ROSEMARY'S BABY


Adattamento del grande classico horror del '68 di Roman Polanski, basato anch'esso sull'omonimo romanzo di Ira Levin, la miniserie in due puntate si propone come una rivisitazione del cult per creare una storia con una diversa ambientazione e nuovi personaggi. Il ruolo da protagonista che un tempo fu di una giovane Mia Farrow è affidato all'attrice Zoe Saldana, mentre al posto di John Cassavetes nel ruolo del marito Guy troviamo Patrick J. Adams. I diabolici vicini sono, invece, interpretati da Jason Isaacs e l'attrice francese Carole Bouquet.
In questo adattamento la storia è ambientata a Parigi e Rosemary ha da poco avuto un aborto spontaneo, mentre Guy è uno scrittore in crisi che trova opportunità di lavoro a Parigi come insegnante universitario alla Sorbona. Già da qui si notano alcune differenze rispetto al film di Polanski: l'ambientazione era a New York e Guy faceva l’attore; inoltre non veniva fatto alcun cenno su un eventuale aborto della donna.

I coniugi Woodhouse colgono l'occasione per rifarsi una vita a Parigi, lontano da New York.
 
Mentre nella capitale francese ritrova la sua amica Julie e si iscrive ad un corso di cucina con lei, Rosemary, in seguito ad un furto ai suoi danni, recupera il portafoglio di una riccona affascinante di nome Margaux Castevet che, per ringraziarla, invita lei e il marito ad una festa nell'appartamento, insieme ad altri ricconi, dove Margaux e suo marito Roman vivono; a fine serata Margaux regala alla coppia un gatto nero. I Castevet, altolocata coppia della bella società, propone loro di andare a vivere per qualche mese e a prezzo modico in un appartamento di loro proprietà dopo che la loro casa si è incendiata e Guy è rimasto ustionato. È l’inizio di un'amicizia morbosa che avvicinerà sempre di più i Castevet ai Woodhouse, tanto da influenzare le loro vite in un modo insospettabile. 
Rosemary e Guy decidono di provare di nuovo ad avere un bambino e, quando lei scopre di essere incinta, la carriera di Guy fiorisce immediatamente. Una serie di segni oscuri e nove mesi di sofferenza convincono Rosemary ad indagare sull'appartamento dove vive e sui suoi precedenti inquilini; ben presto scopre che i Castevet e suo marito sono coinvolti in qualche modo nella sua gravidanza. Praticamente sono dei satanisti che hanno voluto sfruttare Rosemary per farla ingravidare dal diavolo così da avere il figlio di Satana. Appena partorisce il figlio per metà di Satana, sul primo momento cerca di ucciderlo, ma poi viene colta dal senso materno - e dagli occhi blu del bambino? Altro nuovo particolare rispetto al film - decidendo di crescerlo.

La trama di base è la stessa del capolavoro di Polanski, ma l'idea di rivoluzionare la storia in merito all'ambientazione e ai personaggi convince poco. Il film si basava sulla tensione emotiva e su ambientazioni in grado di far venire i brividi, nonostante si trattasse di un film d'epoca. Qui, invece, è assente il delirio di Rosemary durante la gravidanza, seppur raccontando con efficacia lo stato febbrile della donna precedente al parto. Inoltre le scene splatter fanno da contorno, ma non sono essenziali per questo tipo di film. Bravi gli attori, in particolare Zoe Saldana – un po' meno l'interprete di Guy - e anche i coniugi Castevet risultano molto espressivi. Con un uso assai limitato degli effetti speciali da rintracciare soprattutto nelle fasi allucinatorie di cui è vittima il personaggio di Zoe Saldana, la miniserie non ha le stesse atmosfere dark e inquiete che avevano caratterizzato il film cult del 1968, ponendosi come una rivisitazione abbastanza inutile.

Mia Farrow nel film di Polanski del 1968