La psicologia dei personaggi di Breaking Bad


In Breaking Bad il tramonto di Walter White e la nascita di Heisenberg riflettono il desiderio di autoaffermazione di un uomo che ha passato tutta la vita a lasciarsi schiacciare dai bisogni degli altri. L'attenzione psicologica che Vince Gilligan riserva, però, a tutti i personaggi di Breaking Bad è enorme. Il realismo e la caratterizzazione sono elementi studiati nel dettaglio e che affondano in schemi mentali psicopatologici dell'individuo. 
Vediamo i personaggi principali dalla famiglia di Walter ai due protagonisti. Per la recensione della serie cliccare qui.

1)   SKYLER – DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITÀ'


Personaggio meno amato dalla serie, la moglie di Walt è incoerente nei suoi comportamenti, fedifraga e passivo aggressiva. Skyler drammatizza le proprie difficoltà con il fine di ottenere attenzioni e si auto compatisce. Donna dal carattere autoritario, isterica, abbastanza acida e mai conciliante, in realtà si rivela nel corso delle stagioni un personaggio molto più interessante del previsto: si farà influenzare proprio da Walter una volta sapute le sue colpevolezze, rinnegando i suoi valori. Inoltre ha un'eccessiva sensibilità per le critiche vissute come affronti. Deve reggere da sola troppe responsabilità, eppure non ci fa pena per niente. Skyler ha tratti del disturbo istrionico di personalità.
Si tratta di una patologia che si manifesta con un'intensa emotività espressa anche con modi appariscenti. Chi ne è affetto ricerca disperatamente l'attenzione del prossimo attraverso atteggiamenti provocanti e seduttivi. Si pensi al suo balletto in stile Marylin Monroe per il suo capo Ted.

2)   MARIE – DISTURBO CLEPTOMANE


Il disturbo cleptomane in Marie è evidente. La cleptomania è un vero e proprio disturbo patologico consistente nell'azione del rubare. L'atto del furto provoca un piacere perverso all'individuo e lo spinge a rinnovare il comportamento. Il desiderio di rubare diventa così un pensiero fisso che non si riesce a scacciare se non dopo aver adempiuto al bisogno. Spesso legato a stati depressivi e di angoscia, la cleptomania deriva probabilmente da un senso di colpa inconscio. Nel suo caso il problema si manifesta come una ricerca disperata di attenzione e bisogno di vedere riconosciuto il suo ruolo rispetto a persone come sua sorella maggiore Skyler e il suo eroico marito Hank. 

3)   HANK – DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA'


Non è una vera e propria psicopatologia così marcata quella di Hank, ma notiamo da subito che il suo fare eroico è soprattutto dipeso da un bisogno di auto affermarsi prepotentemente sugli altri. Strafottente e apparentemente sicuro di sé, Hank nasconde in realtà un disagio inespresso. Quando è costretto a letto dopo essere stato colpito più volte dai cugini di Tuco Salamanca, vediamo tutta la sua frustrazione per quella situazione. Inoltre è un collezionista compulsivo. Da questi comportamenti deriva il disagio di Marie.

4)   MIKE – NEVROSI DI SENSO DI COLPA


Per un inconscio complesso di inferiorità Mike matura effettivamente questa nevrosi nei confronti del figlio che finirà per idealizzare nel tempo. Il senso di colpa che gli appartiene deriva dalle circostanze che hanno causato la morte del giovane. Il ragazzo era un irreprensibile agente di polizia ucciso dai suoi stessi colleghi, corrotti, per timore di essere denunciati. Mike opererà una razionalizzazione del male per compensare il suo lutto e cercherà di colmare il suo senso di colpa prendendosi cura della famiglia.

5)   GUS – MANIPOLATORE PATOLOGICO


Individui, come Gus, ben inseriti in ambito sociale sfruttano le doti non comuni a livello intellettivo e relazionale per affermarsi ed imporsi. Si tratta di freddi calcolatori che dietro la parvenza di un'integrità morale e sentimentale nascondono in realtà il cinismo di chi fa di tutto per ottenere il successo. Dietro l'apparenza di cittadino modello Gus nasconde lo sfrenato desiderio di potere.

6)   SAUL - BUGIARDO PATOLOGICO


Spinta compulsiva alla menzogna e all'inganno caratterizza l'avvocato Saul Goodman. Le motivazioni da ricercare sono molto più evidenti in Better Call Saul. La propensione all'inganno affonda nell'infanzia di Jimmy: le mancanze del padre, il senso di inferiorità verso il fratello. In un mondo spietato e corrotto Jimmy / Saul decide di auto affermarsi, di scegliere la via della prepotenza e del sotterfugio per ottenere ciò che desidera per sé e per le persone che ama. Un azzeccagarbugli del XXI secolo.

7)   JESSE – DIPENDENZA AFFETTIVA


Jesse Pinkman ha una serie di traumi che porta dietro con sé. Nell'osservarlo conosciamo il suo passato: il rapporto conflittuale con i genitori, i numerosi tentativi di riabilitazione, gli errori, le ricadute, la tragica storia d'amore, la discesa agli Inferi. Anche Jesse, come Walt, subirà una profonda trasformazione che lo porterà a diventare un ragazzo tormentato dai sensi di colpa. Fin dai tempi della scuola nessuno mostra di credere in lui e nel suo potenziale. Per via dei suoi sbagli viene diseredato dai genitori. Il suo disperato bisogno di affetto lo porterà ad avvicinarsi al professor White maturando così una pericolosissima dipendenza affettiva. In lui vedrà un mentore, una guida, quel padre che non ha mai avuto. Walt sfrutterà ampiamente questa debolezza di Jesse per manipolarlo. L'omicidio di Gale, in particolare, è una condanna dopo una continua lotta contro sé stesso che riuscirà a portare a compimento grazie alle suppliche di Walter White. Non si può dire che il suo è stato un percorso di formazione ma, sicuramente, a differenza del signor White, Jesse crescerà, maturerà e dirà addio alle sue sofferenze e poter ricominciare una vita nuova. Come dimenticare quell'urlo liberatorio nel finale di stagione.

8)   WALT – DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITÀ


Il protagonista di Breaking Bad è senza dubbio la figura più complessa e indecifrabile dell'intera serie: prima marito modello, personalità remissiva, poi farà esplodere un disagio a lungo sepolto dentro di sé. Idee di grandezza, manipolazione, costante bisogno di ammirazione, mancanza di empatia sono alcuni dei sintomi che accomunano Walt e l'affetto da disturbo narcisistico. La sua partecipazione emotiva sarà sempre più superficiale e, in particolare, di fronte all'idea di grandezza, nel caso sia di Jane che di Brooke, mostrerà tutto il suo menefreghismo. Walter White non si trasforma in Heisenberg, lui è nato Heisenberg, ma per cinquant'anni ha represso il lato oscuro dentro di sé, mostrando una debolezza di facciata che le circostanze (frustrazione per il successo della Grey Matter) hanno reso la sua identità predominante. Walt è un perdente: viene fatto fuori dalla piccola società che ha creato – prima che questa diventi un colosso farmaceutico – ritrovandosi ad accettare un doppio lavoro in un autolavaggio. Walter White, il professore di chimica, è qualcuno che ha perso totalmente il controllo della sua vita. Heisenberg, freddo e meticoloso calcolatore, al contrario, è il controllo allo stato puro: controlla e manipola Jesse, controlla con domande curiose il procedere delle indagini di Hank, meticoloso anche nelle conversazioni con Fring. 
La figura di Heisenberg rappresenta dunque il moderno Dottor Jekyll che, cosciente delle sue potenzialità, arriva a trasformare sé stesso in un altro individuo di nome Hyde mediante l'uso delle proprie abilità scientifiche, con l'unico scopo di affermare la propria personalità e il proprio ingegno. L'ammissione che fa a Skyler durante la magnifica ultima puntata è una liberazione non solo per sua moglie, ma anche per noi: "L'ho fatto per me, mi piaceva farlo ed ero molto bravo…E mi sono sentito...vivo".  

In quell'ultimo cenno d'intesa che c'è tra Walt e Jesse c'è tutto: amicizia, gratitudine, ma anche dispiacere, malinconia. Dunque, è vero, che c'è del malvagio in ogni buono e c'è del buono in ogni malvagio.