La storia di Norman Bates la conoscono quasi tutti coloro che hanno visto Psyco, capolavoro di Alfred Hitchcock del 1960, tratto dal libro di Robert Bloch del 1959, e, se non l'hanno visto, ne hanno lo stesso sentito parlare. Dunque la trama di Psyco è semplice: c'era una volta un ragazzo di provincia che gestiva un motel con la madre finchè un bel giorno decide di farla finita uccidendola. Tutto ciò che c'è sotto ce lo racconta Bates Motel.
Ormai Psyco è diventato un capolavoro del cinema, ha avuto tanti sequel e prequel mediocri e un remake, prima di arrivare alla serie tv Bates Motel del 2013. In realtà lo show non vuole essere semplicemente l'ennesimo omaggio a Psyco, ma solo una nuova storia tratta e ispirata da esso: si tratta, infatti, di un prequel sulla vita di Norman, la sua metamorfosi nel serial killer che tutti conosciamo, il rapporto morboso che aveva con sua madre Norma, ma soprattutto un thriller moderno che prende spunto da un'idea antica.
I due attori protagonisti, che interpretano Norma (Vera Farmiga) e Norman (Freddie Highmore), si distinguono per una recitazione fuori dagli schemi. Vera Farmiga è bravissima nell'interpretare una mamma super preoccupata per il figlio, dandole quello spessore e quella storia che mancava al film di Hitchcock, mentre Freddie Highmore è insuperabile e ironico nell'interpretazione del noto psicopatico.
La serie è interessante perché si distingue dall'originale, dal momento che è ambientata ai giorni nostri. Oltre all'ambientazione presente, anche la presenza inusuale del fratello di Norman, Dylan, ha fatto sì che l'intreccio sia stato più interessante, dando modo alla serie di distaccarsi completamente dal film. Si sottolinea, inoltre, un'ottima scrittura, anche se a volte si perde in episodi lenti e conversazioni quasi inutili: nella seconda stagione, ad esempio, vediamo una serie di episodi in cui Norma, pur di salvare il suo motel, cerca di fare conoscenza con i ricconi della città e assistiamo ad una serie di relazioni amorose tanto per arricchire la storia del suo personaggio trascurando, però, quella più importante, quella con Norman. Vi è anche un'accurata attenzione ai dettagli e ovviamente ai costumi meravigliosi di Norma, stile anni '50, che risaltano la sua bellezza.
Bates Motel è un vero e proprio thriller psicologico, anche se ci mette un po' ad ingranare e farci entrare nella mente del protagonista. Entrare nella mente di Norman è impossibile, ma il lavoro che fa l'attore è meticoloso, quasi da farci aver paura di un ragazzino alle prese con le gelosie nei confronti di sua madre. Norman è incosciente e ingenuo: all'inizio fa tanta tenerezza, ma tutto viene cancellato dai suoi brevi episodi di evidente schizofrenia. Lo sguardo dell'attore dice tutto. Purtroppo, si sa, Norma sbaglia con il figlio non solo coprendolo nei suoi omicidi e non accettando la sua malattia fino in fondo, ma per me sbaglia ancor prima amandolo troppo e costruendo con lui un rapporto malsano. Non possono fare a meno l'uno dell'altra, baci e abbracci irritanti in continuazione, si proteggono di fronte a tutti, dormono insieme. È anche vero che in alcune situazioni arriviamo a comprendere e, a volte, anche giustificare molti comportamenti sbagliati di Norma nei confronti del figlio. La amiamo, la odiamo, la giustifichiamo, ci fa arrabbiare, ma in fondo Norma è solo una madre imperfetta. Recitando il ruolo della madre sempre troppo presente, non si rende conto che porterà Norman all'esasperazione, ad una lotta continua tra amore e odio nei suoi confronti. Norman si trasforma, la sua psiche peggiora, e Norma ne è consapevole che c'è qualcosa che non va. Obiettivamente madre e figlio sono due personaggi per i quali non si può provare empatia: Norman è un serial killer con diversi problemi mentali e Norma lo copre, nascondendo la malattia e lasciandogli commettere ulteriori crimini. La stessa Norma non ha un passato facile e sappiamo bene che per una madre è difficile accettare che il proprio figlio sia malato. Ma ci fa rabbia lo stesso perché si sarebbe potuta comportare diversamente con lui. Al contrario si può provare più empatia per Dylan che, coinvolto anch'egli in comportamenti poco corretti, è l'unico a riconoscere che Norman ha problemi mentali e che il rapporto con la madre è morboso; è l'unico che ha a cuore la salute del fratello al punto da fare pressione sulla madre perché lo faccia ricoverare in una clinica. Vera Farmiga incarna alla perfezione quella madre ossessionata dal figlio e iperprotettiva nei suoi confronti, mentre Freddie Highmore ha quell'aspetto angelico, ma allo stesso tempo diabolico nel momento in cui ti vuole incenerire con quello sguardo tipico da psicopatico.
Tutto inizia quando Norma Bates si trasferisce con il figlio adolescente Norman in una piccola città chiamata White Pine Bay nella speranza di sfuggire da un passato violento e dalla misteriosa morte accidentale del marito di lei. Decidono di riaprire al pubblico un vecchio motel sulla strada, ma da subito avranno dei problemi: la stessa notte in cui giungono in città il vecchio proprietario, che ha dovuto vendere il motel a causa dei debiti, metterà loro i bastoni tra le ruote per cercare di far intraprendere l'attività alle sue condizioni, così Norma e Norman saranno coinvolti nel loro primo omicidio: l'uomo aggredisce Norma e la stupra, Norman lo stordisce, la donna lo accoltella a morte ed entrambi gettano il cadavere in acqua. Scopriremo, così, da subito non solo i loschi affari che coinvolgono la piccola città, ma intuiamo anche la causa della morte del marito di Norma. Madre e figlio cercano. quindi, di escogitare piani su piani per sfuggire alle accuse di omicidio, dando inizio ad una serie di vicissitudini. È l'inizio di un ravvicinato resoconto dell'inquietante relazione tra Norma e Norman.
Norman farà anche la conoscenza di Bradley con la quale perderà la verginità. Non so se sia più incisiva lei o Emma sinceramente. Dopo essere andata a letto con Norman, si comporta da str* con la puzza sotto il naso e si scopre che, come tutti i buoni clichè americani, la ragazza ha mille problemi, così fugge diventando una ladra pazza omicida.
Norman, alla fine della prima stagione, sarà tentato dalla sua insegnante, Miss Watson, che finirà per uccidere durante uno dei suoi primi sporadici raptus. Giustamente ci si chiede perché tutte vogliono andare a letto con Norman dal momento che non è tutto 'sto gran fico. Quando Norma cerca aiuto per capire cosa passa nella mente del figlio, sospettato di aver ucciso Miss Watson, è a Romero a cui si rivolge, poiché si fida solo di lui. Ovviamente Romero, innamorato perso di Norma, per la seconda volta cercherà di nascondere la colpevolezza della famiglia Bates.
Norman soffre di alcuni blackout temporanei, allucinazioni e disturbi della personalità durante i quali i suoi comportamenti si dimostreranno pericolosi per sé stesso e per gli altri. Per questo è realmente convinto di non aver ucciso Miss Watson, ma Romero, facendo credere il contrario, ci vuole vedere chiaro. Questo è uno dei tanti buchi nell'acqua: durante la confessione Norman si salva, ma il vero assassino non verrà mai preso. Siamo, ormai, nella seconda stagione. Dopo il ritorno di Caleb, il fratello di Norma e padre di Dylan, gli equilibri nella famiglia vengono messi a dura prova: Norma è combattuta tra il dover fare la cosa giusta, ovvero non far uscire Caleb dalla vita di Dylan, e tra l'accettare la presenza del fratello nella sua vita; Norman allo stesso tempo è sotto shock, non sopporta lo zio, è geloso, e per questo la sua mente comincerà a vacillare. Per la prima volta vediamo le tendenze di Norman abitare il personaggio della madre: si vestirà e parlerà come lei davanti a suo fratello e intento a preparare i pancakes come esattamente farebbe Norma (fuggita via per la notizia di Caleb), segno evidente che la realtà e la psiche di Norman cominciano a confondersi sempre di più.
Inoltre sospetta che la madre lo stia tenendo all'oscuro di alcune cose solo perché a volte lo allontana per vivere la sua vita. In preda ad un atto di suicidio, scappa lasciando una lettera alla madre. Inquietante la scena del bacio tra madre e figlio nel bosco, emblema che i due sono una cosa sola, come dice Norma:
"We're like the same person. If you kill yourself, I'll be there one step after"
Il bacio, devo ammettere, non mi è particolarmente piaciuto, nonostante sia semplicemente un bacio a stampo. Però conosciamo la morbosità di quel rapporto. Sicuramente è stata più toccante la scena in cui Norma decide di perdonare Caleb e si salutano abbracciandosi con un incredibile pianto davanti agli occhi del figlio Dylan. Non c'è niente da dire tra i due: quell'abbraccio e quel pianto dicono tutto.
Nella nuova stagione Norman non ha più rapporti con i suoi coetanei, a parte Emma, perché Norma ha deciso di farlo studiare a casa, spaventata dai suoi numerosi attacchi. Brava stupida. Solo in questa terza stagione Norma comprenderà la pericolosità del figlio, soprattutto dopo l'omicidio di Bradley, e chiederà aiuto a Dylan. Il rapporto che c'è tra i due è molto interessante: Dylan, essendo nato da un incesto, non è mai stato ben voluto dalla madre, cosa in parte comprensibile. All'inizio non riuscivo a capire tutto questo astio tra i due, nonostante i tentativi di riavvicinamento di Norma. Avrei comunque preferito fosse approfondito di più il loro rapporto durante i primi anni di vita di Dylan. La scena in cui finalmente la donna si scusa con il figlio per come l'ha trattato per tutta la vita è commovente. Nonostante Dylan ne abbia passate tante, Norma e Norman sono pur sempre la sua famiglia. Dylan è anche il più lucido della famiglia, non a caso spesso risulta essere un padre sia per Norma che per Norman. Ricordiamo quando li salva dal vice sceriffo nella prima stagione e quando recupera il fratello tenuto prigioniero in una cassa di metallo dal suo boss in quella successiva. C'è davvero da riflettere che, nonostante l'incesto, il figlio che è uscito malato non è lui ma Norman. Ci mancava anche quello sennò povera Norma.
Anche il commercio illegale in cui Dylan è coinvolto è poco chiaro: è ribadito più volte fin dalla prima stagione che senza il commercio di marijuiana la città non va avanti, quando poi vediamo che, insieme all'aiuto di Dylan, lo sceriffo Romero riesce a smantellare tutto senza problemi e la città va comunque avanti. In ogni caso Dylan è un bel personaggio: è l'unico che cerca di redimersi e ci riesce. Anche Norma desidera una vita normale, ma la malattia del figlio glielo impedisce.
Nella quarta stagione Norma, su pressione di Dylan e Romero, capisce che Norman ormai è ingestibile e si decide a farlo internare. Al ragazzo viene anche diagnosticato il disturbo di cui soffre: dissociativo d'identità. Norman entra in quella clinica solo per accontentare la madre, ma non ne sarà mai consapevole della sua malattia, tant'è che al suo psichiatra rivelerà che ha passato anni a coprire gli omicidi di "sua madre". Cercherà più di una volta di fuggire dalla clinica e sarà alquanto esilarante la scena di quando entra casualmente in uno strip club. Dall'altro canto, non avendo più finalmente Norman tra i piedi, Norma si gode un po' la vita. E qui che ve lo dico a fare: ship indiscussa tra Norma e Romero. Ship che ovviamente mi hanno distrutto perché quella scema di Norma, affranta dai sensi di colpa, fa tornare Norman a casa, così volano ovviamente piatti in casa Bates, arrivando a costringere Norma a lasciare Alex. Ma come erano belli insieme? Norma, dopo tantissime delusioni, aveva finalmente trovato l'amore e non credeva ai suoi occhi che un uomo potesse amarla come Alex ama lei, nonostante tutti i suoi difetti, i suoi sbagli e i suoi problemi, facendole capire che lei va bene così.
Non avendo minimamente superato il suo complesso edipico, Norman arriva alla consapevolezza che la situazione più semplice per poter stare con sua madre per sempre sia togliere la vita ad entrambi.
Purtroppo per lui il piano non gli riesce: Norma si spegne tra le braccia di Alex, mentre Norman è riuscito a salvarsi da tutto il gas inalato (ancora devo capire come). Davvero un pazzo. Innanzitutto vediamo cinque minuti in cui cerchi di capire cosa caspita il ragazzo stia facendo prima di andare a dormire. Romero, passando di lì, vede quello che ha sempre temuto per Norma. La scena è struggente: lui cerca di rianimarla disperatamente come se ci fosse ancora una vita in quel corpo ormai spento e noi, insieme a lui, speriamo che si svegli. Interessante come gli autori abbiano voluto inserire la morte di Norma nel penultimo episodio, anziché nell'ultimo: poteva terminare lì la stagione, invece ci hanno voluto dare un punto sulla situazione di Norman.
Dopo aver compreso di aver ucciso la madre, Norman dissotterra il corpo, lo porta dentro casa e lo posa sul divano. Non si può immaginare che intenzioni abbia, perché quella di tenere il corpo della madre morta è solo di uno psicopatico quale è Norman. Tutti i gesti inquietanti che compie e che vediamo inorriditi li fa in modo da poter avere di nuovo la madre con lui: le cerca di aprire gli occhi e la smuove come per volerla risvegliare a tutti i costi. È toccante vedere come il figlio, che ha tanto amato la propria madre e poi ucciso, questa volta si scontra con la realtà, realizzando che lei non lo può più abbracciare e proteggere.
Arriviamo alla quinta e ultima stagione. Dopo la morte di Norma, Norman è allo sbaraglio: ormai non riesce più a governare la sua doppia personalità, rendendo ancora più pericolosa la sua furia omicida; inoltre dovrà guardarsi anche da Romero, evaso di prigione e desideroso di vendetta.
Vera Farmiga, complice la sua bravura, ha avuto la fortuna, dopo la morte di Norma, di tornare non in sporadici momenti, ma in tutti gli episodi. Come? Utilizzando il disturbo mentale di Norman come pretesto con un intento narrativo ben preciso, ovvio! Norman, dopo aver ibernato la madre e averla nascosta, è ancora convinto nella sua mente da omicida che la donna sia viva e che parli con lui. Altre volte è perfettamente lucido che sia morta, non totalmente consapevole che l'abbia uccisa lui, e questo fa ancora più paura. Norman ha imparato ad uccidere ed occultare i cadaveri come le ha insegnato la madre, così lei, per gelosia o per coprirlo, prende il sopravvento in lui come, nella testa di Norman, avrebbe fatto perfettamente in vita. Da queste sue azioni ho visto molto della prima stagione: gli accoltellamenti per difendersi, sbarazzarsi dei cadaveri e liberarsene nel lago. Per lui è diventata una routine. Ma in questo gioco è solo lui a proteggere la madre e non più viceversa. In questo gioco perverso lei uccide e cucina per lui, mangia insieme a lui, mentre nella realtà la casa è ridotta una sporcizia. Vediamo le due personalità di Norman e vediamo quella di Norma in lui.
Inquietante e ironico allo stesso tempo. Dopo diverse stagioni, ci rendiamo conto che Bates Motel è cambiata di molto: prima non sapevamo dove volesse andare a parare, se voleva essere un teen drama o altro. Da vero prequel si sarebbe potuto fermare all'arrivo di Marion al motel, invece nell'ultimo episodio vediamo Norman alle strette. Si trova nelle mani di Romero che lo porta in un bosco con l'intento di ucciderlo, Norman avrà la meglio, uccide Romero e ne esce solo un po' tumefatto. Inseguito dalla polizia, è piuttosto irragionevole che se ne torni al motel con il cadavere della madre appresso, ma nella testa malata di Norman tutto è possibile.
Nella sua testa la madre gli ha detto di volerlo salutare, perché ormai non c'è più alcun segreto che li separa, ma Norman non ci sta: cancella dalla propria mente gli ultimi anni. Al motel chiama Dylan che, pur coltivando un sentimento di protezione verso il fratello malato e bisognoso di cure, non può nemmeno permettere di fargli fare quello che vuole. Sull'orlo della crisi matrimoniale, arriva al motel e trova Norman pronto a cenare con lui e con il cadavere della madre che ha piazzato a capotavola. Ovviamente alla vista della madre morta, Dylan vomita.
Prende da parte il fratello e, durante una discussione, Norman tenta di ucciderlo, ma Dylan gli spara, ponendo fine alle sue sofferenze. Scena decisamente toccante: Norman in punto di morte ringrazia il fratello, così da potersi ricongiungere con la madre. Interessante anche il dettaglio della doppia lapide in cui sotto quella di Norma ci sono le dolci ma angoscianti parole del figlio, mentre sotto quella di Norman non c'è scritto niente.
Per quanti problemini vogliamo trovare in Bates Motel, la serie stupisce per essere un thriller psicologico di degna qualità. Ovviamente gli attori protagonisti fanno la differenza e anche Hitchcock; con i suoi dettagli innovativi e una buona trama solida alla base, tutto ciò ha contribuito al successo della serie. Me la sono sparata tutta d'un fiato e non posso negare che è una delle serie tv più belle degli ultimi anni. Morti, segreti, inquietudine avvolgono la casa dietro al Bates Motel, dove Norma prepara le sue specialità culinarie in attesa che il figlio torni da scuola. Che mamma! Dietro la perfetta Norma Bates, però, si cela una donna fragile, ossessionata da un passato che la perseguita. A lungo andare sembra che il karma ce l'abbia con lei. Poveraccia.
Come succede per ogni serie finita, proviamo quel senso di vuoto che ci fa male perché, pur essendo un pluriomicida, ci siamo affezionati anche a Norman Bates, cosa che non accadeva per il Norman di Hitchcock. Il Norman di Bates Motel ci irrita anche più di quello di Psyco, non ci piace quanto Norma, ma ci fa pena perché è indifeso dal resto del mondo, ha solo sua madre e in quell'ultima stagione diventa un ragazzo completamente solo fino a ricongiungersi con l'unica persona che l'abbia amato veramente.