Élite Storie Brevi 2: una possibilità di redenzione?


Dopo il finale della quarta stagione (qui la recensione), Élite è tornata per la seconda volta nel suo formato breve con tre appuntamenti che ruotano intorno ai nuovi personaggi introdotti nell'ultima stagione: "Phillipe, Caye e Felipe", "Samuel e Omar" e "Patrick". In attesa della quinta (e si spera ultima sesta) stagione, queste nuove storie brevi, come le prime, vogliono fare da congiunzione tra una stagione e un'altra, apportando novità alla trama stessa; così, come le prime quattro (qui la recensione) raccontavano come i protagonisti avessero svolto le proprie vacanze estive, queste nuove tre storie vogliono raccontare come essi hanno trascorso le proprie vacanze natalizie. Non a caso la miniserie è uscita il 15, per poi proseguire il 20 e il 23 dicembre. Prima lo scopo era quello di attutire il passaggio da una terza stagione che aveva chiuso un capitolo ad una quarta con una nuova generazione alle porte, adesso lo scopo principale è quello di introdurre nuova linfa alla trama. Non essendo vincolate alla dinamica del flashback investigativo, sembra che le storie brevi raccontino in maniera semplice dinamiche normali svincolate dal contesto scolastico di Las Enchinas e da un mix di sesso e crimini. 
Ma entriamo più nel dettaglio di queste nuove tre storie.

La prima storia breve è incentrata sul nuovo rapporto tra Caye e Phillipe. Quest'ultimo è arrivato nella quarta stagione con la sua nobiltà francofona pronto a dare un po' di brio alla vita sociale di Las Enchinas. Dopo averci fatto innamorare e aver spezzato il cuore da arrivista di Caye (macchiandosi anche di qualche reato), usciva dal finale di serie come il personaggio meno gradito. In questa storia sembra che il personaggio di Phillipe voglia redimersi per far riaccendere agli spettatori le speranze di un ritorno romantico con Caye. La narrazione si apre con lei e Rebe in un centro donazione di vestiti sotto effetto di qualche sostanza. Caye rimane ammaliata dall'interessante capo del volontariato – che guarda caso si chiama Felipe - e tra scambi di idee e sguardi romantici si fa incastrare a dare una mano con la macchina da cucito per migliorare gli abiti e regalare gioia ai più bisognosi. Purtroppo, questo flirt viene interrotto dal ritorno di Phillipe che cercherà di riconquistare Caye, costringendola a riflettere sui suoi sentimenti. Caye prova a lasciarsi andare alla nuova storia con Felipe ma, sul più bello, è proprio Felipe a fare un passo indietro, rendendosi conto che ciò che lega Cayetana e Phillipe è troppo forte per essere messo da parte.  Un triangolo amoroso appena accennato, che ha le facoltà per essere terminato in fretta, ricordandoci che, per la gioia di molti, in una prossima stagione potrebbe essere ancora approfondito il rapporto tra Caye e Phillipe.


Nella seconda storia breve torniamo ai pochi rimasti personaggi originali della serie, Samuel e Omar. Essi ora convivono nello stesso appartamento delle prime feste, quelle dove Nano e Marina erano ancora in circolazione. Il dislivello tra le classi sociali è sempre presente. Durante le vacanze di Natale i due, infatti, si spaccano la schiena per mantenersi da soli. Tutto fila liscio, se non fosse che la madre di Samuel, ormai latitante da non si sa quante stagioni, è indietro con tre anni di affitto e i due rischiano lo sfratto. Samu e Omar sono ben consapevoli che per la loro classe sociale le uniche fonti di guadagno sono soluzioni poco fruttuose e degradanti. Allora scelgono il tutto e per tutto e si aprono un profilo di Only For You (OnlyFans); Samu si fa convincere dall'amico a vendere sue foto intime con la divisa della scuola per racimolare tutti i soldi di cui ha bisogno. Spaventato dal rendere pubblico il suo corpo, Samu si troverà a giustificarsi inutilmente di fronte allo sdegno del preside di Las Enchinas che l'ha espulso dalla scuola per il suo comportamento poco consono, così da rendersi conto del suo errore e trovare rimedio con l'aiuto degli amici. Effettivamente poteva essere un po' più sveglio il ragazzo. Il tutto si conclude con un ovvio e banale lieto fine.


La terza storia, incentrata su Patrick, è ambientata nel gennaio 2022 (quindi nel futuro rispetto alla messa in onda). È un viaggio nel mondo parallelo creato dagli acidi, che assume il giovane quotidianamente, facendo da incubatore dei sensi di colpa della propria famiglia. Scopriamo che la tensione che aleggia nella famiglia Blanco è nata proprio sotto le feste natalizie, quando la madre di Patrick, Mencía e Ari è morta in un incidente d'auto quando lui era solo un bambino. La madre è un fantasma che occupa le loro menti, una presenza ingombrante di cui nessuno parla mai, ma le cui ferite non si sono mai rimarginate. Patrick vive il peso del rimorso. Il medesimo che condivide con sua sorella minore, Mencía, che ha pensieri suicidi. Quest'anno Patrick decide di sfuggire alla tristezza della casa e anche ai suoi eccessi festaioli, affittando una baita nei boschi come nei migliori film dell'orrore. Ma siamo in Élite quindi la cosa più spaventosa che può spuntare dalle tenebre è un branco di bei ragazzi pronto a molestare la quiete. Non basta la solitudine e un libro per poter risolvere il gomitolo di pensieri che annebbia la mente di ciascuno di noi: e l'uso di droghe è un allontanarsi violento dalla realtà in cui non si vuole abitare. In preda all'ansia causata dal suo trip, in cui immagina la morte di sua sorella Mencía per un senso di colpa mai superato, tornerà di corsa a casa, per chiedere scusa e sciogliere i nodi familiari. Si riaccendono le luci di Natale insieme a un po' di affetto tra tutti i componenti della famiglia che tentano di aprire, finalmente, un dialogo: è il padre a scusarsi per un passato di distacco e di colpe addossate reciprocamente.


Anche se non fanno quel salto di qualità che avremmo potuto aspettarci, unito ad una recitazione non sempre azzeccata, non sono male gli episodi di Élite, li trovo più dinamici e piacevoli delle puntate classiche e sembrano un po' estranei alla storia principale, ma comunque ci fanno conoscere qualcosa in più sui personaggi. L'episodio di Patrick è decisamente il più interessante, ricordando un po' una specie di "Canto di Natale" alla Dickens, a differenza degli altri due che di atmosfera natalizia ne sentiamo giusto un pochino in quello di Caye. L'intera serie è stata spesso paragonata ad una soap opera per la regia semplicistica e una recitazione piatta. Non spero in netti miglioramenti per le prossime stagioni.