Lillo
Petrolo e Pietro Sermonti tornano a fare coppia nella seconda stagione di Sono
Lillo, progetto in sei episodi (da trenta minuti ciascuno) prodotto da
Lucky Red per Amazon Prime Video, in cui il protagonista questa volta si ritrova al
centro di un multiverso creato da un master di un gioco di ruolo. Nella prima stagione una versione
romanzata (ma forse nemmeno troppo) di Lillo Petrolo cerca in tutti i modi di
liberarsi di Posaman, il personaggio portato nello show LOL: Chi ride è
fuori, che ha fatto riesplodere la sua popolarità. I tormentoni però, si
sa, sono duri a morire e quindi in Sono Lillo 2, uscita a settembre scorso su Prime
Video, l'ombra del supereroe è sempre presente.
Lillo è
ancora insoddisfatto della sua vita e della sua carriera, non ha ancora
riconquistato l'amore della sua vita e sostanzialmente ha bisogno di un'altra
occasione, di poter rifare tutto da capo nel tentativo di azzeccarci. Deciso a
fare il salto di qualità, Lillo ha firmato per un film americano: la sua
carriera è a una svolta. "Grazie" a Posaman, Lillo è finito a girare
un film ad Hollywood, ma il suo sogno a stelle e strisce si infrange quando è
costretto a tornare in Italia per interpretare Posaman in un film prodotto dai
criminali camorristi che lo avevano sequestrato nella scorsa stagione. Tutto
per colpa del contratto che gli ha fatto firmare quel pazzo di Sergio, il suo
agente (Pietro Sermonti) che, a insaputa di tutti - anche sua, perché non ha
letto il contratto - ha ceduto i diritti d'immagine di Lillo a dei criminali
che riciclano denaro tramite il cinema. Se il film non si farà i due potrebbero
rischiare la vita. Che fare? Scappare o trovare una soluzione? Così, invece del
titolo di prestigio, l'attore si ritrova costretto a entrare in un multiverso
in cui supereroi e crimine si fondono, con Posaman che deve combattere creature
mitologiche quali "l'Omm' e merda". Non solo: visto che, come si
dice, le brutte notizie non arrivano mai sole, il rapporto con la moglie Marzia
(Sara Lazzaro) sembra perso per sempre. Lei ha, infatti, cominciato a frequentare
una nuova persona, Aldo, ricco imprenditore e (finto) intellettuale un po'
delirante, intenzionato a lanciare una nuova piattaforma streaming. A
interpretarlo è Corrado Guzzanti. Intanto il fratello Edoardo (un tenero
Cristiano Caccamo) gli ha occupato casa col figlio Kevin appena nato. Si aggiunge
anche la cornice fantastica: Sante (Marco Marzocca), amico super nerd del protagonista appassionato di
giochi di ruolo, gli scatena contro un incantesimo per gelosia nei confronti di
Luuna (Katia Follesa). Il comico si ritrova, quindi, a viaggiare per diversi
universi paralleli, dando vita a una grande varietà di personaggi.
Divertente
l'intuizione di rendere il Mago Silvan il custode del multiverso. L'arma
segreta di Sono Lillo 2 è, però, Corrado Guzzanti, questa volta molto più
presente. Talento comico assoluto, la voce scelta per Aldo è un misto del suo
Funari e di Franco Califano: vale la pena di vedere la seconda stagione anche
soltanto per lui. L'intesa con Sermonti è perfetta, tanto che c'è da chiedersi
quanto dei loro scambi sia scritto e quanto improvvisato. Divertenti anche i
momenti con Paolo Calabresi, che ha il ruolo di Agenore, un ex comico che
dispensa consigli (sbagliati) di risibile saggezza e proprietario del Kaduki,
locale in cui si esibiscono diversi talenti comici. A questo giro spiccano Nino
Frassica, autore ovviamente del pezzo più surreale della stagione, Herbert
Ballerina, Brenda Lodigiani, Max Angioni e Giovanni Vernia che non sfigurano, anzi, come sicuramente non ricordare Katia Follesa, new entry nel cast principale che ci regala almeno una
sequenza memorabile. Lillo,
in particolare, è un personaggio che incarna la difficoltà di affrontare sé
stessi e le proprie scelte, intrappolato in un ruolo che non ha mai veramente
voluto, ma dal quale non riesce a fuggire. Dietro la demenza e l'ironia
costante, si celano sentimenti profondi di insicurezza, inadeguatezza e
alienazione comuni a tutti. Il Multiverso è, dunque, una via di fuga, un Paese delle Meraviglie che
permette di distrarsi, perdersi nell'assurdo, pur di rifuggire la realtà. Le
dimensioni parallele sono sfaccettature di Lillo, i personaggi secondari sue
proiezioni, visioni, fantasie, ma anche paranoie.
L'idea di
fare il verso ai supereroi Marvel e di creare degli stargate su mondi paralleli
risulta uno stratagemma divertente, che trasporta Lillo in un sottomarino
durante la guerra, nella preistoria, dove rischia di finire male, e in un luogo
dove viene discriminato per il suo naso a patata. L'amore per i fumetti e per i
supereroi da parte di Lillo Petrolo è la linfa che ha fatto nascere Posaman e
l'idea del multiverso. La seconda stagione di Sono Lillo porta lo
spettatore in un viaggio ancora più audace e surreale rispetto alla prima,
spingendo i confini della comicità in territori inaspettati. Se nella prima
stagione Lillo aveva affrontato una crisi personale e professionale legata al
successo del suo alter ego comico Posaman, questa volta lo show alza il livello
del gioco introducendo il Multiverso come pretesto per avventure sempre più
folli e paradossali. Se
la storyline di Lillo e Marzia
non ingrana e non appassiona come nel primo capitolo, anche tutta la questione
del Multiverso suscita, allo stesso tempo, poco interesse, se non ancora una
volta per quegli sketch comici che crea. Si respira una certa confusione nel
tenere insieme i vari tasselli della trama, con le questioni del film e
dell'insoddisfazione lavorativa di Lillo che si alternano senza prendere mai il
giusto respiro.
Rimaniamo in attesa di news riguardanti la terza stagione.