BLACK MIRROR: BANDERSNATCH


Bandersnatch è il primo film interattivo di Netflix. La serie antologica e fantascientifica Black Mirror (qui la recensione) di Charlie Brooker è nota per giocare con l'idea di realtà parallele, in particolare su un mondo iper tecnologico. Non sapevo sinceramente se recensire questo film perché più che film sembrerebbe un nuovo episodio di Black Mirror, soprattutto per la durata di circa un'ora, simile a quella di un episodio. Ma no, non siamo in un episodio di Black Mirror come lo conosciamo, ma nella realtà, una realtà che possiamo decidere noi di cambiare.
Bandersnatch va oltre il normale concetto di prodotto seriale. Non è un episodio come gli altri, ma non è nemmeno un classico film. Si tratta, infatti, di un interessante mix tra cinema e videogame, ma anche tra film e realtà virtuale. La trama disegnata dagli sceneggiatori è parzialmente caotica e priva di colpi di scena, contraddistinta da un'alternanza di momenti di forte pathos. È comunque un film/episodio ben riuscito e ben fatto.

Siamo nell'Inghilterra del 1984: Stefan Butler è un ragazzo nerd orfano della madre, lutto di cui si sente responsabile e che non ha mai superato, infatti ne parla con la sua terapista. Inoltre è ossessionato da un libro che ha trovato tra le cose di famiglia: "Bandersnatch" di Jerome F. Davies.
Si tratta di un corposo romanzo di fantascienza, che sembra sia costato all'autore la sanità mentale, tanto da fargli decapitare la moglie. Il lettore può scegliere la trama attraverso vari bivi presenti tra un capitolo e l'altro. Stefan vuole trasformarlo in un videogame e il suo progetto conquista il capo della Tuckersoft. La Tuckersoft, però, vorrebbe semplificare il gioco, mentre Stefan, nella sua malattia mentale, immagina di renderlo il più fedele possibile al libro.
Così siamo chiamati in ballo noi spettatori che con un semplice click possiamo cambiare il corso della storia. Praticamente durante tutto il film lo spettatore è in grado di prendere le proprie scelte, decide quindi come far procedere la storia quando gli vengono presentati bivi in cui deve optare tra due alternative, la cui scelta cambia il corso del racconto, per poi arrivare a un finale. Il film non si accontenta di alcuna conclusione e continua a riavvolgersi.
Personalmente l'ho trovato un po' troppo uguale a lungo andare questo continuo riavvolgersi del nastro, soprattutto perché si ha l'impressione che il film non finisca mai, ma fa parte dello strano stile di Black Mirror. Strano più di quella quinta stagione che c'hanno propinato (il film è girato tra la quarta e la quinta stagione). Quel vecchio stile che ancora c'era, ma che allo stesso tempo con l'uscita del film ci faceva sentire aria di diversità.
Questa opportunità di tornare indietro vuole dare al pubblico la possibilità di scoprire finali diversi, ma diviene presto evidente che le varianti vogliono dirci altro, ossia che la gran parte delle scelte a disposizione sono delle trappole. Per fare ogni scelta si ha a disposizione un tempo limitato di dieci secondi e, scaduto, la storia procede secondo un percorso predefinito. Alla fine il film ha una durata totale di 312 minuti se si sommano le durate di ogni singolo ramo della trama.
Ma vediamo i possibili finali del film:

1) La prima scelta davvero importante che dobbiamo fare (dopo la scelta tra due tipi di cereali) è se accettare o meno la proposta del capo di Tuckersoft. Ovviamente è naturale decidere di accettarla, ma chi lo fa scopre subito che si tratta di un errore: il famoso programmatore Colin Ritman dà una pacca al protagonista decretando che il percorso è sbagliato. La storia prosegue e dopo che il videogioco viene recensito da un esperto non si può andare ai titoli di coda perché Stefan si alza dal divano da cui seguiva la recensione televisiva dichiarando arrabbiato di voler riprovare di nuovo.

2) Rompere il computer rovesciandoci sopra il tè oppure distruggendolo è la scelta successiva. In due punti differenti della storia Stefan ha un problema con il videogioco che si blocca. Stefan è insieme al padre che lo incalza e lo spettatore può scegliere che Stefan rovesci il tè sul computer oppure che urli contro suo padre. La prima scelta mette fine alla storia, ma possiamo sempre tornare indietro al momento del tè sul computer oppure tornare alla proposta di Tuckersoft.
Se, invece di rovesciare il tè, Stefan decidesse di urlare contro il padre, la storia proseguirebbe. In un momento successivo ci troviamo di fronte a una scelta simile: il videogioco si blocca, Stefan reagisce con grande frustrazione e dovremo decidere se spaccare il computer oppure battere il pugno sul tavolo. Ovviamente solo l'ultima scelta ci permette di proseguire.

3) Prendere le pillole o suicidarsi. Scegliendo di litigare con il padre, Stefan gli urla contro e il padre lo obbliga ad uscire, accompagnandolo dalla terapista. Scesi dalla macchina, dobbiamo decidere se andare effettivamente alla seduta oppure inseguire Colin (che nel frattempo è comparso a pochi metri di distanza). Se Stefan va dalla terapista, alla fine della seduta, la dottoressa gli consegna una nuova prescrizione in cui la dose di farmaci che lui assume abitualmente è superiore. Una volta a casa Stefan è di nuovo a un bivio: prendere le pillole o buttarle nel water. Se sceglie la prima, la storia termina perché il gioco si rivela mediocre: l'esperto assegna al videogioco 2,5 punti su 5. I titoli di coda, però, ci fanno tornare indietro e, se invece buttiamo le pillole, la storia prosegue.
Se Stefan decide di seguire Colin, si reca al suo appartamento e Colin dice di volerlo aiutare ad uscire dal tunnel e andare avanti con la programmazione con un piccolo aiuto. Insieme fumano marijuana e assumono acidi, ma, ancora sotto l'effetto degli stessi, escono sul terrazzo: Colin spiega a Stefan che ci sono tante linee temporali parallele lungo le quali succedono eventi diversi e, per supportare la sua tesi, propone che uno dei due deve lanciarsi nel vuoto ma non morirà veramente. Chi dei due si lancerà? Se scegliete che sia Stefan a saltare, la storia finisce. Se è Colin a buttarsi, è lui che muore e la storia prosegue.

4) Il meta-finale o uccidere il padre. Se scegliete che sia Colin a morire, la storia prosegue e la trama torna al punto della seduta con la terapista e alla decisione sulle pillole. Ci accorgeremo che non si può più fare in modo che Stefan le prenda: si può scegliere soltanto tra buttarle nel water oppure nel cestino. Se scegliete di buttarle nel cestino, Stefan continua a lavorare sulla programmazione finché non si presenta una nuova decisione: la scelta qui è tra rovesciare il tè sul computer oppure distruggerlo. Scegliendo la prima opzione, Stefan si ribella e, non avendo più il controllo delle proprie azioni, ci chiede un aiuto. Possiamo decidere di scegliere un aiuto tra Netflix oppure il simbolo da cui era ossessionato l'autore del libro-game. Scegliendo Netflix, di cui Stefan non ha la minima idea di cosa si tratta, il computer comincia a parlare con Stefan, svelandogli la nostra presenza di spettatori del futuro. Si presentano diversi finali: Stefan racconta alla terapista di essere stato contattato dagli spettatori di un servizio di intrattenimento del futuro, così la terapista lo sfida a combattere contro di lei. Stefan può scegliere di partecipare al combattimento o di scappare dalla finestra: la seconda opzione mostra che tutto quello che vediamo sta succedendo su un set di Netflix. La regista interrompe le riprese e interviene per correggere l'attore che interpreta Stefan (che in realtà è Stefan stesso). Gli ricorda che in quella scena avrebbe dovuto combattere, non scappare dalla finestra. La regista, preoccupata per lo stato confusionale di Stefan, chiede l'intervento di un medico.
Se, invece al posto di Netflix, scegliamo il simbolo, la trama prende un'altra direzione: Stefan perde la testa, il padre cerca di tranquillizzarlo, ma l'attenzione di Stefan è attirata dal posacenere di vetro. A questo punto dobbiamo scegliere: arretrare o uccidere il padre? Se scegliamo di arretrare la storia finisce, ma il film ci fa tornare indietro. Se uccidiamo il padre con il posacenere, la storia prosegue con nuove scelte che portano a diversi finali: seppellire il corpo o farlo a pezzi? Se scegliamo che Stefan uccida il padre ma invece di farlo a pezzi decida di seppellirlo, il ragazzo viene arrestato prima che finisca il gioco e finisce con il disegnare il suddetto glifo sulle pareti della cella. Fare a pezzi il corpo del padre, invece, rende Stefan completamente fuori controllo e quasi euforico. Riesce a concludere il gioco nel miglior modo possibile. Il gioco prende 5 stelle su 5 durante la sua recensione televisiva. Una volta che si scopre che il creatore di "Bandersnatch" ha fatto a pezzi il corpo del padre, le copie vengono ritirate. Da qui si arriva ai titoli di coda, ma c'è un finale extra che mostra la figlia di Colin, Pearl, ormai adulta, che racconta di aver ritrovato una copia del videogioco e decide di ricrearlo. Quali saranno questa volta le scelte di Pearl?

5) Stefan non può cambiare il passato e muore. A seconda delle scelte che abbiamo fatto, le combinazioni possibili per aprire la cassaforte del padre cambiano. Se scegliamo "TOY", Stefan la apre e ci trova dentro Rabbit, il pupazzo di quando era un bambino che il padre gli aveva tolto, ingenerando una serie di eventi. Trovando il pupazzo, però, Stefan riesce a cambiare il passato, in cui la madre è ancora viva, e a riprendersi il pupazzo che gli era stato tolto. Quindi, nel momento in cui la madre sta uscendo per prendere il treno che le causerà la morte, Stefan può decidere di seguirla perché ha trovato Rabbit. Scopriamo che la madre sarebbe morta comunque perché avrebbe comunque preso il treno delle 8,45, quello che deraglia, e Stefan bambino muore con lei. Muore sia nel passato che nel presente dalla terapista.


L'esperienza Bandersnatch finisce ufficialmente quando raggiungiamo il finale con i titoli di coda, ma, se aspettate la fine, scopriremo un'altra scena: Stefan è di nuovo sull'autobus e sentiamo il suono di una suoneria vecchio stile, quando lui entra nel suo gioco. Quel suono contiene un link segreto al sito della Tuckersoft, dove è possibile scaricare e giocare con il videogame di Colin "Nohdyve", riferimento all'episodio di Black Mirror, "Nosedive". I riferimenti alla serie sono numerosi, come sicuramente il famoso simbolo apparso per la prima volta in "Orso Bianco" e che qui rappresenta le molteplici scelte che lo spettatore può fare.

La regia del prodotto Netflix è assolutamente di qualità e, grazie a una fotografia molto accurata e a movimenti di camera azzeccati, lo spettatore si troverà assolutamente coinvolto nell'episodio. Bandersnatch parla dell'impatto pericoloso e inquietante che alcuni aspetti della tecnologia possono avere sulle nostre vite. Il film non ha una linea narrativa unica ma tante possibili che possono modificare il futuro. Bandersnatch non manca assolutamente di originalità, è un prodotto veramente ambizioso che tenta di conciliare gioco e intrattenimento audiovisivo. Bandersnatch può essere giudicato positivamente solo se interpretato come provocazione, altrimenti è solo un divertente giochino. Bandersnatch non è solo un esperimento, è un viaggio nell'inconscio e nella psicologia dei personaggi.