Nei Parioli c'è una scuola privata d'élite, l'Istituto
Collodi, con allievi in uniforme e istruzione di qualità. Si sa che il
quartiere Parioli è uno dei più prestigiosi di Roma e, come dice la
protagonista Chiara (Benedetta Porcaroli), chi ha una vita apparentemente
perfetta ha disperatamente bisogno di un segreto. Una doppia vita, insomma. Ed è
così che conosce Ludovica (Alice Pagani), ragazza ribelle e affamata di esperienze,
che trova un po' di conforto partecipando a feste notturne a base di
superalcolici nel club del barista Saverio,
il quale si scoprirà essere in alcuni loschi affari.
I compagni di scuola considerano
Ludovica una poco di buono da quando Brando (Mirko Trovato) ha filmato la
ragazza durante un atto di sesso orale e ora il video sta facendo il giro in
tutta la scuola. Stessa cosa succederà a Chiara quando si saprà che è andata a
letto con il ragazzo di un'altra, che poi è anche il fratello della sua
migliore amica Camilla. Fabio
(Brando Pacitto), figlio unico del severo direttore scolastico, che nasconde da
molto tempo la sua omosessualità, sarà uno dei pochi che difenderà le due
ragazze e diventerà loro amico. Damiano
(Riccardo Mandolini), figlio di un ambasciatore arabo, si inserisce nella
classe nel mezzo dell'anno scolastico dopo la morte della madre, prendendo in
mano il traffico di droga della scuola.
Come serie giovanili che si comandano, Instagram
e Whatsapp fanno da contorno.
I genitori di tutto il gruppo dei ragazzi non
sono modelli affidabili e allora si cerca, al di fuori della famiglia, al di
fuori della scuola, di trasgredire e trovare un senso della propria esistenza. Uscire
dagli schemi, fuggire, divertirsi, liberarsi fa parte di quel mondo degli
adolescenti che tutti abbiamo attraversato. Chiara, nel ruolo della ragazza
acqua e sapone, ci fa comprendere bene quanto le possano essere stretti i panni
della brava ragazza. Ludovica è provocante quanto basta per indossare le caratteristiche della ragazza ribelle. E da qui che ben
presto le due ragazze entrano nel giro di prostituzione che gestiva Saverio. Chiara
e Ludo dimostrano di essere indispensabili l'una per l'altra, complementari
nelle loro diversità.
Arriviamo alla stagione conclusiva, dove ci verrà finalmente
svelato, in un discorso della protagonista, che tutti sono responsabili. Quando
la verità sulle loro vite segrete verrà a galla, le due ragazze sono messe alle
strette. Ludovica, già decisa ad abbandonare quella vita, si renderà conto che
l'amica non è pronta e, non riuscendo a fidarsi più di nessuno, piano piano troverà da sola la forza per affrontare la maturità. L'ultima
è la puntata più coinvolgente, in cui tutti i nodi vengono al pettine, la verità viene a
galla e si decidono le sorti dei protagonisti in via processuale.
Se nella prima stagione Ludovica sembrava la parte
dominante nel rapporto con Chiara, nella seconda stagione cambiano un po'
di cose. Alle prese con una madre che si gira dall'altra parte dopo aver
scoperto il segreto della figlia, Ludo mostra tutta la sua fragilità e tenta
più volte di salvare l'amica da quel mondo che le sta divorando. Nelle loro incertezze e diversi punti di vista continuano quella doppia vita fatta di bugie ed è la stessa Chiara a convincere l'amica dubbiosa a proseguire con quel "lavoro". Il giro di baby squillo s'intensifica
quando - prima da sole - passa nelle mani di Fiore (Giuseppe Maggio), uno
scagnozzo di Saverio ed un ex di Ludovica nella prima stagione, con cui avrà poi
un nuovo avvicinamento. Iniziato per gioco, le ragazze si trovano risucchiate
in un mondo che sembra piacergli e che, stranamente, non si sono trovate
costrette. È proprio in alcuni momenti che non si riesce a capire bene se Chiara,
costretta a vivere in un mondo familiare sempre più fittizio, stia recitando un
ruolo o le piace davvero quello che fa.
Una delle storyline più interessanti è
quella di Brando che subisce un lento cambiamento da tipico bad boy a ragazzo fragile, mostrando il suo lato più
intimo e personale in stretta relazione con la figura di Fabio. Qui entra in
gioco la famiglia che nega lo sviluppo della persona, aggiungendosi ad una
società che discrimina l'omosessualità, non accettata dai genitori di Brando, e confermerà di non essere pronta tantomeno a guardare di buon occhio Fabio, gay dichiarato.
Nel frattempo Damiano continua a vivere la
sua storia con Chiara, fatta di non detti, non solo per il grande segreto di
Chiara, ma anche per il giro di droga di Fiore in cui ha coinvolto il ragazzo. Damiano riesce ad essere sé stesso solo
con Natalia, una prostituta del club, anch'essa manipolata da Fiore.
Nella terza
stagione, quindi, la storia diventa più audace cercando di delineare più
approfonditamente il profilo psicologico delle due protagoniste. Capiamo che
non sono le borse griffate ad attrarre le ragazze e capiamo anche che Chiara, a differenza dell'amica, non è vittima. Se prima era tutto un gioco per entrambe, poi le ragazze hanno fatto le loro scelte, trovandosi coinvolte nei loschi affari di Fiore.
Chiara ha dimostrato che quel gioco le piaceva, confermando di essere la ragazza diversa da quella che abbiamo conosciuto all'inizio del primo episodio. Ludo, invece, si mostra ancora più fragile di prima: toccanti sono le scene con
la madre, interpretata da una Isabella Ferrari molto convincente nel ruolo del
genitore sbandato ma che poi si rivela pronta ad assumersi le proprie responsabilità,
al contrario della famiglia di Chiara decisa ad insabbiare tutto. Di fronte
alle loro colpe, c'è chi è pronto a capire i propri errori e confessarli. Le ragazze, quindi, non sono più sole, ma allo stesso tempo ce la fanno
autonomamente senza farsi più del male a vicenda. Una crescita che
attraverseranno nel corso degli episodi, una crescita per la stessa serie che si mostra più matura
limando certi difetti di scrittura.
I dialoghi e la sceneggiatura, spesso piena di buchi, non
risultano pienamente sufficienti, anche se poi migliorano con il passare delle
stagioni. Presentato come teen drama ispirato a fatti veri, si dimostra soltanto un teen drama abbastanza patinato, amaro
e sentimentale, forse troppo. A vederlo ricorda un po' i libri di Moccia. I giovani
con i loro sedici anni sono oppressi, infelici, e privi di passione ed
entusiasmo. Devo dire, una società giovanile rappresentata molto bene, soprattutto mediante gli
schermi social visualizzati agli occhi dello spettatore. Per essere una serie sulle baby squillo è molto
pudica; sembrerebbe che ricalchi serie come Skam o Élite, le quali apparivano decisamente più ammiccanti e trasgressive. In ogni caso sei episodi a stagione sono veloci da vedere e non portano via tanto tempo.