Alguien tiene que morir
è il titolo originale della miniserie spagnola, diretta da Manolo Caro (Perfetti
Sconosciuti), uscita su Netflix ad ottobre, che consta di soli tre
episodi. Già
dal titolo la serie lascia immaginare la promessa di almeno una morte. Tensioni
e segreti, morale e politica sono gli altri ingredienti che lasciano immaginare
lo stile narrativo del prodotto televisivo. La serie è piuttosto cupa e l'accuratezza
dell'ambientazione ricalca bene l'epoca di riferimento. Fotografia, musica e
costumi sono i punti di forza di questa nuova miniserie.
Il giovane Gabino, rampollo della
famiglia Falcón, dopo dieci anni ritorna dal Messico accompagnato da un suo amico
di nome Lazaro, un ballerino di danza classica con il quale ha già progettato
di compiere un viaggio itinerante per l'Europa. Che ci sia o meno qualcosa tra
i due, le voci ci mettono poco a circolare: gli amici di Gabino, i colleghi del
padre e la famiglia stessa sono i primi a reagire malamente alla presunta omosessualità
del giovane. Ogni
personaggio accentua la propria reazione alla vicenda nel modo più esagerato
possibile. In particolare il padre e la nonna, determinati a imporgli il matrimonio combinato
con Cayetana Almansa (Ester Expósito), figlia di un partner d'affari del padre,
sono conservatori come il resto della società gretta e patriarcale durante la
dittatura di Franco. L'omosessualità,
infatti, viene considerata alla stregua di una malattia contagiosa, tanto da
imprigionare chiunque si macchi di tale peccato, e Gabino, colpevole solamente
di essere rimasto fedele a sé stesso, diventa una "vergogna" per il padre che
si ritrova a condannare tale condotta del figlio. Ma se da una parte Gabino
incontra ostilità, dall’altro ha l'appoggio della madre e dell'amico
Lazaro. Altri personaggi, però, vivono lo stesso dramma nell'ombra con la
paura del pregiudizio: Alonso, il fratello di Cayetana, osserva
con invidia e sofferenza il rapporto che Gabino ha con Lazaro. C'è
rabbia nel ragazzo e non condivide la condotta di Gabino o, meglio, ne è forse
innamorato.
Le cose, però, non vanno meglio: sia Gabino che Lazaro vengono
catturati e tenuti separati. Ecco che, però, Alonso decide di aiutare Gabino
introducendo una pistola nella sua cella. Gabino ricorda che da bambino ha
assistito all'omicidio del nonno da parte della nonna. Un delitto di cui anche
Gregorio viene a sapere proprio nell'ultima parte dell'episodio, insieme alla
relazione clandestina della moglie con Lazaro, scoperti da Cayetana in
atteggiamenti intimi in un bosco. I due amanti riescono a fuggire ma qualcuno
deve morire. Chi sarà?
Padrona e schiava, allo stesso tempo, viene vista la donna.
Una miniserie godibile che mostra uno spaccato della
Spagna degli anni '50, ma che manca di chiarezza, suspence e tensione. Dal trailer
sembrerebbe un thriller dagli svolti drammatici, ma entrando dentro la storia
non si sa bene se si tratta piuttosto di una vicenda drammatica con una sceneggiatura
povera. La lentezza narrativa contraddistingue i primi due episodi, per poi
arrivare al terzo con un finale precipitoso. Dall'altra parte la scrittura dei
dialoghi lascia poco a desiderare come le interpretazioni dei personaggi che
risultano spenti agli occhi dello spettatore.
A dispetto del tema trattato e di
una buona ricostruzione storica, c'è una teatralità eccessiva di fondo che si percepisce
in ogni scena. Lo show si rivela, quindi, una soap opera simile Il
Segreto piuttosto che un thriller d'epoca.