizio ad una nuova era per il
regno d'Inghilterra.
La serie tv, realizzata da Starz, è una miniserie
spin-off di The White Queen ed è composta da otto episodi da 60 minuti
ciascuno. I libri della Gregory, pubblicati rispettivamente nel 2013 e nel 2014, sono Una principessa per due re e, parzialmente, La
maledizione del re (The White Princess e The King's Curse), trasportati sullo schermo
nel 2017. L'opera è stata
realizzata con un budget limitato, rispetto alla serie madre, dalla sola casa
produttrice americana Starz.
Come lo era The White Queen, la miniserie, uscita
in Italia su TimVision, ruota intorno ad una donna, Lizzie (Jodie Comer),
la principessa di York che è stata promessa in sposa nel 1485 al re Enrico
VII (Jacob Collins Levy) nel tentativo di porre fine alla lotta che vedeva
contrapposte la casata dei Lancaster e quella degli York. Il matrimonio combinato tra
i due per questioni politiche porta la giovane ad odiare Enrico, reo di avergli
ucciso l'uomo che amava, suo zio Riccardo; anche Enrico è contrario a sposare
la parte nemica ma acconsente per volere della madre. Lizzie ammette fin dalla serie precedente che vorrebbe
sposare qualcuno che ama e avere una vita normale, cosa del tutto poco veritiera,
dal momento che in quell'epoca le donne sapevano di essere destinate a sposarsi
per volontà della famiglia con lo scopo di creare alleanze e accrescere i
poteri. Quando Lizzie si trova di fronte a re Enrico, un uomo presuntuoso e
autoritario, la tensione tra i due cresce provocando rivendicazioni e minacce.
Una
donna che ha sacrificato molto pur di far diventare re il figlio, Margaret
Beaufort (Michelle Fairley), si rende conto che l'unione potrebbe essere
rischiosa, considerando i piani di Elizabeth Woodville (Essie Davis) di
spodestare il nuovo re, tuttavia la ritiene l'unica soluzione possibile per
rafforzare il potere. Mentre accresce l'odio antico tra le due donne, anche
Enrico e Lizzie si disprezzano profondamente, nonostante il loro matrimonio sia
necessario. Con il solo scopo di vendicarsi e lasciare una possibilità al
giovanissimo fratello, forse fuggito, di reclamare il trono un giorno,
Lizzie decide di giocare la carta della moglie devota per distruggere i
Tudor dall'interno. Come da prassi, viene costretta a rimanere incinta per garantire al re un erede al trono, cosa che alimenta in lei il suo odio verso Enrico. Anche se nutre del risentimento e complotta contro di lui,
Lizzie conosce il suo dovere ed è pubblicamente fedele al marito nel ruolo di
moglie e futura madre e regina. Dopo la nascita di suo
figlio Arturo, tuttavia la giovane regina inizia ad avere dei dubbi,
mentre la madre continua a cercare un modo per sostenere la ribellione e
togliere il potere ad Enrico.
A differenza dei personaggi secondari poco sviscerati, la storia di Lizzie
e di Henry è stata sfruttata in maniera coinvolgente, creando dinamiche
politiche supportate dall'amore tra i due. Se inizialmente entrambi non erano
felici di sposare l'un l'altra, Enrico ha imparato a vedere in Lizzie un'alleata
e lei non più come il semplice padre di suo figlio. Un amore sincero
e ben lontano dalle unioni reali dell'epoca, contrassegnate da odi e tradimenti.
Enrico, contrariamente a quello che si poteva pensare, conoscendo le abitudini
del figlio, re Enrico VIII – noto per le sue sei mogli – ha fatto scoprire un
lato di sé che nessuno poteva immaginare: un uomo buono, fedele e amorevole
verso sua moglie. Siamo chiari, nessuno lo ha perdonato per lo stupro nei suoi confronti
nel primo episodio della serie, ma sappiamo che c'è dell'altro in lui. Lizzie,
da creatura soggiogata da sua madre, diventa donna indipendente e regina. Sono proprio
le figure delle due genitrici che porteranno i due giovani a crescere e ad
unire le forze, distaccandosi completamente da chi li ha manovrati fin da
piccoli. Cresciuto in esilio con suo zio e con l'idea che un giorno sarebbe diventato re, Enrico inizialmente appare come un sovrano poco
abile nel suo nuovo ruolo, privo di carisma e privo dell'amore del popolo, così
paranoico da trovare traditori persino tra i suoi strenui sostenitori. Farà della sua insicurezza una forza, unita con quella della moglie, riuscendo entrambi a riscattarsi, formando una
solida unione agli occhi del popolo. E così scatta subito la ship!!
Il loro
rapporto, considerato quasi nullo ed inesistente all'inizio, è qualcosa che
cambia, fino a giungere ad un ruolo centrale nella serie più di quello che ha
Lizzie stessa da sola. Finché era la moglie di un
uomo che avrebbe potuto essere deposto da un fratello perduto, la sua lealtà
era con gli York, ma essa comincia a vacillare quando la sua nuova posizione di
regina vede le sorti di suo figlio sul trono Tudor. La sua lotta interiore si
fa sempre più interessante fino ad arrivare agli ultimi episodi in cui la
sua lealtà verso la casata York slitta inevitabilmente verso l'amore per Enrico.
Con una caparbietà degna del suo sangue reale,
il giovane pretendente che dice di essere Riccardo, il figlio di Edoardo IV,
difende il suo trono sostenendo di essere cresciuto da una famiglia umile con
il falso nome di Perkin Warbeck. Mentre Lizzie cerca un modo per tenere il trono
della sua famiglia, Enrico tentenna. Vorrebbe uccidere il giovane pretendente ma, dopo aver saputo della maledizione che la giovane moglie aveva scagliato
insieme a sua madre anni, prima contro chiunque si fosse opposto agli eredi al trono
York, non sa più che fare, e così entra in ballo Lizzie. Contrariamente a quello
che riporta la serie, la storia narra che Elizabeth fu una vera regina
medievale, più interessata alla musica e alla danza che alle dispute politiche
e agli intrighi di palazzo. Lasciò per questo motivo il ruolo di regina alla
suocera, Margaret Beaufort, che influenzò il regno di suo figlio, Enrico, e la
formazione di suo nipote, Arturo. Nell'adattamento televisivo Lizzie non vuole
perdere la corona e, vedendo in crisi suo marito e il futuro trono che spetta
ai suoi figli, fa una scelta: giustizia prima suo cugino -
rinchiuso nella Torre fin da bambino - Edoardo Plantageneto, fratello di sua
cugina Maggie e figlio di Giorgio Plantageneto, e poi suo fratello. Lo fa perché
non ha altra scelta, forse sa in cuor suo che è suo fratello, oppure immagina
che quella guerra non avrà mai fine se non quando Enrico morirà e moriranno
anche i suoi figli. Lo fa perché Enrico non ne ha la forza. È proprio lei che, in un
bellissimo discorso al marito, gli dà la forza per essere il re che è destinato
ad essere, perché il diritto al trono si prende con la forza, non si ha per
nascita. Così lascia sul trono l'uomo che facilmente aveva pensato di poter
ingannare all'inizio, un uomo che ora ama profondamente.
Contrariamente alla critica rivolta alla giovane attrice
protagonista per la sua poco espressività, a me Jodie Comer è risultata abbastanza
convincente, senza considerare la sua trasformazione a metà serie, dettata dal
cambiamento che volta verso la parte che credeva nemica. La determinazione di
Lizzie nella prima parte degli episodi sembrava sincera, per poi giungere ad
una eccessiva freddezza, forse a volte troppo costruita. Anche Jacob Collins Levy ha fatto un buon lavoro e ciò che emerge è proprio la chimica che c'è tra i due attori. Di certo, dunque, non è colpa
della recitazione, ma di una caratterizzazione dei personaggi poco incisiva. La
sceneggiatura che decide di compiere dei salti temporali penalizza l'evoluzione
dei protagonisti, come se la loro caratterizzazione fosse tagliata nel mezzo. Tutto
si volge troppo in fretta passando dalla nascita di Arturo ad un salto di cinque anni con la crescita dei
successivi figli in un solo episodio.
Tra l'approccio storico e toni di soap
opera l'intera serie prende e, nonostante le difficoltà di narrazione, ci si
appassiona. Personalmente ho trovato molti più intrighi e coinvolgimenti in
questa serie che in quella precedente. Dopo aver visto l'ultimo episodio, in cui i Tudor hanno vinto e re Enrico nomina Woolsey precettore di suo figlio Henry, ti viene voglia di ricominciare a vedere I Tudors. Contestualmente più lunga della precedente recensione di The White Queen, la storia raccontata nella miniserie del 2017 ha profondamente scosso la storia inglese, dando il via ad una delle dinastie più importanti dell'Inghilterra, proseguita, telesivamente parlando, con The Spanish Princess (qui la recensione).
Ma passiamo a tirare le somme. Poco spazio viene dato alle conseguenze della guerra delle
due rose, mentre maggiormente viene data importanza al ruolo delle donne nella società. Lizzie,
Margaret, Elizabeth e la cugina della regina, Maggie, figlia di Isabelle
Neville e Giorgio Plantageneto, devono sopravvivere alla realtà in cui si
trovano, ingabbiate nel loro ruolo e incapaci di opporsi, in quanto sottomesse
alle volontà del re. Anche le loro interpretazioni sono state una rivelazione,
come d'altronde quelle delle donne di The White Queen. A differenza di
quest'ultima, The White Princess non eccelle per quanto riguarda lo
splendore e l'accuratezza degli abiti o delle scenografie, e nemmeno per i
passaggi più ricchi d'azione, ma si distingue per raccontare la nascita dell'intrigante trono
Tudor, fatto di complotti politici, attentati, lettere segrete, pretendenti al
trono, stregoneria e passioni.