Dopo le
storie brevi (qui la recensione), che sono state rese disponibili verso metà giugno, Élite è
tornata con la quarta stagione mentre le riprese della quinta continuano (eccola qui). La stagione
tre aveva esaurito il suo arco narrativo legato al delitto di Marina, vecchi
ragazzi se ne sono andati, altri li abbiamo ritrovati dopo la visione delle
storie brevi, che ci hanno raccontato come hanno passato l'estate: Samuel, Guzmán, Ander, Omar, Rebeka e Cayetana. L'escamotage per mantenere parte del
cast, dopo aver detto addio ad altri personaggi, è stato far ripetere l'anno ai
ragazzi. Già con la stagione precedente la serie rischiava di porsi al di sotto
di un discreto giudizio. Le aspettative erano davvero basse. Ho, quindi,
aspettato un po' a recensire questi nuovi otto episodi perché ne sono rimasta
davvero disgustata.
Allora,
prima scena. Ci troviamo di fronte all'ennesimo interrogatorio. Questa volta è Guzmán ad essere interrogato e probabilmente ha ucciso lui qualcuno. Una
ragazza fluttua nell'acqua, con il suo vestito ampio ed elegante. Uhu, di
nuovo, che noia. Lo schema classico che connota ogni stagione è presente: in ogni
puntata viene inquadrato il morto (in questo caso è la ragazza in fin di vita)
e la narrazione torna indietro per farci capire come tutto è iniziato. Quindi torniamo
indietro nel tempo e ci vengono presentati i nuovi personaggi. La famiglia Blanco,
arrivata dritta dritta da Londra.
Benjamìn, nuovo CEO chiamato a risollevare la
reputazione di Las Encinas e a dare un nuovo corso all'istituto, è il nuovo
capo dell'istituto e ha tre figli: Ari, Patrick (gemello di Ari) e Mencía.
Ari (odiosa!)
fa la sua apparizione in piscina e Guzmán ne rimane colpito. Solo verso la fine
della stagione, lei sembra legarsi anche a Samuel, colpito dall'ennesima ed
inutile rivalità con Guzmán - bastano tre episodi per farlo lasciare da Nadia e
mettersi con Ari.
Mencía, visibilmente un pesce fuor d'acqua all'interno della
sua famiglia, sembra avvicinarsi a Rebeka, mentre Patrick getta scompiglio
nella relazione, che sembrava ormai stabile, tra Omar e Ander.
I nuovi arrivati
mischiano le carte e così osserviamo i due triangoli (direi, nuovamente,
ennesimi) che cominciano a crearsi. La storia di Mencía, personaggio
interessante, apre la tematica della violenza e dello stalking. Tutto, come al
solito, solamente accennato.
Poi c'è Cayetana, per me una rivelazione. La
ragazza, figlia della donna delle pulizie che si fingeva ricca, è rimasta anche
lei a Las Encinas, ma ora fa la bidella. È bravissima a disegnare abiti, e
sogna di fare la stilista. Incontra Phillipe, un principe francese venuto a
studiare nell'istituto, di cui si innamora. Dimostrerà, per una volta, di
non essere quella che credevamo. E la sua storia sarà di nuovo l'occasione per
parlare di divario tra le due classi, di violenza e di autodeterminazione.
Insomma questi nuovi personaggi sembrano
inserirsi nella trama e nei rapporti con i vecchi in modo casuale,
caotico e senza senso. Il problema è che in questi personaggi manca un minimo
di background e di approfondimento. Il loro inserimento è dovuto solo all'esigenza di portare
avanti una serie che sarebbe potuta tranquillamente terminare con la terza
stagione. Guzmán da ragazzo maturo e responsabile che era ritorna ad essere lo
sbruffone arrogante e prepotente della prima stagione. Solo alcune storie
meritano di essere promosse, quelle di Rebe e di Cayetana. Abbiamo anche
apprezzato i camei di Nadia, che ci ha fatto fare un salto indietro nel tempo,
e i riferimenti a Nano. Per il resto, tutto già visto. E soprattutto le coppie
che amavamo ci hanno deluso.
Conclusione. Guzmán parte con Ander, dopo il disastro durante la festa di Capodanno, per un viaggio intorno al mondo per non si sa quanto tempo. Abbiamo pianto quando si è lasciato con Nadia, quindi speriamo un po' tutti che in un certo senso si ricongiungono.
Élite ha sfruttato il format da soap opera per poter
andare avanti e, con l’introduzione di questi nuovi personaggi, sappiamo per
certo che la quinta stagione non sentirà ancora la mancanza di quelli persi e
di quelli che ancora perderà. Ormai non si può più definire Élite, questa serie è diventata altro. Qualcosa di molto simile ad un porno.
La quarta stagione di Élite abbandona i toni più cupi della stagione tre, e riparte puntando forte sul sesso e sullo scandalo, ma risulta meno appassionante per quel che riguarda la trama gialla. La sensualità è sempre stata una prerogativa della serie spagnola, ma qui sembra spingere un po' troppo con scene spinte. Ma è una serie che, come al solito, si lascia vedere.
La quarta stagione di Élite abbandona i toni più cupi della stagione tre, e riparte puntando forte sul sesso e sullo scandalo, ma risulta meno appassionante per quel che riguarda la trama gialla. La sensualità è sempre stata una prerogativa della serie spagnola, ma qui sembra spingere un po' troppo con scene spinte. Ma è una serie che, come al solito, si lascia vedere.