Remake italiano della celebre web-serie norvegese teen del 2015, Skam ("vergogna" in norvegese), Skam Italia sorprende rispetto a tantissime produzioni italiane. Da quando Netflix è intervenuto per distribuire la quarta stagione, evitando la cancellazione da parte di TimVision, l'ho recuperata, pur scoperta tardivamente, così lasciando da parte scetticismi e pregiudizi. Non conosco l'originale a cui dobbiamo dire grazie per la storia ma, leggendo qua e là, la produzione italiana ha ricevuto tantissimi like rispetto ad altri remake di altri paesi (Stati Uniti, Spagna, Germania, Francia, Paesi Bassi).
Ogni singolo episodio raccoglie anche delle clip uscite nel corso della settimana, in giorni ed orari ben precisi, che fanno comprendere la scena in cui è ambientata. Questo permette una vera e propria visione interattiva, in cui lo spettatore può seguire in diretta le vicissitudini dei personaggi, che possiedono addirittura dei profili social nella realtà, sui quali vengono postate foto che, insieme alle chat pubblicate sul sito ufficiale, permettono di vedere concretamente le loro interazioni anche quando gli episodi terminano. Dunque la presenza di Internet è costante, per potersi avvicinare sempre di più al mondo adolescenziale; di conseguenza le storyline sono semplici e poco elaborate, cadendo a volte in dialoghi adolescenziali troppo ridicoli ("gemelli di nome").
La serie, comunque, è genuina e non edulcorata.
In Skam Italia si adotta una prospettiva diversa, mettendo al centro le vite dei ragazzi e lasciando sullo sfondo gli adulti. È una narrazione che non vuole essere politicamente corretta, senza badare ad una sorta di impegno sociale, ma focalizzandosi sui dettagli degli adolescenti di oggi. Cosa c'è di più reale di un messaggio Whatsapp? La serie sicuramente piace perché rappresenta la vita di comuni adolescenti romani con realismo e senza filtri o stereotipi. Gli stessi dialoghi sembrano scritti in maniera del tutto naturale e, a volte, improvvisati. Ci troviamo, infatti, di fronte a vicende all'apparenza piuttosto banali, ma vissute dai personaggi con la drammaticità tipica dell'emotività adolescenziale. Dunque non è una trama impegnativa, ma sicuramente affronta i problemi reali di ogni adolescente dal bullismo, all'insicurezza emotiva, alla violenza, all'omosessualità, ai disturbi alimentari, all'integrazione e alla religione. Con un filo narrativo in comune e un gruppo di amici, ogni stagione segue le vicende di alcuni adolescenti di oggi.
La prima stagione ruota intorno ad una ragazza e la sua relazione d'amore: la crisi, le bugie e le conseguenze di un rapporto che sfocia nella rottura. La protagonista è Eva (Ludovica Martino), studentessa sedicenne di un liceo di Roma, fidanzata con Giovanni (Ludovico Tersigni), con il quale apparentemente vive una storia in perfetta sintonia. Eva è una sorta di outsider a scuola e, oltre a Giovanni, gli unici contatti che ha sono con l'amico di lui, Martino (Federico Cesari), e altri pochi studenti che mal la sopportano.

Vediamo così rappresentato sullo schermo la vita di Eva, con tutte le sue crisi e le sue emotività, e un esempio comune di relazione adolescenziale, in cui basta un messaggio sospetto o un momento di intimità mancato per gettare Eva in un circolo vizioso di gelosia, sfiducia e rabbia nei confronti del ragazzo. Se Giovanni sbaglia nel nascondere delle cose alla ragazza, Eva si lascia offuscare dai sentimenti e complica ulteriormente il loro rapporto, dando una realistica rappresentazione delle reazioni giovanili. Devo dire che insieme erano veramente belli e nelle stagioni successive, insieme, un po' mi sono mancati.
La seconda stagione si focalizza sul percorso di crescita di Martino, concentrandosi soprattutto sul nascente rapporto con Niccolò e l'accettazione della sua omosessualità. Vediamo la delicatezza con cui viene introdotto il viaggio di Martino alla scoperta di sé stesso e della propria sessualità con le relative conseguenze come l'omofobia, i dubbi di un ragazzo giovane ed il coraggio di accettarsi.
Devo dire che l'attore è davvero bravo, senza nulla togliere alla precedente protagonista: attraverso l'espressività del suo sguardo comprendiamo lo stato d'animo di Martino, mentre si nasconde dietro un finto sorriso ed un'apparente spensieratezza.
Anche i personaggi secondari vengono apprezzati per le loro doti recitative: lo stesso Giovanni che mantiene il ruolo di primo piano, prima come fidanzato di Eva e ora come miglior amico di Martino, diventa centrale nelle due stagioni, continuando sempre a mostrare i segni della sua passata rottura. Come nella prima stagione, tutto il gruppo delle ragazze e dei ragazzi si inseriscono sullo sfondo.
C'è anche l'introduzione di nuovi personaggi, come Niccolò, che aiutano a tenere alto il ritmo della serie. In questa stagione vediamo la vita di Martino (come nella precedente quella di Eva) e il suo percorso renderà alcune scene memorabili, come il discorso con Filippo sul Pride, così da far passare messaggi utili al pubblico.
Sembra quasi fare un salto di qualità il regista, giocando molto sugli effetti cromatici di chiaro scuro.
Dopo la complicata vita sentimentale di Eleonora con Edoardo nella terza stagione, stenderei un velo pietoso. Sarei tentata di saltare alla prossima stagione ma non voglio essere di parte. Innanzitutto vediamo come protagonista Eleonora, che abbiamo visto nelle stagioni precedenti come una ragazza sempre perfetta, che sapeva sempre cosa fare e aveva la risposta pronta in ogni occasione; qui vediamo un'Eleonora più umana e fragile.
Come per Martino, anche in questa stagione scopriamo qualcosa in più sulla sua vita, cosa che abbiamo visto fare poco per Eva. Ad appesantire la sua caratterizzazione è la recitazione troppo impostata di Benedetta Gargari.
C'è da fare una premessa: Edoardo fa parte di quel gruppo di ragazzi belli e dannati, tant'è che nella prima stagione ha avuto un flirt con l'amica di Eleonora, Silvia. Silvia non si è mai scordata di Edoardo, il quale la sta usando per ottenere un appuntamento con Eleonora, che cederà al ricatto psicologico. Già da qui avrei da ridire: farsi mettere sotto da un ragazzetto di diciott'anni non è da Eleonora. È vero la vediamo un po' diversa, più vulnerabile, ma almeno un po' di sincerità con l'amica, no?
Nonostante continui a disprezzare i suoi comportamenti violenti e arroganti, nonché la sua cattiva reputazione, inutile non immaginare già che Eleonora finirà presto per cedere al fascino del ragazzo, iniziando la classica storia d'amore che rispetta il clichè del bello e dannato che incontra la ragazza di buon cuore destinata a redimerlo. Eleonora, dopo aver conosciuto le sue debolezze, mette da parte i lati negativi del ragazzo, scoprendone altrettanto belli.

Posso concludere che in questa stagione si sente l'assenza delle mani del regista Ludovico Bessegato, impegnato nella post produzione della seconda stagione, che ha lasciato il timone al suo collega Ludovico Di Martino che, pur facendo un buon lavoro, notiamo poco realismo e alcuni clichè, una sceneggiatura meno ricercata, una poco attenta fotografia e le interpretazioni dei protagonisti mediocri. Innanzitutto tra i due protagonisti non si percepisce alcuna chimica, cosa che invece avevamo visto sia in Eva e Gio che in Martino e Niccolò. In particolare, dopo aver trovato il coraggio di dire al fidanzato che il fratello ha abusato di lei, Edoardo la allontana, cosa a me inspiegabile; fortunatamente la scena si riprende cercando di sensibilizzare il pubblico su un argomento così delicato. Non me ne vogliano le innumerevoli fan della coppia, ma ho trovato in questa stagione tutto poco credibile.

Da un lato ci sono le sue amiche, le feste, le bevande alcoliche e i racconti sul sesso e sui ragazzi, sulle libertà che hanno Eva, Eleonora, Silvia e Federica; dall'altro c'è l'Islam, la fede religiosa che pratica con i suoi precetti, le preghiere scandite da un'applicazione sul cellulare che le ricorda che è il momento, il rispetto del Ramadan, le aspettative della sua famiglia e della comunità islamica. Sana spesso si sente un pesce fuor d'acqua in entrambe le realtà: le avance di Elia la mettono a disagio, odia i commenti delle sue amiche musulmane nei confronti delle sue amiche "italiane"; il dover spiegare che la sua è una scelta di fede e non imposta la fa soffrire, per non parlare la paura di far conoscere ai propri genitori il suo mondo e le sue amiche. Di fronte a tutto questo si aggiunge il sentimento per Malik, miglior amico del fratello Rami che, però, ha abbandonato la sua fede, gettando nello sconforto la ragazza.
Ho apprezzato questa stagione anche perché vi è un vero ritorno delle ragazze e, grazie alla recitazione di Beatrice Bruschi, vediamo finalmente sullo schermo una protagonista fuori dal comune che ci fa capire il suo mondo, da sempre pieno di pregiudizi. In particolare il confronto tra Sana e Martino è emblematico: per la prima volta confessa a qualcuno di soffrire, di stare male, di sentirsi sola, a metà, non completamente italiana ma neppure musulmana; da buon amico Martino, omosessuale, le risponde:
"Se noi vogliamo fargli capire le nostre differenze, dobbiamo dare risposte intelligenti alle loro domande stupide. Sennò loro continuano a dare risposte stupide alle loro domande e così non ci capiremo mai"
Ovviamente in questa stagione non c'è solo Sana, anzi l'ultimo episodio è dedicato ai personaggi secondari: Silvia che trova il suo lieto fine con Luchino, Federica che affronta le conseguenze delle sue azioni, Martino e Niccolò - felici insieme - affrontano i pregiudizi della gente, Elia che cerca di rimorchiare una ragazza dopo il rifiuto di Sana, Filippo in preda all'ansia mentre aspetta l'esito di un test per l'HIV comprato in farmacia e, ovviamente per concludere, il ritorno di Eva e Gio. La prima stagione si apriva con Eva che leggeva un tema di Gio, mentre quest'ultimo episodio della quarta stagione si chiude con Gio che legge la lettera scritta da Eva, che sembra quasi come un addio alla serie. Non è ancora certo se ci sarà una futura stagione (qui la quinta), ma è sicuro che questa quarta stagione chiude inevitabilmente un ciclo scandito dagli esami di maturità.