A distanza
di oltre un anno dall'uscita della prima brillante stagione, il duo comico
formato da Salvo Ficarra e Valentino Picone è tornato sempre su Netflix a Marzo
di quest'anno con Incastrati 2, seconda ed ultima stagione della serie, con
la stessa formula fra satira e thriller. L'ho subito vista un paio di mesi fa,
dopo poco la messa in onda, e divorata in pochi giorni, ma non ho mai trovato il tempo di recensirla.
Incastrati
2 (recensione della prima stagione qui) ci regala con
questi ultimi sei episodi la giusta conclusione degli eventi narrati con
freschezza, tanta ironia ma senza tralasciare la denuncia sociale, che in
questa seconda stagione appare ancor più evidente. Anche il giallo è ancora più marcato. Le tematiche affrontate sono
molteplici partendo dalla piaga della Mafia che opera sul territorio siciliano dove
sono ambientati i fatti, fino allo sciacallaggio che fanno i giornalisti sui
casi di cronaca nera, ma il tutto è trattato seppur in maniera irriverente con
molta delicatezza. Salvo
e Valentino saranno insomma ancora più incastrati: un nuovo duplice omicidio
complicherà ulteriormente le cose, costringendoli a sbrogliare la matassa in
cui si sono ritrovati invischiati in parallelo alla polizia, per scoprire la
persona dietro le misteriose morti e provare a rispondere alla domanda: alla
fine la mafia ha sempre la meglio oppure c'è speranza per delle piccole grandi
vittorie nel quotidiano da parte delle forze dell'ordine e di chi non si vuole
piegare ad essa?
La
trama riprende esattamente dove si era interrotta nella prima stagione. In una
giornata soleggiata, in Sicilia, Salvo e Valentino, i due tecnici che vendono e
riparano elettrodomestici, durante uno dei loro soliti giri di lavoro con il
furgone, si scontrano (letteralmente) con Padre Santissimo, spietato boss latitante
della mafia che credevano (e speravano) di non dover incontrare mai più. Nulla
di inaspettato, niente di nuovo. Salvo e Valentino sono ancora in pericolo di
vita. Con il loro furgone hanno appena investito accidentalmente Padre
Santissimo. Tonino Macaluso, detto anche Cosa Inutile, li sta minacciando con
una pistola. Proprio come in Incastrati, si ritrovano in balia di Cosa
Nostra e incapaci di ribellarsi. Ma cosa è successo? In un susseguirsi di
eventi volutamente grotteschi, Ficarra e Picone devono (anche se in qualche
misura scelgono di farlo, non dicendo subito la verità alla polizia) gestire la
criminalità organizzata. Sono, così, costretti a mentire a tutti, di nuovo. Il
loro obiettivo è non compromettere la loro rete di affetti e non mettere in
pericolo le persone più care.
Valentino sta per andare a convivere finalmente
con l'amore della sua vita, il vicequestore Agata, e deve fare breccia nel
cuore del figlio Robertino. Anche lui, come Salvo, è appassionato di serie tv
crime, ha la capacità di leggere il linguaggio del corpo delle persone e di
mettere a disagio i più grandi.
Salvo, invece, cerca di superare la fine del
matrimonio con Ester, ostentando una felicità che si rivela subito finta: è
ancora innamorato della moglie e vorrebbe tornare con lei, ma l'orgoglio e gli
eventi imprevisti complicano le cose.
Nel frattempo il caso dell'omicidio
Gambino (al centro della prima stagione) non è mai stato risolto e due muratori
che sono entrati furtivamente nella sua abitazione sono stati uccisi anche
loro.
Salvo si rivolge al boss mentre sta per essere ucciso: "Se fosse
per lei le stagioni durerebbero una puntata. Netflix potrebbe chiudere".
Anche la seconda stagione di Incastrati dialoga direttamente con la
serialità, anzi lo fa in maniera più approfondita.
Di rilievo e funzionale è anche la
scelta fatta in fase di casting degli attori coinvolti, ognuno di loro in modo
macchiettistico rappresenta proprio lo stereotipo del personaggio che sta
interpretando. Rispetto alla prima stagione ci sono forse meno momenti
esilaranti ma la delicatezza dell'argomento trattato sposta Incastrati 2
più verso la classica commedia all'italiana (Risi, Monicelli e soprattutto
Germi) e verso un omaggio alla comicità fatta di frasi spezzate e tic corporei
di Massimo Troisi. La regia
e la fotografia, volutamente retrò, sono decisamente più attente. Le location
sono aumentate, infatti, e particolarmente luminosa (in più sensi) è quella
costituita da un casolare nella campagna che sembra uscito da un film western.
La struttura a sei episodi da
30 minuti ha permesso a Ficarra e Picone di divertirsi con cliffhanger e colpi
di scena, potendo dare spazio ai personaggi di contorno, spesso
esilaranti, come il giornalista morboso, Sergio Frisca, il picciotto
invecchiato e con un cuore, Cosa Inutile (Tony Sperandeo), che ancora una volta
non ci fa mancare i suoi momenti drammatici, o lo sgherro duro e puro del boss,
Primo sale (Domenico Centamore), senza dimenticare Padre Santissimo in persona
(Maurizio Marchetti), o il procuratore interpretato da Leo Gullotta. I pochi ruoli
femminili, affidati principalmente alle due donne dei protagonisti e alla madre
di Picone, sono sempre meno caratteristici e più superficiali. Se c'è un
appunto da fare a questa seconda stagione è di non avere approfondito proprio i
personaggi femminili e di avere ripetuto certe situazioni/avvenimenti: i
flashback su Cosa Inutile, i tentativi di suicidio al balcone, il figlio
mammone allergico ai latticini, il giornalismo scandalistico e retorico, le
scaramucce sentimentali tra le varie coppie. Mettendo insieme tutte queste
caratteristiche emerge, però, un difetto evidente nella serie: l'eccessiva
caricatura di alcuni personaggi. Se per molti questo lato è funzionale, per
altri rappresenta l'unico elemento per il quale esistono nella serie. In un
prodotto televisivo ben realizzato la presenza di alcuni determinati stereotipi
è un po' di troppo. Incastrati
2 è la degna e
brillante conclusione di una serie tv italiana che dà vita in una forma nuova
alla commedia all'italiana con i suoi pregi e difetti. Satira e denuncia
sociale vengono abilmente equilibrati e sono due dei punti forti della serie,
che comunque soffre di alcuni stereotipi di troppo.